“La ‘ndrangheta striscia silente e senza fare rumore,… allaccia rapporti con le imprese locali e molto lentamente le svuota e se ne appropria.” Così scrive il procuratore antimafia, Nicola Gratteri, nel suo libro Dire e non dire. E ancora “E se oggi spara meno è perché ha meno bisogno di farlo, potendo contare su una maggiore rete di professionisti, politici, imprenditori… un sistema di relazioni che le permette di infiltrarsi e radicarsi in tanti territori del Paese, anche quelli non tradizionalmente interessati dal fenomeno criminale.” Ecco, il nostro territorio non ha tradizione di mafia (?), ma è da decenni che il fenomeno si è incistato. Una cisti profonda, poco visibile anche se a toccarla si percepisce eccome. Il procuratore Giovanni Selis l’aveva toccata ed è saltato in aria (la prima autobomba italiana). Oggi spacciarsi immuni dal contagio è più difficile: incendi dolosi, estorsioni, intimidazioni, riciclaggio e usura ci raccontano un’altra storia. Raccontano di una ragnatela criminale che avvolge la Valle d’Aosta insieme alle altre regioni del nord: il Piemonte, la Lombardia, la Liguria, L’Emilia Romagna. Il buon senso invita a stare in guardia, ma i nostri politici non sono dotati di buon senso. Ecco cosa è successo nel Comune di Saint-Vincent. Nel mese di luglio è stato appaltato l’allargamento delle piste da sci al Col di Joux, aggiudicatario il raggruppamento temporaneo d’imprese formato da Cospef e Alloro. Il criterio è stato quello del massimo ribasso, quasi il 20%. Sconti troppo alti non possono che essere sospetti, infatti la ditta che li applica può permettersi di lavorare in perdita o risparmiare sul lavoro o sulle qualità dei materiali. L’amministratore delegato della Cospef è il calabrese Antonio Furfaro (in contatto con i Mamone, imprenditori coinvolti nell’inchiesta Pandora e con Ferdinando Gullace, imprenditore interdetto nell’ambito dell’indagine Entourage), è lui stesso a dire che partecipa alle gare con ribassi spaventosi perché non gli serve per guadagnare, ma solo per cambiare i soldi! Su questo imprenditore, già procuratore di una società valdostana: la Tour ronde, starebbe indagando la Direzione investigativa antimafia. Il sindaco di Saint-Vincent, Adalberto Perosino (Gradi di istruzione: non inserito – Categoria professionale: esercente di Alberghi, Ristoranti e Assimilati), non ha nulla da dire. Uguale a molti altri amministratori non sa. Forse. Pare che qualcuno lo abbia informato, ma che lui abbia fatto spallucce. Si sottovaluta il problema. Si minimizza. Eppure i segnali che dimostrano che anche in Valle il pericolo ‘ndrangheta esiste ci sono. La sentenza “Tempus venit” dovrebbe aprire gli occhi. Ma le amministrazioni sono cieche o non sanno leggere il proprio territorio e quindi non sanno difenderlo da una eventuale infiltrazione criminale. Ad Aosta il sindaco Bruno Giordano ha patrocinato e dato contributi alla Festa dei calabresi, nonostante il presidente, Giuseppe Tropiano, sia stato condannato in primo grado per favoreggiamento con la ‘ndrangheta. Il parroco di Saint-Martin-de-Corléans, don Albino, ospita il Comitato organizzatore della suddetta manifestazione e le due statue dei santi Giorgio e Giacomo. Il parroco del quartiere Dora, don Danna, accoglie invece la Madonna di Polsi, quella che benedice gli ‘ndranghetisti. Il vescovo, disattento, tace. Si fa però sentire il Corriere della Valle, scandalizzato dall’uso di un altare sconsacrato in una gelateria! Scrive Giuseppe Gennari, giudice per le indagini preliminari di Milano: “L’impresa mafiosa ha raggiunto un preoccupante livello di accettazione sociale e questo atteggiamento della società non fa che accrescere la forza economica, il prestigio, il tessuto di omertà e perciò il potere dell’impresa mafiosa”. L’indifferenza è un’arma più efficace della lupara.
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Gli indifferenti
13 agosto 2013Tu chiamala se vuoi ipocrisia
27 luglio 2013Ritorno sull’argomento della nuova nuova gelateria in via Porta Pretoria, Gelaty, perché trovo che alcuni commenti, qui come su facebook, sono sintomatici di un certo provincialismo e vale la pena di soffermarvisi. Non entro nei meriti estetici dell’uso di un altare, perché davvero in questo caso il gusto è molto soggettivo, anche se mi preme ricordare che quasi cento anni fa un certo Marcel Duchamp inaugurò la decontestualizzazione, trasferendo un oggetto qualsiasi all’interno di un museo e trasformandolo così in opera d’arte. Si trattava di un pissoir diventato Fontana. Sollevò polemiche, interesse e curiosità e segnò un percorso nuovo che diede vita all’arte concettuale. Preferisco invece analizzare il fastidio che l’uso di un arredo sacro all’interno di un luogo pagano ha causato a molti. E’ stato considerato blasfemo, di pessimo gusto, insomma un oltraggio. Eppure è ancora in uso in molte case appendere sopra il letto un’immagine sacra, un crocifisso, un rosario e sappiamo tutti che oltre che dormire sul letto si fa sesso. Nudi, sotto lo sguardo del Cristo in croce, a cercare il piacere fisico, magari inventando posizioni rocambolesche per rendere l’atto più proibito e originale e nessuno che abbia mai provato e/o sollevato imbarazzo. Ma la Madonna in gelateria no! E’ una bestemmia! Un insulto alla religione! Signori, non vi sembrano ridicole tutte queste critiche? Ricordo che oggi alla festa dei calabresi ci sarà la selezione della miss san Giorgio e Giacomo: cosa c’entrano le ragazze che presenteranno i loro giovani corpi agli sguardi affamati dei maschi, con i due santi che si votarono alla castità, alla preghiera e alla penitenza? Anche in questo caso nessun imbarazzo. L’ipocrisia è un tessuto impermeabile.
Voi chi siete?
12 luglio 2013Quando si inaugurerà la Festa di san Giorgio e Giacomo, più conosciuta come la Festa dei calabresi e che vede alla testa dell’organizzazione un condannato per favoreggiamento con la ‘ndrangheta, sarò curiosa di conoscere meglio i miei concittadini, capire se preferiscono la soppressata al principio morale che vuole una netta presa di distanza culturale da qualsiasi afflato con la criminalità organizzata.
Affinità elettive
10 luglio 2013”Nella mia città il 98% della popolazione non ha nulla da spartire con la criminalità organizzata: Corleone, da paese emblema della mafia, è oggi diventato un presidio di legalità” (Ansa.it). Queste parole le ha proferite Leoluchina Savona, sindaco di Corleone incontrando gli enti locali valdostani. Possiamo dire altrettando della nostra comunità? Se, come ha affermato nell’occasione il nostro sindaco Bruno Giordano, la mafia è prima di tutto culturale e si combatte con una controcultura virtuosa, quanti possono dire di aver votato virtuosamente? Cioè scelto i politici sulla base delle loro idee e programmi e non per amicizia e per interesse personale? Ci fosse la possibilità di trarre delle cifre non arriveremmo al 20%. E Giordano che contributo ha dato per alimentare la cultura della legalità? Non ha preso le distanze dall’assessore Sorbara che siede ancora imperterrito in giunta, eppure quella telefonata con il condannato per droga, Raffa, era così eloquente… Non ha preso le distanze da Tropiano, condannato per favoreggiamento con la ‘ndrangheta e patron della Festa dei calabresi… e attualmente indagato per truffa, e collabora nella gestione della Regione, in qualità di presidente del Celva, con un condannato. Queste erano occasioni concrete per dare un segno culturale forte alla città. Lui invece preferisce creare “percorsi di amicizia”, instaurare dialoghi con le comunità affini. Affini in cosa? Promuovere confronti commerciali. Di che? E’ indubbio che i nostri politici si sentano profondamente attratti dalla ‘nduja e dalle melanzane.
Festa? No, grazie!
3 luglio 2013Patuasia invita tutte le persone di buona volontà a non frequentare la Festa dei calabresi, in quanto il presidente è Giuseppe Tropiano, condannato in primo grado per favoreggiamento con la ‘ndrangheta. Se l’imprenditore non ha avuto il buon gusto di dare le dimissioni, se il Comitato organizzatore non ha avuto l’imperativo morale di chiedergliele, se l’assessore Carradore, il Sindaco Giordano e il presidente della Giunta, Rollandin che hanno continuato a finanziare con soldi pubblici l’iniziativa, nonché il parroco don Albino che assegna la sua parrocchia come sede del Comitato, non si sentono imbarazzati da questa presenza incriminata, dimostriamo loro che la società civile lo è! Che sappiamo rinunciare alla ‘nduja e al peperoncino; alla tarantella e alle melanzane; alla miss e alla soppressata… in nome di alcuni principi fondamentali per il nutrimento dell’anima.
Noi non siamo conniventi con la ‘ndrangheta, noi non andremo alla Festa di san Giorgio e Giacomo!
Nessun imbarazzo!
2 luglio 2013Il condannato in primo grado per favoreggiamento nell’inchiesta “Tempus venit”, Giuseppe Tropian0, scrive un’accorata lettera alla Gazzetta matin dove sottolinea il senso di accoglienza dei valdostani verso i calabresi. Il rispetto verso gli usi e i costumi reciproci e verso i valori che caratterizzano le due comunità. Descrive la Festa di san Giorgio e Giacomo come un’occasione di spensieratezza, una “gustosa macedonia” di allegria. Non dice che, frutto tra i frutti, c’è anche la ‘ndrangheta che di questa Festa ha fatto un punto di incontro. No! non lo dice, lui si presenta come un modesto lavoratore che si impegna con il cuore per il bene della comunità valdostana. Si sente una vittima di “offese e accuse poco fondate”! Dunque, secondo il parere dell’imprenditore, il lavoro svolto dalla magistratura è interamente campato per aria. Le intercettazioni e le compagnie frequentate sono prive di qualsiasi fondamento: sono balle! Nadia Nasso, del comitato organizzatore, liquida in due parole l’intera faccenda: “I fatti privati non intaccano il grande lavoro che insieme al presidente stiamo portando avanti!” (Gazzetta matin). Fatti privati?! Secondo la Nasso avere un presidente che ha rapporti con la ‘ndrangheta è un fatto che non implica nessun tipo di coinvogimento per il comitato della Festa. Che i soldi pubblici, seppur sottoforma di servizi, vengano dati a un condannato è cosa irrilevante. Quello che importa è garantire lo svago. Identico parere è quello dell’assessora comunale al Turismo, Patrizia Carradore. Nessun imbarazzo anche per il parroco di Saint-Martin-de-Corléans, don Albino, che ospita il Comitato. Le finalità della festa sono finalità religiose, dice, pertanto il luogo consacrato è quello giusto. Resta da chiarire in cosa l’elezione di miss santi Giorgio e Giacomo possa avere a che fare con il culto.
Nuovo piatto tipico!
6 luglio 2012Integrazione o affiliazione?
1 giugno 2012Non bastava la Festa dei santi Giorgio e Giacomo così amata dai dirigenti dell’Union valdotaine e viva grazie ai contributi di tutta la collettività e neppure la Festa della capra così voluta dalla consigliera regionale del PD, Carmela Fontana (nei suoi sogni c’è anche un festival di teatro calabrese per fare il paio con il Printemps théatral), adesso ci sarà anche la Festa del peperoncino a Charvensod (aspettiamoci in futuro anche le Feste della ‘Nduja, della soppressata, della ‘Nzuddha… e chissà magari anche un Festival di calabrese estremo). Mi chiedo: perché la comunità calabrese è così importante in Valle d’Aosta? Basta il numero consistente a spiegare le ragioni di un così continuo corteggiamento da parte dei politici? Perché i veneti, altra comunità numericamente significativa, non hanno mai organizzato una festa loro? Che ne so, la festa del baccalà mantecato? La risposta non è semplice. Una ragione, fra le tante, potrebbe essere il forte senso di appartenenza dei calabresi a una famiglia a un clan a una comunità, questo “far parte”, nel nord più individualista, non si avverte. Una collettività così forte e coesa può diventare un ricco serbatoio di voti e con minor spesa di energie. Si contattano i vari capi bastone che controllano un certo numero di famiglie, si contratta il dare e avere e i voti sono assicurati. Più che un’integrazione sembrerebbe un’affiliazione. La rincorsa al voto calabrese la iniziò il PSI con in testa Bruno Milanesio che già negli anni ‘ 70 aveva capito tutto. Ai matrimoni lui c’era e probabilmente lui pagava. Adesso si preferisce finanziare le feste con contributi pubblici (anche quelli spesi dai partiti sono tali), ma il fine è sempre quello: garantirsi il voto dei calabresi che sono numerosi e affidabili, almeno fino a quando c’è un ritorno di interessi. Il caso Tropiano la dice lunga.
No problem!
2 febbraio 2012Dal Comunicato stampa di Alpe: ” «La vicenda dell’ex Residence Mont Blanc è emblematica», dichiara Albert Chatrian. «L’Amministrazione ha sottoscritto un contratto milionario con una società di cui è socio maggioritario e amministratore unico l’imprenditore Tropiano, con una procedura che non ha nessuna delle caratteristiche fissate dal Codice dei contratti pubblici (Dlgs 163/2006), il quale stabilisce che l’affidamento e l’esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture, oltre a garantire la qualità delle prestazioni e svolgersi nel rispetto dei principi di economicità e correttezza, deve anche rispettare i principi di libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza, nonché quello di pubblicità. La trattativa, invece, si è svolta in forma riservata e con modalità a dir poco opache. Non c’è stata nessuna pubblicità né alcun tentativo di cercare soluzioni alternative da mettere in concorrenza con quanto proposto dalla società Saint-Bernard. La nostra preoccupazione è alta.” Di fronte a questa preoccupazione il Presidente Rollandin tranquillizza: tutto è a norma di legge. E’ tipico dei Presidenti tranquillizzare, secondo lo stesso solo qualche mese fa non c’era nessun pericolo di infiltrazione mafiosa in Valle. E secondo quell’Altro l’Italia non attraversava nessuna crisi! E intanto la cifra corrisposta dal pubblico senza gara d’appalto sale a un milione di euro!
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