Posted tagged ‘Clan Viérin’

VOTOME’

16 aprile 2015
Vota chi ami!

Vota chi ami!

Spesso ci si affida all’abitudine, ai luoghi comuni, al conformismo… è più facile e ci si sente a posto. Tutto ciò che è dato per comune equivale a una verità elementare che non impegna. E così ecco che piovono giudizi che mi danno della qualunquista e della cinica. Non sono né l’una né l’altra. La mia è una scelta politica ponderata sui fatti. Ho deciso di annullare il voto perché nessun partito è, secondo me, capace di dare un senso diverso a questa Valle. (altro…)

Masoch docet!

28 marzo 2015

Non c’è che dire, Alpe negli ultimi tempi sta collezionando una serie di figuracce da paura! Che non possono far altro che diminuire la sua credibilità di fronte agli elettori. Possibile che dopo l’esperienza catastrofica in Regione i suoi dirigenti non abbiano capito la lezione? Che non devono assolutamente fidarsi dei Viérin? Prima vanno a festeggiare alla Gabella poi si fanno soffiare il sindaco e il vicesindaco, con una furbata degna della peggior politica va detto, ma che tira in porta e segna. Il clan denomintao UVP la fa franca. Sempre. Posiziona i suoi uomini, strumentalizza e corrode gli alleati. E questi, affetti dal desiderio naturale di essere sottomessi da qualcuno più forte, si lasciano inchiappettare, belando qualche pallido rimprovero sul mancato utilizzo della vaselina. Alla sinistra masochista piace subire le umiliazioni. In questo tour elettorale prevedo orgasmi multipli.

E le stalle stanno a guardare…

12 febbraio 2015

Perché non si elegge il Presidente del Consiglio regionale? Perché ancora non si capisce chi sta all’opposizione e chi fa parte della maggioranza. Il PD e Alpe sono chiari: il primo entra, il secondo sceglie di stare fuori. L’UVP asta in mezzo, blatera che la sua scelta è quella di rispetto verso il suo elettorato, in realtà prende tempo. Dunque, una nuova maggioranza si potrebbe fare con il solo PD, ma sembra probabile che Donzel e Fontana tra poco abbiano qualche imbarazzo… in tal caso al loro posto entrerebbero due consiglieri di cui uno di Rifondazione Comunista che chiaramente non appoggerà la Giunta Rollandin e poi Guichardaz senza il compare rimane un’incognita. Insomma il PD non è sufficiente a garantire la stabilità. Tutto ruota intorno all’UVP. E’ Laurent Viérin e papino suo che tengono in mano lo stallo! Sono contrari al rinvio, ma lo alimentano per indebolire la maggioranza. Sanno che per governare senza l’incubo dei franchi tiratori Rollandin non può fare a meno di loro e alzano la posta. Poteva essere Alpe a svolgere questo ruolo, non sarebbe stato meglio? Il Pd sarebbe arrivato a rimorchio e l’altra metà dell’Union sarebbe rimasta isolata all’opposizione sia in Regione sia in Comune. I rapporti all’interno della nuova coalizione sarebbero stati più equilibrati in termini di numeri. Invece l’attuale risultato, dovuto a una mentalità rigida, ancorata all’ideologia e a una coerenza che in politica non esiste, abbiamo la Balena rossonera che gioca a scacchi con se stessa e gli altri che stanno a guardare o peggio a scomparire.

Sangue e poltrone

23 gennaio 2013

Parto da Josep Ramoneda, valente studioso catalano: “ il nazionalismo  non è che una finzione per mantenere al governo quelli di casa, quelli di sempre”. Nel sistema micro-nazionalista valdostano, una tinozza asfittica che spaccia per federalismo il localismo più becero, funziona così? Spesso le cariche elettive sono quasi dinastiche, si tramandano di padre in figlio, oppure all’interno nello stesso clan.
I Bondaz sono stati presidenti della giunta in epoche diverse, ma lo stesso è successo ai Caveri. I Lanièce sono un’istituzione clanica peggio dei Mc Gregors, tre legislature in Regione per papà Angelo, segretario regionale Dc, tre per il figlio Andrea, assessorato tecnico per il cugino Albert, ora candidato al laticlavio per la Balena Rossonera. Emilio Rini, consigliere  regionale Dc, si convertì all’Union dopo tre legislature. La figlia Emily, dopo una diversione in Fédération come responsabile dei “foyers” (che non si sa che siano…), ha ereditato il seggio dinastico trasmigrando verso le sicure acque unioniste, ed ora presiede il Consiglio regionale. Succede nella carica al defunto presidente Alberto Cerise, la cui moglie Dinella fu consigliere comunale ad Aosta e il cui fratello Italo, già sindaco di Brissogne, ora presiede il parco del Gran Paradiso.
Il clan Viérin ha espresso un presidente della Giunta (Dino), lungamente segretario – ombra (contemporaneamente! Un capolavoro!) sia del PCI-PDS-DS sia della CGIL e del Savt, ed un consigliere ed assessore (Laurent) ora in procinto di reclamare con modestia un seggio a Montecitorio. Il clan Monami ha espresso un consigliere regionale (Luigi), un assessore regionale (Pierre Ferrarìs), formalmente segretario della Gauche valdotaine ma in realtà ascaro dino-viérinista e un consigliere comunale (Giuliana Ferrero). Quanto al clan Milanesio, in esso non valgono legami di sangue, come nei casi precedenti: in ogni caso sono suoi “figli” in senso più che fisico-biologico sia Bruno Giordano sia Leonardo La Torre, entrambi sindaci di Aosta, entrambi socialisti, entrambi fondatori di Forza Italia in Vda, entrambi approdati o approdanti al sicuro porto della Balena Rossonera. Provo simpatia per il presidente Rollandin di cui, essendo un vero autocrate, finora non si conoscono eredi politici certi. Urge collegio elettorale di 4 milioni di persone, per far circolare sangue e poltrone. (roberto mancini)