Polemica in Consiglio regionale sui costi delle mostre. Bene ha fatto il consigliere di VdAvive, Albert Bertin, a riprendere l’argomento: mostre-costi-benefici. Infatti, se i costi permangono alti i benefici sia economici sia “cultural-educativi” sono molto molto bassi. Qualche esempio: la mostra “Arrivano i Beatles, storie di una generazione” è costata 567 mila euro a fronte di 1.442 visitatori. L’incasso è stato di 11.376 euro. Qualche visitatore in più per le due esposizioni ancora in corso: “Le arti a Firenze tra Gotico e Rinascimento”, costata 601.600 euro con 5.401 presenze e “The art of games”, al prezzo di 437.000 euro con 4.731 presenze. Scrive saggiamente Daniele Gorret nel libro “Aosta città necessaria… ciò che più impressiona in una città così stratificata (nel tempo, nei luoghi, nella popolazione) è questa povertà di anima che traspare da tutte le sue manifestazioni, anche quelle più benemerite, anche quelle più costose (forse proprio in quelle più costose)”. Che ci sia poca anima lo prova lo scarso amore dei cittadini e, peggio ancora, degli amministratori verso la loro/nostra unica città. Questa disaffezione genera degrado culturale e urbano, omologazione televisiva (vanno i comici e i cantanti pittori), perdita di un senso comune. Non abbiamo più storia, ma propaganda. A cosa serve la cultura, distribuita a piene mani come semplice divertissement? E si tratta di cultura poi? A cosa serve, se non migliora la qualità di noi esseri umani in quanto tali? La cultura è un progetto, non un pacco che si regala per farsi dire grazie!
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