La politica è veramente cosa misteriosa e buffa. Dunque in Consiglio regionale Andrea Rosset, che soli pochi mesi fa insieme ai suoi attuali compagni di partito, quell’UVP nato da una costola dell’UV, aveva votato per il pirogassificatore e aveva sempre espresso parere favorevole sul sistema del trattamento a caldo, ieri in Consiglio regionale ha presentato un’interrogazione insieme ad Alpe che chiedeva quale fosse la posizione della Regione riguardo all’impugnazione della legge da parte del Consiglio dei ministri. Oggi i “ribelli” difendono il referendum. Qualcuno può obiettare che la parte unionista-viériniana era andata a votare per il sì e quindi è corretto che oggi si senta in parte protagonista della battaglia vinta. Ma perché non ha espresso la sua posizione prima? Perché non ha preso esempio da altri politici che hanno preso le distanze dalle direttive del loro partito e hanno votato in tutta trasparenza? Perché non si è dissociata dall’invito a non andare a votare? Perché aspettava il risultato! Perché l’azione che è poi conseguita, era condizionata dal voto. Se non si fosse raggiunto il quorum Viérin, Caveri e Rosset starebbero ancora tra le fila della maggioranza a ruminare vendetta.
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Mistero buffo
24 gennaio 2013Revolution o sostitution?
22 gennaio 2013Dopo le dichiarazioni di Patuasia sulla candidatura di Laurent Viérin alla Camera, arrivano bene accolte anche quelle dei politici. Primo è Alberto Bertin, consigliere regionale di Alpe, che si esprime con la solita chiarezza: “Certe decisioni hanno come obiettivo il potere fine a se stesso” (aostasera.it). Difficile non dargli ragione dopo che quelli dell’UVP si erano espressi contro le poltrone e ora corrono per occupare quella prestigiosa, soprattutto dal punto di vista economico, della Camera. Neppure sono nati che già ambiscono a un ruolo istituzionale, mettendo in crisi l’Alleanza autonomista progressista, avversaria del loro stesso nemico. E poi predicano rinnovamento, etica e metodi diversi! Ha ragione anche Raimondo Donzel, segretario del Pd, quando dice che “Questo loro risveglio dopo il referendum in realtà cerca di dividere il movimento referendario… Ci vorrebbe un po’ più di umiltà da parte degli inceneritoristi nati quali Andrea Rosset.” (La Stampa). Infatti l’UVP propone un candidato alla Camera in contrapposizione a Jean-Pierre Guichardaz che per il referendum si è speso eccome e desiste su Patrizia Morelli, ex unionista e candidata al Senato. L’obiettivo di questa volontà di dividere il centrosinistra valdostano è quello di creare un nuovo fronte unionista e mettere all’angolo il PD, usandolo solo come carta da giocare con il futuro Governo Bersani. (Esattamente come aveva già fatto in passato papà Dino con i Ds). La revolution è semplicemente una sostitution. Rimpiazzare Rollandin con un nuovo governo viériniano. Mi sembra tutto molto chiaro. Altra prova che dimostra che questo ragionamento sta in piedi: Viérin ha dichiarato che ha votato Renzi alle primarie, perché dunque non votare Guichardaz alle politiche? Dopotutto il programma di quest’ultimo è lo stesso che condivide la Morelli. E poi quell’incontro con la Gauche? Con gli affezionatissimi di Dino insieme al segretario socialista Antonio Crea? Non rientra questo appuntamento nel “solito metodo dei veti, del tatticismo esasperato, delle desistenze e dei voti incrociati che ben conosciamo.“, come afferma giustamente Bertin?
Virus
16 gennaio 2013Deve esserci un virus in giro che attacca i politici di annata. Prima Riccarand rassegna le dimissioni dal direttivo e dal giornale di Alpe. Poi arrivano quelle di Viérin, la nascita dell’UVP con Caveri e Rosset, poi Louvin di Alpe si dimette da consigliere regionale per tornare a insegnare e infine, La Torre e Luberto escono dalla Fédération. Le reali motivazioni di tutte queste scelte noi, poveri mortali, possiamo solo intuirle. A noi vengono snocciolate giustificazioni ideali che dette da alcuni di questi personaggi, risultanto comiche al limite del grottesco. Caveri e Viérin che parlano di valori e dialogo? La Torre che non condivide più la linea del suo segretario, Claudio Lavoyer? Quando mai la Fédération ha avuto una linea politica che non fosse quella di sbucciare pezzi di governo e sottogoverno? Luberto dice che non ci saranno partiti nuovi, perché loro ambiscono a un unico movimento autonomista. Capito che sono arrivati al capolinea ecco che i nostri “ribelli” si imbarcheranno nell’Union.
I lustrini dell’inganno
4 gennaio 2013Per questioni di strategia politica applaudo alla scissione unionista. Se hai di fronte un esercito compatto il primo obiettivo è quello di dividerlo, poi lo attacchi ai fianchi. In fondo la politica è una forma civile e senza spargimenti di sangue di farsi la “guerra”. Dunque, ben venga fra noi la nuova formazione politica, ma attenzione a non lasciarsi ingannare dai lustrini verbali che decorano il suo ingresso. Trattasi di un partito nato vecchio e non solo dalla scelta del nome, ma anche e soprattutto dal metodo. Per prima cosa non dobbiamo dimenticare che gli attuali “progressistes” hanno votato il bilancio di previsione per il triennio 2013-2015 di cui uno di loro era il relatore. UVP è una formazione voluta da politici uscenti da lustri unionisti per protestare contro l’autorità indiscussa del loro Imperatore: sono duchi che anelano a conquistare più spazi. Le armi sono le parole convenzionali usate sempre in questi casi per abbindolare l’esercito: dialogo, nuovo, partecipazione, merito, cambiamento, apertura, confronto, fiducia, ricostruzione, alternativa…, ma sono parole in palese contraddizione con la fonte: vecchi e usurati politici. Avrebbero un senso concreto e indiscutibile solo se queste fossero nate e proferite da un movimento spontaneo di cittadini. Così non è. La novità in politica, che piaccia o meno, è il M5stelle. E’ un’eventuale lista civica di Valle virtuosa, movimento cresciuto dal basso e da un problema reale capace però di abbracciare una più ampia filosofia di vita. Se le parole, di cui sopra, dette da Caveri, Rosset, Gerandin (che dà le dimissioni perché costretto a farlo) e Viérin hanno il sapore inconfondibile dell’inganno, sulla bocca di Fabrizio Roscio, Lorenza Palma, Carola Carpinello, Paolo Meneghini, Jeanne Cheillon…, per citare solo alcuni fra i virtuosi più impegnati, acquistano il profumo della verità.
MANOVRA!
14 giugno 2010Sulla Manovra ci sembra che il capogruppo in Consiglio regionale del PdL, Massimo Lattanzi, sia il politico più equilibrato nelle affermazioni al riguardo. Sentiamo dall’ANSA quali sono le diverse posizioni. Andrea Rosset (UV), presidente della seconda Commissione consiliare: “E’ una manovra che crea dei problemi e che necessita di un’attenta analisi negoziata onde evitare ripercussioni gravemente negative sugli effetti socio-economici della Valle d’Aosta, pur capendo le necessità del difficile momento che stanno vivendo l’Italia e l’Europa“. Roberto Louvin (Alpe): “Gli effetti della manovra sono più complessi e profondi di quello che si poteva immaginare. Si va ben oltre il taglio diretto alla spesa regionale; ci sono conseguenze pensionistiche, salariali, sul sistema di coperture sociali e sulla finanza degli enti locali molto pesanti“. Luciano Caveri (UV) “Non è in discussione “la necessità di sacrifici”, tuttavia “l’impatto della manovra rischia di essere devastante per la Valle. Chi minimizza sbaglia, sarebbe bene, invece, far fronte comune in Consiglio Valle. Claudio Lavoyer: “Pur essendo consapevoli che l’entità della manovra discende da indicazioni dell’Ue, riteniamo che il suo impatto sulle Regioni sia troppo forte, e che, percentualmente, paghiamo di più dei ministeri”. Massimo Lattanzi: “I 25 milioni di euro che vengono chiesti alla Valle d’Aosta per partecipare al sacrificio che l’intero paese deve fare per affrontare questo difficile momento economico e finanziario rappresentano poco più del 2% del bilancio regionale. Non credo che sarà difficile per il Governo regionale trovare il 2% del bilancio tra gli sprechi, le consulenze inutili, i carrozzoni improduttivi”. Pur, volendo legittimare la scelta del Governo Berlusconi, nel cui partito fa parte, come si può dargli torto? In fondo 25 milioni di euro sono la metà della cifra necessaria per la realizzazione del People Mover!
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