Posted tagged ‘Festa San Giorgio e Giacomo’
18 luglio 2014
Siamo arrivati al clima festoso e alle prelibatezze della ventiduesima edizione della festa di San Giorgio e San Giacomo. Nel paginone pubblicitario si leggono il programma, i sacrifici, la passione, l’entusiasmo, la grande soddisfazione, l’impegno degli organizzatori-pronti-a-tutto pur di allietare con serate in allegria il pubblico sempre numeroso di calabresi e non, di valdostani e non, di italiani e non, di grandi e non. Si leggono i ringraziamenti. “Un ringraziamento in particolar modo a Don Luigi Maquignaz, padre di questa iniziativa, a Don Albino che segue attentamente questa festa, al vescovo Monsignor Lovignana, tutte le autorità e l’amministrazione locale.” La Chiesa prima di tutto!
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Tags: Chiesa cattolica valdostana, Festa San Giorgio e Giacomo, Valle d'Aosta
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13 agosto 2013
“La ‘ndrangheta striscia silente e senza fare rumore,… allaccia rapporti con le imprese locali e molto lentamente le svuota e se ne appropria.” Così scrive il procuratore antimafia, Nicola Gratteri, nel suo libro Dire e non dire. E ancora “E se oggi spara meno è perché ha meno bisogno di farlo, potendo contare su una maggiore rete di professionisti, politici, imprenditori… un sistema di relazioni che le permette di infiltrarsi e radicarsi in tanti territori del Paese, anche quelli non tradizionalmente interessati dal fenomeno criminale.” Ecco, il nostro territorio non ha tradizione di mafia (?), ma è da decenni che il fenomeno si è incistato. Una cisti profonda, poco visibile anche se a toccarla si percepisce eccome. Il procuratore Giovanni Selis l’aveva toccata ed è saltato in aria (la prima autobomba italiana). Oggi spacciarsi immuni dal contagio è più difficile: incendi dolosi, estorsioni, intimidazioni, riciclaggio e usura ci raccontano un’altra storia. Raccontano di una ragnatela criminale che avvolge la Valle d’Aosta insieme alle altre regioni del nord: il Piemonte, la Lombardia, la Liguria, L’Emilia Romagna. Il buon senso invita a stare in guardia, ma i nostri politici non sono dotati di buon senso. Ecco cosa è successo nel Comune di Saint-Vincent. Nel mese di luglio è stato appaltato l’allargamento delle piste da sci al Col di Joux, aggiudicatario il raggruppamento temporaneo d’imprese formato da Cospef e Alloro. Il criterio è stato quello del massimo ribasso, quasi il 20%. Sconti troppo alti non possono che essere sospetti, infatti la ditta che li applica può permettersi di lavorare in perdita o risparmiare sul lavoro o sulle qualità dei materiali. L’amministratore delegato della Cospef è il calabrese Antonio Furfaro (in contatto con i Mamone, imprenditori coinvolti nell’inchiesta Pandora e con Ferdinando Gullace, imprenditore interdetto nell’ambito dell’indagine Entourage), è lui stesso a dire che partecipa alle gare con ribassi spaventosi perché non gli serve per guadagnare, ma solo per cambiare i soldi! Su questo imprenditore, già procuratore di una società valdostana: la Tour ronde, starebbe indagando la Direzione investigativa antimafia. Il sindaco di Saint-Vincent, Adalberto Perosino (Gradi di istruzione: non inserito – Categoria professionale: esercente di Alberghi, Ristoranti e Assimilati), non ha nulla da dire. Uguale a molti altri amministratori non sa. Forse. Pare che qualcuno lo abbia informato, ma che lui abbia fatto spallucce. Si sottovaluta il problema. Si minimizza. Eppure i segnali che dimostrano che anche in Valle il pericolo ‘ndrangheta esiste ci sono. La sentenza “Tempus venit” dovrebbe aprire gli occhi. Ma le amministrazioni sono cieche o non sanno leggere il proprio territorio e quindi non sanno difenderlo da una eventuale infiltrazione criminale. Ad Aosta il sindaco Bruno Giordano ha patrocinato e dato contributi alla Festa dei calabresi, nonostante il presidente, Giuseppe Tropiano, sia stato condannato in primo grado per favoreggiamento con la ‘ndrangheta. Il parroco di Saint-Martin-de-Corléans, don Albino, ospita il Comitato organizzatore della suddetta manifestazione e le due statue dei santi Giorgio e Giacomo. Il parroco del quartiere Dora, don Danna, accoglie invece la Madonna di Polsi, quella che benedice gli ‘ndranghetisti. Il vescovo, disattento, tace. Si fa però sentire il Corriere della Valle, scandalizzato dall’uso di un altare sconsacrato in una gelateria! Scrive Giuseppe Gennari, giudice per le indagini preliminari di Milano: “L’impresa mafiosa ha raggiunto un preoccupante livello di accettazione sociale e questo atteggiamento della società non fa che accrescere la forza economica, il prestigio, il tessuto di omertà e perciò il potere dell’impresa mafiosa”. L’indifferenza è un’arma più efficace della lupara.
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22 luglio 2013

Enzino u’ ribbelle!
Non voglio entrare nel merito letterario del temino svolto dal consigliere, Vincenzo Caminiti, di Stella alpina (battezzato da Patuasia con il soprannome di Enzino u’ ribbelle) e pubblicato in qualità di lettera sulla Stampa, perché non merita nessun interesse particolare. Solita retorica da quattro soldi. Melassa stucchevole di sentimenti mediterranei. Una filosofia che si riassume in due parole: volemose bene. Roba buona per Lady Barbara. Il succo che sbrodola fra le righe, invece, è denso e va preso in seria considerazione. Perché Enzino u’ ribbelle ha sentito la necessità di comunicare pubblicamente per difendere la Festa dei calabresi contestata da Patuasia? Quando, tempo fa, gli feci la domanda di come si sentisse nello stare a fianco dell’assessore calabrese Marco Sorbara, amico di un altro calabrese condannato per droga, preferì non rispondere. Durante la gara elettorale per le recenti regionali, prendere posizioni scomode era vivamente sconsigliato, quindi Enzino se ne stette prudentemente zitto. Oggi, invece, “la terra che è dentro di lui si ribella” e risponde alla provocazione dalle pagine del quotidiano più letto. (I suoi elettori probabilmente non usano il computer). Prende a prestito le stesse parole di Tropiano, pubblicate da questi per un manifesto pubblicitario. Tropiano altro calabrese condannato per favoreggiamento con la ‘ndrangheta e indagato per truffa e turbativa d’asta. Entrambi, il politico e l’impresario, esprimono l’inno alla gioia che nasce fra etnie diverse (etnie diverse?), ai sapori della terra natia, alle tradizioni, alla storia di un popolo… e vai con la demagogia da bassifondi. Enzino, dunque, dà ragione a Tropiano, così come la diede a Sorbara, usando il silenzio. Ma, per il patron dei santi festaioli, fa di più. Minimizza la condanna. Circoscrive la vicenda Tempus venit nelle sedi opportune. Alle parole di Falcone preferisce quelle dell’impresario, perché Tropiano è la festa! Senza di lui non avrebbe il senso che ha e per il quale è nata. La festa dei calabresi è innazitutto la dimostrazione di forza di Giuseppe Tropiano. Che non è solo un impresario: è uno che risolve i problemi e quindi è uno che sa aggregare intorno a sé prezioso consenso e, come dice u’ ribbelle, “tutto ciò che è aggregante fa del bene nella nostra società“. Fra due anni ci saranno le elezioni comunali. Gli avversari più forti del suo partito sono entrati in Regione, la poltrona di assessore questa volta spetterà a lui, ma Vincenzo Caminiti avrà bisogno di portare a casa molti più voti. E lui è il classico politico che va dove va la ggente. Per questo andrà alla festa dei calabresi.
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17 luglio 2013
Oggi si inaugura la Festa dei calabresi che vede come presidente del Comitato organizzatore Giuseppe Tropiano, condannato per favoreggiamento con la ‘ndrangheta. Tropiano ha scritto in una pagina pubblicitaria sui maggiori quotidiani locali, che le voci critiche sul suo conto sono “prive di fondamento”. Considera, dunque, il lavoro svolto dalla magistratura e il relativo giudizio espresso dal Tribunale dopo anni di indagini, spogliato di qualsiasi valore investigativo e istituzionale. Mi va perciò di ricordare le parole di un grande magistrato che rappresentò la parte migliore dello Stato, Giovanni Falcone, ucciso dalla Mafia.
“La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protetti, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli stati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra, con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione.”
Se siete consapevoli della gravità della situazione, per favore evitate la festa. Se non lo siete leggetevi la sentenza “Tempus venit”.
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Tags: 'ndrangheta, Festa San Giorgio e Giacomo, Giuseppe Tropiano, Sentenza "Tempus venit", Valle d'Aosta
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12 luglio 2013
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Certo che trovare i depliant della festa dei calabresi in distribuzione all’Usl, gli unici oltretutto, fa specie. Mi chiedo poi come possa patrocinare questa manifestazione il Comune di Aosta giustificandola per aggirare il divieto come “nell’interesse della sua collettività” , a questo punto se gli islamici decidessero di fare anche loro una festa islamica avrebbero pari diritto al patrocinio.
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Tags: Comune di Aosta, Festa San Giorgio e Giacomo, USL VdA
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3 luglio 2013
Patuasia invita tutte le persone di buona volontà a non frequentare la Festa dei calabresi, in quanto il presidente è Giuseppe Tropiano, condannato in primo grado per favoreggiamento con la ‘ndrangheta. Se l’imprenditore non ha avuto il buon gusto di dare le dimissioni, se il Comitato organizzatore non ha avuto l’imperativo morale di chiedergliele, se l’assessore Carradore, il Sindaco Giordano e il presidente della Giunta, Rollandin che hanno continuato a finanziare con soldi pubblici l’iniziativa, nonché il parroco don Albino che assegna la sua parrocchia come sede del Comitato, non si sentono imbarazzati da questa presenza incriminata, dimostriamo loro che la società civile lo è! Che sappiamo rinunciare alla ‘nduja e al peperoncino; alla tarantella e alle melanzane; alla miss e alla soppressata… in nome di alcuni principi fondamentali per il nutrimento dell’anima.
Noi non siamo conniventi con la ‘ndrangheta, noi non andremo alla Festa di san Giorgio e Giacomo!
Categorie: 'ndrangheta, Buon esempio, Buone idee, Calabria, Criminalità, Manifestazioni
Tags: Bruno Giordano, Comune di Aosta, Don Albino, Festa dei calabresi, Festa San Giorgio e Giacomo, Giuseppe Tropiano, Patrizia Carradore, Società "Edilsud"
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2 luglio 2013
Il condannato in primo grado per favoreggiamento nell’inchiesta “Tempus venit”, Giuseppe Tropian0, scrive un’accorata lettera alla Gazzetta matin dove sottolinea il senso di accoglienza dei valdostani verso i calabresi. Il rispetto verso gli usi e i costumi reciproci e verso i valori che caratterizzano le due comunità. Descrive la Festa di san Giorgio e Giacomo come un’occasione di spensieratezza, una “gustosa macedonia” di allegria. Non dice che, frutto tra i frutti, c’è anche la ‘ndrangheta che di questa Festa ha fatto un punto di incontro. No! non lo dice, lui si presenta come un modesto lavoratore che si impegna con il cuore per il bene della comunità valdostana. Si sente una vittima di “offese e accuse poco fondate”! Dunque, secondo il parere dell’imprenditore, il lavoro svolto dalla magistratura è interamente campato per aria. Le intercettazioni e le compagnie frequentate sono prive di qualsiasi fondamento: sono balle! Nadia Nasso, del comitato organizzatore, liquida in due parole l’intera faccenda: “I fatti privati non intaccano il grande lavoro che insieme al presidente stiamo portando avanti!” (Gazzetta matin). Fatti privati?! Secondo la Nasso avere un presidente che ha rapporti con la ‘ndrangheta è un fatto che non implica nessun tipo di coinvogimento per il comitato della Festa. Che i soldi pubblici, seppur sottoforma di servizi, vengano dati a un condannato è cosa irrilevante. Quello che importa è garantire lo svago. Identico parere è quello dell’assessora comunale al Turismo, Patrizia Carradore. Nessun imbarazzo anche per il parroco di Saint-Martin-de-Corléans, don Albino, che ospita il Comitato. Le finalità della festa sono finalità religiose, dice, pertanto il luogo consacrato è quello giusto. Resta da chiarire in cosa l’elezione di miss santi Giorgio e Giacomo possa avere a che fare con il culto.
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Tags: Comune di Aosta, Don Albino, Festa dei calabresi, Festa San Giorgio e Giacomo, Nadia Nasso, Paccocchia Saint-Martin-de-Corléans, Patrizia Carradore, Sentenza "Tempus venit"
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24 giugno 2013
Che la ‘ndrangheta si sia infiltrata nella politica e nell’economia valdostane comincia a essere a conoscenza dei più. Diverse sono le famiglie calabresi coinvolte non solo i Nirta e i Facchineri ora spunta anche la ‘ndrina dei Pesce. “Ci siamo trovati con un substrato culturale di marca tipicamente mafiosa, in cui ogni presunto comportamento avverso alla famiglia Taccone (gli arrestati nella recente operazione Hybris e legati alla famiglia Pesce della Piana di Rosarno) dai suoi stessi componenti vissuto come un affronto da lavare con il sangue” (Gazzetta matin). Così si è espresso il tenente colonnello, Massimilano Rocco durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati conseguiti nell’operazione “Hybris”. Si prosegue con una frase importantissima e carica di responsabilità verso tutti noi e in primis verso le istituzioni: ” … preoccupante è l’omertà riscontrata in tutte le vittime senza distinzione per nessuno. Speriamo che da questa operazione possa partire un vero e proprio scatto in avanti della società civile”. Ecco la società civile, ma soprattutto le amministrazioni regionali e comunali, devono dare esempi di rigore e moralità per contrastare le infiltrazioni mafiose. E invece il Comune che fa? Anche quest’anno dà, sottoforma di contributo per l’energia, 5.000 euro e la concessione temporanea dell’utilizzo di beni logistici in disponibilità del Comune di Aosta e di eventuali altri beni e servizi, ritenuti utili alla migliore riuscita della Festa di san Giorgio e Giacomo. Una festa usata anche per incontri malavitosi (vedi sentenza Tempus venit) e che vede come patron organizzatore quel Giuseppe Tropiano ora indagato nell’inchiesta dei carabinieri sulla costruzione del nuovo parcheggio pluripiano dell’ospedale Parini di Aosta con l’accusa di abuso d’ufficio e turbativa d’asta e già condannato a un anno e 4 mesi per favoreggiamento nell’inchiesta “Tempus venit”. Se gli organizzatori della Festa dei calabresi non hanno avuto il buon senso di chiedergli le dimissioni, il Comune avrebbe dovuto averlo. Avrebbe dovuto fare quello scatto in avanti richiesto e non concedere nessun contributo pubblico. Un segno fermo e inequivocabile di lontanza da qualsiasi afrore criminale fosse anche solo un accenno. Ma il sindaco Bruno Giordano-amico-di-Milanesio-amico-dei-calabresi, come può segnare questa distanza? Come può “non favorire la crescita socio-culturale del proprio tessuto connettivo e la socializzazione degli abitanti della zona?” (tratto dalla delibera n. 617). No, lui non può.
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15 gennaio 2013
Come sempre interessante il nuovo dossier presentato dal Movimento5stelle sul parcheggio nell’ex residence Mont Blanc. (Mi fa sempre un po’ strano che siano dei privati cittadini a fare questo tipo di indagini e non i giornalisti). Traccio una breve cronistoria tratta dal dossier in cui si ricorda che: i lavori di realizzazione del parcheggio sono stati dati con affidamento diretto e quindi senza gara d’appalto alla ditta Saint-Bernard srl di Giuseppe Tropiano, il patron della festa calabrese san Giorgio e Giacomo. Che nel dicembre 2011 la Direzione Antimafia di Torino di concerto con la Procura di Aosta mette in luce un tentativo di ricatto nei confronti di Giuseppe Tropiano da parte di alcuni componenti della ‘ndrangheta. Che nel mese di aprile 2012 l’assessore al turismo Aurelio Marguerettaz viene rinviato a giudizio per presunti abusi edilizi nella ristrutturazione di una sua casa di Saint-Rhemy e si scopre che i lavori erano stati eseguiti da Giuseppe Tropiano, il titolare della Saint-Bernard srl che sta realizzando il parcheggio sotterraneo. Che nonostante questi fatti inquietanti nel mese di maggio 2012 la Regione tramite la controllata Coup srl assegna nuovamente senza gara di appalto gli ulteriori lavori per la realizzazione del cunicolo di collegamento sotto la statale 26 alla Edilsud srl di Giuseppe Tropiano per 1.400.000 euro circa. Che nel mese di luglio 2012 si giunge al rinvio a giudizio per favoreggiamento nei confronti della ‘ndrangheta dei quattro fratelli Tropiano in relazione al tentativo di accordarsi per pagare il “pizzo” sulla costruzione del parcheggio. Che il 7 agosto 2012 un box della ditta TERG s.r.l. all’interno del cantiere prende fuoco. La TERG s.r.l. è la ditta che sistema i tiranti per conto della Saint-Bernard s.r.l. Parrebbe si tratti di un corto circuito. Che nel frattempo la ditta TRA.MO.TER. s.a.s. che ha effettuato gli scavi nell’area del parcheggio viene condannata perchè una parte consistente del materiale terroso e di demolizione è stato smaltito in maniera illegale. Intanto almeno 5 edifici circostanti l’area del cantiere presentano crepe e lesioni di varia natura successive all’inizio dei lavori di scavo. In due punti poi il manto stradale della Statale 26 e di quella del Gran San Bernardo riporta fratture e deformazioni rilevanti. Il Movimento 5 stelle ha avvertito chi di dovere, ma questi sentirà il dovere di fare i dovuti sopralluoghi?
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26 giugno 2012

– In Valle, se vuoi essere eletto devi imparare la tarantella. Tutti gli anni ‘na faticaccia! – Dillo a me che fra ‘nduja, soppressata e peperoncino m’è venuta un’infiammazione! –
A cosa servono i contributi pubblici? Ad aiutare le iniziative private a nascere e crescere, poi, diventate grandi, lasciarle andare al loro felice e autonomo destino. La festa dei santi Giorgio e Giacomo è cresciuta grazie alla generosità dei contributi comunali, ora che ha raggiunto il pieno successo può camminare sulle proprie gambe e quindi gestirsi economicamente da sé. Ha ragione il consigliere di Nuova Sinistra, Paolo Momigliano Levi, quando chiede alla Giunta comunale di sospendere l’allattamento artificiale: quella festa non ne ha più bisogno, può cibarsi da sola. Il grande numero di visitatori e gli sponsor privati bastano e avanzano, inoltre in tempi di crisi alcune voci, come fuochi artificiali, possono essere accantonate vuoi per buon gusto vuoi per necessità. La risposta dell’assessore al Turismo, Patrizia Carradore, è fuori da questa logica, ne rispetta un’altra che ha diversi obiettivi che non sono certo la crescita e il benessere di una comunità. Dice che proprio dal successo dell’iniziativa il Comune si sente impegnato a sostenerla. Una logica che non porterà mai a investire in manifestazioni nuove, perché i soldi serviranno sempre e solo a coprire quelle vecchie. Un’idea conservatrice e immobile che però mira a mantenere il proprio patrimonio elettorale e quello calabrese è più che mai attivo e soprattutto numeroso.
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