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Ego, l’Edipo e il pasticcio Casinò

1 luglio 2014

Riceviamo dal giornalista  Roberto Mancini e volentieri pubblichiamo.

Ma che faranno La Torre & Perron, dioscuri usciti vincitori dal noioso tira-molla gabellato per crisi regionale?
Entrambi hanno còlto l’occasione per ammazzare il rispettivo Edipo politico, rivendicando l’autonomia e la responsabilità che si addice alla maggiore età, per loro giunta dopo un trentennio abbondante.
Insomma entrambi hanno affermato di essere cresciuti e di voler camminare con le proprie  gambe, ormai forti ed adulte. Sul piano politico, La Tour rischia meno: incamera  un incarico di rappresentanza spuria (garantire la presenza valdostana all’Expo), che gli conferisce poteri di spesa (un mezzo assessore?), ma a rischio portafoglio. Voglio dire che i fondi a sua disposizione (per fare che? Speriamo l’opposizione lo chieda…) rischiano di essere pochi e stentati. Perron invece, avendo fortemente rivendicato la delega al Casinò di St Vincent, si è bruciato i ponti alle spalle caricandosi di una rogna monumentale. (altro…)

I giustizieri di oggi

29 marzo 2014

La Valle ha una spesa pro capite di 11.725 euro l’anno, record in Italia. La Provincia autonoma di Bolzano segue a 9.335 euro, mentre il vicino Piemonte si deve accontentare di 2.412 euro, un quinto, e la grande Lombardia ancora di meno (2.220 euro). Le regioni a Statuto speciale godono del privilegio di poter trattenere nel loro bilancio le imposte Irpef e Iva pagate sul loro territorio. La Sicilia trattiene il totale, la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige i nove decimi, la Sardegna i sette decimi e il Friuli i sei decimi. Così la Valle d’Aosta incassa 1,3 miliardi l’anno. Un bilancio con cui paga lo stipendio a 3.801 dipendenti, che danno alla Valle d’Aosta un altro record: 90 dipendenti regionali per mille abitanti, più del doppio della Lombardia, che ne ha 42“. da Italiaoggi

La politica clientelare adottata da tutti i Presidenti regionali (Dino Viérin ha governato la Valle d’Aosta per otto lunghissimi anni e suo figlio in veste prima di consigliere e poi di assessore altrettanti), ha creato una spesa enorme in stipendi per le migliaia di dipendenti regionali fra cui gli addetti al Casinò di Saint Vincent. Nei fatti l’attuale Casinò risulta essere uno spreco enorme di denaro pubblico che si può appianare solo tagliando il personale. Impossibile mantenerlo. Chi fa promesse in merito racconta palle oppure sarà costretto a tagliare su altre voci: Roma, la nemica, ha chiuso parzialmente i rubinetti e noi, così autonomi, siamo alla frutta. Non bastano gli slogans per venirne fuori, ma una politica onesta e lucida. I giustizieri di oggi ne sono capaci? Parrebbe di no.

 

Solo una questione di firma

29 marzo 2014

La Giunta di Governo valdostana capitola sempre sulla faccenda Casinò. Oggi la minoranza vuole la testa dei dirigenti perché incapaci di gestire un’azienda che da tempo è solo un debito per la comunità. Ha perfettamente ragione. Assumiamo il più grande, capace, meraviglioso, specializzato manager del mondo per salvarla, sapete che farà per prima cosa? Taglierà il personale! Già, proprio così, licenzierà l’enorme esubero. La politica ha creato il problema, la politica non vuole risolverlo e sapete perché? Perché i numeri sono tanti, appetibili voti per tutti. L’economia non c’entra. Se mai avesse avuto un ruolo, la politica sarebbe stata ai margini e non avrebbe sfruttato l’azienda in termini prettamente clientelari. Un contenitore di assunzioni senza fine per saziare l’insaziabile fame di consenso. Paradossalmente oggi è chi vuole cambiare le cose a difendere questi lavoratori e per lo stesso motivo: sono voti! Quindi intoccabili. Ma una politica che si fa condizionare da una lobby e quindi non libera di esercitare il suo ruolo non è buona politica. Alla pari del manager incapace va licenziata. Ecco perché non credo in questa minoranza guidata dall’UVP e dal clan dei Viérin, perché ripropone le stesse logiche clientelari finalizzate alla conquista del potere. Perché nella retorica da oratorio che stuzzica i sentimentalismi più stucchevoli, non dice che per mantenere la lobby del Casinò sarà costretta a tagliare sui servizi destinati ad altre fasce di lavoratori. Fino a quando lo Stato ci copriva d’oro potevamo permetterci di mantenere il baraccone, oggi non più. Non ci sarà nessun manager che risolverà la questione senza tagli, ma questo non si dice. Non fa fine e impegna troppo. L’UVP preme per andare a elezioni anticipate perché sa che porterà a casa il ricco bottino del Casinò. Allora ditemi cosa c’è di diverso in questo modo di agire se non la firma? Come si esercita il tanto sbandierato cambiamento? Forse siamo condannati a causa dei pochi numeri, dei privilegi che ci hanno ovattato il cervello, dell’illusione di un benessere eterno. Quattro stupidi gatti imbottiti di soldi, incapaci di trovare soluzioni che non siano contributi, perché protetti da un diritto storico ormai obsoleto sempre più pallido. E la crisi non ci sta aprendo gli occhi.

Tutti alla Gabella!

27 marzo 2014

Una cosa di cui si discute poco sono i rapporti di forza all’interno della minoranza. Centoz con una abile mossa per le europee: la candidatura PD della Christillin, aveva spiazzato gli alleati. Nessun tradimento. L’Europa non è la Valle d’Aosta: niveaux différents! Ma Donzel ha rotto il meraviglioso giocattolo politico, la Guichardaz ora propone un rimpiazzo che non è né carne né pesce e per questo piacerà sia all’assemblea sia agli alleati. Il risultato di questa memorabile azione è la continua subalternità del PD verso il padrone di casa: l’UVP che è il vero vincitore di questo primo ko (secondi i grillini). Una prova? Se si andasse a elezioni anticipate come qualcuno dell’UVP propone, per chi voterebbe la maggioranza dei forestali e dei dipendenti del Casinò? Ma per papà Dino (e figlio), che dell’attuale crisi della Casa da gioco è anche corresponsabile! (Non è stato Presidente della Giunta per ben 8 anni consecutivi?). Paradossalmente si tratterebbe di un voto di scambio! E’ questo il cambiamento? Adesso capisco la fretta di ribaltare il tutto. Le elezioni europee avrebbero dato troppa luce al PD che è un grande partito nazionale e, con un renziano come Centoz, tolto all’UVP il ruolo di prima donna. La mossa di Centoz, quella di presentarsi da solo e con un candidato vincente, avrebbe cambiato gli equilibri interni alla minoranza e conferito maggiore potere decisionale al PD con conseguente visibilità e rischio di riappropriarsi di una fetta di elettorato confluita recentemente nell’UVP. Per Viérin il rischio di venire scalzato dal suo ruolo e sostituito da un renziano vero era troppo grosso. Meglio far cadere tutto subito, mettere in secondo piano le elezioni europee, far confluire su di sé il merito della vittoria e tenere a bada gli alleati che tanto… facessero pure gli assessori, tra breve avranno un bel rinvio a giudizio, mentre lui risulterà immacolato come una vergine. E cosa vuoi che siano un paio di bottiglie offerte? Neanche il valore di trenta denari!

Mice Mice – Bau Bau!

25 febbraio 2014

E’ in allestimento presso il Casinò un Convention Bureau, in lidi linguistici normali (ossia anglosassoni) detto Mice (Meetings, Inventives, Conferencing and Exhibitions). Buona idea, turismo di affari, attrarre super ricchi. Contro-indicazioni?
Tutte quelle dell’ “economia da sgocciolamento”, quella che così veniva spiegata da Kenneth Galbraith: “se dai da mangiare abbastanza avena al cavallo, qualcosa riuscirà a sfamare anche i passeri”.
Avete presente la reggia di Versailles? Si tratta di creare un posto con un’economia pensata su misura per le esigenze, i capricci, le follie, le porcate dei super-ricchi. Radunarli e coccolarli. Dalla loro tavola sempre imbandita, dai loro eccessi sempre rinnovati, sgocciolerà un poco di benessere. Così qualche briciola di caviale ed un goccio di champagne cadranno dal tavolo e faranno la fortuna dei servitori. E’ la logica dei paradisi fiscali: la reggia di Versailles fu la ricchezza di un piccolo popolo di ebanisti, camerieri, sarte, modiste, puttane, staffieri, cicisbei. Insomma ci si condanna a fare per tutta la vita i valdostani camerieri, servi, staffieri e maggiordomi della reggia di Versailles, ma di questi tempi grami meglio che niente. Ecco dunque il disegno per la nuova Vda: si delinea un turismo classista, per soli ricchi. Quindi è ovvio che per raggiungere la Vallée niente treni o autobus per la gente normale, aerei solo di legno, autostrada di platino. Una riserva indiana per soli riccastri. Domanda: in quale lingua si attrarranno i Cresi arabi e russi? In francese? In patois? A che serviranno 50 anni di sbrodolate francofone identitarie? Chi saranno i quadri del Nuovo Convention Bureau? Con quali competenze linguistiche? Insomma si rischia di pagare amaramente la sfascio della scuola valdostana francofomane per ragioni politiche . Per 50 anni hanno usato il francese per marcare il territorio, come fosse la pipì dei gatti, ed ora si accorgono che nell’economia moderna non serve ad una mazza.
Peracottari, ” vendeurs de poires cuites….”  (roberto mancini)

Incentivi per giovani alla fuga?

15 ottobre 2013

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Incentivi all’assunzione di giovani in mobilità? Certo, peccato che sia una bufala grottesca. Allora vi spiego meglio. Assumiamo un ragazzo in mobilità come magazziniere, consci di aver diritto alle agevolazioni sui contributi da versare previsti di legge. Ma è arrivata oggi una raccomandata dalla Regione che dice, testuali parole: “…. Con riferimento all’istanza in oggetto specificata si comunica, ai sensi dell’articolo 11, comma 2, della l.r. 19/2007, che il procedimento volto alla concessione dell’incentivo richiesto non può concludersi favorevolmente per l’indisponibilità delle necessarie risorse finanziarie…”

Due sono le cose divertenti: 1) I fondi non sono regionali, ma sono stati stanziati dall’Unione europea e destinati esclusivamente a ciò, ma gestiti dalla Regione e già mangiati chissà dove, ecco perché dell’ammanco. 2) E’ stato appena consegnato il lampadario dell’ingresso del Casinò di Saint-Vincent con una spesa esatta di 500.000 euro + iva. CINQUECENTOMILA EURO PIU’ IVA! Ci siamo capiti?

Il verbo

3 ottobre 2013

Le piccole comunità come la nostra permettono e sviluppano intrecci di tutti i tipi, difficile poi trovare il bandolo della matassa. Per questo non andremo mai da nessuna parte. Potremo al massimo cambiare un pochino e per poco tempo, ma poi sarà inevitabile il ripetersi della logica mafiosa dei piccoli numeri. Figlio Viérin vuole mandare a casa i dirigenti del Casinò, eppure fino a neppure un anno fa questi gli andavano bene, così come a suo padre. Oggi, trovandosi all’opposizione, li vuole licenziare e perché? Semplice, perché li vuole sostituire con uomini suoi. Una strategia che applicherà ovunque. Far fuori il vecchio leone, vuol dire innazitutto far fuori il suo esercito. Il vero senso della Restitution è questo: restituire al clan Viérin ciò che è stato tolto. Il verbo giusto dell’UVP quindi non è cambiare, ma restituire.

Ramo secco

24 settembre 2013

Non ci riesco. Non riesco proprio a sentirmi solidale con il lavoratori del Casinò. Quei lavoratori che guadagnano in media 80.000 euro l’anno e che sono stati assunti non per merito, ma grazie a un voto dato e da un favore ricevuto dal politico di turno. Quei lavoratori che pesano sulle spalle di altri molto meno retribuiti lavoratori: ricordo che per tenere in piedi la baracca abbiamo progressivamente rinunciato agli introiti che un tempo erano una voce importante della nostra economia. Il Casinò è un contenitore imbottito di personale che non ci dà più nulla, alimenta solo se stesso. La politica lo ha corroso. Abbiamo una carcassa che continua a divorare risorse per cosa? Per mantenere i croupiers?

Les jeux sont faits

16 settembre 2013

Tempo addietro Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, disse che la Valle d’Aosta viveva nel benessere senza sviluppo. In Italia non aveva mai trovato un’altra regione così rinserrata nell’agio. Aggiunse che “una società ha bisogno di traguardi, per mettersi in cammino, altrimenti rinuncia alla progettualità, alla ricerca di un futuro migliore. Non è mai nata, qui, una pluralità di soggetti che, in autonomia dalla Regione, avesse dato impulso alla crescita. Non esiste qualcosa di analogo agli artigiani di Prato, che si costituiscono come soggetti, e semmai, successivamente, interloquiscono con il settore pubblico e amministrativo, esprimendo una domanda di politica disegnata sulle loro esigenze. Al contrario, in Valle, dalla Regione non giungono solamente le risposte, ma addirittura le domande.”. Noi che difendiamo il concetto sacro di autonomia, abbiamo creato un sistema sociale-culturale-economico totalmente dipendente dalla Regione. Mai avuto altro obiettivo oltre quello di salvaguardare i nostri privilegi in totale sudditanza da Roma. L’assenza di un’autonomia reale è il nostro tallone di Achille. Il parassita, se muore il suo ospite, ne condivide il destino. Abbiamo vissuto da miopi un’abbondanza che credevamo essere eterna. La politica ha cullato questa illusione imbottendo gli uffici di impiegati non così necessari ai servizi, ma utili per mantenere il potere. Le persone sono state piazzate. Le persone si sono lasciate pigramente piazzare. E oggi tutti i ruoli vengono al pettine. Quello del politico che si trova nell’imbarazzo di non sapere come gestire l’esubero di personale che assorbe quasi la totalità delle risorse; quella dei cittadini-elettori-custodi delle clientele che vedono rischiare il loro posto di lavoro acquisito in cambio di un pacchetto più o meno ricco di voti. Les jeux sont faits. Rien ne va plus. Solo Frigerio continua a sorridere dalle pagine della Stampa, nonostate gli incassi del Casinò siano crollati. (I suoi invece continuano a crescere: 72.000 euro di premio per gli ottimi risultati conseguiti.). Il Casinò aspetta una nuova iniezioni di liquidi per poter affrontare il futuro. Soldi nostri, ovviamente. Frigerio vorrebbe estendere l’orario di lavoro 24 ore su 24 per evitare i tagli del personale che conta 800 stipendi. Qualcuno ipotizza di ridurre il lavoro per poterlo distribuire…, come sempre si va avanti a tentoni. A conferma che la progettualità, non essendo mai stata necessaria, è una parola oscura. Sconosciuta. Licenziare non è popolare, assumere sì, così è stato per tutta la politica e fino a oggi andava bene. Ma adesso si deve scegliere: mantenere del personale inutile o tappare i buchi del tetto di una scuola?

Barzelletta

5 luglio 2013

Nel programma di governo della maggioranza composta dall’Union valdotaine e Stella alpina non è stato preso in considerazione  l’Ospedale. Sparito dagli orizzonti così come il Casinò! La XIV legislatura comincia!