Posted tagged ‘Emile Chanoux’

Esprit de victoire?

17 Maggio 2014
Il y a des peuples...

Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux; ils sont faits pour éclairer le monde…

“Il y a des peuples qui sont comme des flambeaux; ils sont faits pour éclairer le monde…”, ma Chanoux avrà pur scritto altro e di più spesso di questa frase-prezzemolo-rucola-parmiggiano che ormai ci fa venire il voltastomaco tanto è antistorica e presuntuosa?

La noia per il XXV Aprile

27 aprile 2013

L’Uv nasce nell’Ottobre 1945, ossia quando la Resistenza è ben conclusa. Dal 1943 -1945 la Francia gollista, con ottime e comprensibili ragioni, finanzia bande minoritarie di ispirazione filo-francese e separatista, che spaccano il CLN. Per fortuna, grazie a Federico Chabod e agli anglo-americani che fermano De Gaulle, rimaniamo Italia. Sennò diventavamo un dipartimento francese, retto da un prefetto, niente autonomia per Paperoni e nel 1960 les valdotains potevano fare i guerrieri alpini in Algeria, torturando i fellagha. Essendo andata diversamente, il giovane Viérin (da figlio di Prefetto…) può  giocare al guerrigliero scrivendo “merde à l’Italie” sui muri… Disgusto per queste manipolazioni unioniste, che però delineano una strategia culturale: “chi è padrone del passato, disegna il futuro”. Il concetto gramsciano di egemonia culturale, concepito e realizzato dalla Vierin – family per 40 anni, si è estrinsecato in manifestazioni del XXV Aprile così formulate: “oggi la corale Emile Chanoux si esibirà al teatro Emile Chanoux, in piazza Emile Chanoux. Repertorio: canto “in morte di Emile Chanoux”. Alla fine del concerto la fondazione Emile Chanoux distribuirà premi agli studenti delle medie, autori di un tema su “la figura di Emile Chanoux.” La serata sarà allietata da danze in costume del gruppo folkloristico “Emile Chanoux”. Ad ogni spettatore verrà fatto omaggio di una medaglia ricordo con l’effigie di Emile Chanoux”. E mai nessuno a Sinistra, che di morti antifascisti in Vda ne ha avuti moltissimi (Aurora Vuillerminaz, Emile Lexert, Giorgio Elter, Guido Saba, l’ing Pollio Salimbeni ecc…), li ha mandati a defecare sulle ortiche…
Tanta retorica interessata mi disgusta. (roberto mancini)

La sua e la nostra battaglia

13 novembre 2012

Un “originale” tipo di benvenuto nella casetta del dottor Sudano.

Sono state fatte delle battute sul dottor Sudano circa la sua passione per Hitler, passione che peraltro lui non nasconde, infatti sulla facciata della sua casetta nel bosco campeggia questa scritta: Main Campf. Veramente si scrive Mein Kampf, ma lasciamo perdere gli errori (magari voluti per alleggerire, una specie di patois che depista in mio campo?), badiamo al contenuto. Alle battute conviene sostituire il pensiero. Chiunque sa che la scritta è il titolo del programma politico di Hitler scritto in carcere dopo un fallito tentativo di colpo di stato. Bene, il nostro laureato in oncologia che è uno dei principali testimonial della campagna a favore del pirogassificatore, espone senza imbarazzo questo simbolo teorico del nazismo sulla sua abitazione. Bisogna constatare che, a differenza di altri, è un uomo coerente: ama le ciminiere sulle quali vorrebbe accomodarsi per respirarne i fumi e, da bravo simpatizzante di un regime totalitario, invita (probabilmente amerebbe altri metodi) alla sua battaglia: l’astensione. Lui non è pericoloso, più che altro è una caricatura, pericolosi sono coloro che lo usano e si vantano di essere dei democratici. Mi appello quindi a tutti i valdostani incerti se recarsi al voto: chi vi invita a disertare le urne usa simpatizzanti del nazismo, è questo che voleva Chanoux? Non andare a votare dà ragione a chi mette Mein Kampf sulla porta di casa e offre la possibilità agli altri di esercitare il potere in modo antidemocratico. Non mi stupirei, se la scritta che decora il palazzo regionale venisse presto sostituita da qualche altra più coerente con il regime a cui siamo sottomessi. Per favore non permettetelo, la nostra battaglia è diversa e rispetta tutte le opinioni. Grazie.

Voglio lo Stato!

16 marzo 2012

Che ci va a fare Rollandin a Roma per l’Unità d’Italia? Da un po’ di tempo in qua e cioè da quando il Governo ci ha tolto una seppur minima parte del bottino, l’Union valdotaine ha ripreso la vecchia solfa dell’autonomia in pericolo. (In fondo non ha tutti i torti visto che la nostra conquistata autonomia si regge sui soldi dello Stato!). Sul Peuple si ripete, di settimana in settimana, lo stesso articolo che ha come soggetto il dialogo difficile con il Governo centrale che impedisce la “lunga marcia verso un’autonomia più solida”. Già, perché il desiderio, neppure tanto intimo, degli unionisti è quello di creare uno staterello all’interno della Penisola in cui poter fare e disfare a piacimento senza nessun tipo di controllo. Perché, cari signori, è proprio questo il concetto di autonomia che i politici rossoneri hanno in testa! Scordate Chanoux e tutto il resto: tutta demagogia per i polli. Nella squadra di affari mafiosi, ben consolidatasi in Valle, non c’è altro interesse, oltre agli affari è ovvio, che non sia il controllo sull’elettorato. Purtroppo vige ancora la democrazia e non la discendenza divina, così la casta bicolor è costretta a fare i conti con i cittadini una volta ogni cinque anni: un vero e proprio stress! Perché mai vorrebbe che il contratto degli insegnanti da statale passi a regionale? Secondo voi è più libero nel pensiero un docente che dipende dal ministro romano o dall’assessore regionale? Fortuna che le risorse infiaccano e infiaccheranno nei prossimi anni. Masochismo? Neanche per sogno, direi piuttosto sano realismo: se i soldi servono per comperare le libertà, per finanziare progetti inutili, ingrassando la Sacra Grolla Unita composta dalla casta politica e dagli impresari calabresi, meglio non averli quei soldi, tanto non verrebbero destinati per le scuole, per i trasporti e per i servizi in genere, in caso contrario sarebbero già stati spesi e non ci troveremmo oggi con istituti scolastici privi di palestre, di laboratori, di aule di informatica attrezzate; con treni fatiscenti, sanità polverosa e lentissima, aria inquinata… . Profondamente contraria al loro concetto di autonomia auspico un controllo centralizzato per le questioni legate al servizio pubblico e spero che gli insegnanti valdostani non si lascino incantare dalle sirene di un possibile aumento e conservino il loro contratto nazionale. E la loro libertà.

Amicizia unionista!

15 settembre 2011

Il y a des peuples qui se passionnent pour un barbecue!

Un caso di stupidità!

13 giugno 2011

Je te raconte Emile Chanoux!

Scrive di Emile Chanoux e dell’Abbé Tréves e si firma Djeyar che riporta al magnate del petrolio G.R della famosa serie televisiva “Dallas”! Il riferimento con l’America tramite la ricca famiglia Ewing, che ci azzecca con l’autonomia valdostana?Le montagne, le vacche, la tradition populaire e il francese? Niente! Si tratta palesemente di un lapsus. Della proiezione di un desiderio tenuto ben nascosto (fare il ricco allevatore?). Dalle pagine del Peuple il nostro Djeyar alpino, nell’articolo titolato “Un cas d’homonymie”, se la prende con il direttore del coro “Emile Chanoux” perché ha presentato un progetto chiamato “Montagne e Patria” , in omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia. L’allevatore texano de nos atre è convinto che si tratti di un caso di omonimia: secondo lui non è possibile, infatti, che il martire della Resistenza sia lo stesso a cui è intitolato il coro. Chanoux non avrebbe mai aderito a un progetto che onorasse l’Italia in quanto l’Unità “brutale” ha creato problemi che “divisent, épuisent, ruinent notre chère Patrie.”. Peccato che lo statuto della “Jeune Vallée d’Aoste” si apra con un omaggio alla “Grande Patrie italienne ” a cui vuole fornire le migliori energie valdostane.

Mussolini aostano!

18 dicembre 2009

Benito Mussolini cittadino aostano!

Da pochi giorni il comune di Introd ha concesso la cittadinanza onoraria a Papa Benedetto XVI; nel mese di maggio del 1924 la città di Aosta e altri 10 comuni valdostani, la concessero a Benito Mussolini. Ci risulta che nel mese di novembre del 2009 sia stata presentata una mozione (Aosta viva) che richiedeva la sua revoca e che tale mozione, sia stata bocciata. Dobbiamo dunque desumere che il Duce sia a tutt’oggi da considerare un cittadino onorario della nostra città! E il martire Chanoux che direbbe?

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