Posted tagged ‘Autonomia’
6 Maggio 2015
Capisco quando il presidente della Giunta, Augusto Rollandin, dice che “la Valle si trova nella assoluta impossibilità a garantire posti di accoglienza temporanea che rispondano a criteri di sostenibilità e di dignità, oltre ai 62 posti già occupati”, in quanto organizzare condizioni di accoglienza dignitose non è così semplice come sembra, ma l’abbandono, senza uno sforzo serio, di una soluzione per settantanove disgraziati spalmati su settantaquattro comuni, è veramente difficile da accettare. Siamo la Regione più ricca d’Italia e non siamo in grado di alloggiare sul nostro territorio una manciata di disperati? Offrire loro un tetto e una dignità temporanei? Cavolo, ma allora non abbiamo imparato niente! E non si tratta di una questione di sensibilità come dice Rollandin, non solo. Si tratta di dignità. La nostra! Invece noi, nonostante l’autonomia, siamo come tutti gli altri: incapaci di dare una risposta concreta e immediata ai problemi! Noi, come tutti gli altri, rifiutiamo le nostre responsabilità! Allora è sacrosanto e giusto che rigettiamo anche la nostra “diversità” per omologarci in un tutto umanamente indecoroso! Tutti infilati nella stessa collana di squallore. Se non siamo in grado di affrontare gli eventi, nelle minuscole proporzioni che ci toccano, come pensiamo di saper difendere la nostra autonomia? Con quali argomenti? Con quelli obsoleti della Storia? L’autonomia è un concetto elevato destinato solo a chi sa affrontare i cambiamenti epocali con coraggio e a testa alta, non per chi si sbraca alla prima difficoltà.
(Senza contare la figura di merda che abbiamo fatto a livello nazionale, altro che buon esempio!)
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19 dicembre 2014
Prima si è pensato, a torto secondo me, a far saltare le province, ora si pensa, a ragione secondo me, a ridurre il numero delle regioni. Senza dubbio il sistema va ripensato. Necessita di una riorganizzazione regionale, soprattutto dopo l’esperimento fallito del federalismo che ha coinvolto i consigli regionali in numerose inchieste giudiziarie. Bisogna accorpare e quindi ridurre il numero delle Regioni, limitando lo spreco di denaro pubblico che è stato possibile grazie a formule create ad hoc per non essere controllabile dallo Stato. Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria, secondo la proposta del parlamentare democratico, Roberto Morassut, diventerebbero la Regione alpina. Per la difesa dell’autonomia, checché ne dica la nostra classe dirigente cocainomane e puttaniera, non disponiamo di argomenti validi da usare. Cosa abbiamo? Una forte identità da tutelare? NO! Una lingua che ci rende minoranza? NO! Un’amministrazione eccellente da presentarsi come modello virtuoso? NO! Un territorio gestito con capacità e lungimiranza? NO! Un’economia autonoma dalla politica? NO! Un benessere basato sullo sviluppo e sull’impresa? NO! Una burocrazia snella? NO! Un sistema scolastico di qualità? NO! Dei Beni culturali valorizzati al meglio? NO! Una cultura vivace e aperta? NO! Un’ospitalità esemplare? NO! Un ambiente naturale intatto? NO! Potrei continuare, ma credo che il ritratto dei nostri limiti, senza entrare nel merito della morale e dell’etica sia sufficiente. La nostra autonomia ha prodotto una casta di corrotti sostenuta da corrotti. E basta. Ha succhiato il sangue allo Stato, visto costantemente come un nemico perché giustificava e giustifica il muro che ci separa dal resto del mondo. Pompata a dismisura la nostra presunta diversità, per poter gestire in tutta tranquillità gli affaracci nostri. Affari che hanno prevalso su tutto. Sull’identità, sul patrimonio culturale, sulla lingua, sullo sviluppo e sull’autonomia. Corruzione e clientele. Sperperi e voti di scambio. Omertà assoluta. Paura di esprimersi. Bel risultato vero? Non so se con la macroregione le cose potrebbero andare meglio vista la natura degli italiani che noi valdostani ricalchiamo così bene, ma almeno le facce di merda non le incontrerei così facilmente al bar. E potrei digerire finalmente il mio cappuccino!
NB: Milanesio, si batte per l’Autonomia e sogna una rivoluzione popolare in sua difesa… avete presente chi è Milanesio?
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15 dicembre 2014
Dal giornalista Roberto Mancini.
Caro Milanesio, per “bucare” i media, chiedete che ogni mese un consigliere regionale si dia fuoco. Son roghi benefici, vi daranno la prima pagina mondiale per circa tre anni. Secondo me la Vda ci guadagna…
In un’interessante ed immaginifica lettera sul giornale dell’ex addetto stampa di Dino Vierin, Bruno Milanesio detta la strategia al’Union valdotaine. Stante la pochezza politica ed intellettuale dei membri della Balena Rossonera, almeno da 5 anni la sua anima pensante è rappresentata da ex socialisti. Dice Milanesio: “ Intraprendere una mobilitazione inaudita e clamorosa della nostra comunità che per forza, estensione, parole d’ordine e dignitosa compostezza possa finalmente “bucare” l’informazione nazionale ed internazionale. Le circostanze ci impongono una drammatizzazione, non sguaiata , ma controllata nel percorso.”
E ancora:
“ Creare una corrente di simpatia nazionale, ma sopratutto internazionale, nei confronti di una piccola regione che si vede schiacciata e violentata nella sua identità storica…”
Conclusione di Milanesio:
“Di fronte al palco, nel dehors del “Café du Centre”, ci sono le postazioni radiofoniche e televisive di numerose testate italiane e straniere, interessate al singolare avvenimento…”.
(altro…)
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10 dicembre 2014
Leonardo La Torre, il consigliere birichino che ha tenuto in scacco il Consiglio per qualche mese, dice che bisogna costruire una “Federazione degli autonomisti” per difenderci dagli attacchi romani. Non dice cosa dobbiamo fare per difenderci dai suoi attacchi ben più pericolosi. (In caso di elezioni anticipate, per favore facciamolo fuori, grazie.). Fa il simpatico il Camaleonardo, invita a una lettura ottimistica del bilancio che dispone per gli investimenti di un centinaio di milioni di euro. Una miseria. Ovvio che la colpa sia di Roma e delle sue richeste coercitive. Nessuna responsabilità verso la classe dirigente che ha dissipato in progetti inutili, in contributi che non hanno dato frutti succosi per l’economia ma solo per i politici, ingenti quantità di denaro provenienti, ma guarda, proprio da Roma. Secondo Camaleonardo occorre reagire. Come? Ma con la solita demagogica difesa dell’autonomia. E sarebbe la soluzione giusta se si trattasse di un’emancipazione reale, svincolata dai sussidi statali, ma anche dalla politica locale, per orientarsi verso uno sviluppo economico capace di reggersi sulle proprie gambe. Sarebbe carino sapere che cosa intendono tutti i nostri politici per autonomia. Da quello che hanno combinato in quarant’anni si direbbe: farsi i cazzi loro!
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16 settembre 2013
Tempo addietro Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, disse che la Valle d’Aosta viveva nel benessere senza sviluppo. In Italia non aveva mai trovato un’altra regione così rinserrata nell’agio. Aggiunse che “una società ha bisogno di traguardi, per mettersi in cammino, altrimenti rinuncia alla progettualità, alla ricerca di un futuro migliore. Non è mai nata, qui, una pluralità di soggetti che, in autonomia dalla Regione, avesse dato impulso alla crescita. Non esiste qualcosa di analogo agli artigiani di Prato, che si costituiscono come soggetti, e semmai, successivamente, interloquiscono con il settore pubblico e amministrativo, esprimendo una domanda di politica disegnata sulle loro esigenze. Al contrario, in Valle, dalla Regione non giungono solamente le risposte, ma addirittura le domande.”. Noi che difendiamo il concetto sacro di autonomia, abbiamo creato un sistema sociale-culturale-economico totalmente dipendente dalla Regione. Mai avuto altro obiettivo oltre quello di salvaguardare i nostri privilegi in totale sudditanza da Roma. L’assenza di un’autonomia reale è il nostro tallone di Achille. Il parassita, se muore il suo ospite, ne condivide il destino. Abbiamo vissuto da miopi un’abbondanza che credevamo essere eterna. La politica ha cullato questa illusione imbottendo gli uffici di impiegati non così necessari ai servizi, ma utili per mantenere il potere. Le persone sono state piazzate. Le persone si sono lasciate pigramente piazzare. E oggi tutti i ruoli vengono al pettine. Quello del politico che si trova nell’imbarazzo di non sapere come gestire l’esubero di personale che assorbe quasi la totalità delle risorse; quella dei cittadini-elettori-custodi delle clientele che vedono rischiare il loro posto di lavoro acquisito in cambio di un pacchetto più o meno ricco di voti. Les jeux sont faits. Rien ne va plus. Solo Frigerio continua a sorridere dalle pagine della Stampa, nonostate gli incassi del Casinò siano crollati. (I suoi invece continuano a crescere: 72.000 euro di premio per gli ottimi risultati conseguiti.). Il Casinò aspetta una nuova iniezioni di liquidi per poter affrontare il futuro. Soldi nostri, ovviamente. Frigerio vorrebbe estendere l’orario di lavoro 24 ore su 24 per evitare i tagli del personale che conta 800 stipendi. Qualcuno ipotizza di ridurre il lavoro per poterlo distribuire…, come sempre si va avanti a tentoni. A conferma che la progettualità, non essendo mai stata necessaria, è una parola oscura. Sconosciuta. Licenziare non è popolare, assumere sì, così è stato per tutta la politica e fino a oggi andava bene. Ma adesso si deve scegliere: mantenere del personale inutile o tappare i buchi del tetto di una scuola?
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27 luglio 2013
Trento e Aosta sono due capoluoghi di alttettante regioni a Statuto speciale, oggi Trento festeggia il Muse, il Museo delle Scienze; 24 ore di eventi di grandi rilievo per presentare al mondo la nuova architettura di Renzo Piano. Esperimenti, giochi scientifici, laboratori creativi, ecc… dedicati alle famiglie saranno invece i protagonisti di domani. Trento investe in Cultura. Aosta investe in partite di calcetto in piazza Chanoux. Il bar Narbonne nella piazza accanto, riscopre il karaoke. Trovate le differenze!
Categorie: Architettura, Confronto
Tags: Aosta, Autonomia, Muse, Piazza Chanoux, Renzo Piano, Trento
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21 Maggio 2013
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Martedì 21 maggio, alle 18h30 all’Espace populaire per discutere di:
L’autonomia valdostana: un valore ancora attuale da declinare meglio o uno strumento ormai non più efficace?
Invitati : UVP , PD Sinistra Valle d’Aosta , ALPE.
La formula è quella dell’incontro aperto, in cui il pubblico – i cittadini – possano domandare e proporre, partecipando così alla costruzione di una vera agenda delle priorità politiche per la Valle d’Aosta del futuro. Organizza ARCI VdA assieme al Laboratorio Civico VdA
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23 febbraio 2013
Siamo prossimi alle elezioni. Propongo una riflessione sui cinque candidati che si contenderanno le poltrone a Roma. Si sono spese tante parole, la prima su tutte l’ autonomia. Alla retorica io preferisco guardare ai fatti dunque: cosa hanno fatto i nostri politici per salvaguardarla? Partiamo da quelli del Leone. Albèrt Lanièce si è prodigato per andare contro una legge nata dal nostro Statuto speciale, invitando apertamente i valdostani a non andare a votare per il referendum, dicendo che il non voto era un diritto. Nessuna parola spesa per difendere il risultato referendario che è stato impugnato dal Consiglio dei Ministri: Roma è nemica solo quando taglia i contributi, ma non quando interviene sulle nostre leggi non gradite dai potenti locali. Una contraddizione che non offre nessuna garanzia, semmai il contrario. Inoltre il nostro attuale assessore tecnico, oltre a disertare il voto, ha invitato i colleghi medici a sottoscrivere una lettera pro-pirogassificatore e, considerato che è un funzionario pubblico, non avrebbe potuto farlo. Cosa curiosa sul sito della Regione è l’unico assessore in cui non compare il curriculum, alla faccia della trasparenza! C’è da fidarsi di uno così? La concorrente Patrizia Morelli, candidata al Senato per l’Alleanza autonomista progressista, ha al contrario lavorato apertamente per il referendum e contro il pirogassificatore; ha sottoscritto un patto con Bersani che avrà il valore che avrà, ma intanto uno sforzo concreto l’ha fatto per salvaguardare la nostra specificità. Ha sottoscritto un patto con Libera contro le mafie e contro la corruzione e ha pubblicato il suo reddito e patrimonio. Rudi Marguerettaz di Stella alpina, candidato alla Camera, ha fatto esattamente tutto quello che ha fatto il suo alleato di partito: voleva il pirogassificatore e invitava all’astensione. Zitto zitto anche lui sull’impugnazione del referendum. C’è da fidarsi di uno così? Laurent Viérin, candidato alla Camera per l’UVP, invece ha scoperto la sua vocazione dopo la vittoria referendaria. Prima se ne è stato buono in attesa del responso popolare, se fosse stato negativo sarebbe ancora lì a fare l’assessore. Infatti non risulta che né lui né il collega Caveri abbiano mai detto qualcosa in pubblico circa la loro contrarietà alla scelta del trattamento a caldo (nel suo blog Caveri dice di aver aderito serenamente alle scelte della maggioranza). Hanno manovrato nell’ombra e hanno aspettato l’esito. Con la vittoria eccolo pavoneggiarsi di un risultato che ritiene anche suo. C’è da fidarsi di uno così? E veniamo all’ultimo: Jean-Pierre Guichardaz, candidato alla Camera per l’Alleanza autonomista e Progressista, è un uomo della società civile, mai seduto su una poltrona, ha lavorato molto nel Comitato per l’Ospedale nuovo e poi in Valle virtuosa, è quello che la gente chiede: giovane, capace, onesto e nuovo. Insieme alla Morelli ha sottoscritto il patto con Bersani in difesa dell’autonomia e con Libera contro le mafie. Gli altri invece parlano e parlano e si capisce che sono politici di lungo corso. Allora di chi è più facile fidarsi? Buon voto!
Categorie: Autonomia, Chiarezza, Elezioni, Politica valdostana, Referendum, Riflessione, Uomini politici
Tags: Albert Lanièce, Astensione, Autonomia, Elezioni politiche 2013, Jean-Pierre Guichardaz, Laurent Viérin, Libera VdA, Patrizia Morelli, Pier Luigi Bersani, Referendum pirogassificatore, Rudi Marguerettaz, Valle d'Aosta
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20 febbraio 2013

Dichiarazioni chiare ed esaustive. Che ne dicono i nostri?
Gli avversari hanno tanto criticato Bersani che si era espresso contro le autonomie, nonostante abbia contratto un documento con i candidati dell’Alleanza autonomista progressista, Morelli e Guichardaz, per difendere la nostra. Oggi leggo, sul bollettino elettorale del Pdl inviato a tutte le famiglie piemontesi con tanto di faccione di Berlusconi in prima pagina, questo trafiletto. Mi chiedo se Lattanzi e Zucchi che danno indicazioni di voto per i candidati rossoneri non si sentano un po’ in imbarazzo nei confronti della casa madre.
Categorie: Autonomia, Berlusconi, Chiarezza, Elezioni, Politica nazionale, Politica valdostana, Uomini politici
Tags: Alberto Zucchi, Autonomia, Elezioni politiche 2013, Massimo Lattanzi, Silvio Berlusconi, Valle d'Aosta
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