L’avvocato dei politici piddini coinvolti nell’inchiesta sull’uso dei contributi dati a i gruppi consiliari, Oliviero Guichardaz, dice: “Crediamo di aver dimostrato l’assoluta buona fede dei nostri assistiti. Gli impieghi dei gruppi sono sempre stati in gran parte inerenti e comunque improntati ad un utilizzo che fosse finalizzato a un impiego politico, senza che ci sia stata nessuna forma di appropriazione personale”. (La Stampa). Per essere preciso l’avvocato avrebbe dovuto aggiungere, dopo personale, la parola: diretta. Che razza di impiego politico può avere una “Calabria in festa”, se non quello di dirigere il consenso verso qualcuno? E i regali di nozze quale obiettivo di interesse collettivo potranno mai avere? E i soggiorni? E le cene? E la carne di capra? E i versamenti pensionistici?Alla consigliera Carmela Fontana viene contestato un peculato di 40.800 euro, a Donzel 11.900 euro, a Rigo 10.700 e fanno 63.500! Poi c’è il finanziamento illecito e l’indebita percezione di contributi pubblici contestati a Millet, Rollandin e ancora ai tre consiglieri di cui sopra. Insomma il PD ci fa una figura di merda!
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Donzel, prrrrrrrrrr!
9 marzo 2015Onore ad André Lanièce
10 dicembre 2014L’unico a scusarsi con i valdostani per le allegre spese fatte con i contributi pubblici dati ai Gruppi consiliari è André Lanièce di Stella alpina. Scuse timide (in caso di rinvio a giudizio metterà a disposizione della maggioranza e dell’intero Consiglio il suo incarico di componente dell’Ufficio di Presidenza, un gesto non così forte come le dimissioni), ma pur sempre scuse. Le prime che riceviamo dai politici!
A ciel sereno!
22 novembre 2014La legge regionale non prevedeva l’obbligo di certificare le spese, dunque la prassi per alcuni gruppi consiliari era quella di non conservare le fatture. Altra prassi comune era quella dei regali natalizi nonostante la legge (creata dallo stesso Consiglio) fosse sempre stata chiara: i contributi finanziari sono dati se inerenti alle funzioni politico-istituzionali dei Gruppi consiliari per diffondere sul territorio la conoscenza sull’attività dei Gruppi stessi. Difficile che una scatola di cioccolatini rientri in questa voce. Naturalmente da parte di tutti i consiglieri coinvolti nell’indagine non c’è traccia di imbarazzo, figuriamoci se mai arriveranno alle scuse. Sono eternamente sereni e confidano nell’operato della Giustizia che, come afferma il PD, “saprà riconoscere la piena e assoluta innocenza di tutti i membri del partito per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio.” (La Stampa). Anche Alpe ha cercato di agire per il meglio, e l’UV non può che aver utilizzato con correttezza i soldi di tutti. E i pranzi e le cene e gli aperitivi del PdL e di Stella alpina non possono che essere stati digeriti per la salute di noi tutti. Può essere che i nostri politici siano stati in buona fede, se così fosse, la gravità del loro comportamento sarebbe ancora più pesante. La spensieratezza in politica mal si combina con la responsabilità. Cosa diceva Norberto Bobbio? E’ disonesto colui che rivolge la sua azione a vantaggio non del corso sociale, ma a vantaggio proprio o del proprio gruppo. Dunque i soldi pubblici dati per il partito (finanziamento illecito) non è tanto un vantaggio per l’intera collettività, ma riguarda solo il partito di appartenenza, una specie di propaganda indiretta. Così le cene, le lotterie, le sagre, i regali e le feste varie. Ecco cosa sfugge ai politici e non solo a quelli di casa nostra: il senso dell’onestà come la intendeva il grande filosofo torinese. Usare i mezzi della politica, in questo caso i contributi, per il bene collettivo che esula non solo dal proprio interesse personale, ma anche di partito.
Altra domandona!
23 luglio 2014Ma Salzone, quello che ha patteggiato un anno di reclusione perché aveva versato sul proprio conto corrente i soldi dati ai gruppi consiliari e li aveva incassati per spenderli in chissà che cosa che non si è scoperto, è lo stesso Salzone che postava le sue foto insieme ai poveri bambinelli dell’Africa? Vuoi vedere che le opere di bene le abbiamo pagate noi?
Impossible!
19 Maggio 2014Ma vi rendete conto che quel giornaletto di due fogli e otto pagine in bianco e nero, tranne durante le elezioni che è a colori e in italiano, con il titolo “Le Peuple valdotain” è costato, sommando i soldi dati dal gruppo consigliare unionista e quelli versati dallo Stato, durante i quattro anni della trascorsa legislatura, un milione 859mila 100 euro e 98 centesimi, versati nelle casse della società “Nouvelle editrice”! Ma come può essere possibile?
Profondo rosso
29 gennaio 2014Il Peuple valdotain diventa bimensile. Questione di età, scrive il Direttore, non può più reggere il ritmo di presenziare nelle case quattro volte al mese. E poi la strategia di comunicazione ha cambiato registro e bla bla… le nuove tecnologie che obbligano il giornale di partito al prepensionamento… e bla bla. La realtà forse è un po’ diversa. La società editrice che stampa il settimanale riceve dallo Stato 260.000 euro annui in quanto l’Union ha un suo rappresentante in Parlamento; la legge regionale dell’editoria copre il 50% delle spese su un importo massimo di 35.000 euro annui. Si aggiungono i 144.000 euro provenienti dai gruppi consigliari. Nonostante tutti questi soldi in cassa, la Nouvelle Editrice risulta in costante perdita. Non è l’età del Peuple quindi la causa del ridimensionamento, ma i conti in rosso! Rosso acceso nel prossimo futuro quando la riforma dell’editoria gambizzerà i contributi per i giornali di partito. E niente più contributi dai gruppi consigliari in quanto risulterebbero un finanziamento illecito ai partiti. A proposito qualcuno sa niente dell’inchiesta?
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