Posted tagged ‘Giancarlo Borluzzi’

LeAli

6 aprile 2013

Riceviamo dal signor Giancarlo Borluzzi e volentieri pubblichiamo.

Alberto Zucchi ha affermato che la lista “LeAli”, presente alle regionali, deve evidenziare le sue accuse (“di ogni genere”,  gentile concessione del responsabile pidiellino!) all’attuale dirigenza del PdL “indicando i nomi” e “nelle sedi opportune”. Posto che la politica deve essere seria, sincera e aperta al cittadino, informo Zucchi, che si trova in Consiglio per un mio madornale quanto determinante appoggio nel 2008 (non sapevo che avrebbe sposato l’ ”ideologia” di Massimo Lattanzi), che la “sede opportuna” è la pubblica piazza, identificabile in un incontro aperto ai giornalisti ove vengono svuotati dai loro contenuti “di ogni genere” i sacchi di quanti se ne sono andati dal PdL perché il suo direttivo è stato cencellisticamente costruito, anche introducendovi persone estranee alla politica, in modo da creare un acritico supporto a Zucchi e Lattanzi che hanno svuotato di ogni contenuto liberale il contenitore berlusconiano.

Per importanti impegni fuori Valle il mio tempo è ridotto e politicamente impegnato nella costruzione (ormai in dirittura d’arrivo) di un’insieme di componenti regionali dell’Italia di frontiera che promuoveranno azioni parlamentari in contrapposizione, per quanto riguarda la Valle, ai due eletti nostrani il 24 febbraio, ai piedi dei quali sta questuando ciò che dovrebbe essere il PdL valdostano. Per questo, e quindi non per le comunque  fisiologiche e ridotte non convergenze ideologiche, io o miei familiari non siamo entrati nelle candidature di “LeALI”, che comunque appoggeremo nei limiti temporali indicati. Attendo l’incontro ove pubblicamente farò nomi  e indicherò fatti che giustificano la creazione di un vero contenitore del centrodestra valdostano, visto che quello in mano ai dirigenti attuali l’ha ridotto a una dependance dell’Union Valdôtaine che utilizza il PdL come un taxi: all’occorrenza e senza sussulti di dignità da parte dei dirigenti pidiellini. In tale incontro sarò un fiume in piena: partirò offrendo ai giornalisti il documento che in Valle si impone di sottoscrivere per far parte del direttivo regionale necessario a Zucchi e Lattanzi per i loro fini: un documento in cui, chi ha cervello e coraggio, si deve impegnare a mai criticare l’UV, in modo da essere inglobato nel PdL senza dare fastidio al suo interno e, trovandocisi, senza agire da fuori.

“LeALI” è una necessità imposta dai trogloditici quanto utilitaristici giochetti della dirigenza pidiellina nostrana; una politica trasparente impone di lavare i panni non nelle segrete stanze, ma in pubblico: invito dunque Zucchi e Lattanzi a non avere paura di avere il coraggio di  far sciorinare davanti ai giornalisti le ragioni di una contrapposizione “LeALI” – PdL (PdL?) nella quale i due personaggi preindicati hanno la colpa di non aver mai saputo coordinare valori e principi statutari del PdL con la situazione valdostana.

Futuro e Libertà in Valle

1 febbraio 2011

Riceviamo dal signor Giancarlo Borluzzi e volentieri pubblichiamo.

In relazione alle improvvide uscite del coordinatore regionale dell’UDC Piero Vicquéry, si precisa: Generazione Italia si è strutturata sul territorio negli ultimi mesi e, nel Congresso in Milano dall’11 al 13 febbraio, confluirà in Futuro e Libertà, componente di destra all’interno del Terzo Polo. Pur in tempi ristretti, Generazione Italia ha identificato la sua linea, a differenza di un UDC valdostano che esiste solo quando dichiara di porsi sotto le ali protettive di Stella Alpina o PdL, forze a loro volta subordinate all’UV. Ali protettive cui Futuro e Libertà mai farà ricorso, prescindendo dalle “mani avanti” evidenziate da Vicquéry.

Il Terzo Polo è un imperativo su tutto il territorio nazionale, ovviamente nel rispetto delle singole specificità di ogni componente. In tale ottica va stigmatizzata la bizzarra uscita di Vicquéry che auspica un fantomatico gruppo del PPE nel Consiglio regionale valdostano costituito da Stella Alpina, Pdl e Fédération cui aderirebbe l’UDC: una carnevalata in cui annullare il Terzo Polo.

Futuro e Libertà si inoltrerà comunque in un percorso liberale in Valle d’Aosta, segnalando a Roma le ragioni che eventualmente ostacoleranno il concretizzarsi del Terzo Polo anche in Valle.

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Democrazia a a

19 ottobre 2010

Riceviamo dal signor Giancarlo Borluzzi e volentieri pubblichiamo.

La democrazia è certo una questione di numeri, ma solo all’interno di regole non eludibili: i numeri in un contesto pasticciato o insensato non contano perché non si può porre un’etichetta di vino pregiato su una bottiglia piena di aranciata. Ogni partito ha i suoi valori di riferimento che valgono per il centro come per quella periferia dello stivale ove vanno interpretati alla luce delle problematiche locali. Purtroppo succede che l’utilizzo di un simbolo nazionale venga concesso a una periferia dai temi poco o per nulla noti a Roma e, proprio per il disinteresse centrale verso ciò che è piccolo e lontano, manchi una verifica sulle caratteristiche e i comportamenti di chi lo utilizza. L’organo periferico ove si concretizzano le decisioni di un partito è il suo direttivo e qui possono evidenziarsi storture concatenate tra loro: referenti locali che se ne infischiano dei valori del loro partito e confezionano un direttivo in cui l’ok alle loro decisioni è  artificiosamente assicurato immettendovi anche amici estranei alla politica, ma che la manina al momento del  voto la sanno alzare. Questa non è democrazia, perché non è bypassabile l’interpretazione genuina dei propri valori di riferimento, che non possono essere definiti “pattume” per facilitare accordi con chi è portatore di messaggi opposti: sarebbe un’aranciata rispetto all’etichettato vino nazionale che si dovrebbe interpretare; inoltre, non ci si può costruire un direttivo cicisbeo che promuova la propria aranciata.

I numeri, cioè i voti, possono dunque costituire un insignificante dettaglio all’interno di un trucco camuffato da democrazia. Proprio questo è quanto succede nel direttivo del PdL  valdostano, ove persone certamente preparate costituiscono una minoranza che non può fornire legittimazione democratica a una linea che non opera per porre una bandierina azzurra sulla Valle d’Aosta, come i tre coordinatori nazionali del PdL affermerebbero secondo i referenti valdostani, ma per consolidare l’insopportabile cappa rossonera che sovrasta la Valle.

Mare nero

16 ottobre 2010

Tira maretta in casa PdL e non state a pensare a faccende che abbiano a che fare con la politica. No! La politica è morta un po’ ovunque, ma nel Popolo della Libertà lo stato di decomposizione  è più avanzato che altrove. E la puzza si sente, così tanto che arriva fino a qui: a Patuasia!  Dunque, quello che si può evincere dalla lettura dei giornali è questa ipotesi: la coppia Lattanzi e Zucchi vuole far fuori Bongiorno! Con evidente beneplacito di Rollandin, altrimenti la cosa salterebbe. Seguendo le nostre fantasie, vediamo così Lattanzi in pole position come futuro coordinatore PdL. Vediamo anche Zucchi diventare futuro assessore, di che non riusciamo ancora a immaginarlo, ma ci proveremo (magari creiamo un sondaggio, dai). Se così fosse, Bongiorno dove andrebbe a parare? E’ indubbio che per togliersi di mezzo rivendicherebbe una specie di buonuscita, dopotutto non si fa così in “politica”? Il miraggio che ci compare davanti prende la forma di un buon posto, magari nel gran carrozzone INVA. E’ altrettanto indubbio che l’operazione, nel caso volgesse a compimento, disturberebbe non poco la minoranza: che succederà? Rottura del partito a seguito delle rottura di palle di molti della minoranza? Ne trarrà vantaggio la nuova formazione politica della destra “Generazione Italia” che ha come leader nazionale Gianfranco Fini e nel locale il vecchio e il giovane Borluzzi?

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Il disegno delle mutande

29 giugno 2010

Sembra che avere a che fare con l’Union implichi per forza un calar di brache. Se ieri le mutande le esibivano quelli con il marchio PD, oggi lo spettacolo viene offerto dai nuovi protagonisti della scena politica di maggioranza firmati PdL. Il nuovo spogliarello ha suscitato e suscita reazioni altrettanto vivaci. Motivo della polemica è il dissenso nei confronti della posizione critica, sostenuta anche dal PdL locale, verso la manovra finanziaria del Governo. Secondo i contestatori, Dario Frassy, Eddy Ottoz, Giancarlo Borluzzi, Pasquale Siciliano e Orlando Navarra, il partito avrebbe dovuto rispettare le linee politiche nazionali e non cedere agli interessi autonomisti dell’ UV; secondo Massimo Lattanzi, capogruppo del PdL, e Alberto Zucchi, vice coordinatore, i “trombati” non avrebbero capito che la politica del PdL è cambiata in senso autonomista e federalista per salvaguardare gli interessi della comunità valdostana. Insomma, sembra che avere a che fare con l’Union, paradossalmente si perda in unità, a tutto vantaggio dell’Union.

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