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Premio Patuasia-Artisanat-Inpiù!

31 gennaio 2015
Premio Patuasia-Artisanta-Inpiù 2015

Premio Patuasia-Artisanat-Inpiù 2015

Aggiungo un premio a quelli classici (diversi sono gli anni in cui segnalo le opere che io giudico migliori) che chiamo Premio Patuasia-Artisanat-Inpiù.

Inpiù e si rivolge a quegli oggetti “minori” che possono essere acquistati come souvenirs della Fiera e diventare il loro piacevole simbolo.

In questa edizione segnalo le “Comari” del dott. Francesco di Vito. Donne, semplici, donne di un tempo e neppure in costume tradizionale. Alte quindici cm circa, dunque piccole. Colorate di colori tiepidi, trasparenti. Tronchetti appena sbozzati. Portano cuffie e grembiuli lunghi fino ai piedi, sono sempre incazzate… oggetti irresistibili. Infatti, tornata per comprare la seconda, erano già tutte sparite. Consiglio a Francesco di vestirle anche con tailleur anni ’60, o intabarrate dentro cappotti, quelli eleganti, quelli che si mettevano la domenica o durante le processioni…

Buone idee

17 ottobre 2014

Come posso non essere d’accordo con la proposta della Fiva che vuole portare il mercato in piazza Chanoux quando io stessa ho proposto di farlo? Condivido quindi pienamente l’idea purché venga strutturata in modo degno di una piazza aulica. Purché sia integrata in una visione d’insieme (quella che manca sempre) con il turismo ad esempio, con l’alimentazione a km zero altro esempio, con la necessità di dare spazio ai giovani agricoltori ecc ecc. Si recupererebbe una storia che ci appartiene che conferirebbe alla città parte di quella vitàlità autentica e identitaria che nel frattempo abbiamo dimenticato. Condivido anche l’idea di Alpe di un posto permanente per allestire mostre di artigianato, conferendo così alla città quella giusta artmosfera, indispensabile a una Capitale mondiale de l’Artisanat en bois. Il posto? La saletta comunale che è giusto accanto al negozio dell’Ivat!

Una cagata pazzesca!

2 agosto 2014

Mostra Concorso dell’artigianato valdostano di tradizione: nessun vincitore nella categoria vetro. Ammesso che il vetro faccia parte della tradizione valdostana, mi complimento per la prima volta con la Giuria per la stroncatura fatta all’unico partecipante: Franco Frachey. ” La commissione ha deciso di non assegnare il premio, perché il lavoro in vetro, per quanto rispondente al tema, non rappresenta il pregio artistico e il valore estetico tali da ottenere il premio”. La giuria è stata diplomatica, io, che invece non lo sono, dico che l’opera complessiva del famigerato artista-artigiano è nel suo complesso una cagata pazzesca! Ha invaso rotonde, piazze, strade con i suoi orribili vetri in virtù di chissà quale talento nascosto, perché di quello artistico non vi è traccia. Dice l’offeso: “Dopo 20 anni non posso accettare un verdetto simile… ” (La Vallée ) E perché? Non è mai troppo tardi per rinsavire e cambiare mestiere. (altro…)

2° Premio Patuasiartisanat

6 febbraio 2012

"L'attesa" di Guido Diemoz.

Fedele alla tradizione, Guido Diemoz racconta la vita di un tempo non troppo lontano. Narra la quotidianità contadina con una tale minuzia di particolari che non è azzardato considerare le sue sculture veri e propri documenti storici. Per questo e per la sensibilità di trattare il legno, considero doverosa l’acquisizione delle sue opere migliori da parte del MAV, affinché tali documenti possano essere una proprietà collettiva. So che il Museo non ha soldi e questo lo reputo vergognoso. Si stanziano centinaia di migliaia di euro per un premio che rende felice solo il tenutario del nome: Mogol e non si investe nella nostra reale ricchezza e peculiarità. Anche questo dà la misura della nostra misera identità prossima alla scadenza.

3° Premio Patuasiartisanat

5 febbraio 2012

Le "allegre comari" di Bobo Pernettaz.

Anche quest’anno arriva il Premio Patuasiartisanat. Fiera non all’altezza, nonostante i numeri spropositati che sono stati denunciati. Qualità in ribasso: prolificano i nanetti, gli gnomi, gli “oggetti utili”. C’è poca ricerca, poca follia creativa, tanto conformismo. Si punta principalmente all’oggettino facile da vendere, si inseguono i gusti standardizzati. E’ il destino di una collettività che ha smarrito le tracce della propria tradizione e non è in grado di riproporla con contaminazioni salutari: quello che si fa in musica si fa anche in arte e, perché no, nell’artigianato. Patuasia ha identificato i tre premi e vi propone il terzo che ha attribuito a Bobo Pernettaz. Bobo conosce l’arte contemporanea, conosce la tradizione e sa miscelare le due componenti con gusto. Forse è ancora troppo ordinato nelle composizioni, attento a non sporcare l’insieme, legato al concetto di quadro, ma ha tempo e intelligenza per proseguire la sua strada con maggior pazzia.

Bobo

13 agosto 2011

Opera di Bobo Pernettaz - Archivio Patuasia

Bobo

12 agosto 2011

Particolare di un'opera di Bobo Pernettaz - Archivio Patuasia

Enzo

12 agosto 2011

Cavour interpretato da Enzo Actis Perinetto - Archivio Patuasia

Nuove maschere

12 agosto 2011

Garibaldi interpretato da Enzo Actis Perinetto - Archivio Patuasia

Mi ha fatto piacere che uno scultore, Enzo Actis Perinetto, abbia voluto dare il suo contributo creativo per il 150° dell’Unità d’Italia e in occasione della Fiera estiva di Sant’Orso. Lo ha fatto interpretando i principali artefici dell’Unità tramite un soggetto tradizionale come le maschere. Sono mascheroni divertenti, di quell’ingenuità formale tipica dei tratti infantili. Spiccano i grandi occhi colorati che conferiscono un che di particolare a queste nuove maschere.

Nuova Natività

11 agosto 2011

Particolare della Natività di Giorgio Perin Riz - Archivio Patuasia

Complessa Natività quella dello scultore Giorgio Giuseppe Perin Riz, quasi un insieme barocco ricco di figure di ogni tipo: dai pastori ai re magi, dagli angeli ai contadini. Figure fitte, ripetute, un formicaio di faccette buffe, ironiche, spavalde… il tutto è volutamente grossolano, abbozzato, pieno. Atmosfera sorniona. Intimità ironica. Distacco leggero.