Voglio analizzare con voi il documento che Fulvio Centoz, segretario del Pd, ha letto durante il primo Congresso dell’UVP e che ha scatenato le ira dei tre consiglieri del partito con tanto di loro autosospensione. A parte il doveroso pistolotto iniziale in francese che si può riassumere nella frase: sans reves pas de changement possible, e l’inevitabile riferimento a Chanoux, il nostro comincia a insinuare la necessità di affiancare al sogno la realtà. Volgere lo sguardo al cielo è indispensabile, ma per chi fa politica (e non solo) tenere i piedi ben ancorati a terra è più mai necessario. – “Sogno e realtà, ideali e pragmatismo, lotta e dialogo. La sfida di oggi è per me più che mai questa.” – In sala i primi colpi di tosse. Veri borbottii di insofferenza quando Centoz è entrato nel merito della questione: “Da un lato, il dibattito è comprensibilmente focalizzato solamente sul Consiglio Regionale, PERO’, già oggi occorre prevedere che rientri nell’alveo della discussione interna ed esterna alle nostre diverse formazioni politiche.”. Insomma Centoz ha voluto ribadire la centralità del ruolo del partito nel dibattito politico. Ha forse torto? E apre, citando Napolitano, a quelle che vengono chiamate con negatività le larghe intese (ma cosa c’è di più maturo e di civile di una larga intesa? Meglio il conflitto perenne? La lotta dura e pura? Per conquistare cosa, il sole dell’avvenire?). ” Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società”. Qualcuno osa dire che queste sono parole insensate?
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Il dovere della proposta
13 aprile 2014Meglio le larghe intese
4 aprile 2014Tutti hanno sempre voluto e vogliono fare il bene dei valdostani. Ma in questo momento cosa è meglio fare per il presunto benessere della nostra comunità? La maggioranza è sfiduciata e la minoranza non ha i numeri per andare a prendere il suo posto. Se mai ce la facesse, grazie allo Scilipoti de nos-atre, il risultato non sarebbe diverso. Cambierebbe solo il campo. Di trasfughi ce ne vorrebbero almeno quattro, meglio cinque, per dare una qualche migliore possibilità di governare. Ci sono? Ci saranno? Non credo. Allora? Qualcuno invoca le elezioni subito, ed è colui che ha la sicurezza di portare a casa la riconferma, ma gli altri? Quanti sono quelli che a casa ci resterebbero? Troppi. E poi con questa legge elettorale non si riproporrebbe la stessa situazione? E il vuoto di potere che si verrebbe a creare darebbe una mano ai valdostani in difficoltà? No. Chi in questo momento si dimostra il più responsabile è paradossalmente Augusto Rollandin. La vita amministrativa va avanti. (E meno male.). Laurent Viérin lo accusa invece di irresponsabilità, ma non propone una sfiducia costruttiva, una Giunta alternativa a questa. Non può, non ne ha i numeri. La tattica usata è stata quella del “prima si fa la crisi e poi si procede con le consultazioni”, ma non si gioca sulla pelle dei cittadini! Una crisi si apre se si hanno delle prospettive concrete davanti. Le consultazioni si fanno quando si ha un progetto e i numeri per portarlo avanti, non si sperimenta a casaccio. Io credo che per il bene dei valdostani, a cui tutti i politici tengono tantissimo, o, data la situazione, il meno peggio, sia mettere in piedi un governo di larghe intese transitorio che riformi la legge elettorale, tenga sott’occhio l’articolo V e sappia rispondere alle urgenti domande della società e poi che si vada a elezioni. Non sarà così breve, ma eviterebbe lo stallo politico con tutte le sue conseguenze. I grillini e l’UVP all’opposizione. Sia Alpe che il PD avrebbero tutto da guadagnare, potrebbero condizionare positivamente il nuovo governo con le loro proposte che, data l’importanza del loro ruolo di equilibrio, avrebbero buone chance con la benedizione dei valdostani. Acquisterebbero quella visibilità che l’UVP dei Viérin ha loro tolto, insomma darebbero un senso costruttivo a questa crisi. Rollandin non sarebbe più un uomo solo al comando perché sarebbe costretto ad ascoltarli. Certo l’elettorato dovrebbe essere così maturo da capire che l’alternativa è solo il buio. O luce per uno solo: Viérin. Io se fossi in Floris e in Centoz affronterei la sfida.
Il mucchio selvaggio
1 aprile 2014In questo pasticcio che si vuole passare per “rivoluzione”, i paradossi non mancano. Primo fra tutti quello delle larghe intese. Centoz è stato impallinato dai consiglieri del suo partito e dagli alleati perché aveva proposto un candidato Pd per le europee, un nome così eccellente da essere condiviso da tutte le forze politiche. Scandalo! Tradimento! Orrore! Oggi si propone una nuova Giunta aperta a chiunque: le intese saranno tanto larghe da far scomparire l’opposizione. Altro paradosso del “cambiamento”: Leonardo La Torre. Un politico attempato come lui, uno che ha saltato ogni forma di ostacolo pur di rimanere attaccato alla poltrona, uno che non molla l’osso, è colui che tiene per le palle l’attuale situazione politica. La sua scelta deciderà le sorti di noi tutti, almeno per un po’. Intese ampie e trasversali sono benedette anche da quattro pilastri della politica valdostana: l’ex senatore ed ex presidente della giunta Cesare Dujany; Carlo Perrin, ex senatore ed ex presidente della Regione; l’ex deputato Roberto Nicco; lo storico ed ex presidente dell’Uv Joseph-César Perrin. Allora tutti dentro? E fuori chi resterà? I due grillini che comunque hanno detto che sosterranno l’esecutivo, ma, a quel punto, non avranno più alcun peso. Una parte dei rossoneri fedeli ad Augusto? Insomma in tutto questo casino l’unica cosa certa è che l’unico partito che si rafforzerà sarà ancora una volta l’Union valdotaine. Già oggi la somma delle due anime-clan porta alla maggioranza assoluta. Allontanato Rollandin, considerato come il male assoluto da tutti gli avversari e capro espiatorio di una politica clientelare che invece ha origini più vaste e diffuse, la strada politica porterà, dopo un breve periodo di transizione che precederà le elezioni, al ricompattamento dell’Union sotto l’egida dei due Viérin. Tutti dentro? E fuori chi ci rimarra? I due grillini che magari scompariranno? Quel poco che resterà del PD? (Questo ragionamento, non tiene conto di un elemento importante e più difficile da prospettare: cosa farà Rollandin?).
Tutti insieme appassionatamente?
30 marzo 2014Cosa scrive Cognetta sul suo profilo fb: “Dopo il consiglio di ieri sera ci siamo concessi un pò di svago. Per il lavoro svolto. la condivisione dell’obiettivo, la costanza e l’efficacia nel perseguirlo ringrazio tutti i colleghi di opposizione, qualcuno della maggioranza, ma più di tutti i cittadini che ci hanno seguito, appoggiato, rischiato e vinto. Ecco loro sopratutto hanno vinto, hanno vinto i valdostani che ne hanno basta. Noi per voi lotteremo sempre perché da oggi comincia il lavoro più difficile. Il sistema da smantellare è enorme e ovviamente non lascerà le armi tanto facilmente ma ricordate che: “loro non molleranno mai, NOI NEPPURE!”
Quindi larghe intese?
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