Posted tagged ‘Movimento 5 stelle della VdA’

Spregevole chi?

7 ottobre 2014

Il giornalista Piero Minuzzo si è scagliato con un editoriale al veleno contro il consigliere pentastellato Stefano Ferrero reo di aver esternato il suo dubbio sulla nomina a Presidente della Monterosa spa a uno che ha la terza media. Giudizio che il giornalista considera “ideologicamente spregevole e che richiama alla mente le nefaste epurazioni del passato“. (Cosa cazzo c’entrino le nefaste epurazioni del passato lo sa solo lui!). Mi associo al giudizio ideologicamente (ah ah ah) spregevole, perché trovo che il dubbio di Ferrero sia legittimo. Il paragone che Minuzzo fa con i diplomi dei due consiglieri grillini a cui aggiunge commenti inopportuni e sgradevoli che un giornalista non dovrebbe fare (Cosa significa che Ferrero ha scelto un lavoro senza rischi? Cosa significa che Cognetta faceva il commesso?) è decisamente fuori luogo. I due consiglieri sono in Consiglio perché sono stati eletti e in democrazia si può eleggere chiunque, non occorre una qualifica specifica. Gestire una spa, invece, come qualsiasi altra azienda pubblica e privata esige una competenza che pare il signor Peter Vincent, artigiano settantaduenne, non abbia. Forse non sarebbe meglio la trasparenza di un bel concorso pubblico per titoli che le solite, queste sì nefaste, nomine a discrezione del politico di turno? Forse era questo che il consigliere Ferrero voleva suggerire.

 

Prima visione…

13 novembre 2013
U pilu!

… u pilu!

Una Regione di pilu!

13 novembre 2013

Siamo la Regione con il più alto numero di dipendenti regionali, categoria protettissima, e i grillini non hanno di meglio da chiedere che un loro aumento di stipendio? Il problema sono le risorse che vengono inghiottite in maggior parte nella spesa pubblica, fra cui appunto gli stipendi e vogliamo ridurre quello che resta per aumentarli? E gli investimenti? Ciccia? Cosa cercano i grillini? Facile consenso? Ritrovare la simpatia perduta dopo l’esternazione infelice sugli harem negli uffici? Davvero non capisco cosa vogliano ottenere con questa uscita populista che legittima il clientelismo passato, spero non si tratti di una riedizione regionale del… un milione di posti di lavoro! Più spiritoso lo slogan di Cetto La Qualunque.

N’hésitez pas? N’hésitez plus?

11 novembre 2013

Al Congresso dell’Union valdotaine si è parlato soprattutto in francese. Donzel del PD- Sinistra VdA e anche Ferrero del M5s si sono espressi unicamente nella lingua d’oltralpe. Più del primo stupisce il secondo. Perché? Perché da un grillino-ribelle-rivoluzionario-anticasta ci si sarebbe aspettato un comportamento, appunto, ribelle-rivoluzionario-anticasta. Mi piace pensare che il consigliere pentastellato abbia voluto dare agli unionisti un messaggio di questo tipo – non siete i soli depositari del francese e io lo parlo meglio di voi –  ma perché allora dopo aver esternato le sue virtù linguistiche non ha anche parlato in italiano? (La stessa domanda la rivolgo a Raimondo Donzel.). Il messaggio sarebbe stato più trasparente, aggettivo tanto gettonato dai grillini, invece l’esclusione della lingua di Dante da parte degli unici esponenti di partiti nazionali, lascia spazio al dubbio. Perlomeno giustifica l’integralismo etnico-linguistico di fasce consistenti nei partiti regionalisti. Al Congresso dell’Uv Stefano Ferrero dice che essere valdostani è una questione di cuore e Domenico Chatillard, sindaco di Valtournenche, afferma che l’Union bisogna averla nel cuore e non nel portafoglio. Il cuore sta al centro così come l’autonomia. Fuori e intorno ci sono i nemici: lo Stato e l’Europa. Il nemico, come ha detto il presidente unionista uscente, Ego Perron, non è tra noi ma fuori dalla Valle, parole che secondo Stefano Ferrero sono state “oneste, responsabili e coraggiose.(aostasera.it) Nessun pregiudizio nei confronti della Balena rossonera. Un’apertura che lascia interdetti: fino a ieri Stefano non si mescolava tra gli altri politici per non esserne contagiato. Nessuna stretta di mano. Oggi parole di augurio e attestati di stima nei confronti del nuovo presidente Ennio Pastoret, assessore per lunghi anni e senza dubbio, come ha  ricordato Osvaldo Chabod, uomo di casta.  Dunque, se Ferrero vuole cancellare la malfidenza che intercorre tra il suo e l’altro movimento, viene da pensare che la scelta di non parlare in italiano più che provocatoria sia stata una scelta politica. E se così fosse dobbiamo aspettarci un restyling in stile rustico del M5s? E quindi legittimato dall’embrassons-nous?

La cimice e il grillo

5 novembre 2013

Dopo la serata dedicata al TG3 regionale e blindata dai cinquestelle, si dice che la caporedattice, Anna Nigra, voglia copiare l’idea insonorizzando il suo ufficio. Le piace il cinema muto. Che la Valle d’Aosta fosse terra feconda di improbabili Bond… James Bond, ancora non lo sapevo. Che agenti segreti o grillini segretissimi si aggirino nei palazzi del potere, seminando i tappeti e le tappezzerie di cimici, neppure. Insomma, dopo il vibrante comunicato della Spectre che si ergeva a bastione dell’autonomia contro le pressioni di una certa politica, la redattrice capo del TG3 ha deciso di corazzare la sua stanza. Mai più soffiate! Mai più spie. Mai dire mai.

Siamo ansiosi, qualora vengano autorizzati i lavori, di conoscere i costi di insonorizzazione del nuovo bunker.

Cosa ne pensa la gente?

19 ottobre 2013

Il consigliere Cognetta lancia una provocazione che, a dirla tutta, sa di ricattuccio tipo prima repubblica, ma che io volentieri accetto. In seguito a una lettera in risposta al mio post “Temperature” e che non sto a pubblicare per intero, aggiunge il testo di una e-mail che gli ho inviato qualche tempo fa di cui, secondo lui, io dovrei vergognarmi. Io invece non me ne vergogno affatto e rilancio la palla a voi. Ecco la seconda parte del testo:
“P.S. Detto ciò passiamo al privato, (se ci riesci). Nella rettifica potresti aggiungere che il meetup ha deciso di non affidarti un incarico relativo alla comunicazione del gruppo consiliare (nonostante io fossi d’accordo) e che mi hai scritto: “Poi devo anche dirti che la Rini è l’unico politico che io conosco che ha messo in pratica il concetto di meritocrazia. Mi ha invitata per una mostra, nonostante io sia stata piuttosto feroce nei suoi riguardi (guardati Patuasia dall’inizio e te ne renderai conto) perché riconosce la mia capacità professionale e artistica, chi altri? Nessuno, tantomeno gli amici che come gli altri, compresi voi, salvaguardano i loro interessi di bottega. E lei sa benissimo che io non l’ho esentata dal mio severo giudizio politico per questo.”Così vediamo cosa ne pensa la gente.

Ecco, Cognetta mi pone una specie di domanda alla quale io non so rispondere per cui la giro a voi. Dunque, cosa ne pensate del fatto che la presidente del Consiglio, Emily Rini, alla quale ho dedicato vignette e articoli piuttosto pungenti, abbia sorvolato sulla mia appartenenza politica e abbia invece considerato le mie qualità professionali, invitandomi a partecipare a una mostra? E cosa ne pensate della sottoscritta che prova ammirazione verso questo palpabile esempio di meritocrazia che, in quanto tale, se ne fa un baffo della tessera? Rispondete numerosi, così possiamo soddisfare la curiosità pruriginosa del nostro consigliere.

N.B.: Io sono per la trasparenza e le questioni che tratto con i politici per me non sono MAI private! Privata è la mia vita in famiglia, privati sono i miei viaggi e le mie emozioni, non certo le riflessioni che riguardano l’informazione, i partiti e il codice etico collettivo. Preciso inoltre che sono una giornalista e una blogger e quindi non considero amici i politici in quanto tali. E il privato di una qualsiasi personalità pubblica non incontra i miei interessi.

Temperature

18 ottobre 2013

Ieri è stato un giorno a temperature alterne per Patuasia: l’incontro con l’Ordine dei Giornalisti, piuttosto gelido (giusto e corretto che così fosse) e la telefonata con il consigliere regionale pentastellato, Roberto Cognetta, al contrario torrida. Se il clima antartico ancora non ha fatto germogliare l’esito dell’incontro con i colleghi, quello equatoriale ha finalmente fatto sbocciare il perché i grillini disdegnano la conversazione sul blog: livello culturale basso. E ciò che scrivo su di loro, sempre restando a ciò che mi ha detto Cognetta, è considerato merda. Le critiche, le osservazione, i ragionamenti che non rientrano nella loro scaletta morale e politica sono dunque merda. Eppure il web e la libertà di espressione che ne deriva sono il loro cavallo di battaglia. La piazza nella quale far nascere le idee e le idee, si sa, fioriscono soprattutto dalla dialetta che include gli scontri. Unici depositari della verità assoluta considerano imbecilli tutti coloro che non capiscono la loro superiore diversità. Eppure di imbecilli nei loro meetup ce ne sono a pacchi, ma quelli servono. Il loro livello culturale basso quindi non solo è benvoluto persino coccolato. Aiuta per la produzione di adrenalina. Il capo assoluto, Grillo, insegna: chi è critico viene sbattuto fuori. E chi lo è già per conto suo viene etichettato come un nemico, se poi è stato un simpatizzante si trasforma in traditore. Tutti aggettivi che si adattano bene a chi ha in mente una struttura più militare che politica. Ci dicono che lavorano per noi, ma se il prezzo che dobbiamo pagare per il loro impegno è l’ubbidienza e il silenzio io non ci sto. Ho sempre scritto  (evidentemente i miei amici a cinque stelle sono così allergici ai giudizi che non leggono tutto) che nel Consiglio regionale era necessaria una presenza grillina, che la loro condivisibile ossessione verso la trasparenza e la giustizia avrebbe dato una spinta all’inerzia degli altri partiti e continuo a crederlo. Sono anche convinta, nonostante il pessimo giudizio che loro nutrono nei miei confronti, che i due consiglieri, Ferrero e Cognetta, stiano lavorando bene e molto. Riconosco il sacrificio della loro visibilità politica per mantenere compatta e quindi più incisiva la minoranza: una generosità politica non comune, ma sono altresì convinta che il doveroso controllo dei cittadini, tutti e non solo degli iscritti, non debba escluderli. Accettare il confronto è un segno di raggiunta maturità politica, voltare le spalle con la supponenza di essere al di sopra esprime solo debolezza.

Marameo al doroteo!

15 ottobre 2013

Mi piacerebbe sapere dagli amici grillini se per cittadini intendono i loro iscritti o tutti quanti. Una domanda che posto qui, in luogo pubblico perché è una domanda politica e non personale e che so già non avrà una risposta (neppure a livello personale ricevo risposte), il perché chiedetelo a loro. Ho letto le due interviste rilasciate da Ferrero su aostaoggi.it e su aostanews24.it e le risposte date dal consigliere pentastellato negano l’evidente flop della serata (mi auguro che l’iter che seguirà e cioè l’invio del materiale scottante alla Commissione di vigilanza RAi, dia i suoi frutti). I grillini, se considerano cittadini non solo gli iscritti, ma tutti noi, dovrebbero imparare a prendersi più cura della comunicazione, nel caso non fossero capaci o non ne avessero le possibilità, che lascino perdere i dibattiti di questo tipo perché rischiano di rivelarsi un boomerang e non se lo meritano. Non vogliono sentirsi dire bravi? Generalmente questo aggettivo si usa quando si raggiunge un obiettivo. Vogliono denunciare e informare? Ecco, bisogna essere bravi per farlo, altrimenti non si denuncia e non si informa. Per essere all’altezza di quello che vogliono essere: angeli sterminatori 🙂 dovrebbero anche avere il coraggio della sincerità, infatti le giustificazioni che Ferrero fornisce circa l’assenza del presidente della Commissione di vigilanza RAI, Roberto Fico, non stanno in piedi. Lo stesso Fico, sul suo profilo facebook, chiarisce, senza possibilità di reinterpretazione alcuna, il perché della sua mancata partecipazione e che si riconduce al divieto voluto dagli organizzatori di registrare la serata. Quel “Roberto Fico vive un momento delicato a livello nazionale ricoprendo la carica di presidente della Consiglio di Vigilanza Rai e in seguito ad un difetto di comunicazione ha travisato l’obiettivo della serata e conseguentemente non volendo prestare il fianco a strumentalizzazioni” è un politichese degno di un perfetto e attempato politico democristiano (mi odierà per questo?).

N.B: Gli amici grillini non mi capiscono. Non riescono a inquadrarmi. Molti di loro mi detestano, (come buona parte degli altri politici d’altronde. 🙂 ) . Altri mi tolgono l’amicizia. Tifo spesso per loro, ma li punzecchio quando è il caso di farlo. Così come con tutti. E  questo li sconcerta. Non sono in politica, non sono costretta a doveri, alleanze e strategie, pertanto mi concedo la splendida libertà, conquistata a caro prezzo, di dire la mia, sempre. This is Patuasia!

Chi ha ucciso Chi ha ucciso…?

12 ottobre 2013

La serata sull’assassinio del TG3 è stata fiacca. Nel senso che nessuna novità è stata aggiunta sul colpevole. Chi sa è tornato a casa deluso e chi non sa da casa non è mai mosso. Perché non ha funzionato? Perché non si può organizzare un dibattito su un tema così delicato e importante se non si ha sufficiente materiale da offrire in pasto a un pubblico particolarmente ghiotto e numeroso. Perché non si invita il capo redattore della Stampa se a giudizio c’è quello della RAI. Infatti buona parte dei presenti ha dirottato le critiche sulla testata regionale del quotidiano trasformando il dibattito in: Chi ha ucciso la Stampa? La chicca della serata doveva essere una e-mail, inviata da sconosciuti, che avrebbe dovuto provare il sospetto rapporto clientelare fra la politica e la redazione RAI, ma le parole della stessa sono state cancellate per tutelare il M5s da eventuali querele: altro macroscopico errore. Non si può solleticare la curiosità dei presenti e lasciarli a bocca asciutta, questo genera non solo delusione, infastidisce a tal punto che si vorrebbe mandare a quel paese gli organizzatori. Maccome! Mi inviti con  la promessa di un dibattito a fil di spada e poi l’unica vera attrazione me la tieni nascosta? Nessun dato fornito, a parte qualche spunto preso da quelli nazionali che però non rientravano nel tema specifico, un volantino e un filmato che in definitiva non provava molto. Apprezzo lo sforzo dei grillini di voler smuovere questa monolitica realtà, ma per attaccare un dinosauro come la RAI3 ci vuole ben altro. La fretta che intuisco, l’approssimazione nella presentazione dei fatti, l’entusiasmo facile per un probabile scoop che, forse, ci sarà in futuro non bastano. Il divieto a riprendere la serata per tutelare gli ospiti e gli organizzatori appartiene, poi, a una sindrome di accerchiamento che sicuramente ci sarà, ma che, in questo caso, è risultata eccessiva. Tanto da indurre il presidente della Commissione di Vigilanza RAI, Roberto Fico, a disdegnare l’invito per assenza di trasparenza. “Non posso immaginare che un incontro pubblico organizzato dallo stesso Movimento, come quello previsto oggi ad Aosta, voluto per parlare di libertà di informazione, sia fatto a porte chiuse, con l’assurdo divieto di ingresso per macchine fotografiche e telecamere, comprese quelle del servizio pubblico radiotelevisivo.“. (Stefano Ferrero ha interpretato in altro modo l’assenza del parlamentare, ma le parole di quest’ultimo sono inequivocabili). Avrebbero dovuto aspettare. Cosa? L’esito della Commissione di Vigilanza RAI riguardo ai documenti da loro inviati. E organizzare solo allora la conferenza, avendo cura di invitare il capo redattore del TG3 e di presentare una documentazione più ricca e accurata. E’ certo che lo faranno, ma la serata di ieri sera è stata per noi del tutto inutile.

Controlli tu che controllo anch’io.

12 ottobre 2013

Strane analogie. Ego Perron capogruppo UV dice che quelli del suo gruppo non possono diventare dei franchi tiratori perché “ci controlliamo a vicenda”. Beppe Grillo, capo quasi indiscusso del M5s, sostiene che il suo movimento “non è nato per creare dei dottor Stranamore in Parlamento senza controllo”. Insomma fra l’UV e il M5s c’è in comune un verbo: controllare. In entrambi i casi, pur non essendoci il vincolo di mandato, la libertà del singolo non è prevista. Alla faccia della Costituzione che i grillini difendono, e delle regole del Consiglio regionale, per entrambi l’ubbidienza si deve solo al Partito!