Posted tagged ‘Emilio Chanoux’

Niente da festeggiare!

27 marzo 2015

Etienne Andrione, fondatore di “Esprit Valdôtain” e segretario della Fondation Chanoux, candidato sindaco per UVP, ALPE e Altra Vda, la coalizione che si taccia per centrosinistra, è uomo riconosciuto in quanto assertore dell’indipendentismo valdostano da sempre. Leggiamo dal sito Esprit valdotain: “Le 18 mai 1944 Emile Chanoux, chef de la Résistance Valdotaine, livré par la Résistance Italienne aux fauves fascistes, fut torturé à mort.” Secondo gli integralisti autonomisti, Emilio Chanoux fu consegnato alla belva fascista dalla Resistenza italiana. Ecco che ora il figlio del Mario, ex presidente di Giunta, è sostenuto dalla Sinistra-con-i-controcazzi, la stessa che intercala la parola “Resistenza” in tutti i suoi discorsi. Che canta “Bella ciao” sempre e ovunque e, oggi, candida un uomo che con la Resistenza italiana non intrattiene buoni rapporti.  (altro…)

Onore ai caduti

30 aprile 2012

Riceviamo da Carola Carpinello e volentieri pubblichiamo.

Da cittadina legatissima al 25 aprile provo sconforto, ogni anno di più, per come viene maltrattata la commemorazione  ad Aosta. Anche quest’anno ho assistito, con i  miei bambini, alla cerimonia in Piazza Chanoux e in via Festaz: ne ho per tutti. Perchè tenere sempre più ai margini i cittadini? La banda da un lato, il picchetto di Alpini dall’altro ed il palco chiudono ogni visuale e danno la spiacevolissima sensazione che non sia la celebrazione di tutti e che la popolazione sia accolta con un po’ di fastidio. Nell’incipit il sindaco ha menzionato tutti tranne i cittadini, semplice dimenticanza? In tanti abbiamo notato questo fatto, io lo ritengo molto grave. Fino a due o tre anni fa la Banda eseguiva SEMPRE Bella Ciao, assieme all’inno di Mameli  e alla canzone del Piave (che a me piace ma che ci azzecca con il 25 aprile? Mistero).  Quest’anno è stata  eseguita a celebrazione ufficiale terminata, a palco vuoto, quasi con vergogna. L’Anpi non ha niente da dire in proposito? Infine, proprio non capisco le polemiche sulle bandiere di partito. La DC partecipava con le proprie bandiere, così come il PCI e tutti i partiti democratici nati o riemersi dopo il 25 aprile. Non ci troverei niente di strano a vedere, chez nous, le bandiere dell’UV, sempre che la dirigenza attuale si ricordi chi era Emile Chanoux! Le bandiere sono un OMAGGIO ai caduti! A tal proposito perchè in piazza c’erano bandiere strettamente arrotolate e non sventolanti, si capivano che erano rosse,  ma perchè tenerle così? Troppo giovane per aver partecipato alla Resistenza, abbastanza vecchia per essere stata educata ai suoi valori, cerco di trasmetterli ai miei figli ma vedo sempre di più che l’opera non è compiuta. I fascismi di oggi si chiamano in modo diverso, sono la disonestà, l’intolleranza, l’individualismo becero e stanno portando la nostra società nel baratro che le donne e gli uomini di allora hanno evitato. Non dobbiamo dimenticare mai che senza quei sacrifici io non potrei scrivere questa lettera e credo che neanche i revisionisti dell’ultimo minuto avrebbero libertà di espressione. Amo molto l’epigrafe scritta da Calamandrei; che sia chiaro per i camerata Kesserling di oggi e domani:

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.

Borghezio è loro!

21 Maggio 2010

Borghezio, il loro parlamentare! (Immagine tratta da Internet)

E’ la pancia di Emilio Chanoux l’obiettivo della mano con le cinque dita che sono le cinque liste, quando si chiude a pugno. Considerare Mario Borghezio, europarlamentare della Lega, come uno dei “nostri parlamentari”, come lo ha definito Alberto Cerise, Presidente del Consiglio, suona come una bestemmia! Incitare alla violenza fisica da parte del Prefetto, Augusto Rollandin, va oltre il diritto di critica e non ha nulla del diritto di satira. Ma tutto ciò è coerente. Chiaro come il sole. Il partito dell’amore verso la destra, si è tolto l’ultimo velo di ipocrisa: oggi sappiamo con chiarezza con chi abbiamo a che fare. Lo sapevamo anche ieri, ora però è dichiarato! Borghezio è quello del “che puzza di merda” quando saluta un nero; quello delle 750.000 lire di multa per aver picchiato un bambino marocchino, quello della cartolina indirizzata all’onorevole Violante con su scritto viva Hitler, quello dell’incendio scoppiato su alcuni pagliericci di immigrati, quello del « Bisogna rientrare nelle amministrazioni dei piccoli comuni. Dovete insistere molto sull’aspetto regionalista del movimento. Ci sono delle buone maniere per non essere etichettati come fascisti nostalgici, ma come un nuovo movimento regionale, cattolico, eccetera, ma sotto sotto rimanere gli stessi. » Questo “signore” è considerato oggi dall’Union, partito che si dice nato dalla Resistenza, uno dei nostri parlamentari! Hanno ragione, il suo pensiero politico si adatta molto bene all’odierna politica di chez-nous!
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Autonomia in svendita

29 gennaio 2010

La Triplice Alleanza

Chissà, se nel folto gruppo di coloro che votano Union, c’è qualcuno che storce il naso all’idea di vedersi tra poco accanto il PdL.  A sentire Piera Diémoz si direbbe di sì. Infatti la signora Diemoz prega i dirigenti del suo Mouvement di non vendere il partito a Berlusconi, probabilmente in virtù della forte contraddizione che vede i principi fondanti dell’UV scontrarsi con quelli del Popolo della Libertà. Cosa le risponde il compagno di partito Osvaldo Chabod? In buona sostanza le risponde che i valori ideali si possono facilmente accantonare per dar spazio al pragmatismo del guadagno (in senso politico). Che per questa realistica ragione ci si può accompagnare anche con chi ha idee diverse dalle proprie, con chi è culturalmente un nemico. Miracolo del compromesso! Per convalidare il brillante cinismo di questa teoria, Chabod prende ad esempio la Lega nord, partito rimasto vergine nell’identità, nonostante la comunanza con il Premier. Un partito dalle idee forti, vicino nel cuore e nell’anima all’Union, entrambi padri del federalismo. Si complimenta Chabod, dalle pagine del Peuple, del successo conseguito da Bossi in materia di federalismo fiscale: primo pilastro del federalismo globale! Cita Prezzemolo-Chanoux che invitava i pigri valdostani a non soggiornare troppo a lungo nelle pieghe del passato, ma di marciare svelti verso il futuro e cioè, secondo l’interpretazione di Chabod, dritti dritti nelle braccia del Popolo della Libertà. Sorvolando così sulle minacce verso la nostra autonomia proferite proprio dalle camicie verdi, facendo spallucce alla xenofobia e al razzismo, mettendo pannoloni ecologici (nuova virtuosa campagna della Zublena) per assorbire la fifa che un autentico federalismo fiscale dia una dolorosa sforbiciata ai nostri contributi statali!

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STORICO: Chanoux e Mussolini ensemble!

9 aprile 2009

 

L'Union Valdotaine della Seconda Repubblica

L'Union Valdotaine della Seconda Repubblica

E’ andata! La modernità ha finalmente prevalso sulla tradizione! Gli unionisti del ventesimo secolo che vivono nella Seconda Repubblica  (ma la Valle d’Aosta non è una Nazione a se stante?), hanno dimostrato di essere finalmente maturi per confrontarsi liberamente con la Storia. Tradotto: di farsi senza scrupoli i cazzi loro! Tutto per salvaguardare gli interessi del popolo (sempre più ibrido) VALDOSTANO! La linea politica è dunque quella che vede l’Union Valdotaine sul bordo di un marciapiede in attesa di clienti. Più facoltosi sono è meglio è. Cosa non si fa per il bene della ggente! Così anche Chanoux è chiamato a un nuovo sacrificio: quello di andare a braccetto con la nipote del Duce; ormai signora matura e neanche più bbona!

Franza o Spagna purché se magna!

8 aprile 2009
Joseph in fuga dalla Storia

Joseph in fuga dalla Storia

Una cosa è certa! La Storia è un fatto puramente decorativo e la si inventa a seconda dei bisogni. Così Joseph Rivolin, sulle pagine del Peuple scrive che Emilio Chanoux non fu ucciso dai fascisti, ma dallo Stato italiano, che a quel tempo si chiamava Repubblica Sociale Italiana (dov’è la differenza se lo Stato era governato dai fascisti?). Lo storico negazionista aggiunge che Chanoux fu tradito dai partigiani perché e qui prende a prestito le parole di Ernest Page, il CLN piemontese non era interessato a combattere i tedeschi e neppure i fascisti, ma lottava per soffocare il germe dell’ideale valdostano! E ‘sti cazzi! Cosa non si inventa il Joseph pur di giustificare, agli occhi degli iscritti, il desiderio dei dirigenti unionisti, di cui fa parte, di allearsi con il PdL! Partigiani che lottano e si fanno uccidere perché spaventati dall’idea di una Valle d’Aosta autonoma e per questo dipendente dalle casse dello Stato, ih ih ih… . Sempre secondo il revisionista-unionista tutti i partiti nati dalla Resistenza italiana (si vede che quella valdostana è un’altra cosa), avevano, chi in un modo chi nell’altro, una parte di responsabilità nella morte di Chanoux. Il fatto poi che il partito nato dalla resistenza valdostana (si vede che quella italiana è un’altra cosa), l’UV, fu costretto ad averci a che fare è solo per evitare seri problemi (quali? la mancanza del vitalizio?). Dunque, secondo l’analisi “storica” del nostro “storico”,  i partiti della Seconda Repubblica, essendo diversi da quelli della Prima e quindi estranei all’omicidio, non inibiscono l’Union dall’abbraccio con La Russa, Gasparri, Mussolini, Storace … i loro amici Calderoli, Borghezio… .

Il buco giusto

23 marzo 2009
Je suis fait pour éclairer le monde!

Je suis fait pour éclairer le monde!

“Ci sono dei popoli che sono fatti per dare luce al mondo. Non sono grandi popoli nel senso del numero, ma lo sono in quanto portatori di verità e di avvenire.” Chi scriveva questo è il pluricitato Emilio Chanoux, chi lo tira in ballo per ultimo è lo sconosciuto David Follien sul giornaletto parrocchiale dell’UV. Considerarci portatori di verità è una barzelletta che ci fa piegare in due dalle risate. Forse l’Emilio, pensando ai suoi valligiani, intendeva dire portatori d’acqua… e su questo gli diamo perfettamente ragione. Invece, il povero David crede fermamente che l’ideologia unionista, fondata sul patrimonio etnico-linguistico (quale etnia? quale lingua?), sia un faro per l’umanità. Non gli sfiora neppure il dubbio che l’Umanità intera non sa della nostra esistenza. Quando siete in vacanza all’estero e un indigeno vi chiede da dove venite e voi gli rispondete Valle d’Aosta, leggete l’interrogativo nei suoi occhi? Sì, lo leggete e correggete subito il tiro, aggiungendo: Monte Bianco o Torino oppure Milano. Solo dopo queste indicazioni l’ospite riesce a darvi una collocazione geografica. Allora che razza di luce possiamo irradiare se nessuno sa dov’è l’interruttore? Invece noi valdostani viviamo nell’arroganza di essere l’ombelico del mondo. Se proprio vogliamo prendere in prestito un buco, quello giusto per noi si trova un pochino più sotto.