Vince Renzi. Alla grande. Anche in Valle d’Aosta. Il segretario del Pd valdostano, Raimondo Donzel, si complimenta per la vittoria della democrazia. Ma inserisce nel concetto qualcosa che non profuma di libertà. Infatti, così scrive su fb per commentare la vittoria dell’avversario Renzi: “Renzi ha fatto il miracolo: esultano Rollandin, Patuasia e una candidata del PDL! Per fortuna so che la maggior parte dei voti sono di onesti sostenitori del Pd VdA! Ringrazio Fulvio Centoz, Nicolò Fracasso,Vincenzo Colazingari, Eloise della Schiava perché nessuno può sminuire la loro vittoria e dei veri renziani del Pd!” Dunque la democrazia esiste solo se si esprimono gli onesti sostenitori del PD (e quali sarebbero?), mentre tutti gli altri, fra cui io, sarebbero dei disonesti? E il nostro voto, i nostri soldi sminuirebbero la vittoria dei renziani puri? Ma che razza di uomo-politico è Donzel? Spero in Renzi, spero nella sua apertura mentale, perché di teste rigide, incapaci di qualsiasi flessibilità e di visioni ampie questo Paese ne ha a basta.
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Donzel, il democratico!
9 dicembre 2013Una bella persona
22 febbraio 2013Questo è un messaggio inviatomi privatamente su fb. Ho voluto pubblicarlo senza neppure chiedere l’autorizzazione e per questo, chiedo qui scusa al signor Jean-Pierre Guichardaz, ma ci tenevo che voi lo leggeste.
“Il tuo post “sto per diventare razzista” mi ha emozionato. Non so se meritarmi tutta questa considerazione, ma sono lusingato perché tante persone per bene mi esprimono il loro appoggio e la loro vicinanza con passione e sincerità. E questo per me e per la mia famiglia, è il riconoscimento di una vita vissuta cercando di rispettare le regole e fuori dai compromessi. Magari non paga, ma preferisco non dover dire grazie a nessuno per quel poco che ho ottenuto cercando di comportarmi bene nel mio lavoro e dalle mie relazioni. Amici come te sono centomila volte più preziosi di tanti che proclamano fedeltà in cambio di qualcosa. Se la politica significa sottomettersi a logiche clientelari e di scambio preferisco rimanere un semplice cittadino, un misconosciuto. Ma almeno quando mi guardo allo specchio non mi vergogno. “.
Un pelo così!
19 Maggio 2010Ha il musetto della brava professoressa di lettere. Veste bon ton e in tonalità neutre. Il giro di perle è un po’ troppo avanti per la sua età, ma lei vuole dare di sé un’immagine rassicurante. Al contrario Hélèlene Imperial, consigliera regionale in quota UV, ha lo stomaco foderato di pelliccia. Proporre per “Le coin du dialoghe”, rubrica del Peuple valdotain, uno scritto a firma di Roberto Saviano richiede, infatti, una certa sfacciataggine. Con questo non voglio sostenere che uno scrittore debba appartenere a una parte o all’altra, ci mancherebbe! La cultura non ha confini, ma che un politico, appartenente a un partito che vede come espressione massima un condannato per abuso di potere commesso in un appalto regionale, citi come esempio da seguire uno scrittore come Saviano, beh che altro si può aggiungere…? Scrive Saviano: ” Solo quando la politica smetterà di somigliare al potere mafioso – meno crudele, certo, ma meno forte e solido – solo quando cesserà di essere identificata con favori e scambi, acquisti di voti, baratto morale, solo allora sarà possibile dare un’alternativa vera e vincente“. Vi pare che personaggi come Augusto Rollandin e Bruno Milanesio (condannato per interessi privati in atti d’ufficio in operazioni immobiliari a Pila), attuali registi della politica di chez-nous, possano sottoscrivere con onestà le parole di Saviano?
La prova del nove
28 giugno 2010Quelli dell’Alpe sono come le vedette, nel senso che gli piace stare a guardare. A distanza di qualche mese dalla nascita, del giornale che dovrebbe essere lo strumento del partito, non se ne sa ancora nulla. Tutto è fermo sul chi-sarà-il-direttore? Eppure la strada per uscire dall’impasse dovrebbero conoscerla. Non sono forse quelli che sventolano fieri la bandiera della meritocrazia? Quelli della trasparenza e dell’onestà? Quelli del nuovo modo di fare politica? Allora what’s the problem? Che bandiscano un bel concorso per titoli e su invito e voilà che tutto si risolve. Ma, forse, la semplicità della soluzione e, soprattutto, l’eventuale, inusuale coerenza che in politica scarseggia assai, non piace neppure a loro.
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