Secondo il novello unionista, Leonardo La Torre, l’autonomia è in “primo luogo una categoria dello spirito. Il suo fine ultimo è quello di aumentare gli spazi di libertà per i valdostani.“. Cioè noi siamo autonomi perché c’abbiamo l’anima autonoma. MA… “non possiamo tuttavia prescindere dalla disponibilità delle risorse economiche e finanziarie necessarie per perseguire tal fine.” Cioè l’anima senza un corpo ben nutrito non conta un cazzo. Davvero un pensiero mistico quello riportato sulle pagine del Peuple a firma del consigliere multicolor. Secondo l’ex Fédération la nostra immacolata anima sarebbe aggredita dallo Stato cattivo. Cioè Roma comincia ad averne due balle di contribuire al nostro mantenimento. Dunque, sollecita La Torre, occorre contrastare con forza e possibilmente compatti il diabolico disegno che macchierebbe la nostra innocenza. Come? Le modalità operative da condurre contro il Nemico numero uno e suggerite dal rivoluzionario-sognatore sono ridicole e non trattengono le risate. Ve ne riporto qualcuna: “Intraprendere una mobilitazione inaudita e clamorosa della nostra comunità che, per forza, estensione, parole d’ordine e dignitosa compostezza, possa bucare l’informazione nazionale e internazionale!” Uhaaaa uhaaa uhaaaaa! Noi quattro gatti vissuti nell’opulenza senza sviluppo dovremmo attirare l’attenzione internazionale? Leggete ancora: ” Contribuire a creare una corrente di simpatia nazionale, ma soprattutto internazionale, nei confronti di una piccola regione che si vede schiacciata e violentata nella sua identità dal ritorno di fiamma di un cieco e burocratico centralismo.” Valle d’Aosta come il Tibet e Roma come Pechino! Uhaaaa uhaaa uhaaa e chi sarebbe il nostro Dalai Lama? Joseph Rivolin? Leonardo sul giornalaccio di partito si è lasciato andare all’entusiamo. Immagina una nuova Révolution des Socques. Tutti in piazza appassionatamente per portare davanti alle telecamere di mezzo mondo la nostra appartenenza, la nostra tanto amata identità. Tutti abbracciati intorno alla bandiera rossonera a intonare le lugubri note di Montagnes valdotaines per difendere i nostri soldi romani, pardon, la nostra anima. (Qualcuno sa dirmi che tipo di eccitante prende quotidianamente La Torre?).
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I soldi fanno l’anima
7 dicembre 2013Ci piace cosa?
9 novembre 2012Non è solo lo storico dell’Union. Non è solo il direttore del Peuple. Non è solo l’unico giornalista che vi scrive sopra è anche un esperto in trattamento dei rifiuti! Sto parlando di Joseph Rivolin! Ecco perché quelli dell’astensione non sono credibili, perché a fronte di numerosi scienziati, medici, fisici, chimici… di fama che danno il loro contributo in fatto di conoscenza sugli effetti nocivi che produrrebbe il pirogassificatore, loro per difenderlo presentano Sudano, Casali, Bennani, Navarra, Cester, Lavoyer, Perron… e adesso pure Rivolin! Basterebbe questo per votare SI. La prima cosa che salta agli occhi è che il direttore del Peuple in questo editoriale usa l’italiano, lingua che non trova mai spazio sulle pagine della Pravda locale. Che significa? Che Rivolin sa che per farsi capire non ci sono storia, tradizione, identità francofone che tengano. La seconda è la divisione netta che fa delle due soluzioni in gara: modello di sviluppo l’uno e di sottosviluppo l’altro. La Giunta e il Consiglio, con il loro bagaglio di politici unionisti e parassiti ,fa parte del primo, i cittadini di Valle virtuosa in quell’altro. Gli scenari che descrive nel caso vincesse il SI sono affascinanti come la sceneggiatura di un film di fantascienza: “disseminazione sul territorio di puzzolenti discariche dalle emissioni incontrollate di gas che inquineranno aria, suolo e acqua“, clonate da quella che abbiamo e che hanno messo in piedi loro. la Valle sepolta sotto tonnellate di carcasse animali (l’immagine di questa ipotetica fine piace molto ai responsabili…), ma la vera chicca e che risulta anche una novità è che la soluzione proposta da Valle virtuosa piace alla Camorra! E qui non ci siamo proprio… sappiamo tutti che la Valle d’Aosta preferisce la ‘ndrangheta!
Com com complotto!
1 settembre 2012Il Peuple la mette sul politico. Secondo le maitre a lécher il referendum viene strumentalizzato dalle diverse associazioni confluite nel comitato del Sì per fini elettorali, sostiene che in realtà si tratterebbe di una campagna elettorale contro l’Union valdotaine, insomma Rivolin segue una misera strategia comunicativa da ancien régime. Nessuno nel Comitato del Sì ha messo in piedi questa storiella, perché nessuno è così idiota da pensare che la vittoria del referendum possa portare a elezioni regionali anticipate. E perché mai? Dunque il complotto contro l’Union è l’l’Union stessa che lo ha messo in piedi tramite il suo brillante comunicatore. Questo perché il fronte del no è assolutamente incapace di fronteggiare gli argomenti specifici del problema. La Pravda locale indirizza i suoi lettori alla consultazione di un blog di tale M. Enzo Morandi che si autodefinisce, tra una riproduzione di mobili da camera da letto in stile “Quattrocento” e “Cinquecento” e la rimessa in sesto di caldaie, nientepopodimenoche l’inventore del pirogassificatore. Fra i tanti scienziati illustri che il mondo mette a disposizione il Peuple, per difendere il pirogassificatore, consiglia di seguire le indicazioni-invettive di un maestro d’Arte diplomato presso la scuola provinciale d’ Arte di Poggibonsi. Più divertente la teoria del complotto.
Maitre à lécher
28 agosto 2012Lo avevo già scritto diverso tempo tempo fa. Nella letterina alla Stampa del maître à lécher, Joseph Rivolin, trovo solo conferma alla mia teoria: sul pirogassificatore non hanno ragioni valide da presentare in alternativa a quelle del Comitato del Sì così dirottano l’argomento sul politico. O meglio delegittimano tutti coloro che si spendono per evitare l’ennesimo errore. Una tecnica di comunicazione di scuola berlusconiana che arriva un po’ tardi come qualsiasi altra cosa in Valle. Secondo il direttore del foglio di regime le numerose associazioni e comitati riuniti nel progetto comune in difesa della salute, sarebbero mossi da interessi di bottega, ma non dice quali. Quali sarebbero dunque questi interessi che per il loro conseguimento costringono i numerosi volontari a investire il loro tempo per offrire ai valdostani le informazioni che tutti nell’amministrazione si sono ben guardati di fornire? Che interesse ha avuto la signora Jeanne Cheillon incinta al nono mese di gravidanza a montare e smontare banchetti, volantinare, organizzare conferenze ecc…? Le hanno forse promesso un posto in Regione per il nascituro? Le maître à lécher sostiene, come già sosteneva la Zublena, che all’interno del Comitato del sì ci sono degli esponenti politici dell’opposizione, dunque? Non dovrebbe essere possibile? Che i politici debbano solo stare seduti sulle loro poltrone? Che non possano mescolarsi con la società civile e fronteggiare insieme le problematiche della collettività? Una visione della politica degna di un regime, quella di Rivolin, ma che altro può affermare uno come lui?
Sorpresa?
30 gennaio 2012Elio Riccarand, dalle pagine interne del giornale dell’Alpe, si dice amareggiato per il voto contrario al Governo Monti del deputato Roberto Nicco. Lo ritiene giustamente “un voto sbagliato, privo di valide motivazioni, non coerente con il principio dell’interesse generale che deve guidare le scelte di un deputato progressista“. Condivido, ma la scelta di Nicco a me non ha sorpreso. Considero il deputato un uomo di cultura nazionalista, nel senso ristretto del termine e del territorio. Valle d’Aosta nazione unica e indipendente! (Con i soldi di Roma ovviamente). In questo il suo non è diverso dal pensiero dell’altro storico unionista, Joseph Rivolin e dai politici rossoneri. Riccarand dovrebbe saperlo.
I genitori della criminalità organizzata!
13 luglio 2011Rivoli
22 ottobre 2010Il pensiero a volte si assottiglia così tanto da diventare rigagnolo di intelligenza. Rivolo. A Joseph Rivolin, lo storico del Mouvement, “spiace costatare che, al momento del voto di fiducia al governo nazionale, con un voto contrario alla Camera dei Deputati si sia persa l’occasione di dimostrare questa compattezza (quella di nos-atres ndr): un voto che testimonia come certi ambienti politici siano ancora prigionieri di rigidità ideologiche obsolete, che fanno gli interessi di bottega di un’opposizione inconcludente, anziché quelli della Valle d’Aosta e dei Valdostani. (Aostasera). Scrive, il dotto, rivolgendosi al deputato Nicco, di interessi di bottega e lo dice dopo aver esternato per millecinquecento battute circa, che l’Union non è mai stata di destra e di sinistra, ma sempre e solo se stessa. Per difendere cosa signor Rivolin, se non interessi di bottega? O, se preferisce, di centro commerciale visti i capitali che ivi circolano.
Valdostana-anch’io
21 aprile 2009
Joseph, impara dai pesci!
Lo “storico” di montagna sintetizza: “la politica italiana è cambiata! Se non ci si rende conto di questo la Valle d’Aosta perderà il treno con la Storia!“. (Niente panico Joseph, presto avrai l’aereo!). Le perplessità, i dubbi posti da alcuni iscritti nell’ultimo Conseil Fédéral riguardo all’imparentamento con il PdL, secondo Joseph, sono polemiche che danneggiano gli interessi dell‘UV, della Valle d’Aosta e dei valdostani. ‘sti cazzi! Come valdostana-anch’io posso dire che non mi sento affatto minacciata dalle legittime domande poste da quegli unionisti, contrari a presentarsi sottobraccio alla destra nella sfida delle europee, anzi mi sento rinfrancata. Il dibattito e anche le polemiche, testimoniano che un briciolo di libertà di parola sussiste ancora. Rivolin oggi si scandalizza perché nessuno lo fece ieri quando i Verdi entrarono a palazzo con tanto di assessorato all’Ambiente e si pone la domanda: “Perché?”. La stessa domanda gliela giriamo noi: “Perché allora, con Elio Riccarand fra i banchi della maggioranza, nessuno mise in dubbio la perdita di identità del Mouvement e oggi invece sì?”. Attendiamo fiduciosi una risposta.
Franza o Spagna purché se magna!
8 aprile 2009
Joseph in fuga dalla Storia
Una cosa è certa! La Storia è un fatto puramente decorativo e la si inventa a seconda dei bisogni. Così Joseph Rivolin, sulle pagine del Peuple scrive che Emilio Chanoux non fu ucciso dai fascisti, ma dallo Stato italiano, che a quel tempo si chiamava Repubblica Sociale Italiana (dov’è la differenza se lo Stato era governato dai fascisti?). Lo storico negazionista aggiunge che Chanoux fu tradito dai partigiani perché e qui prende a prestito le parole di Ernest Page, il CLN piemontese non era interessato a combattere i tedeschi e neppure i fascisti, ma lottava per soffocare il germe dell’ideale valdostano! E ‘sti cazzi! Cosa non si inventa il Joseph pur di giustificare, agli occhi degli iscritti, il desiderio dei dirigenti unionisti, di cui fa parte, di allearsi con il PdL! Partigiani che lottano e si fanno uccidere perché spaventati dall’idea di una Valle d’Aosta autonoma e per questo dipendente dalle casse dello Stato, ih ih ih… . Sempre secondo il revisionista-unionista tutti i partiti nati dalla Resistenza italiana (si vede che quella valdostana è un’altra cosa), avevano, chi in un modo chi nell’altro, una parte di responsabilità nella morte di Chanoux. Il fatto poi che il partito nato dalla resistenza valdostana (si vede che quella italiana è un’altra cosa), l’UV, fu costretto ad averci a che fare è solo per evitare seri problemi (quali? la mancanza del vitalizio?). Dunque, secondo l’analisi “storica” del nostro “storico”, i partiti della Seconda Repubblica, essendo diversi da quelli della Prima e quindi estranei all’omicidio, non inibiscono l’Union dall’abbraccio con La Russa, Gasparri, Mussolini, Storace … i loro amici Calderoli, Borghezio… .
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