Posted tagged ‘Arev’

Anche le briciole

10 novembre 2014

Sempre sui comportamenti umani un po’ buffi. Seguitemi. L’assessorato all’Agricoltura devolve una certa cifra per l’organizzazione delle rassegne zootecniche, soldi che servono per l’affitto dei capannoni, l’acquisto dei premi, il contributo per gli allevatori che mettono a disposizione il loro tempo e provvedono alla cura degli animali, i buoni pasto ecc ecc, obbligo la partecipazione, altrimenti l’aiutino viene utilizzato per altro: un premio più sostanzioso, un capannone più grande… insomma rientra nel circolo. Tutto in regola. Tutto approvato. Allora dove si trova il lato comico della faccenda? Il lato comico è l’ex assessore e cioè tal Giuseppe Isabellon che, iscritto all’AREV, partecipa alle rassegne, si becca il contributo (più o meno cento euro) e i buoni pasto. Non gli sono bastati i soldi che la comunità gli ha versato per tanti anni e quelli che, in veste di consigliere, gli versa tuttora (più o meno seimila euro più i benefit), ne vuole ancora. Racatta anche le briciole.

Stato di famiglia

29 agosto 2010

- Se sapevano dovrebbero dare le dimissioni! - - E se non sapevano dovrebbero dare le dimissioni! -

La prima pagina della Stampa di oggi mostra due articoli che offrono un’immagine di chez-nous piuttosto inquietante: “Indagati due consiglieri regionali”, il primo e “Day Hospital, nei guai tre primari”, il secondo. Bel quadretto di famiglia! Nell’inchiesta sul bestiame, avviata un anno fa e che l’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Isabellon aveva minimizzato, circoscrivendo il tutto a poche mele marce (Federazione della Sinistra ne aveva chiesto le dimissioni), sono emersi nomi nuovi che vanno ad aggiungersi ai numerosi coinvolti (settantacinque fra veterinari, allevatori, produttori di formaggi e amministratori): Piero Prola, già sindaco di Verrès e ora consigliere regionale, Mauro Bieler, Presidente della Fondation Grand Paradis e consigliere regionale, Edi Henriet, Direttore dell’Arev, Riccardo Orusa, Direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Nomi illustri! Secondo le indagini e le ricettazioni, pare che tutti sapessero tutto circa la “prassi di truccare la prova tubercolinica, grazie all’uso di farmaci cortisonici”. Dalle dichiarazioni espresse poi dalle persone implicate pare che nessuno sapesse di essere indagato. Tale innocenza lascia supporre che il loro comportamento non fosse ritenuto così anomalo, ma in perfetta simbiosi con l’ambiente circostante. Ma “l’ambiente” non finisce a Pont-Saint-Martin! Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere, truffa ai danni della Regione, maltrattamento e uccisione di animali, frode in commercio. Staremo a vedere. Certo che l’ipotesi di un diffuso sistema criminoso-mafioso non è fantascienza, ma ha radici più profonde di quello che si immagina.

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Meglio tardi che mai!

25 novembre 2009

In seguito allo scandalo delle vacche e del seme di toro clandestini, Gabriele Viérin  ha avuto finalmente il buon gusto di dimettersi da Presidente dell’Arev!

Io so che tu sai che lui sa!

18 novembre 2009

Ma quale influenza suina! E' la tubercolosi bovina che ha colpito la Valle d'Aosta!

Il verbo d’ordine è: minimizzare! Ridurre il più possibile l’entità dello scandalo che vede come protagonista lo zoccolo duro dell’elettorato Union: il mondo degli allevatori valdostani. I media locali ci stanno. Riportano notizie, ma non si fanno domande. Noi, comuni mortali, invece le domande ce le poniamo. Uno: se dalle intercettazioni viene fuori che Lanièce sapeva, come poteva non esserne informato Rollandin che, anche in virtù del suo ex ruolo di veterinario, quel mondo conosce a memoria? Due: se Lanièce sapeva e non ha informato la magistratura come avrebbe dovuto fare, non dovrebbe dare le dimissioni in attesa che il suo ruolo pubblico venga chiarito positivamente? Il presidente dell’Arev, Gabriele Viérin, è ai domiciliari che intenzioni ha l’Associazione nei suoi confronti? L’Anaborava ha sospeso i due suoi iscritti coinvolti nell’inchiesta, al momento questo è l’unico segno dignitoso che emerge da questo letamaio. Dimenticavo il tardivo intervento del consigliere Pdl, Enrico Tibaldi, che giustamente ha fatto notare in Consiglio come tutta la questione riguardi anche e soprattutto la politica!

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La banalità della mela

13 novembre 2009

La cosa più sorprendente (termine appropriato, se fossimo in un Paese normale, ma in realtà ad essere sorpresi siamo rimasti in pochi), è il modo con cui alcuni dirigenti delle diverse istituzioni-associazioni degli allevatori, argomentano l’ennesimo scandalo. Giuseppe Isabellon, assessore all’Agricoltura invita alla prudenza e da buon politico prende tempo; Bernardo Clos invece se la prende, ancora una volta, con i media e afferma che: «Utilizzare il seme elvetico non inquina la razza bovina valdostana. La bovina elvetica e quella valdostana sono della medesima razza». Chissà perché allora viene importato clandestinamente? Forse perché falsifica l’albero genealogico degli animali? Forse perché alterare l’anagrafe bovina rende impossibile la tracciabilità dei prodotti, di fondamentale importanza sia dal punto di vista sanitario sia commerciale, e quindi illegale? Ecco, la candida affermazione, detta senz’altro in buona fede dal Presidente dell’Associazione “Amis de la Bataille de Reines“, è la controprova di quanto il settore sia intimamente inquinato. L’ingenuità della sua uscita che di fatto giustifica un’azione illegale, dimostra quanto sia lontana la legge dagli affari di famiglia. E quella degli allevatori è una grande famiglia! Non si è reso conto, il buon Clos, della gravità della sua esternazione che, dal suo punto di vista, considererà assolutamente banale. Una “banalità” che pesa ancor di più considerato il suo ruolo. Altra deduzione pericolosamente innocente è quella del direttore dell’Arev, Edy Henriet: “Da quanto sono riuscito a capire il coinvolgimento del presidente riguarda la sua azienda e non la nostra associazione…” , come se qualsiasi comportamento scorretto di Gabriele Viérin, non sia da considerare tale per l’Arev, se questo viene praticato “fuori”. (Berlusconi docet!). Chi ne esce con dignità è, vera sorpresa, Gerardo Beneyton che non si nasconde dietro a un dito e rileva, senza falsi pudori, il grave danno di immagine che lo scandalo porterà a casa.

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