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Federalismo calabrese

3 giugno 2014

Che dire del referendum fallito di Courmayeur? In primis che in questo caso, più unico che raro, la vituperata “casta” (presidente Rollandin, assessore regionale Marguerettaz, sindaco Derriard) era più avanti della tanto decantata “ggente”: la denominazione “Mont Blanc” poteva accrescere il brand della località, si rischiava di essere noti in tutto il mondo, di dover diventare più competitivi. Gli albergatori di “Couvma” (alla milanese…) hanno riposto stupendamente, colti da sonno profondo e da encefalite letargica: vuol dire che guadagnano già abbastanza così. Nè si è mossa la potente lobby degli illustri accasati di “Couvma” e dintorni, che ogni anno si raccoglie all’hotel de l’Ange: i Deaglio&Fornero, De Rita, Bassanini, Violante.
Loro “Couvma” la vogliono isolata, appartata, simile ai loro sogni di infanzia: mai nessuno di loro favorità una ferrovia veloce Caselle-Courmayeur. Per loro l’autostrada più cara d’Italia non rappresenta un problema, ma anzi una protezione, seleziona le presenze. E l’Union? Il problema della Balena Rossonera è che in questo decennio ha talmente allontanato i cittadini e i suoi bovini iscritti dalla partecipazione attiva e dal voto (astensione al referendum consultivo di Riccarand, astensione al referendum piro, astensione alle recenti europee), che i soldatini rossoneri han perso la bussola: quando Guste invitava al voto, hanno creduto che scherzasse. Così sono rimasti a casa. Gli ascari di Stella Alpina, idem: loro imitano sempre, male e in ritardo, gli unionisti. Dunque pure loro, le brutte copie, si sono astenuti. In tema di umorismo involontario, alcuni unionisti invocano ora il referendum svizzero senza quorum. E’ un provvedimento, tipico del federalismo svizzero, che terrorizza la Balena Rossonera. In questo caso, come nella vicina Confederation Helvetique, tutte le opere pubbliche superiori ad 1 milione di euro dovrebbero essere sottoposte a referendum popolare. La loggia massonica del cemento&costruzioni, che dentro la Balena Rossonera ha sgovernato negli ultimi 25 anni la Vda, si può permettere questo affronto? Non può. Nei lavori pubblici, meglio il federalismo calabrese… (roberto mancini)

 

La beffa (4° puntata)

24 giugno 2012

La centralina a tutti costi (a cura del Movimento 5 stelle VdA)

Da quanto riporteremo in seguito appare del tutto evidente come la volontà politica, comunale e regionale, sia di autorizzare la realizzazione della centralina a tutti i costi andando, come avviene puntualmente, a ledere  anche gli interessi dei cittadini che si trovano loro malgrado coinvolti in vicende a loro estranee. Un decreto di asservimento (leggi esproprio) il 99 del 2008 riguarda un’area di proprietà di un privato cittadino che si vede sospesa la concessione edilizia, già ottenuta, per l’edificazione di alcuni garage, in seguito alla presentazione della pratica di posa delle condotte forzate della centralina. La realizzazione della condotta nei pressi dei box comporta una serie di spese supplementari a carico del proprietario che era già autorizzato quantificati nel 50 % dell’intero manufatto ma poco importa. Il malcapitato è costretto a sostenere le maggiori spese e a rallentare di molto l’esecuzione dei lavori in relazione alla presenza della condotta forzata senza ottenere alcun indennizzo. La S.E.V.A. si muove con una disinvoltura sconcertante per quanto riguarda le opere di ripristino dei terreni circostanti. I vari proprietari hanno più volte sollecitato la risistemazione dei terreni come era stato stabilito dagli accordi sottoscritti ma, come è possibile vedere dalle fotografie fatte sul posto nel mese di maggio 2012, in alcuni punti sono presenti buche, massi e fossati e il ripristino non è stato portato a termine e l’area intorno alla centrale è stata ridotta ad un piazzale in terra battuta. Inquietante è poi la presenza di un grande masso, tagliato dalla S.E.V.A. nella parte inferiore per far passare le tubazioni della condotta che risulta privo di appoggio in quel punto e, come peraltro segnalato ripetutamente alle autorità competenti, rischia di scivolare a valle proprio in corrispondenza dei garages di nuova edificazione. Il pendio attraversato dalle condotte della centralina è poi il medesimo interessato recentemente dalla caduta dei massi che hanno distrutto due automezzi di una impresa edile che stava effettuando opere di consolidamento e movimentazione. E’ molto significativo osservare poi le fotografie e le riprese video effettuate l’8 maggio 2012 a monte e a valle dell’uscita della condotta forzata della centralina in questione. Tenuto conto infatti che il mese di maggio dovrebbe essere il periodo in cui  la portata del torrente è maggiore, si nota come prima della condotta la quantità di acqua che scorre nell’alveo sia paragonabile a quella di un ruscello e che il volume rilasciato dalla condotta forzata sia elevatissimo  e faccia riprendere la fisionomia normale del torrente solo dopo l’uscita. E’ lecito domandarsi se venga rispettato il deflusso minimo vitale delle acque, con un alveo quasi   prosciugato oppure non sia arbitrariamente turbinata una quantità di acqua superiore a quella prevista. Ciò tenuto conto anche delle testimonianze degli abitanti della zona che hanno rilevato come questa situazione sia la norma e non l’eccezione. Tanto più che con deliberazione regionale 658/2011 è stata effettivamente aumentata la portata delle acque utilizzabili dalla S.E.V.A. s.r.l. (si passa dalla potenza nominale media di 1982 kW a quella di 2990 KW)con una procedura semplificata che non ha previsto la normale valutazione di impatto ambientale rimanendo però invariata la percentuale di energia elettrica erogata in base alla convenzione a favore del Comune di Courmayeur. Era il caso di autorizzare e di valutare positivamente l’impatto ambientale di un’opera che ai piedi della montagna più alta d’Europa ha deturpato il paesaggio e ha ridotto la Dora ad un ruscelletto?

La beffa (1° puntata)

23 giugno 2012

Ecco il documento presentato dal Movimento 5 stelle VdA sulla società S.E.V.A. Considerato il grande interesse del testo ho pensato di pubblicarlo per intero dividendolo in puntate.

La convenzione beffa

La vicenda della centralina idroelettrica sulla Dora Baltea in loc. Dolonne di Courmayeur, con le opere di presa in loc. Entrèves, ha il suo esordio ufficiale nel 2001 quando il Comune di Courmayeur nella persona dell’allora vice-sindaco, Ennio Mochet (Union valdotaine corrente Vierin) sottoscrive una convenzione con la S.E.V.A. s.r.l. di Gressan, per una derivazione di acqua dalla Dora di Courmayeur ai fini della produzione di energia elettrica. Ma il Comune di Courmayeur aveva inoltrato una prima domanda il 9 agosto del 1988 (integrata da nuova domanda il 14 dicembre 1995) per la concessione dell’utilizzo delle acque in quel tratto della Dora a cui solo successivamente era seguita l’istanza presentata dalla S.E.V.A. s.r.l. l’8 febbraio del 1994. In ogni caso il Comune avrebbe avuto diritto di prelazione nei confronti del privato. Il Comune, pertanto, ha in mano una piccola miniera d’oro, ma decide di far realizzare l’affare alla società privata in quanto, si dice nella convenzione, l’Amministrazione comunale “non ha per scopo quello di provvedere alla gestione industriale di impianti di produzione di energia elettrica e comunque avrebbe ora difficoltà di reperire le necessarie risorse finanziarie…”. Le motivazioni sono da ritenersi insufficienti e pretestuose in quanto si prospettava un notevole introito per le casse comunali con un investimento che, trattandosi di impianti idroelettrici, qualsiasi banca avrebbe finanziato a tassi agevolati ad esempio con la creazione di una società a capitale misto. E l’operazione risulta ancor più discutibile quando si scopre che dei circa 14 Gwh prodotti annualmente  solo 1,6  verranno erogati al Comune per il fabbisogno  del Centro sportivo Plan de Lizzes, vale a dire l’11% della resa complessiva stimata dell’impianto. Quindi nel caso in cui la produzione superasse la stima prevista (in questo caso è pressochè certo che sia andata  ben oltre le stime) tutto il guadagno finisce  al 100% nelle tasche del privato.

L’operazione portata a termine dal Comune di Courmayeur appare al limite dell’autolesionismo: un vantaggio economico percentualmente risibile e un’opera che in ogni caso va ad impattare in una zona di pregio ambientale come quella ai piedi del Monte Bianco.