La diagnosi dice che si tratta di schizofrenia. MENTE DIVISA. Del terzo tipo (come gli incontri). I sintomi riguardano il disturbo del pensiero, i problemi di pianificazione, la scarsa memoria e l’incapacità a risolvere i problemi. La Giunta regionale (ma non solo) ne è afflitta da diversi anni. L’ultima crisi di sdoppiamento riguarda la promozione di una rete turistica delle aree protette e l’istituzione di un Osservatorio sulla Biodiversità. Per questo si spenderanno 2 milioni di euro, soldi spesi bene senz’altro, peccato che non ci sia, appunto, un pensiero coerente che dovrebbe per primo tutelare i siti di importanza comunitaria e poi consentirne la fruizione turistica. La MENTE DIVISA non dialoga con se stessa, ma si esprime separatamente. Così nel dicembre scorso si è inaugurato, seppur sottovoce, lo sciagurato Funifor Passo dei Salati-Indren che parte dai 2970 metri dal Passo dei Salati per raggiungere, in cinque minuti, i 3275 metri del ghiacciaio di Indren. Un tracciato tutto valdostano perché il Piemonte aveva detto no al progetto per motivi di impatto ambientale. La Valle d’Aosta è andata avanti da sola, fregandosene bellamente dei pareri autorevoli dell’Arpa Piemonte, del Corpo forestale dello Stato, del CAI e soprattutto del fatto che il paesaggio violato fa parte di un SIC (sito di importanza comunitaria), istituito specificatamente per la salvaguardia degli ambienti glacio-nivali delle pareti sud del Monte Rosa. Per la solare soddisfazione dell’assessore regionale al turismo, Aurelio Marguerettaz. Da una parte si promuovono sciagure ambientali e dall’altra si cerca di vendere un’immagine della Valle di inalterata naturalità. Perché? Siamo convinti che la MENTE DIVISA, in fatto di coerenza progettuale, si fonda di fronte agli affari. Se si ricava interesse dal rovinare un delicato paesaggio alpino lo si rovina, se, al contrario, è vantaggioso proteggerlo lo si protegge. La cultura, la sensibilità, il rigore morale, il rispetto e l’obbligo nei confronti delle future generazioni, proprio non c’entrano. C’è da augurarsi che la salvaguardia della natura diventi al più presto un grande business.
Commenti recenti