I Popoli che si definiscono senza Stato, stanno in piedi grazie a uno Stato che li mantiene vedi alla voce Valle d’Aosta e pure Catalogna. Che tale sostentamento sia per noi un diritto è una quisquilia teorica che si fonda su un frammento di Storia ormai così trascorsa da non lasciar intravvedere nel presente nessuna traccia. Non si rischia l’annessione alla Francia e non si parla più il francese, ma il calabrese. Ciononostante in questo finir d’estate la ricerca compulsiva di una identità è il motivetto di fondo che unisce festival di popoli minoritari unionisti e altre amenità alpiste. Nel delirio locale si aggiunge Borghezio “il nostro parlamentare” a detta di Alberto Cerise, ex presidente del Consiglio regionale, che annuncia a Cogne “un grande raduno dei Popoli che si sentono padroni a casa loro”. Popoli senza Stato, Popoli padroni a casa loro, Popoli minoritari…, urge al più presto una convention sui Popoli senza cervello!
Posted tagged ‘Comune di Cogne’
Popopopopopo…
5 settembre 2012C’è un grande prato verde…
19 agosto 2011Come funzionano i piccoli Comuni? Tra faide interne, rapporti di parentela, vecchi rancori non sono facili da capire. I motivi spesso si basano più su questioni personali che politiche, questioni che non possono essere conosciute da chi in quel Comune non abita. Il caso Cogne, invece, pare (e sottolineo pare) essere di facile comprensione. Un imprenditore vuole ampliare le sue proprietà e il Comune dice no alla concessione edilizia per proteggere il grande prato, simbolo riconosciuto del paese. Secondo la nuova legge urbanistica, il terreno in oggetto non fa parte del prato in questione, dunque, Piero Roullet, avrebbe ragione a far valere per se stesso la legge che offre la possibilità di ampliare anche nei centri storici, fino al 40% i volume esistenti. L’imprenditore ha fatto ricorso al Tar, rivendicando 500.000 euro di danni per i ritardi nella concessione. Fin qui la cronaca, la cosa buffa che emerge è che l’imprenditore, Piero Roullet, è stato candidato sindaco nelle ultime elezioni. E se fosse stato eletto? Si sarebbe dimesso come ha fatto solo ora dalla veste di consigliere? Avrebbe usato la sua carica pubblica per facilitare i suoi interessi di privato? Il conflitto di interesse esiste e, in un caso o nell’altro, avrebbe creato non pochi problemi al paese (perché candidarsi?). Come ne sta creando oggi con il ricorso e con il desiderio di violare un paesaggio che il sindaco, Franco Allera, fa bene a tutelare.
Commenti recenti