Sabato scorso, sono stata ad Alba per vedere la mostra di Casorati, artista del novecento che amo. All’apertura ho trovato la coda! Ho aspettato venti minuti sotto la pioggia prima di entrare. La coda! Ad Alba! La Fondazione Ferrero non è una bella architettura, ma è curata e ha un bel giardino e le mostre che presenta hanno tutte un grande successo. Perché? Vuoi perché il luogo ha un’anima? Vuoi perché c’è un privato alle spalle? Vuoi perché c’è un progetto? Prima di Casorati l’ospite è stato Carrà, un altro grande artista italiano del novecento. Facciamo il solito impetoso confronto. Da noi chi decide è il politico di turno che sceglie sulla base dei suoi capricci o tornaconti elettorali o favori al solito amico. Non c’è una progettazione, le mostre si susseguono sulla base di proposte varie e il risultato è il caos. Un bazar dove si trova di tutto. La prossima mostra sarà quella su Mendini. Uno sconosciuto ai più. Prevedo una lunga coda alla biglietteria.
Posted tagged ‘Arte’
Petit Bazar
11 dicembre 2014Adeguato sarà lei!
29 novembre 2012Quando leggo queste affermazioni non sapete quanto mi incazzo! Oggi si inaugura Sveart che io ho ribattezzato in un più esplicito Svenart. Così dice, dalle pagine della Stampa, uno dei due curatori Federico Faloppa: “credo che sia un budget adeguato a un progetto come questo. La preparazione di Sveart ha richiesto tempo, ma anche risorse economiche che ne permettessero la realizzazione. Le spese per le spedizioni, l’ospitalità e per un oculato allestimento sono molte”. E sono balle! 500.000 euro cioè un miliardo delle vecchie lire per questo progetto che non ha nulla di innovativo (manifestazioni di questo tipo ce ne sono e da svariati anni) sono troppi! Si sfruttano i giovani che non costano nulla per far guadagnare i curatori che, da operazioni di questo tipo, sono gli unici a trarre un vero beneficio. E questi osano parlare di sfida culturale? L’unica sfida di questo “progetto ambizioso” è poter garantire un oculato vitalizio biennale. Ma la crisi che toglie risorse agli studenti valdostani non sfiora questi avventurieri dell’arte? E il Casinò in passivo che chiede i soldi a CVA com’è che li investe in queste pseudo biennali?
Domenica con Luca Galvani (Guess)
19 giugno 2011Con questa rubrica Patuasia vuole dare spazio ai giovani talenti. Convinta fan della meritocrazia e nemica acerrima della mediocrità spacciata per genialità, tramite lo spazio del blog cerca, per quello che può fare, di offrire un po’ di visibilità a tutti quei ragazzi che si sforzano di essere qualcos’altro di un calciatore e di una velina. Patuasia è certa che si tratti di un buon numero e che vada valorizzato, aiutato anche per offrire un’immagine diversa della gioventù rispetto a quella a cui i media ci hanno abituato.
Il primo ragazzo ospite è LUCA GALVANI. Diplomato nel 2004 all’Istituzione classica e artistica di Aosta, consegue la laurea in Arti visive nel 2010, con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Nel frattempo frequenta per sei anni il corso di fumetto e illustrazione tenuto dalle sorelle Centomo e per un anno il corso di Digital Animation della Scuola di Cinema Televisione e Nuovi Media delle scuole Civiche di Milano. Luca ha già collezionato diversi premi fra cui il SEA nella rassegna “Fumetti di Frontiera” di La Salle; ha vinto il Concorso fotografico “Viaggio in Yemen” indetto dall’Ordine degli architetti. Come illustratore ha creato le immagini per il libro di favole “Il cappello del generale e altre storie” di Tersilla Gatto e per il racconto breve “Agata” di Grazia Verasani.
Luca sa disegnare, dote non trascurabile anche in tempi di photoshop, possiede un immaginario gotico-surreale smisurato, senso del ritmo compositivo e una buona dose di audacia espressiva, tutti ingredienti che potrebbero aiutarlo nella difficile, ma affascinante carriera dell’illustratore- fumettista. A lui tutti i nostri auguri.
Su su coraggio!
16 novembre 2010Il coraggio è il tema della nuova mostra al Centro Saint-Benin di Aosta, organizzata dall’assessorato all’Istruzione e Cultura in sinergia con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e curata da Ilaria Bonacossa. Nel comunicato stampa si legge: “Il coraggio è una caratteristica umana che rende chi la possiede capace di affrontare senza paura i pericoli, il dolore, l’incertezza e l’intimidazione. Nella società contemporanea il coraggio non è più esclusivamente fisico, ma soprattutto morale e non è più una prerogativa maschile ma sempre di più le donne, non soltanto nella società occidentale, ne stanno diventando un simbolo“. Belle parole. Pura teoria. Perché in realtà le persone dotate di coraggio in genere non sono amate, non dal potere. In Valle d’Aosta, il dissenso politico e culturale viene fatto pagare caro. Sei estromesso, tagliato fuori. Non conta la tua intelligenza, conta la tua obbedienza. Una mostra racconta il coraggio tramite l’arte: un modo per arginare la contraddizione di chi non ha il coraggio di affrontare serenamente le critiche e ascoltare con dovuta curiosità e anticonformismo l’altro da sé.
Vota l’Arte!
21 Maggio 2010UHA UHAA UHAAA 17
16 aprile 2010“L’Assessorato dell’Istruzione e Cultura comunica che è stata disposta la chiusura anticipata al 26 aprile 2010 dell’esposizione Les riches heures du Cervin. Opere d’arte dalla Collezione Cravetto, al fine di consentire la realizzazione di interventi tecnici al Museo Archeologico Regionale di Aosta, sede della mostra.”. (ANSA). Ci poniamo le due domande che sorgono spontanee: se la mostra avesse avuto un bel successo di pubblico l’assessore l’avrebbe chiusa anticipatamente? O piuttosto è stato un fiasco così clamoroso che neppure le scolaresche, regolarmente coercizzate, hanno avuto il coraggio di andarla a visitare?
UHA UHAA UHAA UHA UHAAA UHA UHAAA!
Commenti recenti