Posted tagged ‘Clan dei Viérin’

Il Caos!

27 marzo 2015

La candidatuta di Andrione e Carpinello sembra una furbata in vecchio stile. Alpe protesta, immagino anche chi di Alpe protesti. I nomi facevano parte di una rosa di otto e non erano ancora stati designati dagli organi interni ai movimenti. Dal momento che la Sinistra-con-i-controcazzi non si affianca alla protesta si desume che l’azione sia stata condivisa. Bravi compagni! Andrione ha già dato le dimissioni che sono state accettate, un tempismo che conferma le frettolose dichiarazioni.

Cinque anni fa e sembra un secolo, Alpe aveva presentato due nomi eccellenti: Carlo Curtaz e Iris Morandi, due persone che non faranno parte della lista, un pezzo di Alpe che se ne va per la sua strada. Altre elezioni, altro stile. Persino le primarie con un altro candidato: Mario Vietti che avrebbe potuto essere il Sindaco di oggi, se fosse stato tenuto fuori dal nido il cuculo Dino. Anche Carola Carpinello avrebbe trovato una collocazione più coerente a fianco di Vietti, davvero la vedo stonata vicino a chi vuole la double filière. A chi vede la Resistenza come un nemico italiano. Ma si sa le persone cangiano il colore politico come i camaleonti pur di campare. Perché questa coalizione di verde e di rosso e di arancio non ha più traccia, permane il nero depressione con qualche pois magenta.

Cosa farei se fossi un alpista ex verde ed ex VdAvive? (altro…)

W Marx, W Lenin, W Dino!

25 marzo 2015

Non sempre il passo avanti porta a buoni risultati. Davanti a un precipizio, ad esempio, è consigliabile fare il contrario. Francesco Lucat, segretario di Rifondazione comunista, esulta per il passo avanti fatto insieme al partito del clan Viérin e ad Alpe. Il compagno ha infranto la purezza ideologica per affrontare la realpolitik che, dal basso della sua impurità, impone un accordo. Lo fa con un pezzo di Union progressista, un pezzo di Union alpista più una manciata di Verdi. Questo raggruppamento, per lavarsi la coscienza, i compagni lo chiamano di centrosinistra, in realtà non è altro che una delle due metastasi unioniste che si nutre di quello che resta delle cellule della sinistra dura e pura valdostana. Se da una parte abbiamo il Pd che alimenta il clan Rollandin, dall’altra abbiamo Rifondazione e i residui del Sole che rideva, che si danno in pasto a quello della Gabella. (altro…)

Contrordine compagni!

30 gennaio 2015

Mi dicono che il simpatico Bertschy che io ho candidato come possibile Presidente del Consiglio è il braccio destro, ambasciatore fedelissimo del gestore della Gabella. Uffa! Possibile che si trovino sempre e solo braccia a servizio e mai teste autonome! Ritiro tutto quanto scritto precedentemente: avere lui è avere i Viérin e sai che bella spartizione di potere fra i due clan! Una presidenza di qua e una presidenza di là. Il giusto equilibrio in una situazione di quasi monocolore. A questo punto mi dite perché non andava bene Marco Viérin, se l’UVP vuole rimanere in minoranza e non vuole poltrone?

Ma quali contenuti!

29 gennaio 2015

Per tornare al Pd che non si capisce cos’è o si capisce benissimo, vorrei farvi notare la diversità che lo caratterizza rispetto a quello nazionale. Eppure il segretario è renziano, ma si direbbe che la sua influenza sia piuttosto ridotta, perché vi dico questo? Perché se Renzi all’Italia ha messo il turbo, così almeno dice, e vuole fare in fretta le riforme, la versione localista del suo partito preferisce il freno a mano. Infatti ha votato con l’UV e Stella alpina per il rinvio dell’elezione del presidente del Consiglio. “In attesa di trovare un accordo non sui nomi, ma sui contenuti”. (Ansa). Contenuti? Ma il Presidente del Consiglio non è una figura politica, ma istituzionale, di quali contenuti dovrebbe occupparsi? Dal sito del Consiglio regionale: “Il Presidente rappresenta il Consiglio regionale, lo presiede e ne è l’oratore ufficiale. Convoca il Consiglio, apre, sospende, chiude le sedute e ne mantiene l’ordine, concede la facoltà di parlare ai singoli consiglieri, dirige e modera le discussioni, impone l’osservanza del Regolamento interno, presenta le questioni, annuncia il risultato delle votazioni, predispone e provvede per il buon andamento dei lavori del Consiglio.”. E non sono capaci di trovare un garante per questo ruolo? E come può trovarsi in pole position proprio Laurent Viérin, appartenente al clan avverso a quello del Presidente? Non sarebbe opportuno, proprio per le ragioni di cui sopra, arginare la scelta entro quelle forze politiche che sono fuori dall’atavica lotta tribale all’interno dell’Union (L’Union è e resta una)? Così difficile usare il buon senso per il bene della Valle d’Aosta o, per lo stesso motivo, mandare tutti a casa e andare a nuove elezioni perché ci siamo rotti di questa pagliacciata che è diventata la politica valdostana! Ecchecazzo!

Tu chiamale, se vuoi, ipotesi

27 gennaio 2015

Non sarà un’avventura… no, non lo sarà. La scelta del candidato sindaco e vice-sindaco, sarà soppesata col bilancino degli equilibri politici. Quindi niente Centoz: troppo esposto alle critiche. E’ già sindaco che fa? Tradisce i suoi concittadini per andare in un altro Comune? Bella figuraccia! E poi è segretario del PD… va bene amministrare un comune piccolo piccolo, ma il capoluogo di Regione sarebbe troppo. Altra figuraccia. No, ci vuole altro. Un nome che piaccia ai Viérin innazitutto e che sia sopportabile anche a Rollandin. Un PD con tradizione unionista. Preferibilmente donna così dà un segnale di apertuta verso il gentil sesso e mette in difficoltà gli avversari: trovare il candidato giusto è difficile (siamo quattro gatti),  poi una donna… quasi impossibile. La Gazzetta Matin ha ipotizzato persone improponibili: Tonino Alder filo unionista da sempre, ma troppo vecchio e con qualche scheletruccio nell’armadio; Roberto Louvin politico di lungo corso, troppo lungo e poi che fa? Si rimette in pista con l’appoggio dell’Union valdotaine dopo che si era presentato come alternativa? No, sono ipotesi che non stanno in piedi giusto per scrivere qualcosa e offrire aperitivi da consumare nei bar. Se metto insieme gli elementi di cui sopra, mi viene un nome solo: Giuliana Ferrero. Proviene dalla politica per tradizione di famiglia, quel ramo della sinistra che ha sempre strizzato l’occhio ai Viérin, ha esperienza amministrativa, è giovane, è graziosa, è brava e si è allontanata dalla “cosa pubblica” quel tanto per essersi creata un alone di quasi verginità. Potrebbe essere lei.

Una mentina?

26 gennaio 2015

Oggi Fulvio Centoz, segretario del PD, dice che i punti di riferimento sono diventati i contenuti e che le prese di posizione personali non devono essere il perno della politica, se no non se ne esce. A dire il vero lo diceva anche ieri, ma i suoi consiglieri regionali, allora duri e puri sostenitori del cambiamento radicale (?) gli fecero la guerra. Oggi che sono i Viérin a battere la pista, la loro posizione si è ammorbidita. Evidentemente il ruolo di interlocutore di primo piano non è quello adatto al PD, preferisce il profilo basso, si sente garante nei rapporti con lo Stato e questo è sufficiente. Anche Alpe si è lasciata fagocitare dal clan di Jovençan, dagli slogan rivoluzionari necessari all’UVP per giustificare la scissione dalla casa madre. Ma davvero è solo Rollandin il problema? O piuttosto un pensiero dominante che coincide con l’autonomia intesa come terreno di proprietà esclusiva di chi governa? Non è fin troppo facile scaricare su un capro espiatorio le cause della crisi della Valle d’Aosta? Se la colpa è solo sua tutti gli altri sono innocenti, al massimo vittime. Ma è così? Io non credo che sia così. Tra i massoni locali si nascondono nomi insospettabili. Di qua e di là. Ma nella stessa famiglia. (altro…)

Différents niveaux, mêmes intérêts!

21 gennaio 2015

Ma cosa vuol dire “différents niveaux”? Vuol dire farsi gli affari loro. Quando, dove e con chi. Uno dei refrain più usati nelle ultime competizioni elettorali è stato quello fritto e rifritto della “partecipazione”. Il grande obiettivo quello di riportare la gente a entusiasmarsi per la politica, pena la crisi della democrazia! Mi chiedo come si possa riprendere l’interesse verso la “cosa pubblica”, se le premesse sono quelle che ci hanno disgustato in questi ultimi tempi. Prima vogliono a tutti i costi la testa di Rollandin, adesso, non avendola avuta, sentono che è necessario dare sostegno alla maggioranza. Fanno patti trasversali per un candidato sindaco in Comune, ma dicono di rimanere all’opposizione in Regione. I “différents niveaux”, allontanano la politica dal cittadino, lo fanno vomitare per il semplice motivo che, a cercar di capire la strategia per il bene comune, vengono le vertigini. Per riagganciare il cittadino alla politica occorre prima di ogni cosa renderla più facile. Comprensibile. Chiara. Trasparente. Aperta. Dalla palude nostrana solo miasmi fetidi. Prevedo un aumento dell’astensionismo. (altro…)

Dalla Renaissance alla Constituante passando per…

20 gennaio 2015

Dal giornalista Roberto Mancini.

Dunque sembra ufficiale: dalla Renaissance e dalla Costituente nasceranno due risultati (più altri corollari, in corso di definizione): Laurent Viérin alla presidenza del Consiglio regionale, un candidato sindaco espresso dal Pd nelle prossime comunali di Aosta. Fuori dalla porta restano Alpe e M5S, la nuova maggioranza regionale ricompatta sotto un tetto comune i due clan tribali di Vierin e Rollandin, Cozza Alpina e i presunti rottamatori renziani del PD. Perché “presunti”?
Perché in realtà Centoz si comporta esattamente come i suoi predecessori, fin dalla preistoria, del PCI-PDS-Ds- Gauche valdotaine, PD. Se l’Union si rompe, ci pensa la Sinistra a ricompattarla! (altro…)

Non se ne può più!

6 giugno 2014

Un passo indietro. Un passo avanti. Rollandin darà soddisfazione a tutti rimanendo fermo. Intanto i Viérin scalpitano: le loro ambizioni rischiano di rimanere congelate. I grillo-talpa si sono smarcati e hanno ripreso la loro autonomia: la recente approvazione del M5s alla proroga delle graduatorie lo conferma. (Non ho capito il motivo dell’astensione da parte della minoranza, la proroga era necessaria. Ma evidentemente il “Bene della Valle d’Aosta” viene messo in secondo piano rispetto ai giochi politici. E questo sarebbe il nuovo modo di fare politica? Altro punto in meno all’opposizione e chapeau ai grillo-talpa che si sono smarcati dalla “questione politica” e hanno preferito gli interessi dei valdostani.). Alpe non ci sta a fare da gregario e così pure il PD di Centoz. La richiesta dell’UVP a una verifica tra alleati, sa di controllo sulla coalizione da parte di chi lo sta perdendo. Stare all’opposizione per chi ha costruito il consenso grazie ai soliti vecchi trucchetti significa perderlo, il clan dei Viérin lo sa benissimo. Attualmente i numeri sono 18 a 15 con i due pentastellati che voteranno di volta in volta. Le elezioni forse non si faranno (quanti sono che rimarrebbero a casa con il rischio di una possibile incandidabilità?) che la maggioranza allora esca dallo stallo e presenti la nuova squadra di governo. Uffa che barba!

Solo una questione di firma

29 marzo 2014

La Giunta di Governo valdostana capitola sempre sulla faccenda Casinò. Oggi la minoranza vuole la testa dei dirigenti perché incapaci di gestire un’azienda che da tempo è solo un debito per la comunità. Ha perfettamente ragione. Assumiamo il più grande, capace, meraviglioso, specializzato manager del mondo per salvarla, sapete che farà per prima cosa? Taglierà il personale! Già, proprio così, licenzierà l’enorme esubero. La politica ha creato il problema, la politica non vuole risolverlo e sapete perché? Perché i numeri sono tanti, appetibili voti per tutti. L’economia non c’entra. Se mai avesse avuto un ruolo, la politica sarebbe stata ai margini e non avrebbe sfruttato l’azienda in termini prettamente clientelari. Un contenitore di assunzioni senza fine per saziare l’insaziabile fame di consenso. Paradossalmente oggi è chi vuole cambiare le cose a difendere questi lavoratori e per lo stesso motivo: sono voti! Quindi intoccabili. Ma una politica che si fa condizionare da una lobby e quindi non libera di esercitare il suo ruolo non è buona politica. Alla pari del manager incapace va licenziata. Ecco perché non credo in questa minoranza guidata dall’UVP e dal clan dei Viérin, perché ripropone le stesse logiche clientelari finalizzate alla conquista del potere. Perché nella retorica da oratorio che stuzzica i sentimentalismi più stucchevoli, non dice che per mantenere la lobby del Casinò sarà costretta a tagliare sui servizi destinati ad altre fasce di lavoratori. Fino a quando lo Stato ci copriva d’oro potevamo permetterci di mantenere il baraccone, oggi non più. Non ci sarà nessun manager che risolverà la questione senza tagli, ma questo non si dice. Non fa fine e impegna troppo. L’UVP preme per andare a elezioni anticipate perché sa che porterà a casa il ricco bottino del Casinò. Allora ditemi cosa c’è di diverso in questo modo di agire se non la firma? Come si esercita il tanto sbandierato cambiamento? Forse siamo condannati a causa dei pochi numeri, dei privilegi che ci hanno ovattato il cervello, dell’illusione di un benessere eterno. Quattro stupidi gatti imbottiti di soldi, incapaci di trovare soluzioni che non siano contributi, perché protetti da un diritto storico ormai obsoleto sempre più pallido. E la crisi non ci sta aprendo gli occhi.