Dunque… la Sovrintendenza ai Beni Culturali altera un’area cittadina, la piazza delle Armi, con un intervento che ne modifica la vivibilità, umiliando un importante monumento romano, la Porta Pretoria, per mostrare al pubblico due metri quadri di basolato e una fornace del seicento e non interviene con forza per la difesa di quello che sembra un rilevante sito archeologico come quello scoperto durante gli scavi per il nuovo ospedale? Ehi, ma stiamo scherzando? E la vocazione turistica? E le nostre radici? Per fortuna che ai tempi del prof Robert Berton, Rollandin portava ancora il pannolino, altrimenti con cavolo che vivremmo nella città di oggi! I mega progetti dell’ingegnere Binel che prevedevano l’abbattimento dell’intero centro storico in cambio di palazzoni di tipo sovietico, avrebbero trovato il consenso che fortunatamente non c’è stato (anche a causa di una scarsità di denaro). Dobbiamo sperare che l’Europa non ci dia un becco per salvare la Porta romana e sperare che il Ministero dei Beni culturali metta lo stop ai lavori dell’ospedale. Quanti turisti correranno per usufruire del grande complesso antico nelle cantine del nuovo Parini?
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Stop ai mattoni! Sì alle pietre!
26 novembre 2014Che farà, che farà, che farààààà…
3 settembre 2014Ma guarda… per tre metri quadri di basolato romano e qualche fondamenta del settecento più una fornace, (pietre attualmente sepolte sotto tonnellate di sabbia, perché è risaputo che nei secoli sono state esenti dall’aggressione degli agenti atmosferici), in attesa della copertura del monumento che le disseppellirà, è stata distrutta un’area cittadina, centro nevralgico della città storica. Trasformata la vivibilità che da luogo di incontro è diventato mero passaggio. Ora i lavori di scavo della Telcha hanno portato alla luce questo reperto che non sembra essere di interesse secondario. Che farà il sottointendente Roberto Domaine?
Chiuso!
29 agosto 2014Del bimillenario della morte d’Augusto i nostri se n’erano scordati o non l’avevano mai saputo. Ci avevano fatto credere il contrario, magnificando un programma organizzato ad hoc che invece trattavasi di routine. Tra le poche iniziative spiccava l’apertura al pubblico del Pont d’Ael con relative visite guidate. Evento conclusosi nell’arco di pochi giorni: a Ferragosto, clou del turismo, era già chiuso. L’intervento di restauro che presenta una suggestiva camminata su pannelli trasparenti non è attualmente fruibile. Allora? Quel sorrisetto della assessora Rini durante la conferenza stampa che comunicava al pubblico quanto le mie affermazioni fossero errate e quanto invece fosse stata scientemente soppesata dalla Sovrintendenza l’inaugurazione del monumento in coincidenza con il Bimillenario dovrebbe oggi, alla luce delle nuove dichiarazioni, trasformarsi in smorfia. Infatti il sottointendente, Roberto Domaine, dice che per l’accesso completo del sito si sta ragionando, ma niente di più. Si sta ragionando? Ora? Ma non era già tutto studiato a tavolino?
Porta Pretoria, avanti a casaccio!
8 agosto 2013il Sovrintendente, Roberto Domaine, è convinto di possedere le ventose e si arrampica… si arrampica sulle giustificazioni più insulse e scivolose, convinto di avere a che fare con un pubblico fatto solo di imbecilli. Da pochi giorni le “vecchie” ringhiere di ferro zincato sono state sostituite da altre molto simili in acciaio. Un po’ più piccole e scure, ma altrettanto impattanti. Che senso ha mettere delle strutture, se poi dopo pochissimo tempo vengono rimpiazzate con altre quasi uguali? Non erano quelle definitive, risponde Domaine. Bella risposta! Infatti nell’edilizia succede sempre così. Uno fa un tetto e poi lo disfa e ne fa un altro simile e così con i balconi, con le porte, le finestre e via dicendo. Una procedura un po’ costosa che infatti si usa solo nel pubblico. Il Sovrintendente afferma che andrà avanti sì, ma a tentoni. Sperimentando sul campo, privo com’é di un progetto vero. La stessa cosa vale per le piastrelle di pietra che hanno ricoperto la passerella sotto il fornice sud della Porta; in un primo tempo erano di forma quadrata e avevano sfumature diverse fra loro, alcune più chiare e altre più scure, poi sono state sostituite da quelle rettangolari e di un’unica tonalità grigio chiaro. Domaine lo chiama “work in progress”, il senso comune lo definisce “andare alla cieca”. Anche le novelle ringhiere non sono definitive: il Sovrintendente aspetta i soldi dall’Europa per completare il disastro: coprire l’intero monumento (!) per evitare che la pioggia e le cacche degli uccelli possano rovinare i resti dei muri di case settecentesche. Straordinari reperti che attualmente sono coperti dai sacchi di sabbia. Con la copertura dell’intera Porta (!), finalmente potranno essere poste in modo definitivo le ringhiere trasparenti. Per contenere un orrore se ne creerà un altro ancora più grande. Fantastico! Quello che non capisco è l’ossessione verso la Porta Pretoria. La Soprintendenza ha digerito di tutto… anche i muri, quelli sì romani, di piazza Caveri nascosti al pubblico da una selva di tubi Innocenti sui quali poggiavano stupide casette di legno. Il basolato romano del Decumano e del Cardo è stato ricoperto dopo i lavori per il tunnel tecnologico per ovvie ragioni, ma qui no, non ci sono ovvie ragioni per ripristinare un Monumento e la sua piazza con tutto ciò che ne consegue in termini di vivibilità. Bisogna andare avanti nel progetto demenziale. Ci rimangono due speranze: che l’Europa risponda picche e che Domaine non sia anch’egli definitivo eche venga sostituito al più presto da altro materiale umano, possibilmente non da uno simile.
Biglietto da visita
13 luglio 2013Riceviamo dal signor Enrico Fabbro e volentieri pubblichiamo.
Dal 25 a. c. gli abitanti di Augusta Praetoria Salassorum sono sopravvissuti alle orde barbariche Ostrogote, a lotte di successione, alle pestilenze ed alla fame, ai domini Burgundi, alle invasioni Bizantine, Longobarde, ai Franchi nel sec. VIII, ai re di Borgogna nel sec. X, ad Umberto Biancamano nel sec. XI e alle grinfie dei Savoia dal 1302 al 1860, non è che adesso soccombono all’attrazione enigmatica degli arcani interessi dei signorotti dell’archeologia moderna …
Il tabellone-lavori alla Porta Praetoria annuncia: “ ricerca, restauro e valorizzazione, per 1,3 milioni di EURO di spesa”. La ricerca ha svelato il “quasi nulla”. Il restauro è lo spauracchio di un altro cordolo “per… inetti”. La valorizzazione è un giudizio che darà la storia “turistico-economico-culturale” di Aosta e non certo l’auto incensamento o l’ipnosi archeos..logica. Cosa c’è sotto la Porta Praetoria ? è abitata da qualche spirito, un via vai millenario di demoni, rumore di ruote e carri, zoccoli di cavalli. Non un reperto, mosaico, sarcofago, bronzetto, arma, elmo, tomba . Bando allo scetticismo, per ora sono state trovate le fondazioni tra un incavo… poi , se va bene il lastrico… eureka. Un luogo storico “violabile” da visite guidate con torce e nuove luci “led”, nunzi ed ambasciatrici con scafandro, custodi , sito scrutabile con un ponticello-aereo telescopico-retrattile e tute spaziali per ospiti, appassionati, archeologi e fotografi acrobati ed una <moneta portafortuna> per ritornare… La porta est della città chiusa da sonore saracinesche calate da argani azionati dai pretoriani nell’ atmosfera misteriosa e solenne della storia. In estate si prevede un aumento della vendita di noccioline, arachidi e patate fritte e d’inverno la fonduta di fontina… Ci preoccupiamo dell’impasse <cruciale> di Aosta città romana < il nostro miglior biglietto da visita>, un gioiello di accoglienza, un modello di manutenzione e fruizione per abitanti, operatori, studiosi e turisti , logiche che premiano l’immagine “augusta”, senza equilibrio con parcheggi e auto, influenzata da mollezze e cattive abitudini. Una tortura per architetture, strade, piazze e luoghi unici. Come sarà in caso di pioggia, neve, ghiaccio o vento… senza un sistema pneumatico, una piattaforma mobile, una gru con carrucola, una pompa idraulica anti vortici, un palombaro e un minisommergibile … una gymkhana o trampoli, pertiche a fune, uno scivolo telescopico, HotwordStyle=BookDefault; ftsTag=le, un toboggan, un boyau ? L’ ascensore, la ruota delle montagne russe, una funivia, un percorso di free climbing, una pensilina tubolare trasparente per visita con occhiali ad infrarossi, la cara vecchia altalena. O riappare un piccolissimo metrò, un CentiMetrò, tra stress e ambizioni politiche o anche un cannone da circo per sparare a quel paese qualcuno….per vedere di lassù l’effetto che fa.
Restituiteci la semplicità!
2 giugno 2013Ecco cosa disse l’assessore comunale all’urbanistica Stefano Borrello: “Lo scopo dell’operazione è quello di restituire le Porte Pretoriane alla loro piena monumentalità. Contestualmente, vogliamo mantenere l’importante funzione aggregativa ricoperta dalla piazzetta, diventata punto di incontro fondamentale per garantire la buona riuscita di molte manifestazioni. Il progetto è ambizioso e, in via preventiva, dovrebbe prevedere un investimento di circa 1 milione 200 mila euro. Verranno realizzate delle passerelle al piano attuale della sede stradale per mantenere intatta la mobilità anche per i veicoli commerciali e i mezzi di soccorso. Le arcate utilizzabili, poi, torneranno a essere tre, con quella sud che diventerà passaggio pedonale al pari dell’arcata nord, per restituire alla comunità il monumento nella sua forma originaria. L’ultimo passaggio, infine, garantirà la realizzazione di una rampa che consentirà di accedere al piano romano delle Porte Pretoriane direttamente dal teatro romano… Per noi è un bel progetto che permette di mantenere l’equilibrio tra restituzione della monumentalità e mantenimento della fruibilità, sia essa pedonale o veicolare”. (Gazzetta Matin).
Io credo che la monumentalità restituita sia quella delle putrelle. Guardate la foto e ditemi che senso ha questa “valorizzazione” e cosa valorizza, se non il conto in banca di qualcuno. Bastava sostituire l’asfalto con i ciottoli di fiume, per restituire alla Porta il suo passato, magari non precisamente quello romano, piuttosto quello medievale, comunque un’atmosfera che oggi è perduta completamente.
Premio Mogol!
4 giugno 2011Restitution de che?
30 Maggio 2010A guardare il Teatro romano uno si chiede cosa ci abbiano restituito: le antiche vestigia o la vecchia impalcatura? Sono le vetuste pietre o le ferrose linee a ispirare l’assessore? “Il monumento dell’architettura teatrale romana più significativo dell’Italia settentrionale che è restituito al pubblico nella sua funzione originaria, quella di luogo di spettacoli”. Ci dica assessore, qual’è? La facciata del Teatro romano o “il segno architettonico di fattura prettamente contemporanea, anche nella scelta dei materiali”? Ci dica assessore, è questo il suo concetto di valorizzazione del patrimonio archeologico “capace di evidenziare la bellezza del sito”? E per finire, ci dica assessore, chi le scrive i comunicati stampa?
Spazio-spazzatura
5 marzo 2009
Neve gettata sui muri romani. Così romantica...
L”inverno è stagione morta per chi del turismo ha visione distorta. Soprattutto in montagna dove il paesaggio con la neve senza dubbio ci guadagna. Ma Aosta è città distratta e dell’ospitalità un’idea ancora non si è fatta. Blatera e blatera di una identità nuova , ma sforzi in tal senso non ha mai dato prova. Del patrimonio grande del passato non sa che farsene e infatti sembra non esserci mai stato. Le antiche mura sono imbrattate di un’incuria peggio della vernice; trattate senza l’amore che fa di un luogo una città felice. Così infelici passeggiamo tra le vie e le piazze che a nessun nemico, neppure al peggiore, auguriamo.
Senza bellezza e senza cura ogni spazio diventa spazio-spazzatura.
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