“Stop all’Italia delle Repubblichette“, dichiara Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte e del Comitato delle Regioni. E il pelo si rizza su tutte le schiene dei politici valdostani. Tutti pronti a dar battaglia per difendere l’Autonomia dagli attacchi di chi la vuole mettere in pericolo anche solo con una frase. C’è molta suscettibilità in Valle d’Aosta. La Costituente di Cogne è il primo passo per elaborare una strategia in difesa dell’aria fritta. “C’è una storia e una cultura da rispettare“, sostiene la Favre, presidente di UVP. La Storia, secondo la tradizione alpina, è solo quella fetta che ci interessa. Quella parte estrapolata dal mare infinito dei fatti umani che ci fa gioco. Il resto è leggenda. (Ricordo che il nostro capoluogo l’ha fondato un imperatore romano). Alla casta locale interessa solo un pezzo di Storia: QUEL pezzo di Storia. Ben sigillato in bacheca come un fossile da museo. Feticcio da rispolverare con puntualità per esorcizzare la Storia: quella che va avanti. Quella che riattiva il fuoco dell’eterna ricerca e non idolatra le ceneri di un passato ormai privo di senso. La casta si aggrappa allo Statuto che osanna come un dogma religioso e che, in quanto tale, non va mai discusso. Un Dio che ci sovrasta e che ci protegge dai demoni. Ma i demoni noi ce li abbiamo in casa! Allevati e protetti e mantenuti. Sono loro ad avere paura delle dichiarazioni di Chiamparino! Perché è chiaro che ampliando i confini delle competenze, viene meno il loro spazio vitale. Più ricca si fa la scelta per la rappresentanza e più alte sono le possibilità che non vengano eletti o rieletti. In fondo quella dei politici altro non è che una corporazione professionale che difende i propri privilegi da una maggiore competitività. Come lo è quella dei notai, dei taxisti, degli avvocati, dei farmacisti, delle guide turistiche… il fine è sempre quello della salvaguardia di se stessi: la Storia che si ripete.
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Sempre la stessa Storia!
9 febbraio 2015Réunir Réussir
14 gennaio 2015Il mondo politico al completo!
12 gennaio 2015La presidente dell’UVP, Alessia Favre, dice sul sito del suo partito che nell’incontro della Costituente “il mondo politico valdostano era pressoché presente al completo“. A me risulta che Alpe non avesse delegato nessuno e che il M5s avesse disdetto l’invito… eppure anche queste sono forze politiche presenti sul territorio! Sì, ma non sono interessanti per il progetto politico in atto e cioè la ricostruzione della nuova e grande Union valdotaine. Guardate la foto, vediamo i due boss seduti accanto e il delfino del clan Viérin appena dietro. Sono loro “il mondo politico al completo”! Accanto al Presidente della Giunta ci dovrebbe essere la massima figura dell’UVP e cioè Alessia Favre che invece sta più lontano, come un’ospite qualunque o quasi. Perché Dino che è solo uno dei tanti che fa parte del direttivo? Perché Dino è il vero presidente dell’UVP. La Favre è uno strumento che, evidentemente, ha i suoi vantaggi. Laurent, da bravo figlio, sta dietro. Aspetta la corona di carta che il padre gli sta preparando. (Quella di prezioso metallo rimarrà in testa al senior). Nel frattempo si fa pace con il nemico con la scusa di una guerra in difesa dell’autonomia. Eppure fino a poco tempo fa Laurent diceva di Rollandin: “che incarna la degenerazione del sistema dal quale ci siamo staccati, in tempi non sospetti. Rifiutando l’ipocrisia e abbandonando metodi e sistemi che non sono propri di questa comunità, nei quali non ci riconosciamo e che erano diventati indecenti“. Insieme a papino ha fondato l’UVP e si è costruito il suo esercito personale. (Come nelle guerre tradizionali anche in politica senza esercito non si va da nessuna parte.). Le parole sparate a raffica, durante la fondazione e conseguente campagna elettorale, erano proiettili a salve, capaci solo di ingannare gli ingenui. (altro…)
En attendant…
8 ottobre 2014La politica tace, ma è il silenzio che precede l’uragano. Tra poco sapremo se ci saranno le condanne di peculato per i numerosi consiglieri coinvolti nell’affaire contributi ai gruppi e poi c’è lui. Se Rollandin sarà condannato per abuso di ufficio si andrà presumibilmente a elezioni. Se no è probabile che troverà un accordo con Dino Viérin (non un accordo politico, ma di incarichi che Dino si è stufato di fare il pensionato e la Finaosta tra poco avrà la presidenza libera). La Renaissance è stata un fallimento perché in realtà non ci ha mai creduto nessuno, men che meno Laurent Viérin e la Favre. Aria fritta per polmoni ampiamente incrostati di politica. In realtà si è trattato del solito braccio di ferro tra i due leader dell’Union vinto al primo round dal vecchio leone. Qualcuno ci è cascato vuoi per ingenuità politica vuoi per stupidità vuoi perché ha sbagliato a fare i conti. Nessuna voglia di cambiare, figuriamoci! Solo voglia di maggior potere e di una poltrona per papà Dino (naturalmente anche il bebè ne avrà una) ecco cosa è stata la Renaissance! Il tempo buono è scaduto. A cosa mi riferisco? Alla possibilità per il PD, ma soprattutto per Alpe, di entrare in maggioranza con l’Union di Rollandin, tenendo fuori Viérin e quindi mantenendo l’Union divisa, requisito indispensabile per avere un po’ di forza contrattuale. Rollandin era disponibile a un’apertura, ma la posizione intransigente dei consiglieri piddini e alpisti ha spalancato le porte alle contrattazioni con l’UVP. Per il partito di Renzi le cose vanno meglio, nel senso che rappresenta il contatto con il Governo centrale e l’Union che di Roma ha bisogno, sa che ne deve tener conto. Per Alpe le cose si fanno più difficili: se destinata all’opposizione facile prevedere defezioni. Ma queste sono solo illazioni, aspettiamo l’approvazione del bilancio. E la magistratura.
Il nodo Rollandin
1 giugno 2014Che il ribaltone sia stato un insuccesso è sotto agli occhi di tutti. E l’entità della sconfitta si misura nei conflitti che genera fra chi lo ha voluto e ideato. Le divisioni sono all’ordine del giorno: Alpe, tramite le parole inequivocabili della consigliera Chantal Certan, sostiene un concetto che Patuasia ha più volte ribadito: ” Il vero cambiamento in Valle ci sarà solo se finirà la spartizione-contrapposizione di poteri tra Rollandin e Viérin”. L’UVP è quella parte di Union che fa capo al clan Viérin, pertanto la dichiarazione della Certan esprime una precisa presa di distanza da quest’ultimo. Infatti la Favre, presidente UVP, risponde che chi considera la politica come una questione di fazioni la svilisce. La Favre fa finta di non conoscere le vere ragioni della nascita del suo partito, del dualismo tribale che ammorba la politica valdostana, della spartizione del potere non considerata congrua dai suoi amici: unica ragione dell’attuale crisi. Lei forse non lo sa, ma noi sì. Lei ha paura di venire isolata all’opposizione per quattro anni, un tempo troppo lungo che minerebbe le fragili fondamenta del suo partito composto da persone che all’opposizione non ci sono mai state. Che neppure considerano l’evenienza come possibile. L’UVP nel tempo si sgretolerebbe; i Viérin che la politica la conoscono come la conosce quell’altro e l’applicano con il medesimo stile, questo lo sanno bene. (altro…)
Festeggiano pure?
26 Maggio 2014La cosa buffa
15 aprile 2014Buffa (mi fa davvero troppo ridere!), la dichiarazione al Congresso UVP dell’acclamatissima e riconfermata presidente, Alessia Favre: “Il progetto dell’alternativa c’è ed è ben chiaro: siamo pronti a governare. La loro nave sta andando a picco, ma attenzione: non si entra nell’Uvp per convenienza. Se le scialuppe di salvataggio sono piene bisognerà scegliere”. E scegliere sulla base di che? Ma della CONVENIENZA! Uhaaa uhaaa uhaaa! Altra cosa buffa: Stefano Ferrero in casa UVP si sente fra amici. Li difende: “Non esistono prime donne nel nostro progetto. Per ora l’unica prima donna è Augusto Rollandin. Cercano di spaventarci, parlando di principato di Jovençan sotto il potere dei Viérin, ma ci fanno solo ridere queste allusioni”. La sindrome dell’accerchiamento ha preso anche lui. Chi critica è un nemico! Non sopportano chi è più critico di loro. Chi paga da bere però è un amico! La Renaissance come la Restitution…uhaaa uhaaa uhaaa uhaaa!
Caveri-Favre querela archiviata! (2° parte)
17 febbraio 2014Stralci significativi dalla richiesta di archiviazione.
… l’evento ( la presentazione ufficiale dell’UVP n.d.a) veniva richiamato in chiave moderatamente ironica, in una vignetta pubblicata sul periodico Le Travail, vignetta che secondo i querelanti sarebbe da ritenersi diffamatoria in quanto avrebbe utilizzato, maliziosamente, il termine “dinastia” e, inoltre, avrebbe fatto illecito utilizzo delle generalità della minore, figlia di Favre, addirittura tramite accostamenti “sconci, ripugnanti o subdoli” tali da determinare un superamento dei limiti riconosciuti dalla giurisprudenza ai fini dell’operatività scriminante del diritto di satira. La notizia di reato appare, per diversi motivi, priva di qualsiasi concreto fondamento. Il termine “dinastia” non assume in sé alcuna connotazione negativa, semplicemente richiamando la possibilità che i figli di due autorevoli esponenti della politica valdostana possano seguire la brillante carriera dei genitori… Più in generale la vignetta pubblicata appare, sia per la grafica utilizzata, sia per i termini scelti, totalmente scevra di contenuto lesivo dell’onore e della reputazione di chicchessia… Il mero esame visivo della vignetta è sufficiente a dimostrare l’assoluto rispetto del limite della continenza. Anche a voler leggere una critica politica alle posizioni presentate da Caveri e Favre è palese che tale critica, espressa attraverso una ironia moderatissima, rientra abbondantemente entro la latitudine del diritto di critica e quindi esclude qualsiasi antigiuridicità della condotta. In caso contrario dovremmo giungere alla conclusione che i rappresentanti di un movimento politico dovrebbero ritenersi immuni da qualsiasi critica, anche espressa con toni misurati e con termini privi di ogni connotazione negativa… I querelanti richiamano la “Carta di Treviso” che in materia di tutela dei minori vieta ai giornalisti di diffondere generalità e immagini di minori coinvolti in fatti di cronaca… Nel caso di specie ciò non è avvenuto, essendosi limitata l’autrice della vignetta a riprendere in chiave lievemente ironica, un evento pubblico durante il quale una minore era stata presentata all’uditorio, verosimilmente con intento beneaugurante nei confronti del neonato movimento politico.
Mia osservazione. Trovo davvero significativo che un partito battezzi la sua nascita con una querela verso chi lo guarda in modo critico. Come può dirsi progressista l’Union valdotaine progressiste? Come può presentarsi come la voce del cambiamento quando querela voci diverse dalla sua? Devo riconoscere a Rollandin che, nonostante tutto ciò che ho scritto e disegnato contro di lui, mai è sceso così in basso. Poteva intentare contro di me decine di querele, ma sapeva che rientravano nel sacrosanto diritto democratico alla satira. Evidentemente Caveri e Favre non sono all’altezza di una democrazia evoluta.
Caveri-Favre querela archiviata! (1° parte)
17 febbraio 2014Stralci significativi presi dall’Atto di querela presentato da Luciano Caveri e Alessia Favre contro di me e contro il direttore del Travail, Giovanna Zanchi. (Ho tralasciato i nomi dei bambini per evitare nuovi casini: i potenti anche se sono progressisti sono sempre molto suscettibili!). Ecco:
Il 26 gennaio, in Aymavilles, presso l’hotel Rendez -Vous si è tenuta una serata per la presentazione del nuovo movimento politico UVP. Caveri nell’introdurre al pubblico la neo eletta Presidente Alessia Favre (presentatasi con la figlia in braccio) pronunciava le seguenti parole: “intanto io devo dirvi che …, la figlia di Alessia è già fidanzata con mio figlio … perché hanno la stessa età; e quando la Presidente sarà impegnata nelle riunioni del Consiglio io mi sono già volentieri offerto come baby sitter“. Qualche giorno dopo, sul periodico Le Travail-Il Lavoro a pagina 15, all’interno della rubrica satirica L’angolo di Pat a cura di Patrizia Nuvolari, compariva una vignetta riportante la seguente frase: “Dice Caveri che …, figlia del pres. UVP, è fidanzata con suo figlio …, argh! Si profila una nuova dinastia!”. Appare in tutta evidenza la pretestuosità della vignetta satirica che riprendendo la scherzosa battuta formulata da Caveri ne fa uso strumentale teso a gettare un’ombra di discredito sulla famiglia degli esponenti e sul neonato raggruppamento politico… Nello specifico poi, la valenza satirica perde la sua coerenza casuale nella misura in cui utilizza i nomi propri dei figli minori in aperta violazione dei limiti dei codici dei giornalisti e della Carta di Treviso che tutela l’anonimato del minore… L’accostamento dei minori alla funzione politica dei genitori e al concetto di “dinastia” rappresenta … un’interferenza arbitraria della privacy del minore ed illecito attentato all’onore e alla reputazione dello stesso aggredito nel contesto familiare nel quale si sta formando.
Prima di passare alle motivazioni del Tribunale che hanno portato all’archiviazione della querela, voglio fare delle considerazioni personali. Caveri dice in pubblico che suo figlio è fidanzato con la figlia della presidente Favre e MALIZIOSA sarei io? Il fidanzamento è celebrato perché, dice sempre Caveri, i due hanno la stessa età. Che tutti i bambini si fidanzano obbligatoriamente per questo motivo? E’ un fatto naturale? Con una vignetta io avrei violato, secondo i due genitori, la privacy dei loro figli. Ma chi ha portato in un contesto non certo familiare come quello di un hotel, la propria figlia? Io? Chi ha permesso di registrarla e di postarla su you tube affinché il mondo intero potesse vederla? Io o sua madre? Chi ha accostato la sua immagine alla funzione politica del neonato partito? Io? No, io mio figlio a quell’età l’ho sempre messo a letto alle nove e, se avevo qualche impegno, ho sempre chiamato qualcuno, mai portato con me. (fine prima parte)
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