Posted tagged ‘Luciano Caveri’

Caveri in fasce!

7 febbraio 2015
A quando il pannolone?

A quando il pannolone?

Di Lucianone Caveri, in qualità di presidente della Giunta, ricordiamo la megalomania. Sua l’idea dell’aeroporto e sua la mega struttura disegnata da Gae Aulenti, già brutta alla nascita e poi ulteriormente storpiata di un piano dai geometri des nos-atre. Sempre sua l’idea della Porta della Valle d’Aosta a Pont-Sant-Martin, per annunciare al mondo il suo regno. E poi, da non mancare all’appello, la strepitosa pensata della cabinovia che avrebbe dovuto collegare il nuovo parcheggio nell’area Cogne con il centro storico: il famoso Cablò! Ma la pensata più comica che la dice lunga sul personaggio, è la fascia da Presidente. Maccome, il Sindaco ce l’ha e lui no?! E così ha voluto un bel bavaglino anche per lui. Rosso e nero con il leone che gli rampa sul petto. Si dice che da vecchi si torna bambini: Caveri ha iniziato con la fascia poi verrà il tempo del pannolone…

La prosopopea della lingua

24 gennaio 2015

Dal giornalista Roberto Mancini.
Mi viene in mente una battuta intelligente attribuita a Josip Vissarionovic Stalin: “ Il maggior rischio che corriamo è quello di credere alla nostra propaganda. Quella deve ingannare gli altri . Ma noi, no”.
Ecco la tragedia valdostana: una nomenklatura da condominio che si crede veramente classe dirigente di uno Stato ( “le pays d’état !”), perde il ben dell’intelletto e la misura dei problemi, si ubriaca della propria cinquantennale propaganda con cui ha ingannato l’Italietta e sbraca rovinosamente. Come si dice in Lombardia, dei Ganassa.
Prendete la magniloquenza trombonica delle parole adottate dalla politica valdostana negli ultimi mesi. Un esempio? Costituente valdostana. Uno si attende tuoni e fulmini, ipotesi di secessione (perchè darsi una Costituzione, sennò?), complessi studi di diritto costituzionale, astuti percorsi per giungere all’indipendenza, appassionate discussioni di araldica per dotarsi di un vessillo degno di noi, un drapeau, una speranza. Mucca azzurra in campo giallo?
Accattone con picozza e vista del Bianco sullo sfondo?
Niente di tutto questo. E’ solo un paravento per mascherare un accordo tribale di tipo afghano con cui due clan , quello di Viérin e quello di Rollandin, siglano un armistizio per spartirsi la pizza del Comune di Aosta e ridare biada da distribuire al giovane Viérin, che la rivoluzione la vuole fare in Suv, con tutti i confort della maggioranza…
Come? Coinvolgendo come al solito il partito nazionale al potere in questo momento, ossia il PD. (altro…)

Réunir Réussir

14 gennaio 2015

In sintesi…

Presidio!

11 gennaio 2015
Caveri ci verrà al presidio per Charlie Hebdo?

Caveri, il querelatore di vignette satiriche, ci verrà al presidio per Charlie Hebdo?

Oggi, domenica 11 gennaio alle ore 18,  in piazza Chanoux  il presidio di solidarietà verso la redazione di Charlie Hebdo e la libertà di stampa e di espressione. A organizzarla su Facebook, Ismail Fayad e Francesca Schiavon.

Pane e satira

10 gennaio 2015
La satira lo fa ingrassare!

A qualcuno si allungava il naso a qualcun altro…

In un suo recente scritto, Luciano Caveri, ribadisce “il ruolo e la nobiltà della Satira politica, che pure può spingersi anche molto in là, ma è il prezzo della Libertà, che non esiste dove albergano logiche totalitarie di vario genere”. Per sua fortuna è cresciuto scoprendo cosa fosse la satira, prima sfogliando la raccolta dell’Asino poi Linus. La sua formazione politica si è costruita anche attraverso scrittori al curaro come Stefano Benni e Michele Serra, passando da Wolinski, Altan, Vauro. Per non parlare de Il Male, di cui ricorda le gesta clamorose e clamorose vignette. E come potrebbe mai dimenticare Giorgio Forattini, suo appuntamento immancabile. La sua testolina si formò anche con la satira politica televisiva di cui fecero spese personaggi come Dario Fo. E poi ancora Grillo e Begnini, insomma Caveri è cresciuto a pane e satira. Secondo lui “la satira politica è e resta una ginnastica mentale, che può dare fastidio, ma di cui in democrazia non si può fare a meno.” Una ginnastica che però Caveri non fa. Ricordo una querela che fece a me e al direttore del Travail per una vignetta satirica su di lui, querela archiviata con delle motivazione che avrebbero dovuto farlo arrossire. Invece il nostro bellimbusto (si fa per dire) non solo non arrossisce, ma si fa ritrarre con la scritta “Je suis Charlie” durante la Costituente valdostana. Una bestemmia che, se non fosse per la sua ridicola statura politica, farebbe rivoltare lo stomaco di tutti i vignettisti da lui citati.

Copia e incolla male

2 dicembre 2014

C’è una corsa al consenso scopiazzando i vip della politica nazionale ed europea.. Rollandin si fa portavoce dei diritti della valdostanità scimmiottando Salvini; La Rini posta foto seducenti del suo bel viso scimmiottando la Moretti e il Like style, Pastoret parla di indipendenza rincorso da Caveri dell’UVP che scimmiotta gli scozzesi e i catalani. Qualche style autonomo?

Proprietà dei valdostani?

26 luglio 2014

Il Pont d’Ael restituito ai valdostani! Ma che cazzata è? Come se a Roma dopo il restauro del Colosseo dicessero: il Colosseo restituito ai romani. In Egitto le Piramidi restituite agli egiziani. A Parigi la Tour Eiffel restituita ai parigini ecc ecc. No! Miei cari politici, i monumenti che sono in territorio valdostano appartengono all’Umanità intera! So che questa ampia visione cozza contro la mediocrità dei vostri principi nonché limiti intellettuali e che l’autoreferenzialità gioca elettoralmente in vostro favore, ma non potete oltre ritenervi i signori incontrastati del feudo Valle d’Aosta. La Valle d’Aosta appartiene al mondo così come il mondo appartiene alla Valle d’Aosta. Avete fatto di tutto per erigere un muro simbolico, Caveri lo voleva addirittura fisico, che ci isolasse per facilitare i vostri traffici, il vostro controllo capillare… una subcultura mafiosa doc che si è innestata con quella di importazione calabrese. L’autonomia l’avete interpretata come possesso, il vostro possesso delle risorse e delle persone e ci siete riusciti. Avete creato un esercito di mercenari al soldo della comunità, ma che voi avete usato come se fosse vostro. E la comunità è stata serva e quindi complice. Ma i monumenti, quelli appartengono a tutti anche se li violentate con la spregiudicatezza dell’ignoranza e dell’ingordigia. Per la loro salvezza che vi siano tolti dalle mani e ritornino sotto l’egida di una comunità più vasta come dovrebbero.

I postumi della sbornia

11 giugno 2014

La politica valdostana non è mai stata così lontana dalla gente. Nelle dichiarazioni in Consiglio i vari capogruppo della minoranza hanno espresso la loro nei confronti del Rollandin-bis. Ovvio. Quello che fa specie è che tutti hanno usato a sproposito e d’abitudine, parole come comunità valdostana, cittadini, valdostani… , ma che ne sanno loro di noi? Avvitati nei loro interessi di partito e personali, i consiglieri regionali si sono allontanati anni luce dalla vita di chi rappresentano, così lontani da diventare indistinti. Una massa unica. La maggior parte della gente non ha capito un tubo di quello che è successo! Se ne sono resi conto? La Renaissance non esprime niente. Un marchio. Una parola. Magari letta o sentita di sfuggita, ma sicuramente non compresa. Gli attori di questa pièce sono trincerati sul loro-palcoscenico, in platea il pubblico langue e sbadiglia. Fuori la vita trascorre ignara tra gli alti e, più frequentemente, i bassi di sempre. In quella vita lì loro non ci sono. L’amaro in bocca non è dato come vuole la Morelli dalla crisi politica, ma dall’aumento del costo della vita. Un prezzo che non produce fierezza ed entusiamo naif! (altro…)

Il morbo di Giuda

6 Maggio 2014

Ripropongo all’attenzione degli utenti un commento postato su fb di Roberto Mancini.

Non mi piacciono i peracottari, nè di maggioranza nè di opposizione. Ho l’impressione, magari errata, che finora la migliore conoscenza della legge elettorale (votata dalla giunta Caveri, con Viérin assessore!) l’abbia dimostrata Rollandin. Sbaglio?
Ho un’altra impressione: che si puntasse molto su di una trattativa sottobanco, untuosamente democristiana, con alcuni unionisti. Il problema è che la legge elettorale non consente salti della quaglia, se non firmando con nome e cognome. Logico dunque che nessun responsabile Scilipoti voglia firmare un atto pubblico ed esplicito che consentirebbe all’Union, partito in cui è stato eletto, di accusarlo del morbo di Giuda.
“E qui mi firmo, Giuda Iscariota”? Un po’ troppo, no? Insomma un conto è un’imboscata da corridoio con pugnalata alle spalle, stile Dc, un conto è firmare una mozione di sfiducia costruttiva. Rimane un’altra ipotesi: le dimissioni di 18 consigiieri. Forse i 15 +2 potrebbero darle, ma La Tour? Se dimissiona non troverà più un partito che lo metta in lista nei prossimi 150 anni. Pensi che alla sua età voglia fare l’esperienza, nuova e sconosciuta, di mettersi a lavorare? Lui che di politica è vissuto per quasi 40 anni? Magari firmerà le sue dimissioni, consentendo di raggiungere i 18 pro elezioni, solo se l’Uvp gli garantirà un posto in lista… Così alla sua collezione di partiti (Psi, Forza Italia, Fédération, Sa, Union) si aggiungerebbe un’altra preziosa figurina : l’Uvp, o forse il Pd.
Mah… (roberto mancini)

Sabbie mobili

5 Maggio 2014

Lotta procedurale, dice Viérin, o inettitudine? La risposta è: inettitudine. Aggiungerei anche la cattiva fede e la presa per i fondelli verso i cittadini. L’attuale legge, quella sulla sfiducia costruttiva, è stata approvata con maggioranza dei due terzi del Consiglio su iniziativa dei consiglieri Cesal, Lavoyer, Marco Viérin, Ferraris, Frassy, Ottoz, Sandri e Vicquery il 7 agosto 2007. La Giunta era composta da: Cerise, Fosson, Isabellon, La Torre, Marguerettaz, Pastoret, Viérin, con Caveri presidente. Come possono i rinascenti non conoscere oggi quello che hanno proposto e firmato ieri? La realtà è che non sanno più che pesci pigliare e per questa inadeguatezza noi dovremmo prenderli a pesci in faccia, (poveri pesci), perché nella loro inettidudine, fretta di accappararsi una poltrona, miopia politica, dilettantismo, ingordigia, e assenza di realtà, questi signori hanno bruciato l’alternativa. Si sono lasciati ammaliare dalle sirene viériniane e si sono fidati di uno come La Torre ed eccoci qui ad annaspare nelle sabbie mobili con un unico sasso al centro e non era quello che volevamo. L’obiettivo: mandare a casa Rollandin, è insufficiente se non c’è una visione alternativa più globale. Sostituire l’uomo e conservare il sistema clientelare e mafioso che senso avrebbe? E non mi vengano a parlare di trasparenza e di un nuovo modo di fare politica! La questione è più complessa, non basta sostituire le persone occorre un disegno più ampio e percorribile. Altrimenti sono velleità vuote che non fanno che rafforzare l’esistente. Grazie, ne avevamo bisogno!