Posted tagged ‘François Cerise’

2° Premio Patuasia-Artisanat

31 gennaio 2015
2° Premio Patuasia-Artisanat 2015

2° Premio Patuasia-Artisanat 2015

Il secondo Premio Patuasia-Artisanat 2015 va al Maestro: François Cerise. L’opera in questione è Santa Caterina. Una figura allungata con appena qualche incisione a disegnare le pieghe dell’abito. La santa volge lo sguardo di lato come se un bisbiglio l’avesse appena distolta dall’incanto del silenzio. Tra le crespe della tonaca scorrono due steli che prendono la forma di due gigli. Delicati si appoggiano al viso di lei come a protezione. La materia è secca. Corrosa dal tempo. Il segno ruvido disegna angoli puntuti, ma quanta delicatezza in quei fiori che poggiano leggeri sullo zigomo. François Cerise è un poeta. Lo è per natura, per indole, per grazia ricevuta. Non c’è scuola che tenga: la poesia alberga nella sua anima e ce la rivela ogni anno con le parole del legno.

Meriterebbe un Museo a sé! (Ricordo che ha donato nel 2003 alla collettività valdostana 5.000 pezzi di cultura materiale riguardanti il territorio valdostano e dove sono?).

Valorizzare cosa?

17 novembre 2014

Quante volte avrete letto e sentito che bisogna valorizzare i Beni culturali, volano per un turismo in crescita? Tante, tantissime volte, eppure i fatti dimostrano quanto poca sia la volontà politica in tal senso. Laurent Viérin ha dato il via alla RESTITUTION che altro che danni non ha fatto: la Porta Pretoria è il testimonial principe della sua azione amministrativa. Ha confermato la tradizione feudale che vede nei rapporti personali il metodo di eccellenza per la scelta di un programma, mai ha dato il via a un progetto politico globale, confidando nell’ausilio di personale competente. Unico assessore che si è mosso in tal senso è stato Liborio Pascale che ha inaugurato una stagione culturale vivace e irripetibile (lo dico per onestà, personalmente non ho avuto buoni rapporti con l’allora direttore artistico Janus). In piccola, piccolissima parte lo ha seguito Ennio Pastoret, poi tutto è rientrato nei gusti e nella gestione personali del politico di turno: la RESTAURATION! (altro…)

1° Premio Patuasia-Artisanat

1 febbraio 2014
Il Primo Premio va alla Deposizione del Maestro François Cerise.

Il Primo Premio va alla Deposizione del Maestro François Cerise.

Il Primo Premio va al Maestro François Cerise. In questa Fiera di sant’Orso 2014 presenta una Deposizione che per intensità e forza espressiva ricorda la Crocifissione del pittore Grunewald. Non sto esagerando, con il grande fiammingo il nostro Cerise condivide la cruda espressività. L’indifferenza verso le proporzioni della figura umana che sono rese impossibili dalla comune drammaticità visionaria. La piccola Deposizione contiene in sé una carica emotiva sconcertante che va ben oltre le sue contenute misure. La scena si sviluppa su una linea convessa su cui campeggia la centralità della croce. Lo sguardo si concentra sul corpo abbandonato che viene come proiettato in avanti. Ai lati due uomini su scale accompagnano la discesa del Cristo tenendolo per mano. In basso la Vergine con altre donne si prepara ad accoglierlo. Le mani, poggiate su quel corpo corroso e deformato dal dolore anticipano l’abbraccio. Le lunghe e contorte e disarticolate braccia di Cristo ripetono la forma della croce. Ancora non ha trovato la pace. La materia è rozzamente graffiata, tormentata, consumata così simile alla vita. I volti dei personaggi e come tutti i volti e i corpi scolpiti da François, sono asimetrici. Sono brutti. Sono malati. Sofferenti. Come avevo già scritto sul catalogo della mostra che avevo curato nel 2004, unica personale dello scultore, ” I santi e i contadini di François Cerise sono accomunati dal destino di vivere. E vivere significa essere intrappolati, comunque, dalla pena.” Abbiamo un poeta, uno scultore, un testimone di un fare artistico ormai introvabile, eppure pare che non ci sia. Per lui vorrei un museo che raccolga le sue opere migliori, se lo merita, perché lui è il Maestro.

La Deposizione di François Cerise. Primo Premio Patuasia-Artisanat 2014

La Deposizione di François Cerise. Primo Premio Patuasia-Artisanat 2014

 

Il picio del toro

7 luglio 2011

Pubblico in visita alla mostra: "Nuove forme nello spazio della tradizione".

L’operazione Sgarbi per il Padiglione italiano della Biennale di Venezia a me piace. Se  l’appuntamento lagunare vuole presentare al mondo lo stato dell’arte di ogni Paese, Sgarbi ha interpretato al meglio quello italiano: nessuna selezione al merito, ma all’amicizia. Più Italia di così! Il critico, per chi non lo sapesse, ha chiesto ai vari amici suoi e a persone di più o meno cultura, di segnalare il loro artista preferito, ne è sorto un pot-pourri fantasioso e sgangherato. Una massa di immagini che più che evidenziare i tratti espressivi dominanti li ha annullati a vantaggio del narcisismo del critico. Infatti più che un’esposizione sull’arte italiana, l’operazione si direbbe una performance dell’artista Vittorio Sgarbi. Performance che ha contaminato l’intera Penisola. Anche noi abbiamo quindici artisti consacrati che ci rappresentano, grazie alla cura di Gabriele Accornero, Chantal Cerise e Annalisa Cittera con la dovuta benedizione del Veterinario. Sgarbi ha preso il gruppo a scatola chiusa. E’ che si è innamorato del Forte, lo aveva già dichiarato quando aveva organizzato la mostra-flop “Il ritratto interiore” (50.000 presenze promesse poi rivelatasi 14.000 circa) e ci ha lasciato il cuore, chissà mai… . Quindici artisti che offrono un’immagine dell’arte locale provinciale, pasticciata, scontata, in una parola: pallosa! Il Veterinario ha definito la scelta: “La via della modernità”, quando moderno è aggettivo che in arte si colloca giusto al finire della prima metà del ‘900. Uno solo avrebbe potuto rappresentarci con forza e dignità, saputo comunicare qualcosa di unico e autentico. Parlo dello scultore-contadino, François Cerise. Le sue figure offese e sensibili affondano le radici nel tempo remoto, eppure arpionano il presente con la spontanea crudezza di una foto scattata con il cellulare. Nessun giochetto di legno esausto, nessun effetto speciale alla picio-di-toro, nessuna illustrazione su seta possono competere con la sua resa espressiva, perché genuina, pura, naturale, forte e imprevedibile come un temporale estivo e Lui ci avrebbe resi, per una volta, orgogliosi. Ma l’orgoglio non è di casa, meglio la marchetta, la clientela, meglio far contenti il più possibile che tanto l’arte è una sciocchezza che va soddisfatta, ma niente più.

2° Premio Patuasia-Artisanat

5 febbraio 2011

La Deposizione vista da François Cerise

Il secondo premio Patuasia-Artisanat va alla Deposizione di François Cerise. Grande scultore valdostano (meriterebbe un riconoscimento ufficiale migliore di quello che gli viene tributato), Cerise rappresenta l’aspetto più espressionista della scultura lignea valdostana. Le sue opere sofferte, segnate, martirizzate, nulla hanno a che vedere con la ricerca di realtà, tipica invece della scultura del Trentino e che da noi ha fatto numerosi proseliti. E’ il “sentire” e non il “riprodurre” che caratterizza il lavoro del Maestro. Sentire il legno. Sentire la sofferenza. La fatica. La speranza. La paura. E poi lasciare che lo scalpello graffi rabbiosamente il legno per portare alla luce una verità sconosciuta. In questa Deposizione non è il Cristo morto il soggetto primario, non lo è neppure il dolore che lo circonda, ma sono i due ladroni. Uomini comuni e peccatori che si librano sul Dio come fossero angeli. Finalmente liberati dallo strazio di una vita di soli patimenti.