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Esposto alla Procura

27 aprile 2012

Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.

L’Associazione Legambiente della Valle d’Aosta ha effettuato nei giorni scorsi una segnalazione alla Procura della Repubblica di Aosta, concernente l’impianto idroelettrico con opera di presa sul torrente Chalamy e la pista multifunzione nel comune di Champdepraz. La segnalazione riguarda l’intreccio delle vicende legate alle autorizzazioni per la realizzazione di una pista multifunzione e la costruzione di un impianto idroelettrico in località Chevrère di Champdepraz, opere realizzate negli anni dal 2007 al 2011, che fanno entrambe riferimento a Luigi Berger, sindaco di Champdepraz. A proposito della pista, Legambiente rileva che: 

la pista si sviluppa tutta in verticale, con una pendenza media molto marcata e, quindi, poco si presta ad essere percorsa, come da destinazione, in mountain-bike e con gli sci da fondo, in quanto eccessivamente faticosa in salita e pericolosa in discesa, mentre per il percorso a piedi e con racchette da neve era più indicato e gradevole il vecchio sentiero preesistente;

 la pista si sviluppa in una zona classificata ad alta e media pericolosità degli ambiti inedificabili per rischio di frane, inondazioni, valanghe e slavine, ed è quindi poco indicata per richiamare l’afflusso di turisti, per i rischi a cui gli stessi sarebbero esposti.

– la pista è pericolosa e non potrebbe essere omologata, non avendo i requisiti della Legge Regionale n. 9 del 17/03/ 1992 “Norme in materia di esercizio ad uso pubblico di piste da sci”.

 La pista si presenta di fatto difficilmente utilizzabile ai fini turistici e quindi non giustificata nelle motivazioni economico-sociali, poste alla base della sua realizzazione, che fanno riferimento alla generica esigenza di completare l’offerta turistica escursionistica e sciistica della zona.

La stessa è però stata utilizzata per l’interramento della condotta dell’impianto idroelettrico in corso di realizzazione. Pare quindi che la finalità di realizzazione della pista non sia stata di servizio pubblico ma piuttosto di favorire il privato nella realizzazione del proprio impianto idroelettrico.

 A prescindere dal costo di realizzazione e manutenzione della pista, resta il fatto che senza la preventiva autorizzazione della pista, che giustificava con l’interesse pubblico l’alterazione dei luoghi, l’impianto idroelettrico difficilmente sarebbe stato autorizzato perché comportava danni all’ambiente. Ne fa prova il fatto che l’iter per l’autorizzazione della centrale è stato interrotto una prima volta nel 2004 ed ha, poi, ricevuto parere negativo alla Valutazione di Impatto Ambientale nel 2009. Tale valutazione negativa è stata quindi modificata in valutazione positiva condizionata in seguito alla approvazione del progetto della pista.

Legambiente segnala i fatti alla Procura affinché possa valutare se non ricorrano reati sia in materia urbanistica sia in materia di tutela dell’ambiente, nonché altri reati in danno della Pubblica Amministrazione.

Moratoria!

14 novembre 2011

Come presidente del parco del Monte Avic, l’architetto, Corrado Binel, dà il meglio di sé. Come architetto partecipa al progetto della centralina idroelettrica sul torrente Chalamy e poi, come presidente del parco, esprime parere favorevole. Questa la sostanza. Che poi Binel dica che il suo progetto è stato valutato da una commissione apposita e che sia stato solo un contributo a quello definitivo non fa nessuna differenza. Il conflitto di interessi esiste! Inoltre il presidente di un parco deve  proteggerlo non contribuire alla sua cementificazione. La lobby delle centraline sta sventrando tutta la Valle d’Aosta e prosciugando i torrenti, altera la fauna e la flora del territorio e tutto questo scempio  senza alcun beneficio per le comunità colpite dagli interventi. E’ assolutamente necessaria una moratoria sui vari progetti idroelettrici. Un controllo sullo sfruttamento delle acque: un businnes che fa gola alla nostra mafia di montagna.