Posted tagged ‘Autonomia valdostana’

W Marx, W Lenin, W Dino!

25 marzo 2015

Non sempre il passo avanti porta a buoni risultati. Davanti a un precipizio, ad esempio, è consigliabile fare il contrario. Francesco Lucat, segretario di Rifondazione comunista, esulta per il passo avanti fatto insieme al partito del clan Viérin e ad Alpe. Il compagno ha infranto la purezza ideologica per affrontare la realpolitik che, dal basso della sua impurità, impone un accordo. Lo fa con un pezzo di Union progressista, un pezzo di Union alpista più una manciata di Verdi. Questo raggruppamento, per lavarsi la coscienza, i compagni lo chiamano di centrosinistra, in realtà non è altro che una delle due metastasi unioniste che si nutre di quello che resta delle cellule della sinistra dura e pura valdostana. Se da una parte abbiamo il Pd che alimenta il clan Rollandin, dall’altra abbiamo Rifondazione e i residui del Sole che rideva, che si danno in pasto a quello della Gabella. (altro…)

Riserva di caccia

24 febbraio 2015

Tutti a parlare di autonomia, tutti in sua difesa: bene sovrano della nostra comunità. Eppure non siamo autonomi affatto. Per prima cosa non lo saremo mai, se non riusciremo a stare in piedi con le nostre gambe. Intendo economicamente in piedi. E su cosa potremmo contare? Principalmente sul turismo e sull’energia. Il primo aspetto non riusciamo a gestirlo nel migliore dei modi: non abbiamo imparato a sfruttare appieno il potenziale che abbiamo, seguendo le linee guida di un turismo moderno e sostenibile. Nel secondo rapiniamo il territorio, costruendo centraline ovunque, anche là dove il paesaggio dovrebbe essere tutelato in quanto risorsa primaria del turismo. Abbiamo l’energia, ma, mi chiedo, dove sono i proventi della vendita della stessa? A cosa servono? Dove e come vengono investiti? La CVA è una partecipata della Regione che gestisce gli affari per conto suo. In quanto partecipata lo può fare e noi rimaniamo legalmente all’oscuro di tutto. Eppure l’acqua ci appartiene e ancora per un bel pezzo, ma sembra che invece sia di proprietà di un gruppo ristretto di persone che, gira e rigira, è sempre lo stesso e usa la Valle d’Aosta come il proprio terreno di caccia. L’autonomia ha arricchito politici e faccendieri  e dato le briciole a tutti gli altri che si sono accontentati di un posto, di un favore, di una casa, di promesse più o meno mantenute… di certo non ha garantito servizi di eccellenza come avremmo potuto avere. E adesso eccoci qui, incapaci di fare turismo e con un bene come l’acqua che ci sfugge da ogni controllo… come possiamo dirci autonomi? La difesa dell’autonomia è la difesa della riserva. La loro.

Anch’io ieri sera ho mangiato pesante!

13 dicembre 2014

Non mi chiamo Martin pur tuttavia ieri sera ho mangiato pesante.  E ho cacato un incubo come fanno le galline con l’ovo. Proprio dal medesimo buco. Ve lo voglio raccontare con premura perché la candeggina del giorno non lo scolori, eppoi un incubo di questi tempi è pure salutare per le viscere, fa cacare appunto. Vi devo confessare che dei fatti che vi andrò narrando, non sono attore, ma semplice testimone oculare. Un corvacchione appassito che spicca il suo ultimo volo con tanto di regalie di penne e brune piume a gemellare un drone con telecamera. Il fattaccio si avviluppa a chiocciola sulla triade urbana dove tutti han calpestato merda almeno una volta nella vita. Il siparietto si apre su tre scenografie di provincia: l’aula del Consiglio regionale, un’aula della commissione consigliare, una qualsiasi, e il salotto buono della città; buono si fa per dire che la povera piazza, intolata al martire Chanoux, è anch’essa martirizzata con la stupidità sadica di chi la governa.  (altro…)

Autonomia farlocca

17 ottobre 2013

Dopo 50 anni di sbornia micro-nazionalista con i soldi dei babbei italiani, vedo che ora persino i localisti etnici devono confessare che le casse sono vuote. Abbiamo finito la grana regalata, quella con cui una nomeklatura da condominio, esentata dal compito di produrre ricchezza ( grazie all’autonomia “octroyeé”, disprezzata ma utile…) , ha potuto dedicarsi al clientelismo in perfetto stile calabrese.
Che inventeranno ora questi artisti dell’accattonaggio verso lo “ Stato centralista”? Chiederanno la grana ai baschi, catalani, galiziani, burgundi e grecanici, per illustrare i cui dialetti hanno speso i nostri miliardi ?
A che punto è la scuola valdostana per affrontare  le vacche magre della crisi globalizzata? Puntiamo sul patois, come sempre?
Poichè abbiamo un’università locale, scegliamo l’istruzione non autistica: gemelliamoci con l’Istituto Orientale  di Napoli o con la Ca’ Foscari, dove si insegnano lingue orientali. Tre facoltà, cinese, arabo, inglese: dite servirebbe più del patois?
Poi un liceo anglofono ad Aosta sostituisca quello francofono, felicemente comatoso e servito solo per parcheggiare  rampolli della nomenklatura unionista, i Balenotteri Rossoneri di domani. Seppelliamo il vierinismo, finora ideologia vincente nelle scuole valdostane?
Le lingue si insegnano per far trovare lavoro ai nostri figli, non per aggregare voti di tribù etniche e per garantire identità politiche.
Tre facoltà all’università: arabo, cinese, inglese. Il governo cinese finanzia generosamente questi progetti in Europa. Forse così si può persino terminare il polo universitario della Testafochi… (roberto mancini)

L’autonomia del male

30 giugno 2013

Le recenti sentenze della magistratura valdostana hanno portato allo scoperto una realtà presente da molti anni, ma sottaciuta. Oggi possiamo affermare, senza esagerare, che la Valle d’Aosta è contaminata dalla ‘ndrangheta. Che si paga il pizzo, che la politica è corrotta, che esiste il voto di scambio, che i roghi non sono per autoconbustione, che esistono le estorsioni e le minacce. Anche in questo non siamo diversi dalle altre regioni italiane, affatto immuni da questo male. Quello che però ancora non emerge in modo altrettanto chiaro è che, se la criminalità organizzata ha trovato facile terreno qui da noi è perché il terreno non solo era ed è fertile, ma anche abbondantemente concimato con letame locale. Non abbiamo avuto bisogno dei calabresi per imparare a chiedere il pizzo, magari sottoforma di interessi da capogiro per prestiti da usuraio. Non abbiamo imparato dai calabresi a usare la violenza contro chi contrasta i nostri interessi: qui al coltello si preferisce il sacco. Sfumature territoriali. Il ricorso al fiammifero invece è lo stesso, così come le minacce verbali e i segni simbolici, contraddistinti solo dalla diversità culturale dei linguaggi. Insomma, possiamo vantare una mafia nostrana che prospera da sempre e che è ben incanalata nelle pieghe della politica da cui è protetta. Gli scandali delle stalle d’oro, delle Fontine adulterate, delle bovine malate prima, delle bovine sane dopo, dei contributi a pioggia in un settore che moralmente è malato e corrotto (chiedo scusa a quei pochi onesti per l’inevitabile generalizzazione) nulla hanno a che vedere con i calabresi, ma riguardano una devianza autoctona. Su questo versante possiamo vantare un’autonomia di tutto rispetto. Quindi, se vogliamo conoscere e tentare di estirpare il male è bene guardarlo nella sua totalità e non abbracciare l’illusione di una esclusiva subcultura criminale importata dal sud.

Buon voto!

21 febbraio 2013

Tra qualche giorno sapremo in che Italia viviamo.  Quella del Crapapelada? Quella della signora Angela Bruno? Intanto però parliamo di VDA.
Conseguenze dell’autonomia: come in URSS e sotto il Fascismo, qui maggioranza ed opposizione, finti innovatori e veri conservatori sono nello stesso partito, figli della stessa cultura localista e della stessa prassi politica: Union di lotta e di governo. Modesti come Cristo, fanno l’alfa e l’omega: l’inizio e la fine di tutto. Data la mediocrità dei partiti nazionali di Destra e di Sinistra e la presenza di un Centro trasformista, imbelle ed opportunista (Sa e Fédération), a seconda dei momenti e degli interessi l’UV si trucca  da Destra o da Sinistra. PD e PDL, volta per volta, sono stati trattati dai localisti dell’Union  come pezze da piedi, come la catena del cesso: la si tira solo al momento del bisogno, poi la si ignora per tutta la giornata. In questo momento la sceneggiata affida la parte di Destra a Rollandin, quella di Sinistra a Viérin. Guardate che è solo “cinema”, contenuti politici non ce ne sono, entrambi possono scambiarsi la parti domani. Per rimanere al potere si alleerebbero con i nazisti,  con i nord koreani, con gli iraniani, con i marziani. Basta che tutto, in primis la loro cadrega, rimanga intatto. Il collegio uninominale, oltreché un privilegio, è una gabbia elettorale che non fa entrare nuove idee, nuovi fermenti, nuovi partiti. Che blocca ogni novità col “voto utile”. O si rompe questa prigione di “federalismo reale” di tipo sovietico, o il massimo cui possiamo aspirare è fare da spettatori ad una lotta di clan rossoneri, gli uni mascherati da progressisti, gli altri da conservatori. In questa realtà il movimento di Grillo potrà trovare difficoltà maggiori di quelle nazionali. Qui la società civile non esiste e circa 1500 persone campano di sola politica. Con l’indotto di amanti, fidanzate, addetti stampa, parenti e galoppini, fanno circa 5000 termiti rossonere: una supercasta che ciuccia risorse pubbliche. Un numero enorme, se rapportato alla popolazione. La “specialità” è pericolosa: dare grandi poteri istituzionali distribuiti su di un  piccolo territorio di 126.000 abitanti, è follia. Pericolosa per la libertà dei cittadini, chiunque sia al governo: figurarsi con questi…
Buon voto, se ci riuscite. (roberto mancini)

Tolto il giochino

11 ottobre 2012

Il potere feudale della Valle d’Aosta grida che c’è in atto un attacco all’autonomia e quindi al nostro essere speciali, ma in cosa consiste questo attacco? Dunque, se ho capito lo Stato vuole prendere per sè la competenza riguardo all’energia: noi valdostani paghiamo l’energia più cara che altrove e grazie allo sfruttamento intensivo dei nostri torrenti di cui i benefici fanno grassi gli imprenditori privati e non i Comuni, svendiamo il nostro paesaggio. Un patrimonio inestimabile! Lo Stato vuole mettere mano sul Turismo., allora? Come è stata gestita la voce che dovrebbe essere quella più importante della nostra economia? Basta dire Marguerettaz che si capisce che il “nemico” ce lo abbiamo in casa. Lo Stato vuole controllare, tramite la Corte dei Conti, le spese delle Regioni e i bilanci: è così sbagliato visto che è lo Stato che ci finanzia? Lo Stato vuole ridurre i consiglieri e i loro emolumenti, tagliare i contributi ai gruppi consiliari e vietare il cumulo degli stipendi, pena il taglio dei contributi. Allora, secondo voi non sono accettabili queste riforme? Senza l’intervento centrale ci sarebbe stata la riduzione dei consiglieri e degli assessori? NO! Rollandin non l’avrebbe mai voluto, ma sarà costretto ad accettare le imposizioni per evitare di essere penalizzato. Questo Governo Monti, così cattivo e per carità criticabilissimo, ha tolto il giochino dell’autonomia in mano a un gruppo di faccendieri. Strillano, strillano i vari Perron, Lavoyer, Rollandin, Lattanzi…, mais les jeux sont faits.

Bruciamo lo Statuto!

11 ottobre 2012

La Valle d’Aosta  sente la necessità di fare fronte comune con le altre regioni autonome cioè con la Sicilia e la Sardegna campioni insieme a noi di spreco di risorse pubbliche (tralascio le regioni del nord ovest che almeno hanno saputo quantificare la loro autonomia, creando autentico sviluppo territoriale). A leggere l’articolo di oggi sulla Stampa non c’è che farsi due risate: i toni sono guerreschi, ma in guerra ci andranno solo loro: i politici! Gli unici che, insieme ai parenti e amici, hanno abbondantemente beneficiato dell’autonomia. “L’autonomia si regge sul fronte delle risorse”, questo ha detto Zucchi del PdL che di risorse se ne intende. A noi, miseri mortali, che ce ne frega? Abbiamo dei servizi da terzo mondo come ha detto Rollandin riguardo ai trasporti, una scuola che cade a pezzi, una sanità in perenne restauro, una città bruttina, una valle magnifica, ma che giorno dopo giorno, grazie a una politica di sfruttamento intensivo delle risorse, perde pezzi della sua bellezza. A noi che ci ha fruttato l’autonomia? Ci ha tolto la dignità di essere dei cittadini e ci ha trasformati in questuanti. Dipendiamo da palazzo Deffeyes per qualsiasi cosa, alla faccia del centralismo romano! Pure il voto, ultima libertà, abbiamo venduto in cambio di una cena pagata con i soldi conferiti ai gruppi consigliari (vedi alla voce: spese di rappresentanza). Chi siamo noi per difendere ciò che ha generato spreco, clientelismo e malaffare? Claudio Lavoyer, condannato e prescritto (uhaa uhaa uhaa!) e che non ha ancora risposto ad alcune inquietanti domande, invita a “reagire con determinazione alle politiche centraliste”. Ma non vi scompisciate dalle risate? Questi omuncoli cresciuti politicamente e quindi economicamente (ma l’intelletto è rimasto quello di un criceto) grazie all’assenza totale di un controllo e di una gestione feudale del potere, chiedono a noi di reagire? Ma il loro elettorato, come gran parte dell’elettorato valdostano, reagisce solo se dai in cambio qualcosa e adesso che i soldi non ci sono più cosa possono promettere i nostri feudatari? Quali incarichi? Quali assunzioni? (vedi alla voce: guardie forestali assunte a gogo e poi licenziate per mancanza di liquidi). Sulla difesa dell’autonomia di cui quasi nessuno  conosce la ragione, saranno soli. In prima linea. Speriamo che il “nemico” li faccia fuori al primo colpo.

Grazie Union valdotaine!

30 settembre 2012

«Quand on s’indigne, il convient de se demander si l’on est digne». Alla frase dell’Abbé Pierre, Luciano Caveri, consigliere regionale unionista nonché ex deputato, ex assessore al Turismo, ex presidente di Giunta ecc ecc…, risponde dal suo blog che sì i valdostani sono degni di indignarsi in quanto tale diritto è scritto nella Storia. Cos’è la Storia? Per molti è un fossile. Un segno scolpito nella pietra che non subisce mutamenti alcuni. Eppure anche le pietre si trasformano, alcune diventano sabbia. Nello scorrere della Storia il nostro Statuto speciale non ha più una ragione di essere e neppure quella cosa che Caveri descrive come prepolitica e che si fonda sul senso di identità e appartenenza. Quale identità? Quella della neolingua iniettata a forza per riempire il vuoto lasciato da un’altra lingua che madre non è più? Quella delle sagre inventate? Quella dello sfruttamento intensivo dell’ambiente? Quella degli scandali? Quella degli sprechi? In questo siamo perfettamente uguali a tutti gli altri, niente di speciale. Troppo facile e ormai inefficace rivolgersi alla Storia per reclamare un diritto che secondo Caveri avrebbe le caratteristiche del divino: siamo speciali per natura! Una motivazione, questa sì ridicola, che si frantuma facilmente nell’osservazione attenta del nostro attuale essere. Non è alla Storia che avremmo dovuto appellarci, cullati nella manna statale che mai avremmo pensato potesse venire meno, ma al presente. Il presente di ieri che avrebbe dato dignità al presente di oggi. Quel buon governo di onesti e capaci che avrebbe dato un esempio di eccellenza e di capacità al resto del Paese. Conferito quella dignità che ci avrebbe permesso di indignarci contro gli scandali, gli sprechi di risorse, l’immoralità che devastano la Penisola. Avremmo potuto difendere la nostra autonomia con i risultati di una buona politica e al tempo stesso difendere il Federalismo dallo “Stato scialacquatore”, come lo definisce Caveri. Ma non possiamo farlo, perché la Valle d’Aosta è il riflesso in piccolo dello Stato centrale. Un esempio? Il nostro Presidente è un pregiudicato. (E Caveri che se la prende con Roma ladrona, non è quello che voleva la Porta della Valle d’Aosta? E la funicolare”Cablò”? E l’aeroporto e… . Che non si indigni troppo che l’Abbé Pierre si incazza!). I politici unionisti e i loro portaborse che cercano di difendere oggi l’autonomia minacciata di fatto l’hanno uccisa LORO! (Come al nostro interno hanno fatto fuori l’autonomia dei Comuni, delle Comunità montane, dell’economia… tutti i settori della vita pubblica, sociale e imprenditoriale sono asserviti a piazza Deffeyes!). Con quali argomenti potremmo mai difenderla? Con il diritto naturale? La Storia? Sai le pernacchie! No, il processo è irreversibile e l’autonomia della Valle d’Aosta scialaquatrice è segnata, non resta che seppellirla. Grazie Union valdotaine!

…fan culo autonomia!

21 marzo 2012

Una cosa di cui i nostri politici di maggioranza sono totalmente sprovvisti è la lungimiranza. Capaci di blaterare su progetti faraonici, nei fatti si rilevano delle nullità. Prendiamo ad esempio l’aeroporto, lo volevano commerciale, pensavano ai charter pieni zeppi di turisti da far atterrare fra le montagne e alle vallate colme di festante sonorità. Hanno speso soldi per l’allungamento della pista, per il progetto, per la realizzazione del progetto, li spenderanno per il personale che gestirà l’aerostazione e per cosa? Per dimezzare i voli settimanali che collegheranno i politici all’odiata capitale. Colpa della crisi! Facile scaricare le responsabilità sulla crisi globale, ma un rappresentante del popolo non dovrebbe conoscere l’andazzo del mondo? La verità è che la nostra classe dirigente è totalmente incapace di governare anche solo un pollaio. Così avida e farabutta, vede nelle risorse collettive solo un’occasione per potersi arricchire. Lo spreco è solo per noialtri che camminiamo su strade fatte di toppe e su marciapiedi che si sbriciolano, per loro lo spreco è un affare. E poi si lamentano che il Governo Monti taglia le risorse e così facendo minaccia l’autonomia! Ma ben venga tale minaccia, se può anche solo arginare il traffico incontrollato e incontrollabile che serperggia tra le nostre casse!