Posted tagged ‘Famiglia’

Separati in casa?

29 aprile 2015

Ci sono cose che non riesco a capire. Una è questa. Fulvio Centoz firma il Forum delle Famiglie dove sta scritta chiara l’idea di famiglia che è una sola. Quella tradizionale: mamma, babbo e prole. Ma nella lista del Pd di cui Centoz è candidato sindaco, c’è Samuele Tedesco, studente e attivista diritti LGBT. L’idea che ha della famiglia Samuele non è quella che ha Fulvio, anzi direi che è proprio all’opposto, eppure le due convivono sotto lo stesso tetto elettorale. Come è possibile? Leggendo il documento del Forum emerge un’idea di famiglia molto restia ad aprire le porte su universi altri.  Di famiglia ne esiste una sola ed è quella fondata sul matrimonio; le coppie di fatto, soprattutto se omosessuali, non vengono considerate tra i pilastri su cui poggia lo Stato. Dunque come possono andare d’amore e d’accordo nella famiglia elettorale del PD due persone che la pensano così diversamente? Quando ci sarà da decidere in merito ai diritti civili che io ritengo innegabili, degli omosessuali che farà il forse-Sindaco?

Vincere!

21 marzo 2014

Mi piace la politica perché in molti Paesi ha sostituito la guerra. Il compito è quello di far funzionare in modo decente gli interessi molteplici e differenti che contraddistinguono gli individui. Con gli anni sono diventata pragmatica. Conservo gli ideali, come conservo il profumo e il sapore di quella minestra di patate e carote che mangiavo all’asilo e che non ho mai più assaporato. In una società come la nostra funziona solo ciò che vince. O meglio, chi detta legge e cioè i comportamenti, che sommati fra loro sono la cultura di un popolo, è chi riesce a mettere mano sulle leve del comando. Tutto il resto è folclore. Pertanto non mi associo più agli slogans, ai clan di appartenenza culturale: trappole contro l’intelligenza, per molti così rassicuranti! Detesto l’infantilismo soprattutto a sinistra che non solo cade in queste trappole, ma le costruisce. La libertà non ha famiglia. La libertà è sola. Con questa consapevolezza le etichette per me sono ormai fuori luogo. Possono servire per comprendere un passato, ma sono obsolete e inutili nel presente. Steccati che non aiutano a capire le numerose sfacettature che la realtà presenta. Meglio guardare ai risultati. Meglio vincere.

Coerenza e libertà

5 dicembre 2012

Il figlio Viérin dice che ha dato le dimissioni perché in “crisi umana prima di tutto, e politica poi, con il proprio sentire, con il proprio agire e con la propria libertà.” Difficile contestargli questo diritto. Altrettanto difficile però è credere che questo suo attuale stato sia totalmente estraneo a una lotta di potere interno. Il suo partito Laurent lo definisce “la grande famille unioniste” e qui cade in trappola. Cos’è infatti una famiglia? Un cerchio ristretto di interessi e affetti più o meno reciproci. E’ un gruppo sociale che vive nel privato e non nel pubblico. Il pubblico sta fuori. I panni sporchi si lavano in casa. Di famiglie è composta la galassia mafiosa. Un’entità politica non può essere mai paragonata a una famiglia perché ne è l’opposto. Farlo significa avere della politica un’idea corrotta, più conforme agli interessi di un gruppo ben preciso che a quello di un’intera comunità. Essersi battuto, aver lavorato per la “grande famiglia unionista”, come dice di aver fatto lui, è la confessione della sua complicità in quegli interessi che oggi nega. Proprio per questo la sua confessione risulta poco sincera o sincera a metà. Posso riconoscere la frustrazione di chi si sente in minoranza, posso capire il peso dell’oppressione di una dittatura interna, ma l’apertura tardiva verso “un modo vecchio di fare e concepire la politica” risulta  più che una reale consapevolezza un inseguire la moda corrente. In fondo il figlio Viérin è contraddittorio come Rollandin che accusa Monti di centralismo. Quando mai l’assessore dimissionario ha dato spazio al dialogo con i cittadini? “Ascoltato con umiltà le istanze dei valdostani?“. E le sue scelte non sono sempre state calate dall’alto? Come ho scritto all’inizio non voglio mettere in dubbio l’eventuale sincerità di una crisi umana e politica di Laurent Viérin a cui però consiglio di aggiungere alle sue anche le tre domande poste qui sopra.

Santa Matrigna!

5 settembre 2011

La Chiesa ha tutto il diritto di dire la sua, ma non ha nessun diritto di interferire nelle scelte di un’amministrazione che deve essere laica. Se il Comune di Aosta ha scelto di sostenere tutte le giovani coppie in difficoltà, senza distinzioni di sesso, vuol dire che ha scelto la persona in sé: un valore che va al di sopra di qualsiasi appartenenza culturale, religiosa e sessuale. Considerare la famiglia entro un perimetro rigido: uomo e donna che vogliono procreare, come sentenziato dal vescovo Mons. Anfossi, è condannare ai margini della società tutti coloro che in quel perimetro non vogliono stare. L’ipocrisia della Chiesa toglie i diritti per poi risanare i buchi con la beneficenza e il perdono. In uno Stato laico non funziona così che la santa Madre Chiesa si rassegni (e paghi l’ICI).

Lo sapevate?

7 ottobre 2010

Lo sapevate che in Italia un omicidio su quattro avviene in famiglia e che il settanta per cento delle vittime sono donne e che in otto casi su dieci l’autore è un uomo? Viva la famiglia! Sana struttura su cui poggia la società intera!

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Della privacy me ne fotto!

2 luglio 2010

Esercizio per la mente 1

Famiglia

La scusa è quella della difesa della privacy, la verità è molto più profonda. Intanto quale privacy? Ogni giorno riceviamo telefonate che ci invitano a quella o a quell’altra promozione: telefonia, vini, mobili, olii, vacanze… . Non ci lasciano pranzare in pace, dormire, andare in bagno: il telefono squilla e uno sconosciuto ci pubblicizza qualcosa, costringendoci spesso a far leva sulla maleducazione, salvo poi sentirci in colpa, pur di liberarcene. Conoscono le nostre abitudini, i nostri gusti, siamo sempre più rintracciabili… . E’ questa la privacy? No, il mercato è bulimico e della nostra intimità se ne frega. La nostra società è dettata dalle leggi del mercato quindi, di conseguenza, si potrebbe dire che la privacy non esiste, eppure formalmente lo Stato la difende. Perché? A parte la necessità del Primo Ministro di seppellire l’informazione per questioni personali, la difesa della privacy si confonde con quella della famiglia. E sulla famiglia si fonda il nostro Stato. Una famiglia sempre più ridotta, isolata, chiusa nelle pareti di casa, dentro alle quali ogni problema si fa gigante perché privato di un confronto che possa alleggerirne il peso. La famiglia è sola con i suoi problemi economici, sociali, affettivi. E’ questa la privacy! Una macchina che genera solitudine, che alleva la disperazione, che causa tragedie. La sacralizzazione del privato ha indotto la famiglia all’isolamento e la società che ne consegue è la sommatoria di queste solitudini. Eppure si è sempre detto che l’uomo è un animale sociale, dunque sarà a causa di questo vuoto che la famiglia è impazzita? E’ sufficiente leggere le cronache per rendersene conto. Una società sola è debole e ha paura. Più facile da manipolare. Utile e sano sarebbe tornare al sociale, coltivare il sentimento della comunità, dell’altruismo… per sconfiggere i demoni che, inevitabilmente, si fanno padroni nel buio di una ingannevole cella.

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Dio, Patria e Famiglia…

19 gennaio 2010

Perché no? (da Internet)

Il discorso famiglia non si discosta molto da quello sul crocifisso: entrambi sono appannaggio di un’ideologia religiosa che conferisce ad essi un significato globale valido per tutti. La croce è il simbolo della religione cattolica e per tradizione italiana ha il diritto di sovrastare sugli altri; la famiglia è un insieme immutabile, impermeabile ai cambiamenti sociali. Con queste sottaciute premesse si svolgerà a Donnas , sabato 23 gennaio 2010, all’oratorio Giovanni Paolo II, una giornata di festa che concluderà la serie di incontri sul tema La promozione della famiglia: un compito della comunità. Non ci sarebbe nulla da eccepire, se l’ iniziativa fosse curata solo dalla Chiesa e/o dalle associazioni che vi orbitano intorno, ma a tale percorso di formazione ha partecipato in primis l’Assessorato regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali, ente pubblico che dovrebbe stare al di sopra delle parti per il bene di tutti. Anche perché la famiglia, nel corso della storia, ha cambiato faccia.  Non è esattamente quella ci propone una certa pubblicità d’antan, ma un nucleo vario, complesso e in divenire. Allora cosa significa per una amministrazione pubblica promuovere l’immagine, stereotipata, ideologica, tanto cara alla Chiesa?

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Famiglia bocciata!

1 ottobre 2009
E mi raccomando non fatevi a pezzi appena esco di qui!

E mi raccomando non fatevi a pezzi appena esco di qui!

Il nuovo (si fa per dire) assessore alla Sanità, Albert Lanièce, presenterà, martedì 6 ottobre a Verrès, un percorso formativo sul tema La promozione della famiglia: un compito della comunità. Gli incontri si svolgeranno a Donnas presso i locali dell’oratorio interparrocchiale Giovanni Paolo II (e ridaje!). L’obiettivo di questo ciclo di appuntamenti è quello di promuovere la famiglia. Noi domandiamo cosa intendano gli organizzatori per famiglia. Un sospetto, a dire il vero, ce lo abbiamo e viene convalidato dal luogo dove le riunioni si terranno: l’oratorio! Difficile immaginare la presenza di una coppia gay che chiede consigli su come adottare un bambino fra le pareti intitolate a Papa Wojtyla. Base della nostra società è la famiglia Mulino Bianco con tanto di nonnetta che sa di pane alle noci e bambini che sanno di zucchero filato; salvo poi riconvertirne il sapore quando le luci della pubblicità si spengono per dar spazio alla cronaca.

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Domande sulla criminalità

27 febbraio 2009
Casa, dolce casa...

Casa, dolce casa...

Considerato che più dell’ottanta per cento dei crimini avviene in famiglia, cosa dobbiamo fare? aggiungere un posto a tavola per le ronde? Non passa giorno che non si legga di fidanzati, mariti, padri, figli, madri, mogli che si ammazzano, si picchiano, si violentano fra di loro: gran circo la famiglia! Fondamento sacro della nostra allegra società! Eppure tanta violenza pare non spaventare nessuno. Ma è normale?