Posted tagged ‘Giornalismo in Valle d’Aosta’

Dio perdona…

6 marzo 2015
Per fortuna che lui c'è!

Per fortuna che lui c’è!

Dell’Expo VdA sappiamo tutto sul logo (banaluccio), ma non sappiamo niente sul progetto complessivo. Volevano risparmiare sul grafico e hanno coinvolto i bambini di una scuola elementare, ma non essendoci più il bambino per eccellenza, Franco Balan, concentrare la scoppiettante fantasia infantile in un segno si è rivelata impresa difficile. Ancora una volta la suggestione è stata presa dalla romanità: la x risulta dall’incrocio del cardo con il decumano. Dico ancora una volta, perché, se ben ricordo, anche per la promozione di Aosta Capitale della Cultura (tonfo clamoroso) il grafico aveva fatto ricorso a questo soggetto. E anche in quell’occasione, la conferenza stampa si era incentrata soprattutto sulle ragioni estetiche del logo… poi aria fritta a palate. Cosa si farà in concreto non lo sapremo fino al momento dell’inaugurazione. Mancano 56 giorni all’evento e l’autonoma Valle d’Aosta arranca a fatica. Sul sito nella pagina dedicata non compare nulla, solo una frase in inglese: work in progress! (altro…)

Il luogo del delitto

30 agosto 2014

Perché nasconderlo se è ammalato?

Questa è bella davvero. E per certi aspetti inquietante. Dunque, stamane mi reco ai giardini per scattare qualche nuova immagine all’albero appena abbattuto per volontà dell’amministrazione comunale. Intorno il nastro bianco e rosso, ma nessun cartello di divieto di ingresso che indichi il cantiere. Entro, mi presento come giornalista con la volontà di prendere qualche foto. Gli operai mi intimano di andarmene: il luogo è rischioso, ma loro non indossano caschi o altri strumenti necessari alla loro sicurezza. Dopo pochi secondi un 0maccione grande e grosso, anche lui sprovvisto di casco che si qualifica come responsabile del cantiere, mi ringhia contro che devo andarmene, mi mette addirittura le mani addosso, spingendomi verso l’esterno e  facendomi vacillare. Chiama la polizia. Va bene, chiami pure, io sto sto solo facendo il mio dovere di informazione verso i cittadini a cui viene tolto senza spiegazione un albero centenario e presumibilmente sano. (altro…)

Siamo giornalisti o cantonieri?

11 ottobre 2013

Poichè il Movimento 5 Stelle mi ha invitato come oratore ad una serata sull’informazione politica valdostana, cercherò di fare del mio meglio. Cosa cercherò di spiegare al cittadino (mi piace: profuma di 1789, anche se alla presa della Bastiglia mi sembra manchi ancora molto …) Roberto Fico, presidente della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai? Credo il contesto, la realtà valdostana, la sua principale anomalia, ossia il fatto che su 35 consiglieri regionali, ben 30 siano localisti.
I partiti nazionali qui sono una minoranza malvista, una specie di male necessario per fornire ai furbi indigeni preziose “maniglie” romane per dirottare risorse sulla Vda.
Poi che la sua presenza e quella dell’onorevole Ivan della Valle sarà considerata un’ invasione di territorio, perchè qui l’art 67 della Costituzione “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” è considerato un attentato alla “valdostanità”.
Poi che qui il presidente della Giunta regionale esercita le funzioni di prefetto, dunque in questa veste viene a conoscenza di informazioni delicatissime sulla vita privata dei cittadini. Si tratta di una situazione potenzialmente pericolosa, che richiede sollecitudine identica alla legge che impedisce ai pm di candidarsi nello stesso collegio elettorale dove hanno esercitato la loro professione. Però qui nessuno eccepisce…
Poi che per “federalismo” il presidente della Giunta Caveri (un giornalista..) nel lontano 2008 intendeva questo:
“un seggio di diritto nel Parlamento di Bruxelles; la sanzione del principio dell’intesa per la modifica dell’art 116 della Costituzione (ossia lo Statuto Speciale non potrebbe venir modificato senza assenso della regione autonoma…); le norme di attuazione per la creazione di una zona franca e per la piena potestà sull’energia idroelettrica; la delega per impedire che i documenti dell’archivio di Stato finiscano a Torino e a Roma; la nomina del Tar e della Corte dei Conti concordata con la Regione; l’esazione diretta delle tasse da parte della Regione; la norma di attuazione sugli uffici giudiziari (giudici di nomina regionale?); la richiesta che l’Italia aderisca al vertice permanente francofono girando alla Valle il seggio di membro di diritto, perchè “è importante che la causa valdostana (quale?) abbia un teatro internazionale cui rivolgersi”. Infine, poiché l’appetito vien mangiando, “piena potestà sul territorio valdostano del Parco del Gran Paradiso”.

Dulcis in fundo, gli  porrò il quesito: in una situazione di micro-nazionalismo etnico, in cui la plebe localista (30 consiglieri regionali su 35…)  esigono che i giornalisti “difendano il territorio” (ossia gli smaccati privilegi dello Statuto Speciale..), c’è ancora posto per un’informazione che sia diversa dalla comunicazione istituzionale?
E’ compito dei giornalisti “difendere il territorio”? Oppure si tratta di una mansione che spetta ai cantonieri dell’Anas?
Giornalisti o cantonieri? (roberto mancini)