Non sempre il passo avanti porta a buoni risultati. Davanti a un precipizio, ad esempio, è consigliabile fare il contrario. Francesco Lucat, segretario di Rifondazione comunista, esulta per il passo avanti fatto insieme al partito del clan Viérin e ad Alpe. Il compagno ha infranto la purezza ideologica per affrontare la realpolitik che, dal basso della sua impurità, impone un accordo. Lo fa con un pezzo di Union progressista, un pezzo di Union alpista più una manciata di Verdi. Questo raggruppamento, per lavarsi la coscienza, i compagni lo chiamano di centrosinistra, in realtà non è altro che una delle due metastasi unioniste che si nutre di quello che resta delle cellule della sinistra dura e pura valdostana. Se da una parte abbiamo il Pd che alimenta il clan Rollandin, dall’altra abbiamo Rifondazione e i residui del Sole che rideva, che si danno in pasto a quello della Gabella. (altro…)
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W Marx, W Lenin, W Dino!
25 marzo 2015Mariujana sì, no, so, ni…
15 gennaio 2014Cosa ne pensano i politici valdostani sulla legalizzazione delle droghe leggere? Ecco i pareri letti su Gazzetta matin e commentati per un vostro giudizio. Maurizio Martin di Stella alpina, dice che il proibizionismo non ha prodotto dei buoni risultati, ma non si può liberalizzare tutto. Maccome, il vino non è liberalizzato? E i super alcolici? E il fumo? E il sesso? Non mi risulta che la soddisfazione di questi “vizietti” sia proibita. Eppure sappiamo tutti che l’alcol è più dannoso alla salute della cannabis, così come lo è il fumo allora com’è caro Martin? Sergio Ferrero, della Lega nord, è restio, nonostante si renda conto che una liberalizzazione ridurrebbe il narcotraffico. Più o meno la stessa posizione dell’altro Ferrero, Stefano del M5s. Per Raimondo Donzel non è questo il momento di affrontare questi problemi: ce ne sono di altri più importanti come il lavoro. Si esprime sullo stesso tono anche Alessia Favre dell’UVP, denunciando così una scarsa conoscenza del problema che non è di certo nato ieri. Andrea Paron di una generica destra valdostana, si dice contrario nel modo più assoluto. Secondo lui si legittimerebbe il mercato nero… e il narcotraffico non è forse legittimato di fatto con il proibizionismo? Domanda troppo difficile a cui non saprebbe dare risposta. Favorevole alla liberalizzazione è Francesco Lucat di Rifondazione comunista. L’unico che tira in ballo l’alcol e i suoi nefasti effetti e che mai è stato oggetto di una politica proibizionista. Anche Marco Belardi dell’Italia dei Valori è contro la legge Fini-Giovanardi e chiede che si depenalizzi il consumo della cannabis anche per svuotare le carceri. Piero Floris, di Alpe, dà il benvenuto a tutte le forme di liberalizzazione che possono contrastare le mafie. Insomma, quello che emerge dal nostro panorama politico è una scarsa chiarezza delle idee: troppi si-ma. Sarebbero necessarie prese di posizione più nette per affrontare la questione. Torino ha dato un bell’esempio di tempestività, noi?
Cammin pensando…
1 giugno 2011Leggendo l’intervista di Piero Minuzzo su Aostaoggi.it mi vengono spontanee alcune riflessioni. La prima riguarda Carmela Fontana, consigliera di minoranza in quota PD. Dice Carmela che con questa batosta per il centrodestra, l’UV deve capire lo sbaglio che ha fatto accogliendo il PdL in maggioranza. Cosa vuole realmente dire? Che l’Union resta un partito di riferimento e che ha solo sbagliato alleato? Che il PD ancora non ha capito che Rollandin, con la sua squadra, è uomo culturalmente di destra? Che spera ancora di poter entrare nella sua orbita, magari grazie a un auspicabile cambio di Governo? E l’Alleanza autonomista-progressista è un flirt temporaneo in attesa del ritorno della vecchia fiamma?
La seconda riguarda Francesco Lucat di Federazione della Sinistra. Non sono affatto convinta che a vincere queste elezioni sia stata la sinistra a sinistra. Pisapia ha vinto perché è Pisapia, lo stesso vale per De Magistris. Che poi la vittoria sia stata resa possibile perché sostenuta da tutti i partiti di sinistra è cosa ovvia, ma sono state queste personalità che con grande capacità comunicativa, hanno saputo interpretare bene i bisogni dei loro rispettivi Comuni. Credo che la politica si stia, liberando dalle etichette fin troppo rigide, per approdare a quello che considero il trasversale buon senso che sa abbracciare un mondo più vasto di quello definito dalle ideologie. Sì, forse sta nascendo una nuova idea di politica ed è questa la vera vittoria di queste elezioni.
La terza riguarda Raimondo Donzel, segretario del PD valdostano. Raimondo si felicita dei risultati del centrosinistra di cui il PD è, secondo lui, il partito di riferimento. Cosa intende? Che anche in Valle d’Aosta a guidare l’alternativa debba essere il PD? Alternativa all’Union valdotaine o alternativa alla strategia dell’UV?. Sì, perché Raimondo, pur con l’incisività delle sue affermazioni, rimane nel vago. Se considera la strategia del partito di maggioranza e non lo stesso partito, l’origine dell’attuale degrado culturale e politico della Valle d’Aosta, vuol dire che lascia una porta aperta agli ex alleati. E questo mette in bilico la futura e possibile alleanza con le altre forze, diciamo, di opposizione. Donzel questa alleanza l’ha già fatta fuori una volta: è un politico di cui fidarsi? Solo i fatti potranno provarlo.
Aostanovela 6
17 giugno 2010Da Aostasera.it una nota del Movimento della Sinistra.
“Denunciare proprio chi le scritte ha provato a toglierle appare talmente assurdo che non possiamo non sospettare un’azione politica vendicativa da parte degli attuali organi di potere nei confronti di una candidata dell’Alpe.” Così in una nota la Federazione della Sinistra commenta la vicenda dell’artista Patrizia Nuvolari, candidata dell’Alpe alle scorse amministrative e denunciata dal Comune di Aosta per l’azione dimostrativa compiuta durante la campagna elettorale. Il movimento guidato da Francesco Lucat esprime solidarietà alla Nuvolari e “condanna l’assurdità di un atto il cui unico scopo appare essere un attacco personale a una importante esponente dei partiti di opposizione, con una logica assai prossima a quella fascista istituzionale”.
Il logorroico!
20 aprile 2015Ma è mai possibile che il signor Francesco Lucat non riesca mai a stare zitto? Neppure in una manifestazione dove viene richiesto il silenzio? NO! Non ci riesce proprio. Soffre di diarrea verbale. Se non blatera per almeno centoventi minuti consecutivi non gli sembra di esistere. Deve ascoltare il suono della sua voce per essere, la sua fisicità non gli basta a lui serve il sonoro. Questa sera, in piazza, si è commemorata la tragedia del Mediterraneo, in un centinaio ci siamo raccolti ai lati dell’Alpino di Canonica. Il collante fra noi era il silenzio. Non è comune stare in silenzio, se non si è soli, ma solo il respiro dell’aria e il gorgoglio della fontana erano ammessi al rispetto per le vittime. Le parole bandite come ospiti urticanti. Non c’era niente da dire. Ma lui, il logorroico, ha voluto togliere la maglia del silenzio che ci ricopriva e ci teneva insieme, raggelandoci con quella sua voce grossa, esplosa nel buio come un petardo! Una donna, presumibilmente l’organizzatrice del presidio, lo ha zittito, invitandolo a rispettare ciò per cui eravamo venuti. Niente da fare. Il logorroico ha puntato di nuovo l’arma e ha sparato un “voglio rompere il silenzio per raccontarvi una storia…”. No no e ancora no! Zittito definitivamente! Ho letto tra le sue labbra un va fan culo, mentre andava a scaricare la sua verbosità qualche metro più in là con i compagni di partito. Siamo rimasti più di mezz’ora a dividerci un silenzio carico di commozione. Niente per quelle donne, quei bambini, quegli uomini e ragazzi, ma qualcosa.
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