Posted tagged ‘Arte contemporanea’
24 ottobre 2014
Beh, qualche buona idea ogni tanto arriva… quella di “Un Forte in… Gamba” ad esempio! E’ una collaborazione ottima che può dare dei risultati. Prossimo passo? Allargare la collaborazione con musei adiacenti vedi il Museo di arte contemporanea di Rivoli e Gianadda per dirne due. La rete di servizi funziona, fa piacere che anche qui qualcuno se ne sia accorto.
Mi permetto di lanciare una proposta. Considerati i tempi che non possiedono il becco di un quattrino, considerata l’importanza della comprensione verso le espressioni artistiche contemporanee ancora sconosciute ai più (la ricettività di massa è ferma all’impressionismo), considerata la produzione di tutto rispetto che anche che la Valle è in grado di esprimere nell’ambito della ricerca del linguaggio figurativo, propongo all’assessora, Emily Rini, un’antologica degli artisti valdostani di arte contemporanea (esclusi i perditempo). Costo zero, o quasi. Successo assicurato. E valorizzazione delle risorse umane del territorio che fa sempre bene, purché siano effettivamente delle risorse! (A stabilirlo lo saranno i curricula). Agli artisti si chiederanno delle opere in prestito e a titolo gratuito in cambio di un catalogo e di una presentazione critica (l’amministarzione, se interessata, potrà sempre chiedere un’opera per la collezione permanente al Castello Gamba). Al pubblico si aprirebbe una finestra sul contemporaneo spesso non capito (ed è un’assurdità! I coevi di Giotto la sua pittura la capivano eccome!) ed esposto da personalità locali. Perché la Valle non è solo artigianato o passione amatoriale, ma è anche ricerca e sperimentazione. Che ne dice assessora?
Categorie: Arte, Artisti in provincia, Buon senso, Buone idee, Cultura viva, Proposte, Uomini politici
Tags: Arte contemporanea, Arte in Valle d'Aosta, Castello Gamba, Emily Rini, forte di Bard
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2 Maggio 2013
Riceviamo dal consigliere comunale di minoranza di Saint-Vincent, Paolo Ciambi, e volentieri pubblichiamo.
Nell’ultimo Consiglio comunale di Saint-Vincent abbiamo presentato un’interpellanza per fare una radiografia alla Biennale d’Arte Sveart, svoltasi dal 29 novembre 2012 al 31 gennaio 2013. L’evento è stato interamente finanziato con 300 mila euro dalla Regione (concessi, parole del presidente Rollandin, sulla base di un progettino accompagnato da un semplice parere favorevole dell’Associazione InSaint-Vincent, la partecipata del Comune che gestisce gli eventi turistici della cittadina termale) e 200 mila euro dal Casinò. Mezzo milione di euro che, tramite InSaint-Vincent, è finito alla Elede Editrice, organizzatore della manifestazione. Abbiamo chiesto di sapere quali persone e quali ditte hanno effettuato prestazioni retribuite nell’ambito della manifestazione e l’importo di tali prestazioni. Nessuna risposta: la Elede ha fornito il “pacchetto” completo e non è dato sapere chi si sia giovato di una parte di questi soldi pubblici. Un’altra domanda chiave ha riguardato gli sponsor: secondo la maggioranza Sveart ha avuto un grande successo (le cifre: 1.200 visitatori non paganti in 60 giorni), ma nessuno sponsor privato si è fatto avanti per la seconda edizione. “È la crisi”, ci è stato detto. Sì, ma la crisi c’è da oltre quattro anni, vale a dire da molto prima che si decidesse di realizzare Sveart. Dunque, si sapeva fin dall’inizio che sarebbe stata durissima trovare sponsor e fin dall’inizio la condizione per procedere con la Biennale d’Arte avrebbe dovuto essere quella di trovare finanziamenti privati. Senza di essi, la seconda edizione ben difficilmente si farà: nel 2014, la Regione e il Casinò avranno la possibilità di elargire ancora 500 mila euro? Sullo svolgimento della seconda edizione avevamo posto una domanda netta: “Si farà o no?”. La risposta disarmante è stata: “Non si sa”. Tiriamo le somme: un evento di “straordinario successo”, che però non ha trovato sponsor privati, che difficilmente vedrà una seconda edizione, ma che ha consentito ad alcuni ignoti di accedere, in un periodo di crisi generalizzata, ai soliti “aiutini” della Regione.
Categorie: Affari, Artisti in provincia, Cultura morta, Esposizioni, Favori, Indignazione, Mala Amministrazione, Mala politica, Politica culturale
Tags: Arte contemporanea, Casinò di Saint Vincent, Comune di Saint-Vincent, Elede editrice, Regione autonoma Valle d'Aosta, SVEART
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29 novembre 2012
Il critico e curatore di Svenart, Paolo Levi, così esordisce in conferenza stampa: ” Grazie a Rollandin, questo presidente illuminato di un paese spento“. Doveva arrivare lui, professore di arte, per dirci che siamo spenti. Spenti, ma spendaccioni visto che gli abbiamo dato 500.000 euro per il suo giocattolo. L’anziano signore nel suo delirio afferma che Saint-Vincent rottamerà eventi come la Biennale di Venezia, Documenta a Kassel, la Tate Gallery (che non è un evento, ma un museo), Rivoli (che non è un evento, ma un museo). A questo parole persino Rollandin che di arte non solo non ci capisce, ma non gliene frega un accidenti, solleva un sopracciglio, accenna a un sorrisetto che Levi, nel suo personalissimo vaneggiamento, non nota. Dunque, Saint-Vincent affida la sua “sfida culturale”, come dice Adalberto Perosino più somigliante a una sorpresina kinder che a un sindaco, a un personaggio simile. Ma li cerchiamo con il lanternino questi qui? L’altro curatore-insegnante, Federico Faloppa, trova azzeccatissima l’idea di essere venuto in Valle d’Aosta e gli credo. Quale altra amministrazione avrebbe sponsorizzato una roba simile? Faloppa con le parole galoppa, aggiunge che si tratta di una grande esposizione: ottantotto opere una grande esposizione? Così grande da mettere in crisi la Biennale di Venezia? Le parole chiave che gli hanno aperto le porte di questa brillante idea sono: nuovo e altro. Parole davvero nuove e altre. Dice che Svenart fotografa quello che sta succedendo in Europa. Ma di Biennali di giovani artisti europei ce ne sono diverse e nate molto prima, grazie anche ai fondi UE. Ma Svenart è soprattutto una “filosofia europeista per giovani” conclude in conferenza stampa tale Claudia Trafficante, sputando così non solo sull’arte, ma anche sulla filosofia.
Categorie: Affari, Arte, Artisti in provincia, Delirio, Domande, Giovani, Mala Amministrazione, Persone pubbliche
Tags: Adalberto Perosino, Arte contemporanea, Augusto Rollandin, Claudia Trafficante, Comune di Saint-Vincent, Federico Faloppa, Paolo Levi, SVEART
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2 gennaio 2012
Oggi è il compleanno dell’ego di Patuasia: Patrizia Nuvolari che, per l’occasione, al posto di ricevere regali, vorrebbe farne uno a voi. Una pillola periodica di Storia dell’arte contemporanea non scolastica, ma legata al puro piacere della visione. Un modo di osservare ciò che ci circonda e che, grazie al lavoro degli artisti, ci permette di rubare schegge di bellezza sempre e ovunque.

Questa opera l'ho scoperta su un muro di Torino. Armonia perfetta: il cerchio bianco del piatto si inserisce bene sopra il rettangolo nero, così come le scritte allineate . A un segno già presente e con informazioni sconosciute ai più, si sovrappone un oggetto di uso quotidiano. Classico nel colore e nella decorazione a righino d'oro. Gli auguri sono una trasposizione ironica-temporale di una frase comune. Coerenza dell'oggetto e delle parole, entrambi legati al conformismo del vivere, che viene oltremodo turbato dal cinismo della realtà: "Buona crisi e felice nuovo terrore". (Ho notato questa pillola di intelligenza e quindi di bellezza, grazie alle lezioni del Dada, del Pop, del Concettuale).
Categorie: Anniversari, Arte, Artisti in provincia, Bellezza
Tags: Arte contemporanea, Patrizia Nuvolari
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5 luglio 2011

Opera astratto-simbolica, logo della nuova corrente artistica valdostana: Veterinart!
Sgarbi diceva il vero. Oggi, al Forte di Bard si inaugura la mostra “Nuove forme nello spazio della tradizione”. Un’esposizione caduta dal cielo, privata di un comunicato stampa che ne anticipasse i disegni, le modalità e i costi. Eppure l’amministrazione regionale abbonda nella comunicazione: qualsiasi scemenza viene propagandata, ma non in questo caso, facile domandarsi il perché. Almeno per Patuasia, perché nessun altro, a dire il vero, se lo è chiesto (vedi il post: sono circondata da conigli!). Forse perché le scelte fatte sono tipiche di un regime che preferisce, in quanto tale, muoversi nell’ombra per poi presentare il fatto compiuto? Scelte fatte da chi? Per un artista contemporaneo essere selezionato da un veterinario non crea curriculum, se poi il veterinario è anche presidente del luogo espositivo e presidente della Regione che caccia i soldi, più che l’onore si adatta meglio la vergogna. L’amministratore delegato del Forte di Bard, Gabriele Accornero, abbozza una linea selettiva che è quella che privilegia i linguaggi non figurativi “segni e tratti nuovi”. Fra gli artisti del contemporaneo valdostano troviamo l’illustrazione classica, appropriata per i libri dedicati all’infanzia, di Francesco Nex. Il segno figurativo di Franco Balan e quello grottesco di Dorino Ouvrier. Salvatore Cazzato, specializzato in mobili, vinse l’anno scorso alla Mostra Concorso con una copia lignea dello schiavo di Michelangelo. Di Giulio Schiavon e Bobo Pernettaz non si può dire che i loro frammenti scomposti e ricomposti non siano legati alla realtà e neppure Chicco Margaroli se ne smarca con i suoi libri di foglie e cuori imbottiti e neanche Roberto Priod con i suoi espliciti riferimenti alla natura, già perché il non figurativo è tutto ciò che rimanda al linguaggio puro, all’essenza dell’espressione che trova in se stessa le ragioni del suo esistere e cioé: il piano, la superficie, il colore, il segno, la materia, il pigmento, la luce, le vibrazioni di ogni ordine e tipo…, insomma gli artisti che hanno intrapreso questa strada non sono certo fra quelli selezionati. La giustificazione di Accornero cade così nel vuoto e conferma l’unica volontà espressa: quella di un veterinario che di arte contemporanea e di arte in genere, non ne capisce un tubo!
Categorie: 90° gradi, Arte, Artisti in provincia, Cultura morta, Degrado morale, Domande, Folclore valdostano, Manifestazioni, Politica culturale
Tags: Arte contemporanea, Bobo Pernettaz, Chicco Margaroli, Dorino Ouvrier, forte di Bard, Francesco Nex, Franco Balan, Gabriele Accornero, Giulio Schiavon, Roberto Priod, Salvatore Cazzato, Valle d'Aosta, Vittorio Sgarbi
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6 giugno 2009

No! Il live cinema no!
Nonostante sia alla terza edizione la rassegna artistica “Finito/Infinito” continua a rimanere dietro alle quinte (in senso simbolico e reale). Pochi la conosco e pochissimi sono quelli che la frequentano: amici, parenti e qualche curioso. Dal dépliant Guido Cossard, assessore alla Cultura del Comune di Aosta, definisce la rassegna uno degli appuntamenti più interessanti e innovativi del cartellone da lui promosso, capace di avvicinare l’arte ai cittadini di Aosta. Che rispondergli? Obiettivo mancato! L’arte rimane al suo posto! Cioè fuori dalla rassegna! Si tratta infatti di un mix pasticciato, in piena sintonia con tutto quello che l’amministrazione produce, che tenta una giustificazione, presentando un ventaglio di espressioni artistiche: teatro, musica, racconto, arti visive, nuovi media echipiùnehapiùnemetta; così troviamo madonnari, racconti in musica per famiglie, mostre di pittura, viaggi in autobus, live cinema! Mancano solo i palloncini colorati, i clown sui trampoli, le frittelle… . I due direttori artistici, Paola Corti e Riccardo Mantelli si autodefiniscono degli illusi e hanno perfettamente ragione! Sono degli illusi, se sperano di sensibilizzare la cittadinanza con questa accozzaglia di proposte più attinenti a una fiera che a una rassegna artistica. Anche la parte più “sperimentale”, la performance live media (immagini create con il computer e sonorizzate in contemporanea), si è rivelata una palla micidiale, pur rivelando qualche attimo di interesse. Ad Aosta non c’è l’abitudine di una critica, tantomeno di un’analisi: tutto va sempre bene! Noi di Patuasia news non abbiamo paura di farci gli ennesimi nemici e, in quanto cittadini esigenti-contribuenti, cerchiamo di mantenere la distanza del bello dal brutto, del buono dal cattivo…, perché crediamo nel concetto di qualità. Concetto che da noi affoga nel più meschino conformismo.
Categorie: Artisti in provincia, Critica, Politica culturale
Tags: Arte contemporanea, Finito/Infinito, Guido Cossard, Paola Corti, Riccardo Mantelli
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