Ho scritto che della città di Aosta ai nostri amministratori poco importa. Ne sono convinta. Da non molto è stato creato su fb un gruppo di successo: Sei di aosta se… che apre le porte della memoria collettiva sul nostro condiviso vissuto. Una forma intelligente e interattiva di restauro di un’identità che va perdendosi. Se da un lato i politici fanno di tutto per uccidere la memoria ecco che i cittadini cercano nuovi mezzi per salvaguardarla. Vuol dire che una storia comune c’è. Una storia che ci lega e ci rende una comunità. Una storia da difendere. Da poco, sempre su fb, vengono pubblicate fotografie storiche tratte e dal mio libro: “Aosta, la città che sale” e dal museo da me ideato e creato insieme alla società Netbe: “MAO- Museo Aosta” rintracciabile all’indirizzo http://www.vmv.it. (Uno dei rari progetti del Fondo europeo ancora attivo e inserito nell’elenco delle Buone Pratiche del Ministero del Lavoro). Un patrimonio di immagini che ci appartiene e che mai il Comune ha pensato di utilizzare. Grazie a un progetto europeo Aosta si è dotata del suo unico museo, ma gli assessori alla cultura che si sono succeduti non lo sapevano e tuttora non lo sanno. I sindaci neppure. Allora, quasi dieci anni fa, il museo era fra i primi realizzati in Italia e la ricerca di fotografie tratte dagli album di famiglia una procedura ancora inconsueta. Obiettivo del MAO era quello di invitare gli aostani a creare insieme un grande museo della memoria cittadina attraverso le fotografie di famiglia e le collezioni di cartoline. Oggi persistono due piccole sezioni insieme ad archivi privati e pubblici, che avrebbero dovuto, secondo gli intenti, diventare le parti più consistenti del museo virtuale. Il dominio continua a resistere grazie alla volontà e alla generosità dei suoi creatori, il Comune se ne è invece sempre disinteressato. Molte sono le immagini tratte dal suo archivio fotografico e che in questi giorni scorrono su fb (carino sarebbe citare la fonte) e molte altre potrebbero essere immesse nella sezione apposita, ma il Comune non sa, non vuole sapere, non interessa, non porta voti… la memoria? Roba da campagna elettorale, fa fine e soprattutto non impegna.
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