Posted tagged ‘Meritocrazia’

L’altra faccia della medaglia

15 Maggio 2014

Come si fa a credere nel valore del merito se non si crede nella sua applicazione? Due esempi: A Roberto Louvin viene conferito il ruolo di presidente della Paritetica, invece di valutare il suo spessore intellettuale e professionale Chantal Certan, già segretario e ora consigliere regionale di Alpe, lascia intendere che sia perché ha lasciato il partito, dunque un debito pagato. Secondo esempio: sono stata invitata a realizzare una mostra sui disturbi alimentari, invece di valutare il mio curriculum e le mie capacità creative i due grillo-talpa, Cognetta e Ferrero, vanno immediatamente a chiede all’Ufficio di Presidenza l’elenco dei miei eventuali (e inesistenti) incarichi. Secondo loro, ma non solo loro, altro debito pagato. Come posso dunque credere a chi strimpella a destra e a manca che bisogna cambiare il sistema quando nel suo cervello albergano le stesse vecchie dinamiche? Lo stesso modo di valutare le persone che esclude qualsiasi merito? Di considerare solo in base dell’appartenenza politica? Per cambiare bisogna essere diversi. Pensare e soprattutto agire altrimenti. Sia la Certan sia i due grillo-talpa sono l’altra faccia della stessa medaglia, quella che al momento sta sotto.

Meritocrazia!

29 agosto 2013
Ognuno ha le sue competenze!

Ognuno ha le sue competenze!

Su la testa!

24 Maggio 2013

Accetto volentieri l’invito del signor Raimondo Donzel a pubblicare questa lettera. In Valle d’Aosta si comincia a tirar fuori la testa dal buco, ad avere più coraggio: era ora.  Chi non ha più paura di nessuno comanda veramente.

“Buongiorno, volevo segnalare un fatto gravissimo accaduto martedi 21: concorso usl per assumere 21 oss a tempo indeterminato, prima prova di francese che consisteva in due prove (comprehension e redaction) eravamo in circa 200. Una volta svolta la prima prova, la commissione si rende conto di aver sbagliato a redigere il numero di possibili risposte (16 invece che 20 ) e annulla la prova che avevamo appena svolto (sono state strappate). A questo punto abbiamo svolto come da programma la redaction e inseguito abbiamo svolto nuovamente la comprehension con un testo nuovo. Siamo rimasti tutti sconcertati, abbiamo avvertito i sindacati, i quali faranno un esposto. Io sono tra le fortunate 70 che andranno all’orale, ma sono pronta a fare anch’io ricorso perché odio le ingiustizie e questo concorso doveva essere sospeso… punto. Molti di noi hanno trovato la prova bis difficile, e poi dopo 3h non eravamo più lucidi e freschi… Non ho problemi ad espormi… i fatti che ho elencato sono veri e siamo in tanti a voler denunciare l’accaduto. Io sono passata e quindi potrei stare zitta, ma mi aspettano altre 3 prove e ho il diritto come cittadina di partecipare ad un concorso che premi la meritocrazia. Ho il diritto di sapere il perchè una commissione pagata con i nostri soldi non si sia accorta prima dell’errore. E la seconda prova da dove l’hanno tirata fuori? Troppe cose non mi tornano!
Grazie, so che ci sono tanti altri problemi, ma penso che tutti i cittadini vogliano essere assistiti da personale sanitario preparato… assunto per merito, e non perchè è amico di…”.

Domenica con Luca Galvani (Guess)

19 giugno 2011

Un'opera di Luca Galvani (Guess)

Con questa rubrica Patuasia vuole dare spazio ai giovani talenti. Convinta fan della meritocrazia e nemica acerrima della mediocrità spacciata per genialità, tramite lo spazio del blog cerca, per quello che può fare, di offrire un po’ di visibilità a tutti quei ragazzi che si sforzano di essere qualcos’altro di un calciatore e di una velina. Patuasia è certa che si tratti di un buon numero e che vada valorizzato, aiutato anche per offrire un’immagine diversa della gioventù rispetto a quella a cui i media ci hanno abituato.

Il primo ragazzo ospite è LUCA GALVANI. Diplomato nel 2004 all’Istituzione classica e artistica di Aosta, consegue la laurea in Arti visive nel 2010, con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel frattempo frequenta per sei anni il corso di fumetto e illustrazione tenuto dalle sorelle Centomo e per un anno il corso di Digital Animation della Scuola di Cinema Televisione e Nuovi Media delle scuole Civiche di Milano.  Luca ha già collezionato diversi premi fra cui il SEA nella rassegna “Fumetti di Frontiera” di La Salle; ha vinto il Concorso fotografico “Viaggio in Yemen” indetto dall’Ordine degli architetti. Come illustratore ha creato le immagini per il libro di favole “Il cappello del generale e altre storie” di Tersilla Gatto e per il racconto breve “Agata” di Grazia Verasani.

Luca sa disegnare, dote non trascurabile anche in tempi di photoshop, possiede un immaginario gotico-surreale smisurato, senso del ritmo compositivo e una buona dose di audacia espressiva, tutti ingredienti che potrebbero aiutarlo nella difficile, ma affascinante carriera dell’illustratore- fumettista. A lui tutti i nostri auguri.

Digressione 7

10 febbraio 2011

La donna ancora prigioniera di questa dualità!

Discussione interessante, ma allo stesso tempo inquietante su Facebook. La introduce Aurelio Mancuso, pubblicando un pensiero di Elisabetta Lunardi. Secondo quest’ultima è molto più libera una donna che “gestisce” il suo corpo ai fini carrieristici che una costretta a casa ad accudire vecchi o bambini. Aurelio trova questa riflessione “Stupenda”. A mio parere, invece, trattasi di una stupenda banalità. Non sono le due facce della stessa medaglia? Possibile che intorno alla donna non ruotino altri punti di vista che non siano per forza quelli o di madre o di puttana? Secondo Mancuso la libertà è anche l’autodeterminazione del proprio corpo e va bene, meno bene quando questa autodeterminazione viene usata per fini che considero amorali. Quali? Quelli per far carriera, ad esempio. Vorrei che il primario donna del mio ospedale e di tutti gli ospedali del mondo, svolgesse il suo ruolo perché è competente e non perché ha belle cosce che mette consapevolmente a disposizione. Vorrei che l’assessore che decide del mio territorio fosse stata eletta perché ha convinto la sua parte di elettorato senza prendere in prestito le sue prorompenti tette. Che la donna usi liberamente il suo corpo per piacere o per scelta professionale, se di scelta si tratta, ma che non ne faccia merce di scambio con la meritocrazia. No, caro Aurelio io non mi mischio con queste donne che hanno occupato importanti ruoli solo perché possiedono un bel sedere e non cosidero libera una ragazzina che si lascia usare per una ricarica del cellulare. Non è questa la libertà sessuale per la quale mi sono prodigata in gioventù, perché di libertà non si tratta. Ancora una volta la donna per essere ha bisogno dell’uomo sia che la spupazzi o che la sposi. Questa fasulla considerazione di libertà fa il verso al berlusconismo imperante, prova che ha radici ovunque e qui l’inquietudine sorge e corruga la fronte.

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La prova del nove

28 giugno 2010

Quelli dell’Alpe sono come le vedette, nel senso che gli piace stare a guardare. A distanza di qualche mese dalla nascita, del giornale che dovrebbe essere lo strumento del partito, non se ne sa ancora nulla. Tutto è fermo sul chi-sarà-il-direttore? Eppure la strada per uscire dall’impasse dovrebbero conoscerla. Non sono forse quelli che sventolano fieri la bandiera della meritocrazia? Quelli della trasparenza e dell’onestà? Quelli del nuovo modo di fare politica? Allora what’s the problem? Che bandiscano un bel concorso per titoli e su invito e voilà che tutto si risolve. Ma, forse, la semplicità della soluzione e, soprattutto, l’eventuale, inusuale coerenza che in politica scarseggia assai, non piace neppure a loro.

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Cosa voglio fare 4

16 Maggio 2010

Realizzare un ostello della Gioventù e ripristinare la meritocrazia!

Abbiamo una Cittadella dei Giovani, ma non abbiamo un Ostello per la Gioventù! Io penso che sia necessario, anche perché a molti dei nostri ragazzi farebbe un sacco bene il confronto con i giovani di altri Stati. La subcultura di chez-nous, quella della chiusura verso l’esterno che-tanto-bastiamo-noi è una subcultura autolesionista (come tutte le subculture). Nessuno basta a se stesso: il dialogo è necessario per affrontare con saggezza gli inevitabili cambiamenti del tessuto sociale! Inoltre doterei la città di uno spazio espositivo degno, aperto alla creatività cittadina, che non significa (come si fa ora) dare spazio a tutte le schifezze possibili. Questo falso concetto di partecipazione ha di fatto ucciso quello sano di meritocrazia. Poter acquistare merito aiuta tutta la collettività a crescere, il resto è clientelismo che genera comportamenti mafiosi e stronca ogni libera espressione.
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Retorica pura!

4 dicembre 2009

Miiinchia... al diriccente chiù bravo una bella 'nduja di Bosses ci regalai!

L’Union valdotaine scopre la meritocrazia! Dopo aver riempito ogni posto pubblico di parenti, amici, amici degli amici o semplici elettori, adesso rivela l’importanza non più della lingua (quella organica), ma della testa. Lo dice Augusto Rollandin in un articolo sull’ultimo numero del Peuple. Si sa che il Presidente si è sempre circondato di persone capaci, intelligenti, vivaci e soprattutto autonome. Libere di esprimere il proprio parere, anche se negativo, ma pur sempre utile per il confronto e il bene di tutti. Si sa che ha saputo valorizzare le intelligenze locali in quanto risorse da sfruttare per lo sviluppo e il benessere della Valle d’Aosta! L’Union valdotaine ha anche scoperto la semplificazione! Dopo aver riempito gli uffici pubblici, ma non solo, vedi alla voce Casinò, di personale non strettamente necessario, tantomeno qualificato, adesso chiede professionalità! Si appella ai dirigenti (una carrettata!) chiedendo loro, sempre dalla voce del Presidente, di essere capaci di donner des notes positives ou négatives al personale, per imprimere un changement radical concernant l’administration publique. Come se non sapessimo come funziona! Un paio di volte mi sono lamentata della scarsa professionalità dimostrata da alcuni impiegati regionali, bene, in entrambi i casi sono stata redarguita, non dal dirigente, ma dall’assessore in persona! Quegli impiegati erano e probabilmente sono, elettori Union io no! In un ambito geografico così ristretto come il nostro, la Democrazia è pura retorica, campagna elettorale. Tutti controllano tutti. L’elettorato controlla i politici che ne sono schiavi e viceversa. Com’ è allora possibile parlare di semplificazione e soprattutto di meritocrazia? Come si può pensare che le assunzioni non siano più un debito da estinguere post elezioni? Come può Rollandin scrivere che la Regione non deve governare il Comune, quando solo una settimana fa il Consiglio regionale ha invitato i candidati sindaci uscenti a non ripresentarsi come vice-sindaci? Non è forse questa una delle tante interferenze (vedi il comune di Aosta!) che con il federalismo fa a cazzotti? ” S’il n’y a pas l’exemple au niveau national, il est difficile de demander aux autres (les régions) de faire quelque chose qu’on n’est pas capable d’accomplir.” Con queste parole Rollandin si appella al buon esempio e alle responsabilità che deve dare lo Stato alle regioni, noi, gruppetto sparuto di dinosauri in via di estinzione, chiediamo a lui che razza di buon esempio ha dato a tutta la Comunità valdostana? E che cosa si aspetta ora da essa?

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