Posted tagged ‘Mario Monti’

Solo cazzi nostri!

25 gennaio 2013

Coi Mastella di montagna la Val d’Aosta ci guadagna? Sentite questa definizione del mastellismo da parte di Aldo Cazzullo: “Destra o sinistra non importa, purchè lui stia in mezzo ad incassare. La politica come fonte di sostentamento per intere zone e popolazioni, come scambio perpetuo, come distribuzione di risorse e produzione di voti”. Si attaglia perfettamente all’Union valdotaine la cui massima strategica negli ultimi 40 anni è stata “ni Droite ni Gauche”. Ora il clerico-localista Marguerettaz, fino a ieri pronto a strizzare l’occhio all’UDC, ha aggiunto un nuovo niet allo slogan dei localisti, parassiti dello Stato nazionale (pronti a diventarlo domani dell’Europa…): “ni Droite, ni Gauche, ni Centre”.
Perchè questa aggiunta? La presenza di Monti nello schieramento centrista turba Marguerettaz, il quale capisce che il prof. nutre intenti  pericolosamente e seriamente riformisti (mica come Casini, tutto chiacchiere e distintivo…). Dunque il bocconiano, sopratutto nel caso di riforma costituzionale ed elettorale, mette in forse i privilegi valdostani. In particolare lo scandaloso collegio uninominale per i soli 126.000 abitanti della Paperopoli  Salassorum. Dulcis in fundo, Marguerettaz & Laniece riprendono la polemica contro “i partiti nazionali”, una chiamata a raccolta delle forze localiste. In sostanza, la funzione di PDL e Pd sarebbe quella della catena del cesso: i valdostani la tirano ogni tanto, solo quando serve al momento del bisogno, poi la lasciano. Motivo per cui, a Destra giustamente Frassy si incazza. Il PDL è stato trattato come un pezza da piedi. Lo slogan contro i partiti “stato-nazionali” nacque negli anni ’70 grazie al fascio-etnista prof Guy Heraud (padre dell’ideologia di Borghezio), il cui sciagurato Centre d’Etudes federalistes sverna in Vda con denari pubblici. Il suo pensiero, tipico dell’ ideologia “etnista” della corrente Viérin, ora è diventato quello di tutta l’Union. Colpa nostra, che per 40 anni abbiamo definito “federalisti” dei localisti furbastri, semplici Mastella di montagna. (roberto mancini)

Tolto il giochino

11 ottobre 2012

Il potere feudale della Valle d’Aosta grida che c’è in atto un attacco all’autonomia e quindi al nostro essere speciali, ma in cosa consiste questo attacco? Dunque, se ho capito lo Stato vuole prendere per sè la competenza riguardo all’energia: noi valdostani paghiamo l’energia più cara che altrove e grazie allo sfruttamento intensivo dei nostri torrenti di cui i benefici fanno grassi gli imprenditori privati e non i Comuni, svendiamo il nostro paesaggio. Un patrimonio inestimabile! Lo Stato vuole mettere mano sul Turismo., allora? Come è stata gestita la voce che dovrebbe essere quella più importante della nostra economia? Basta dire Marguerettaz che si capisce che il “nemico” ce lo abbiamo in casa. Lo Stato vuole controllare, tramite la Corte dei Conti, le spese delle Regioni e i bilanci: è così sbagliato visto che è lo Stato che ci finanzia? Lo Stato vuole ridurre i consiglieri e i loro emolumenti, tagliare i contributi ai gruppi consiliari e vietare il cumulo degli stipendi, pena il taglio dei contributi. Allora, secondo voi non sono accettabili queste riforme? Senza l’intervento centrale ci sarebbe stata la riduzione dei consiglieri e degli assessori? NO! Rollandin non l’avrebbe mai voluto, ma sarà costretto ad accettare le imposizioni per evitare di essere penalizzato. Questo Governo Monti, così cattivo e per carità criticabilissimo, ha tolto il giochino dell’autonomia in mano a un gruppo di faccendieri. Strillano, strillano i vari Perron, Lavoyer, Rollandin, Lattanzi…, mais les jeux sont faits.

Unione Sovietica!

27 febbraio 2012

Del come non si fa informazione e si alimenta la propaganda. Sull’ultimo numero del Peuple, in copertina campeggia la fotografia del ministro alla Sanità, Renato Balduzzi, con il presidente della Giunta, Augusto Rollandin. L’articolo verte sulla visita del ministro e sul nuovo progetto dell’ospedale: nessun commento è stato pubblicato. Per forza! Balduzzi dice chiaro e tondo che non è più il tempo delle cattedrali nel deserto e che i soldi a disposizione della Valle d’Aosta coprono una minima parte del costo complessivo. L’organo del regime, invece, con l’annotazione che Rollandin ha anche incontrato il primo ministro, Mario Monti, rafforza il concetto che l’Imperatore è avvezzo agli incontri con i vertici del potere, abitudine che basta e avanza per garantire la serietà propria e dei progetti che presenta. La demagogia, l’informazione manipolata, la propaganda volgare fanno del Peuple un giornale vecchio, roba da Unione Sovietica ai tempi di Breznev. Già, ma noi viviamo in Unione Sovietica!

NO!

15 febbraio 2012

Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha detto no alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2013. Quel no ha un significato politico importante e più vasto. Significa allontanarsi dall’idea berlusconiana che solo le grandi opere possono portare sviluppo. Idea che in Valle è condivisa dal nostro Rollandin. Quante grandi opere in Italia sono state realizzate senza scopo non fosse quello di compiacere a questo o a quell’ impresario? Abbandonate, mai utilizzate, distrutte dall’incuria… e in Valle d’Aosta? Gli esempi non mancano, l’ultimo quella scelleratezza dell’aeroporto commerciale. Cambiare visuale, incominciare a investire altrove, sul territorio, sulla manutenzione dell’esistente, sui servizi diffusi, sulla maggiore attenzione alle risorse e sul contenimento massimo dello spreco, tutto questo sembra voler dire quel no. Rollandin non ama Monti, aveva molte più affinità con Berlusconi, continuerà a proseguire per la sua strada in opere inutili e dispendiose, speriamo che Roma lo fermi.