Posted tagged ‘Claudio Bredy’

Il Progressista!

16 ottobre 2013

Qualcuno su questo blog mi ha rimproverata di avercela troppo con quelli dell’UVP che tanto fanno per cambiare il sistema. Rispondo che quelli dell’UVP, a parte coloro che ci credono veramente ma non fanno certo parte del vertice, gli altri questo sistema l’hanno governato per lunghi anni, con la presidenza di Dino Viérin padre e con l’assessorato alla Cultura e Istruzione di Laurent Viérin figlio. Dunque gli attuali progressisti sono altrettanto responsabili del disastro nel quale siamo precipitati. Troppo facile tirarsi indietro cinque minuti prima del tracollo. Troppo facile addossare le colpe ad altri e promuoversi oggi come i salvatori della Petite Patrie. L’obiettivo, in realtà, non è altro che riprendersi il potere politico ed economico ora in mano all’antico nemico. Questione di clan come ho sempre detto. La presunta diversità è, appunto, solo presunta, i fatti raccontano altro. Raccontano di un codice etico nell’Union Valdotaine Progressiste di cui i fondatori sono molto orgogliosi come Claudio Bredy:Siamo i primi a dotarci di questo strumento, un codice etico supportato da uno statuto chiaro e trasparente che fissa l’organizzazione interna“. Questa novità impegna gli aderenti al dialogo, al rispetto della persona, privilegia la meritocrazia al clientelismo, ama la trasparenza e si oppone ai conflitti di interesse. Un codice tanto bello quanto banale e che non si è mai applicato concretamente. Eppure la dissonanza fra teoria e fatti l’avevo resa pubblica più volte, mai presa in considerazione da nessuno. Di cosa parlo? Del conflitto di interessi dell’ex consigliere Luciano Caveri che non ha mai creato imbarazzo. Direttore dei programmi RAI regionali e consigliere di maggioranza e di minoranza poco prima delle elezioni, Caveri riceve dallo Stato un assegno vitalizio di 5.475.47 euro mensili per 20 anni di contributi in qualità di parlamentare a cui si aggiungono altri lauti stipendi pagati sempre dal pubblico. Così ben servito avrebbe potuto facilmente rinunciare al doppio stipendio, conferendo alle parole la robustezza dei fatti. Ha rinunciato? NO! Qualcuno dei giacobini-progressisti glielo ha mai chiesto? NO! Caveri si è preso tutto il malloppo senza un minimo di vergogna. Nessuno dei suoi colleghi è mai arrossito. E allora di che diversità vanno cianciando?

Nato marcio 2

29 gennaio 2013

Ho visto i filmatini sull’assemblea fondativa dell’UVP e mi sono posta alcune domande sulla modalità di votazione. Sono stati presentati all’assemblea due documenti: chi li ha ha preparati? Votazione per alzata di mano. Approvazione unanime. Nessuno ha chiesto chiarimenti. Sono state presentate 13 candidature per il Consiglio direttivo: chi le ha proposte? E sulla base di quale titolo? Per la presidenza una sola candidatura, una specie di sorpresa pasquale: chi l’ha voluta? E sulla base di quale merito? Claudio Bredy presenta la candidata e… lapsus dà per scontata la sua elezione, tanto che è la stessa Alessia Favre a chiedere al pubblico di votarla: “Forse prima di parlare penso che dovreste votarmi”, dice infatti la “chilometri zero”.  Dunque qualcuno sceglie, qualcuno propone e dà per certa l’approvazione, ma che razza di rinnovamento nei metodi è questo? Possibile che nessuno dei progressisti si renda conto delle contraddizioni emerse? Nessuno che abbia a chiedere? Tutti pecoroni anche qui? Che il rispetto, l’onestà e il coraggio, tanto per riprendere le parole del presidente neoeletto, sono virtù che si costruiscono con i fatti. Dov’è il rispetto verso i membri dell’assemblea se le scelte sono già state concordate? Dov’è l’onestà nel proporre una sola candidatura per la presidenza? E dov’è il coraggio nel lasciare una poltrona per rincorrerne un’altra? E per finire: chi ha scritto il testo di investitura? Aspetto risposte.

Il digestivo!

8 febbraio 2011

"Cosa c'entrano i valori?"

Meno male che in passato non abbiamo seguito i tuoi consigli guidati dai valori, altrimenti oggi non avremmo 17 consiglieri!”  (Aostasera.it). Così risponde il Presidente dell’Union, Ego Perron, rivolgendosi all’ex sindaco di Gignod,  Claudio Bredy, reo di essersi opposto, insieme a Guido Cesal (che fine ha fatto?), alla candidatura di Augusto Rollandin nelle trascorse elezioni. Che l’Union valdotaine sia diventata una baldracca è un dato di fatto, che qualcuno al suo interno esprima dissenso una speranza. Ma cosa pensa, se pensa, la base unionista non si sa. Rollandin è meglio dell’Ebo Lebo, l’amaro di una volta che faceva digerire tutto, anche la suocera; infatti gli elettori hanno ben digerito le sue malefatte e posto sullo scranno più alto del nostro Governo regionale. Che l’Union valdotaine, abbia “una concezione della politica agli antipodi del PdL”, come ha ribadito Bredy, è ancora tutto da dimostrare. I fatti raccontano un’altra storia.