- La rabbia non più tanto giovane!
Raimondo Donzel se la prende con il deputato Roberto Nicco e lo taccia di tradimento! Avrebbe tradito prima i Ds e poi il PD e magari anche il PCI! Il deputato di tutti i valdostani, sempre secondo Raimondo, non dovrebbe sostenere nessuna lista, vivere in un limbo e guardare i poveri elettor-mortali da così in alto da perdere qualsiasi colorito. Pallido e silenzioso come un elfo dovrebbe occuparsi dei fatti di Roma che qui nessuno, o quasi, considera. Ma Nicco non è né pallido né silenzioso, tantomeno un traditore. Ha mantenuto l’impegno con l’Alleanza progressista e autonomista che lo ha eletto ben due volte. Come politico non poteva esimersi dal dare un’indicazione per le prossime europee e come uomo coerente e dotato di etica, non poteva non indicare la coalizione che lo ha sorretto e scelto come proprio rappresentante a Roma. Il suo gesto, di questi tempi, può sembrare eroico, in realtà dovrebbe essere letto come una scelta normale e ovvia, ma la normalità è diventata cosa eccezionale veramente! Che dire di quell’omino di Donzel? Eletto con un programma che ha stracciato poco tempo dopo? Non abbiamo parole che possano essere scritte su un blog per esprimere la nostra rabbia; speriamo che l’elettorato tradito, insieme a noi, gli volti dignitosamente le spalle.
Quel che resta del giorno…
24 ottobre 2009Per il galletto quando finisce il letargo?
Carlo Curtaz, in un appassionato articolo sul numero sedici di Informazione si autodefinisce un politico scarso. Non siamo d’accordo con lui: è sicuramente il meglio che il centrosinistra valdostano, negli ultimi anni, ha saputo esprimere in fatto di intelligenza e sensibilità. Precisiamo che nessuno della redazione di Patuasia news ha mai preso un caffé con lui al bar, ci piace per l’uomo pubblico che è riuscito ad esprimere finora: onesto, chiaro, capace, fotogenico e soprattutto al di sopra di una semplice etichetta partitica (trovatene un altro che sommi queste caratteristiche!). Poi che l’alleanza autonomista-progressista sia composta da politici scarsi è vero, purtroppo. Non tutti lo sono è chiaro, ma l’insieme risulta fiacco, polveroso, privo di entusiasmo e sordo alle richieste dell’elettorato che vorrebbe un movimento unico! Non si capisce bene il perché. Nonostante un programma comune e condiviso nelle passate tornate elettorali (ben cinque!), il gruppo dirigente del Galletto non riesce a dare forma a un’autentica alternativa politica. Esiste un coordinamento di cui non si conoscono i frutti, se mai ce ne fossero. Chiacchiere di una minoranza chiusa in se stessa, incapace di “sentire” e di tradurre l’insoddisfazione galoppante in un progetto credibile. Un gruppo dirigente autistico ahimé, questo è quello che ci rimane.
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