Seguiamo insieme il ragionamento di Raimondo Donzel che su aostanews24 dice: “Io sono stato chiaro. Con questi risultati non ci sono le larghe intese. C’è una prospettiva di cambiamento, che può essere aperta anche all’Uv e alla Stella Alpina. I risultati delle Europee dicono che in Valle d’Aosta ha vinto il cambiamento, aspettiamo, quindi, a breve il passo indietro di chi ieri si alleò con la destra di Berlusconi e oggi tiene in stallo la Valle d’Aosta.”. Cosa gli fa credere che i risultati delle europee significhino per la Valle il cambiamento che lui vuole? Niente altro che le sue ambizioni personali. Il PD che ha vinto in Italia e in Europa è il PD renziano e sappiamo tutti che lui è civatiano e prima era bersaniano e prima era franceschiniano e prima ancora veltroniano… renziano ancora no. I suoi rapporti con il segretario, Fulvio Centoz, che invece lo è, non sono buoni, direi agli antipodi. Se Donzel fosse l’espressione di questo PD vincente darebbe retta al suo segretario cosa che invece non fa. Dunque? Perché usa anche lui come Laurent Viérin una vittoria che personalmente non gli appartiene? Perché con Viérin ha un intuibile accordo in tasca e con Centoz no. (altro…)
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Larghe intese ad personam
28 Maggio 2014Giù le mani da Renzi!
27 Maggio 2014Il falso mito delle preferenze
27 Maggio 2014Riceviamo dal signor François Burgay e volentieri pubblichiamo.
Le Elezioni europee permettevano di esprimere fino a 3 preferenze: quale miglior occasione per gli strenui sostenitori di questo sistema elettorale per esercitarle tutte e tre? O quanto meno due? Come sono andate le cose?
Tra i movimenti che osteggiano una legge elettorale senza preferenze vi sono il M5s e NCD. Tra quelli che invece si fanno promotori di una legge elettorale con le mini liste bloccate vi sono FI ed il PD.
Di seguito riporto i rapporti (numero di preferenze/voti alla lista) per ciascun partito politico. Si indica di fatto quante preferenze sono state assegnate mediamente per ogni voto dato alla lista.
M5s: 0,32 (0,14 Nord-Ovest, 0,17 Nord-Est, 0,24 Centro, 0,40 Sud, 0,63 Isole)
NCD: 0,79 (0,57 Nord-Ovest, 0,47 Nord-Est, 0,80 Centro, 0,94 Sud, 1,19 Isole)
FI: 0,47 (0,32 Nord-Ovest, 0,18 Nord-Est, 0,49 Centro, 0,72 Sud, 0,63 Sud)
PD: 0,55 (0,28 Nord-Ovest, 0,37 Nord-Est, 0,45 Centro, 0,74 Sud, 0,89 Isole)
Come si è visto, nonostante la possibilità di esercitare delle preferenze, la grande maggioranza degli elettori non ne ha espressa nemmeno una. Il partito con la media più bassa in assoluto è il M5s. Curioso perché proprio il movimento di Grillo è quello che ha mosso le accuse più forti nei confronti dell’Italicum e sull’assenza delle preferenze. E’ anche curioso vedere la sperequazione che c’è tra circoscrizioni del Nord e quelle del Sud. Al Sud sono state attribuite fino a 3 volte più preferenze di quelle date al Nord.
Festeggiano pure?
26 Maggio 2014Chi sono? E ci sono?
4 Maggio 2014Non voterò mai per chi…
28 aprile 2014Cari Manuel, Luca e Andrea,
Il teatrino di piazza Deffeyes vi sta sottraendo visibilità , e l’indifferenza per la vostra fatica di candidati europei dimostra che, per Union e Sa, il mondo finisce a Pont St Martin. I soliti localisti ottusi. Per capire chi di voi votare, ho qualche pubblica richiesta da rivolgervi. Non voterò mai chi usa la locuzione “popolo valdostano”. E’ un sintomo di acquiescenza alla sub-cultura leghista e alla prosopopea micro-nazionalista. La dizione corretta è : “collegio elettorale valdostano, grande come un kilometro di corso Giulio Cesare a Torino”. In politica bisogna avere senso della misura e delle proporzioni, in economia e in ginnastica da camera le dimensioni contano, come dissero Einaudi e Rocco Siffredi… Sennò continuiamo a cianciare del Granducato di Chivasso e del Principato di Ivrea, ma il carnevale identitario leghista ed unionista dovrebbe essere finito. Non ha fatto abbastanza danni?
Non voterò mai per chi parla di “ diritti della montagna, interessi della montagna”: i diritti riguardano i cittadini e le persone, non i territori.
Son stati i nazi a parlare per primi di “diritti della Germania”. Guarda caso, chi declama e reclama i diritti del territorio, non rispetta mai i diritti dei cittadini che lo abitano. La Vda in questo campo è maestra insuperata: qui i cittadini sono sudditi tribali. Allora ci sono i diritti marini? Quelli collinari e quelli di pianura? E chi rappresenterà i problemi della battigia, quella che Mussolini (gnurànt..) chiamò erroneamente “ bagnasciuga”? (altro…)
Il guaio è tratto!
15 aprile 2014Golpe, inciucio, larghe intese, alleanza, cambiamento, sistema, amici, mostro, dimissioni, apertura sì, apertura no, renaissance, bene, male … Fanno, disfano, vanno, ritornano, rifanno… e noi? Noi aspettiamo che la politica si occupi di noi. Ma non sembriamo così interessanti. Anzi siamo ai loro occhi banali, peggio: siamo distanti. La politica gira intorno a se stessa. Ormai è un vortice che a noi che l’osserviamo dall’esterno, fa venire il vomito. Ma chi li capisce più questi? Ieri sera sono rientrate le autosospensioni dei tre moschettieri piddini. La posizione ferma si è allentata con i consueti tarallucci e vino. Ma il guaio è tratto. Il PD di fatto è diviso in due. E Donzel pare un Sansone deciso a portarsi sotto le macerie tutti i filistei. A dare un contributo al casino complessivo arriva la Sinistra Vda, così si esprime il segretario Francesco Lucat: “Le decisioni sulla linea che il nostro gruppo consiliare deve tenere in consiglio regionale, non sono di competenza esclusiva degli organi dirigenti del Partito Democratico“. (aostasera.it). Fortuna che la formazione politica della sinistra in Consiglio si esaurisce qui, altrimenti la lista delle rimostranze, per altro legittime, continuerebbe a esaurimento dei partner. Vincere fa male. Qui e a Roma. Fa venire i sensi di colpa in chi si riconosce, pur non essendolo, nei meno abbienti, nei sofferenti della terra… e, meno onorevolmente, fa male a chi vede vincere un altro al posto suo. E allora vai con i capricci! Qui chi ci gode sono i Viérin e i grillo-talpa. La sinistra si è già giocata la carta dell’Europee, occasione mancata. Adesso ce la mette tutta per farsi fregare le comunali in attesa delle regionali che non verranno.
Tanto tuonò che non piovve
15 aprile 2014Dunque forse è tempo di raccontarsi le cose come stanno. Entrambi gli schieramenti, i 18 della maggioranza rollandiniana come i 15+2 dell’opposizione, per avere il sopravvento hanno bisogno di due-tre Scilipotiz che passino nello schieramento avverso. Con Rollandin in sella e attento e marziale come un carabiniere a cavallo , per ora non avviene alcuna transumanza. Bisogna attendere il risultato delle europee: un eventuale trionfo renziano può innescare una frana, con circa mezza dozzina di Scilipotiz in veloce mutazione “progressista.” . Tenete conto che gli unionisti, di entrambi gli schieramenti (perché entrambi sostanzialmente unionisti, anche se pentiti…) , in genere posseggono l’infallibile istinto del salmone per risalire i torrenti di chi comanda a Roma. O vince a Bruxelles. Una vittoria di Renzi può sbloccare i giochi, far emergere eventuali congiurati all’interno dell’Union, dar loro il coraggio di andare dall’Empereur invitandolo a smammare. Uguale considerazione per i disgustosi SA: di fronte ad un eventuale dilagare renzista nelle europee, la loro vocazione alle intese col vincitore fiorentino non avrà freni. Diverso se invece Grillo avrà un botto elettorale, diventando il secondo partito italiano. In questo caso prevedo defezioni difficili tra i 18. Capitolo Centoz e Floris: che i segretari dei partiti sostengano la tesi per cui la politica non si decide solo in piazza Déffeyes mi sembra normale. Sopratutto nel caso di Centoz, che nelle assembleee elettive è ancora debole. I due poveri segretari si trovano alle prese con i rispettivi gruppi regionali ingrifati ed eccitati dalle crepe del rollandinismo, che vendono come già spacciato, un po’ per propaganda e un po’ per interesse.
Però non è ancora il momento del ko, per gli equilibri regionali tocca aspettare il 25 maggio, data delle europee.
Che fare intanto? Ispirarsi all’intelligente osservazione della sempre acuta Viviana Rosi, la prima a notare come l’italiano venga ritenuto inadatto ad esprimere programmi epocali, o pretesi tali: il fiscal compact, la renaissance, il job act. Pure la escort… (roberto mancini)
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