Una domanda che mi faccio e alla quale non so dare risposta è la seguente: come mai la Regione ha redatto il provvedimento dirigenziale n. 678 in data 15 febbraio 2011, in cui si dichiara che la realizzazione del fabbricato con annesso parcheggio pubblico dell’ospedale, non è soggetto alla procedura di V.I.A (valutazione impatto ambientale)? Secondo il documento non sono stati segnalati impatti significativi sull’ambiente. Dobbiamo fidarci a scatola chiusa. Nessuno sa niente di quanto profondo si è realmente scavato, se si è trovato qualcosa … e cosa realmente significhi impatto ambientale. (Che il monossido di carbonio prodotto dalle auto non crei problemi nel luogo e a un passo dall’ospedale?). A noi, gente comune e lasciata nell’ignoranza, non resta che fidarci: dell’Ente territoriale competente del Comune, del Servizio geologico, della Direzione urbanistica, della Direzione Tutela beni paesaggistici e architettonici, della Direzione restauro e valorizzazione che hanno fatto le loro osservazioni, grazie alle quali è disposta la non assoggettabilità al V.I.A. Una fiducia che ci è difficile da accordare. Infatti non è che quello che circonda l’area dell’ex Residence Mont Blanc sia del tutto trasparente e fatto, come si dice nel linguaggo specifico, a regola d’arte.
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Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
12 giugno 2013La ‘ndrangheta made VdA (10° puntata)
7 Maggio 2013La comprensione di un fenomeno può iniziare dalle parole. E’ un metodo che può servire sia ai lettori di queste note, sia agli investigatori, come richiama la dr.essa Bompieri, quando afferma “esplorare il materiale investigativo… superando il significato apparente delle parole”.
La parola che analizzeremo oggi è particolarmente inflazionata in Vda, sopratutto in periodo elettorale : si tratta del termine “amicizia”. Ma veniamo alla parte della sentenza che parla delle peculiari caratteristiche mafiose delle estorsioni avvenute. Così recita la sentenza:
“E’ poi oltremodo significativo quanto dichiarato proprio da Michele Raso nel corso dell’interrogatorio reso al Pm il 23 gennaio 2012 (ossia tre mesi dopo che Salvatore, fratello di Michele, era a stato ammazzato a San Giorgio Morgeto, ndr). Alla domanda circa le modalità attraverso le quali egli pensava di poter convincere gli estorsori a “lasciare in pace” i Tropiano, Raso ha risposto che li avrebbe persuasi “con la forza dell’amicizia (…) dicendo che erano miei amici”. Il linguaggio utilizzato da Raso nella risposta data al magistrato è davvero eloquente ed è, per così dire, una sorta di vera e propria “confessione” dell’aggravante (della modalità mafiosa dell’estorsione, ndr).
Raso ha spiegato a parole il metodo tipico dell’ambiente mafioso e che ha caratterizzato anche l’intervento suo e di suo fratello nell’episodio estorsivo, modalità comune e condivisa dagli estorsori, dagli intermediari, dagli estorti: è chiaro che pensare di fare fruttuosamente ricorso, trattando con l’estorsore, al rapporto di “amicizia” con le vittime, al fine di ottenere l’interruzione di un’azione estorsiva attuata con gravi minacce di morte, invio di bossoli, sparatorie in casa, sarebbe semplicemente ridicolo. A meno che parlare di “amicizia” non significhi, in realtà, fare riferimento a una certa “sensibilità” nella percezione del rapporto. Quindi a un codice di comportamento, comune sia ai Raso, che all’amicizia avrebbero fatto appello, sia a Facchinieri e ai suoi complici, che tale appello avrebbero sentito.
La dr.essa Bompieri analizza ora il termine lessicale:
“Appellarsi alla “amicizia” significa in realtà rivendicare una sorta di “esclusiva” nel rapporto con alcuni soggetti, quasi si trattasse di “segnare il territorio”, garantendo, così, una sorta di “impermeabilità” dei protetti rispetto ad iniziative latamente aggressive provenienti da terzi; proprio il motivo per cui i Tropiano si erano immediatamente rivolti ai Raso. Il riferimento al concetto di “amicizia” con i Tropiano avrebbe così identificato, nel rapporto con Facchinieri, l’ambito entro il quale i Raso si riservavano una sfera di potere: esplicitazione “da manuale” della mentalità mafiosa. Da ultimo, non può sottovalutarsi il comportamento stesso dei fratelli Tropiano: sin dalla prima manifestazione della richiesta estorsiva, le vittime si rivolgono innanzitutto (non alla polizia, bensì) ai fratelli Raso.
Cioè a soggetti che, storicamente, avevano svolto nei loro confronti il ruolo di intermediari nella gestione di questioni relative a rapporti che presentavano aspetti di criticità.
Conclusione.
“Alla luce delle conversazioni registrate, è certo che i Tropiano ritenevano l’intervento dei Raso più idoneo e incisivo di quello delle forze dell’ordine: così, nonostante l’estorsore li avesse esplicitamente ammoniti a non fare ricorso a “mammasantissima”, i Tropiano interessavano della questione i Raso ancor prima della polizia. Addirittura, comunicavano ai primi particolari della vicenda (la ricezione di lettere e bossoli) che non comunicavano alla seconda; vieppiù, facevano portare avanti la trattativa dai Raso anche quando la polizia era stata, prima informalmente (conversazione con ispettore Giovanardi) e poi formalmente (denuncia a commissario Martina), investita dell’indagine. La volontà dei Tropiano, quale emerge più volte dalle conversazioni registrate, di sapere chi avanzava richieste nei loro confronti e con chi avrebbero dovuto trattare, vedendolo in faccia, seduti attorno a un tavolo, evidenzia oltremodo l’assoluta particolarità della vicenda estorsiva, che segue gli stilemi tipici dell’ambiente mafioso, dove anche per la vittima, se “protetta”, si impongono innanzitutto interessi diversi da quello dell’arresto degli estorsori, che diventa del tutto secondario, sicché la vicenda estorsiva inizia a seguire dinamiche del tutto estranee a quelle tipiche di una ordinaria estorsione.” (roberto mancini)
La ‘ndrangheta made VdA (6° puntata)
21 aprile 2013Le motivazioni della sentenza Tempus Venit del giudice Federica Bompieri pongono anche una domanda, finora rimasta senza risposta in quanto le indagini sono ancora in corso: esiste un eventuale nesso fra il barbaro omicidio di Salvatore Raso in Calabria e l’estorsione che avviene in Valle d’Aosta ai danni di Tropiano?
Che la partita si giocasse anche in Calabria e a San Giorgio Morgeto lo dimostrano i colpi di fucile indirizzati il 20 agosto 2011 contro le finestre della casa di Maria Giovinazzo, cognata di Giuseppe Tropiano in quanto moglie del fratello Salvatore. Alcuni brani delle tre lettere estorsive che giungono a Giuseppe Tropiano a firma “avvocato Silente”, sono illuminanti rispetto al conflitto in atto: le minacce riguardano non solo i Tropiano, ma pure eventuali “mediatori”.
“Badate bene che se pensate di rivolgervi o di essere protetti da qualche mammasantissima vi sbagliate e di molto” (datata 18 maggio 2011). “Cerchi di non fare lo stronzo o l’infame, non dia ascolto a qualcuno dei suoi compari più stretti, perché le stanno dando cattivi consigli. I pallettoni quando arrivano non chiedono permesso a nessuno, chiaro il concetto? A lei sta a portare il valore della sua esistenza all’equivalente di due sigarette Malboro” (non arriva via posta, ma viene messa insieme a due cartucce nella macchina di un fratello di Giuseppe durante la festa dei calabresi nel luglio 2011). “Dovete fare molta attenzione perché può capitarvi qualche gravissimo incidente. Inoltre sarebbe bene che ti preoccupi seriamente dei tuoi famigliari anziché dei tuoi cantieri e di tutti i tuoi mezzi di lavoro. E non continuare a consultarti con persone che pensi ti possano risolvere la questione perché non possono risolvere nulla in quanto per noi è una questione di principio (…). Noi abbiamo molto tempo e tante persone calabresi che sorvegliano te (…) A noi non interessa se paghi i tuoi amici calabresi Raso e compagni” ( è del 6 dicembre 2011, spedita per posta e intercettata dagli investigatori).
La sentenza spiega minuziosamente che l’affermazione “Abbiamo moltissimo tempo” indica che l’obiettivo dei Facchineri non è semplicemente quello di fare sporadiche operazioni criminali a fini di lucro. I Facchineri insomma mirano più in alto. Posto che le vittime delle tentate estorsioni (Tropiano e Monteleone) sono personaggi al massimo livello dell’imprenditoria valdostana è chiaro che l’infiltrazione nel tessuno economico e imprenditoriale della Regione poteva fruttuosamente prendere piede. La conclusione del giudice è che gli obiettivi dei Facchineri sono: “Rivendicare una posizione di supremazia sui Raso in Valle d’Aosta come a San Giorgio a Morgeto e dintorni, da un lato, dall’altro, senza faticare in proprio, inserirsi nei lucrosi affari dei calabresi che avevano fatto fortuna in Valle d’Aosta: due finalità che andavano ben oltre l’occasionale arricchimento ricavabile dalle due estorsioni per le quali si procede”.
Insomma i Facchineri hanno un duplice obiettivo: in Calabria imporsi sui Raso e in Valle d’Aosta, dimostrando l’insufficiente protezione accordata dai Raso, inserirsi negli affari locali.
La ‘ndrangheta made VdA (3° puntata)
17 aprile 2013Questa lettera viene intercettata dagli inquirenti in data 6 Dicembre 2011.
“Carissimo il nostro amico Tropeano come va… ti facciamo saper che abbiamo preso una decisione questa volta definitiva e sarebbe molto bene per te di dare a cesare quello che é di “cesare” e cioè i nostri soldi un milione di euro, ti diamo tempo fino al prossimo 20 Dicembre da quella data in poi tu e tutti i tuoi prossimi congiunti figli fratelli e nipoti dovete fare molta attenzione perché può capitarvi qualche gravissimo incidente inoltre sarebbe bene che ti preoccupi seriamente dei tuoi famigliari anziché dei tuoi cantieri e di tutti i tuoi mezzi di lavoro, e non continuare a consultarti con persone che pensi ti possano risolvere la questione perché non possono risolvere nulla in quanto per noi é una questione di principio come ti abbiamo detto sin dall’inizio e vedrai che se non paghi tu quei cantieri non li finisci noi abbiamo molto tempo e tante persone calabresi che sorvegliano te e a tutti i tuoi amici perciò se non paghi e solo una questione di tempo ma tu fari una brutta fine. A noi non interessa se paghi i tuoi amici calabresi Raso e compagni a noi ci devi dare il nostro e noi usciamo fuori di scena e non avrai più problemi, se poi insisti a portare la questione in cassazione sappi che ne verrà fuori una pessima sentenza … se vuoi intendere paga! Noi non telefoniamo più sei tu che devi darti da fare come? Fai così: Se vuoi pagare devi affissare dei cartellisi vende nella casa di tuoi fratello dove hanno sparato le finestre giù in Calabria, i cartelli devono essere bene in vista in modo che chiunque passa dalla strada li può vedere, sui cartelli dovrai specificare il prezzo della vendita della casa ossia 100.00 che equivale a un milione di euro. Inoltre ti diamo un’altra possibilità ammettiamo che non hai subito tutto il milione di curo ma ne hai 700.00 sui cartelli metti che si vende per 70.00mila euro capito! Bada bene a non prenderci in giro e di non pensare di farci fuori con una manciata di noccioline perché noi vogliamo un milione di euro tuttavia con 700.00 possiamo chiudere la questione definitivamente. In buona sostanza se vuoi pagare ora sai come devi fare e fallo subito così sappiamo di che morte voi morire, a contattarti ci penseremo con calma noi e poi ti daremo ulteriori istruzioni capito! E rammentati che tutto questo non é un giochetto alle carte ma una questione estremamente seria la quale dipende la vita delle persone in primis la tua e dei tuoi prossimi congiunti…Per assicurarti che siamo sempre noi l’avvocato Siliente. Ti salutiamo”.
La ‘ndrangheta made VdA (2° puntata)
16 aprile 2013Questa lettera viene recapitata a mano, con due cartucce a pallettoni, nell’auto di Angelo Tropiano, fratello di Giuseppe. Il contatto avviene durante la festa dei calabresi, San Giorgio e Giacomo, ossia nel luglio 2011.
“Egregio signor Tropiano la invitiamo ancora una volta di usare il buon senso e di essere collaborativo con noi, senza farci giungere a strategie…… bellicose che le causeranno seri problemi a lei, e ai soci della sua azienda e quindi cerchi di trattare con il nostro interlocutore per telefono senza inventarsi storielle inesistenti perchè nessuno di noi potrà venire nel suo ufficio o a casa sua anzi spera che questo non accada mai perchè se verrà qualcuno di noi a trovarla non sarà certo per bere un caffè…… Badi bene che noi vogliamo i soldi il 3% trattabili su tutto l’affare sempre se tutto si svolgerà tra noi e…. aumma aumma, … comprende capisci diversamente non vogliamo più il 3% ma molto, molto di più. Le rammentiamo che oggi il sequestro di persona non si pratica più ma in teoria è molto attuale che nella sua famiglia che ci sono i suoi figlioli che sono molto vulnerabili, pensi se a una di loro capitasse un incidente o in buona sostanza lei non ha valutato neanche un pò la serietà della richiesta e delle persone che ci sono dietro. Lei ci dice di essere un pregiudicato ed allora con questo pensa di poter condizionare le nostre intenzioni o ritrovare un diversivo per non contattare il nostro interlocutore al telefono. Cerchi di non fare lo stronzo o l’infame non dia ascolto a qualcuno dei suoi compari più stretti perchè le stanno dando cattivi consigli i pallettoni quando arrivano non chiedono permesso a nessuno chiaro il concetto a lei sta a portare il valore della sua esistenza all’equivalente di due sigarette Marlboro le diciamo che con i suoi soci se la dovrà sbrigare lei e se loro non vogliono collaborare cerchi di concludere per quanto riguarda la sua quota che ai suoi soci ci penseremo noi chiaro? A scanso di equivoci il nostro interlocutore si farà conoscere sempre come avvocato Silienti e con le sue e con lui deve trattare tutto e non si inventi altri diversivi perchè non le telefoneremo più e da adesso in poi lei perderà la serenità, la tranquillità la pace a qualcosa di più caro è se non conclude questo contenzioso che ha verso di noi la salutiamo”.
La terza lettera è l’unica che non viene trovata. Ne accennano però due intercettazioni ambientali di dipendenti Edilsud (l’impresa di Tropiano, ndr), per cui gli inquirenti la situano temporalmente nel Settembre 2011.
La ‘ndrangheta made VdA
14 aprile 2013Con una serie di puntate dedicate alla ‘ndrangheta in Valle d’Aosta, il giornalista Roberto Mancini ci aiuterà a comprendere meglio questo fenomeno criminale che ha messo radici tra di noi. Ne hanno già parlato i giornali, ma il problema è così grave che occorre riparlarne e riparlarne ancora, perché sappiamo bene che se la memoria è corta la malavita ha vita lunghissima. Per una settimana Roberto pubblicherà del materiale molto interessante sul tema: lettere e analisi che, spero, sapranno risvegliare la coscienza collettiva e di conseguenza far nascere delle domande e delle riflessioni. Abbiamo la ‘ndrangheta in casa, lo abbiamo letto, ma non basta dobbiamo percepirne la presenza, perché solo così riusciremo a capire come stanno realmente le cose e, magari, a voltare pagina. A me risulta difficile credere che le amicizie particolari dell’imprenditore Giuseppe Tropiano (condannato in primo grado per favoreggiamento su “tentate estorsioni” legate ad ambienti della ‘ndrangheta) fossero del tutto sconosciute alla classe politica che ci governa. Amicizie che non hanno impedito un affido diretto per la realizzazione del parcheggio dell’ospedale. Una procedura d’incarico che ha sollevato e solleva molti dubbi sulla sua legittimità. Denaro pubblico che rischia di diventare denaro sporco.
L’uomo di peluche!
12 aprile 2012Non gliene va bene una all’assessore di peluche. La magistratura lo ha rinviato a giudizio per abuso edilizio riguardo a un immobile di proprietà nel paese natale: Saint-Rhémy-en-Bosses. Ma la cosa più curiosa che emerge da questa storiella di banale ovvietà è che l’impresario che cura i lavori di ristrutturazione è quel Giuseppe Tropiano coinvolto in un’indagine che lo vede vittima di un’estorsione da parte di alcuni ‘ndrini, ma anche di favoreggiamento in quanto prima di rivolgersi alla Questura per denunciare il fatto, cercò di risolverlo con un fai da te, parlandone con altri appartenenti alla casa madre della criminalità organizzata. Lo stesso impresario che venderà a peso d’oro qualche centinaio di garage alla Regione e che, si presume, sia la ragione di tanto accanimento da parte dei politici di maggioranza nel voler costruire proprio lì l’ospedale con tutti i problemi e gli oneri che ne derivano. Coincidenze che per l’assessore non rivelano niente di problematico.
Si chiama follia!
5 marzo 2012Mi sono sempre chiesta come potessero vivere gli inquilini dei palazzi prospicenti il parcheggio interrato dell’ex residence Mont Blanc. La risposta è scritta nell’esposto inviato alla Procura di Aosta dove una cinquantina di persone si lamenta del “rumore, polvere, gas di scarico e danni strutturali agli edifici… in alcuni casi disturbi di origine allergica agli occhi e alla cute” (La Stampa). Questa fotografia del disagio precede quella che seguirà quando inizieranno gli scavi dell’ospedale: rumore, polvere, gas nocivi tutto a carico dei malati. Così impossibile, terribile, incongruente pensare di costruire un ospedale fuori città?
No problem!
2 febbraio 2012Dal Comunicato stampa di Alpe: ” «La vicenda dell’ex Residence Mont Blanc è emblematica», dichiara Albert Chatrian. «L’Amministrazione ha sottoscritto un contratto milionario con una società di cui è socio maggioritario e amministratore unico l’imprenditore Tropiano, con una procedura che non ha nessuna delle caratteristiche fissate dal Codice dei contratti pubblici (Dlgs 163/2006), il quale stabilisce che l’affidamento e l’esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture, oltre a garantire la qualità delle prestazioni e svolgersi nel rispetto dei principi di economicità e correttezza, deve anche rispettare i principi di libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza, nonché quello di pubblicità. La trattativa, invece, si è svolta in forma riservata e con modalità a dir poco opache. Non c’è stata nessuna pubblicità né alcun tentativo di cercare soluzioni alternative da mettere in concorrenza con quanto proposto dalla società Saint-Bernard. La nostra preoccupazione è alta.” Di fronte a questa preoccupazione il Presidente Rollandin tranquillizza: tutto è a norma di legge. E’ tipico dei Presidenti tranquillizzare, secondo lo stesso solo qualche mese fa non c’era nessun pericolo di infiltrazione mafiosa in Valle. E secondo quell’Altro l’Italia non attraversava nessuna crisi! E intanto la cifra corrisposta dal pubblico senza gara d’appalto sale a un milione di euro!
Aumma aumma!
28 gennaio 2012Il signor Tropiano, quello di Edilsud e cioè dell’affaire ex Residence Mont Blanc e cioè dei garage pagati al doppio del loro prezzo e cioè del patron della Festa dei calabresi, è indagato per favoreggiamento. Come avevo avuto l’ardire di scrivere tempo fa, una persona normale non avrebbe chiesto, dopo aver ricevuto delle minacce, aiuto a una nota famiglia calabrese per avere la dovuta protezione, ma alle Forze dell’Ordine. Un gesto simile è caratteristico di una “familiarità” alquanto sospetta. Che lo abbia fatto dopo, se lo ha fatto lui: le informazioni sul caso non trapelano, non lo giustifica a sufficienza.
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