Dio mio! Donzel mi accusa di stalking! Rispondo, qualche volta ai suoi post su fb e farei stalking. Fargli notare le sue contraddizioni. E’ stalking! Non risponde politicamente alle mie sollecitazioni. Non chiarisce da uomo politico qual’è e lo è sempre, perché la scelta di far politica comprende, oltre a molti privilegi, questo sacrificio. La mette, come fanno di solito, sul personale e mi trova pesante, mi accusa di molestie su fb! MOLESTIE? Ma veniamo al piccolo, divertente episodio. Poco dopo aver creato un casino considerevole all’interno del suo partito, casino che come cittadina coinvolge anche me che voto Pd e di cui la sorte mi sta a cuore scrive:“Che il ramo d’ulivo (cresciuto sui fianchi soleggiati delle nostre montagne) possa portare un messaggio di pace dove le guerre disseminano violenza e miseria…“, rispondo: “Beh, per uno che ha appena scatenato una guerra all’interno del suo partito l’augurio è alquanto inquietante.“. Mi sembra una osservazione ovvia, banale, scontata, inevitabile, prevedibile, trita, convenzionale… o forse avrei dovuto precisare: … scatenato una guerra cresciuta sui fianchi soleggiati delle nostre montagne?
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Sui fianchi soleggiati…
13 aprile 2014Ventuno gradi, troppi!
9 settembre 2013Oltre agli assessori Andrea Paron e Mauro Baccega, pure il grafico Arnaldo Tranti mi ha tolto l’amicizia su facebook! Caso? Necessità? Destino? Insomma quei 21° erano troppo caldi per lui. Ah ah ah ah!
Modernità ah ah!
28 dicembre 2012Rollandin scarica il PdL. Lo fa su twitter: semplice, veloce, sicuro e moderno. Anche il rugginoso leone si sta adeguando ai “nuovi” mezzi di comunicazione. Se Viérin sbarca su Facebook l’imperatore preferisce il più trendy twitter. Ma non basta vestirsi alla moda per essere nuovi.
Guardarsi intorno
7 novembre 2011Dalle pagine di facebook Erika Guichardaz comunica la sua grande stima verso il segretario locale del PD, Raimondo Donzel. Sullo stesso social forum Alessandro Pascale si dice orgoglioso di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione. Entrambi credono nei rispettivi partiti, entrambi ne condividono l’organizzazione e la relativa gerarchia. Eppure il mondo occidentale sta andando culturalmente da un’altra parte: da una struttura verticale a una orizzontale. I segni ci sono e, come sempre agli esordi, spesso mal compresi dal vecchio ordine. Non ho nessuna ricetta in tasca e credo che i partiti debbano ancora svolgere un ruolo, ma è impensabile non tener conto della nuova rivoluzione culturale che i mezzi di comunicazione di massa stanno apportando sul piano della comunicazione e del comportamento sociale.
Brutti, sporchi e cattivi!
24 agosto 2011Sembrano diritti, ma ai più risultano privilegi. Interessante il viaggio fatto da Aostasera su facebook per cercare il timbro nazionale sulla voce “Regioni a Statuto speciale” (http://www.aostasera.it/articoli/2011/08/22/19425/facebook-e-labolizione-delle-regioni-a-statuto-speciale). Nulla di nuovo: noi al resto d’Italia non piacciamo, d’altro canto nulla abbiamo fatto per renderci attraenti e simpatici. Abbiamo preso e poco abbiamo dato. Quello che sappiamo fare è sperperare denaro pubblico per favorire questa e quella famiglia, questi e quegli amici di famiglia, questi e quegli amici degli amici. Non abbiamo una scuola di eccellenza (le strutture sono penose e cadono letteralmente a pezzi); non abbiamo una sanità di eccellenza (lavori infiniti rendono i reparti dei centri di tortura); non abbiamo un trasporto di eccellenza (autostrada più cara d’Italia e una ferrovia da esaurimento nervoso); acqua (in abbondanza) energia (in abbondanza) carissime! Non siamo riusciti a dare un esempio di saggia amministrazione, a renderci portatori di un modello di sviluppo virtuoso da seguire, a offrire un turismo di qualità e di rispetto, insomma non siamo riusciti a essere all’altezza dei nostri diritti-privilegi. E’ dunque normale che i nostri compaitaliani ci trovino insopportabili.
C’è o ci fa?
25 febbraio 2011Ho sempre sostenuto che Alpe aveva gravi difficoltà nella comunicazione e mi rendo conto, ancor oggi, che il problema di ieri non è ancora stato risolto, vuoi per superficialità, vuoi perché tutti al suo interno si sentono esperti in questa disciplina. Copiare il manifesto del congresso dei grillini e facendoli incazzare, è stato un errore politico che li ha allontanati ancora di più, mentre sarebbe opportuno, per l’Alpe, tenerne conto; inoltre contraddice, con un fatto concreto, tutti i bei discorsi sull’etica, sulla correttezza e sulla novità che saranno alla base del Congresso Alpe. BRAVI! Non c’è che dire! Sicuramente è stato un errore commesso con troppa leggerezza, ma il risultato è pesante. Patrizia Morelli in televisione ha parlato dell’Unità d’Italia, usando il francese. BRAVA! Non c’è che dire! L’avranno capita in venti e tutti gli altri invece e nell’ipotesi più generosa, si saranno sentiti presi per i fondelli. Possibile che queste persone non avvertano un minimo di empatia verso il pubblico? Rigide come sono e contratte dentro l’ ideologica corazza che impedisce loro di sentire la pelle degli altri, avvisarne gli umori? Cosa pensano che abbiano percepito i telespettatori? Il rispetto verso la Storia valdostana? Le radici? NO! Avranno provato fastidio per una scelta considerata snob, lontana, elitaria; si saranno alzati per fare altro, avranno cambiato canale…, che poi la Morelli avesse tutti i diritti di scegliersi la lingua madre preferita è un altro discorso, qui si parla di saper fare comunicazione e cioè di far arrivare a destinazione un certo messaggio. “Alpe c’è”, è lo slogan nuovo, si fa per dire (Dio c’è , ve lo ricordate?), ma dove? Su facebook registra 20 amici e l’ultimo post data una settimana fa. Meglio non esserci che presentare questo ritrattino anoressico. Risorge spontanea una vecchia domanda: Alpe c’è o ci fa?
You Turi!
14 febbraio 2011Non si rende conto perché il suo intervento in Consiglio regionale abbia fatto tanto scalpore e spopoli su You Tube. E’ normale. Se se ne fosse reso conto, si sarebbe vergognato e non avrebbe fatto domande. Per Salvatore Agostino, l’uso dell’italiano è un optional, così come lo è per il suo paladino, Albert Cerise. Leggete qui (da La Stampa): “… sia sempre stato coerente con le esigenze di decoro e di rispetto che questa esigeva.”. Ma lasciamo perdere queste quisquilie formali e veniamo al contenuto espresso dal Presidente del Consiglio. Secondo l’illustre rappresentante delle nostre istituzioni, il consigliere Turi, si è espresso come un onesto lavoratore, perché, secondo Cerise, gli onesti lavoratori, prediligono alla dialettica, la mimica da baraccone. La vostra esperienza vi porta a dar ragione ad Albert? L’insegnante di vostro figlio, il panettiere sotto casa, l’impiegato di banca, il parrucchiere, l’amministratore di condominio, l’operaio della Cogne, tutti onesti lavoratori, si esprimono come Agostino? No! Come lui no. – E’ un uomo di popolo che rappresenta la gente comune – insiste il Presidente che se la prende con i grillini, accusati di essere fustigatori di costumi e impermeabili alla semplicità del pensiero. Turi è figlio dei nostri tempi che sono tempi berlusconiani. Ha sdoganato il parlato-da-bar come Silvio ha dato spazio ai gestacci, alle barzellette ecc ecc, con la giustificazione di far parte del popolo. Una volta, ormai tanto tempo fa, si chiedeva ai delegati di essere meglio della media rappresentata. Che fossero davvero migliori non si sa, ma almeno la lingua era salva.
Digressione 7
10 febbraio 2011Discussione interessante, ma allo stesso tempo inquietante su Facebook. La introduce Aurelio Mancuso, pubblicando un pensiero di Elisabetta Lunardi. Secondo quest’ultima è molto più libera una donna che “gestisce” il suo corpo ai fini carrieristici che una costretta a casa ad accudire vecchi o bambini. Aurelio trova questa riflessione “Stupenda”. A mio parere, invece, trattasi di una stupenda banalità. Non sono le due facce della stessa medaglia? Possibile che intorno alla donna non ruotino altri punti di vista che non siano per forza quelli o di madre o di puttana? Secondo Mancuso la libertà è anche l’autodeterminazione del proprio corpo e va bene, meno bene quando questa autodeterminazione viene usata per fini che considero amorali. Quali? Quelli per far carriera, ad esempio. Vorrei che il primario donna del mio ospedale e di tutti gli ospedali del mondo, svolgesse il suo ruolo perché è competente e non perché ha belle cosce che mette consapevolmente a disposizione. Vorrei che l’assessore che decide del mio territorio fosse stata eletta perché ha convinto la sua parte di elettorato senza prendere in prestito le sue prorompenti tette. Che la donna usi liberamente il suo corpo per piacere o per scelta professionale, se di scelta si tratta, ma che non ne faccia merce di scambio con la meritocrazia. No, caro Aurelio io non mi mischio con queste donne che hanno occupato importanti ruoli solo perché possiedono un bel sedere e non cosidero libera una ragazzina che si lascia usare per una ricarica del cellulare. Non è questa la libertà sessuale per la quale mi sono prodigata in gioventù, perché di libertà non si tratta. Ancora una volta la donna per essere ha bisogno dell’uomo sia che la spupazzi o che la sposi. Questa fasulla considerazione di libertà fa il verso al berlusconismo imperante, prova che ha radici ovunque e qui l’inquietudine sorge e corruga la fronte.
Colletta per Cleto!
6 luglio 2010La richiesta dell’ex-imprenditore, Cleto Benin, attualmente consigliere regionale del PdL, di poter usufruire per intero l’assegno di consigliere, perché gli attuali 1.500 euro di mantenimento non gli consentono una vita dignitosa, ha scatenato le ire del web. Su Facebook si è costituito un nuovo gruppo che si titola: ”Facciamo una colletta per Cleto che non riesce a vivere con 1.500 euro al mese”. Giustamente indignati, i fondatori del gruppo così si esprimono: ”Molte persone che ha lasciato sulla strada e che aspettano ancora soldi da lui vivono in mobilita’ con 650 euro, ci vuole proprio del coraggio per fare tali affermazioni”. (ANSA).
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