L’immaginazione non è mai andata al potere, anzi sembra che ultimamente anche dalla parte opposta scarseggi assai, per questo ringrazio il Comitato Rifiuti Zero, per questa efficace sortita a sostegno di una corretta gestione dei rifiuti.
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Bravi!
18 novembre 2014Qualcosa si muove
24 marzo 2011Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.
Sembra un dialogo tra sordi quello faticosamente avviato tra il governo regionale i cittadini e le associazioni che si oppongono al pirogassificatore. Se il primo sostiene di avere accettato un reale confronto, i secondi non sono affatto d’accordo e l’hanno ribadito con forza ieri sera, all’Espace Populaire.
“Da tempo chiediamo che siano messi a confronto i diversi sistemi di smaltimento di rifiuti, il pirogassificatore e il trattamento biomeccanico a freddo. Tutto inutile” ha riassunto Fabrizio Roscio, del Comitato Rifiuti Zero. Però qualcosa si muove, e l’interesse per l’argomento si è esteso agli amministratori locali. Sono in 45, finora, ad avere aderito a “Valle Virtuosa”, il comitato formato da rappresentanti dei consigli comunali, della maggioranza e della minoranza, di vari paesi.
“La regione – ha proseguito Roscio – ha speso un milione di euro in studi inutili, che non si riferiscono agli scenari attuali. L’Arpa li ha smentiti, demolendo l’analisi comparativa tra l’ipotesi del termovalorizzatore e il piano rifiuti regionale del 2003, e ribaltando i risultati ottenuti. Ma anche l’analisi dell’Arpa oramai non è più attuale. Sappiamo, dati alla mano, che la nostra soluzione è più conveniente sul piano economico, energetico e della salute, ma non veniamo presi in considerazione. Il motivo è semplice: la questione non è tecnica né scientifica, ma strettamente politica”.
Per questo motivo si riparte con una nuova raccolta di firme. Finora, a quanto pare, è stata l’unica mossa che ha funzionato.
Stessa razza!
31 marzo 2010Riceviamo da: Comitato Rifiuti Zero VdA, Legambiente VdA, Amici del viale della Pace, Codacons, Diritto al futuro e volentieri pubblichiamo.
Il Consiglio Regionale del 24 marzo scorso ha approvato a pieni voti, con la sola astensione dell’Alpe, il progetto di chiusura del ciclo dei rifiuti con un impianto di pirogassificazione, impianto che un recente studio del Politecnico, commissionato dalla provincia di Torino, ha paragonato senza mezzi termini a un inceneritore. Nel corso del dibattito sono state fatte affermazioni dubbie e omissioni importanti: il confronto pubblico, doveroso in democrazia, non ha mai preso in considerazione le soluzioni elaborate dalle associazioni, che l’assessore Zublena ha definito, intervenendo in Consiglio, “fantasiose”. Nemmeno è stata accettata l’ipotesi, sostenuta dallo stesso consulente della Giunta, prof. Genon, di fare uno studio comparativo delle due ipotesi: pirogassificatore e trattamento meccanico biologico. Quest’ultimo, a differenza della pirogassificazione (un solo impianto attivo a livello industriale in Italia), è ben collaudato e potrebbe portare i rifiuti, da smaltire in discarica (nel 2012 con una raccolta differenziata a norma di legge: 65%,), dalle attuali 45.000 tonnellate annue a circa 6.300. Se l’assessore Zublena avesse accettato il confronto sulla nostra ipotesi avrebbe potuto constatare che il nostro scenario non è frutto di fantasia, ma già ampiamente sperimentato. Ci si preoccupa dei costi solo quando fa comodo. Ora spenderemo 60 milioni di euro rispetto ai 20 del TMB e la delibera lascia aperto un portone all’ipotesi di bruciare, dentro questo nuovo tipo di inceneritore, la discarica di Brissogne. Speriamo di non doverci ritrovare, in un futuro non troppo lontano, davanti ad un altro “trenino di Cogne”, perché in questo caso non si tratterebbe soltanto di una questione economica, ma anche della nostra salute.
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