Posted tagged ‘Alberto Lanièce’

Prova prova prova

2 luglio 2012

Questa è una vignetta proposta da un giovane collaboratore di Patuasia, mi sembra che i numeri ci siano no?

Piccoli patuasian crescono!

A voi la scelta!

18 marzo 2012

L’assessore alla Sanità, Alberto Lanièce, prova a convincerci che sull’ospedale lui e i suoi colleghi di maggioranza non sono confusi, al contrario hanno le idee chiarissime. Siamo più propensi a credere in qualche loro disturbo neuropsichiatrico, perché definire chiarezza un continuo cambio di idee ricorda l’ubriaco che giura di non esserlo. Siamo al terzo progetto. Un mese fa si parlava di demolizioni, oggi sono previsti aumenti di volumetrie rispetto alle precedenti proposte. Renato Balduzzi, il ministro della Salute, ha visto e valutato un progetto che non c’è più. Ci sarà un ospedale delle dodici ore e uno delle 24: il tempo di morire?

Fine anno

23 dicembre 2010

Consueta conferenza di fine anno della Giunta regionale con i giornalisti. Dietro al nuovo bancone le teste dei vip spuntavano come spilli. Caricature di sé come solo i politici sanno essere. Roba da paese con tanto di filmatino alle spalle in stile Ceausescu-prima-della-caduta. Immagini della “grandeur” di questo lembo ridicolo di terra. Apre gli spot pubblicitari Alberto Cerise, presidente del Consiglio. Apre la bocca e subito dice una cazzata: ai giornalisti amici e nemici… scrivete quello che volete, ma i giornalisti, caro Cerise, per deontologia professionale non dovrebbero essere né amici né nemici dei politici, dovrebbero essere giornalisti e basta, lo sapeva? E poi non è necessario che lei sottolinei il concetto della libertà di stampa, dovrebbe essere scontato. (La cazzata conferma però un’amara e risaputa verità). Sugli altri non mi dilungo troppo, perché la loro performance non è stata degna di nota. Voci impastate, noia, pessimo italiano, demagogia, provincialismo. Neppure l’imperatore  è riuscito a galvanizzare la serata con i suoi buoni propositi: la parte è vecchia e lui ormai la recita di malavoglia. Marguerettaz sembrava di corsa. Affannato e con la voce roca, ma ricca di pathos, ha elencato una serie di commoventi luoghi comuni e una serie di genialate da piegarsi in due dalle risate. La più divertente è quella della prenotazione degli alberghi online, presentata come una rivoluzionaria novità del servizio turistico locale. Non c’è che dire, fra tutti è quello che ha il sense of humour! Scialba, come sempre, la Zublena che ha annunciato la meraviglia del pirogassificatore e al contempo i nuovi progetti per la riduzione dei rifiuti. La contraddizione fa presagire un nuovo e lucroso businnes: quello dello smaltimento dei rifiuti altrui. Marco Viérin non si è quasi visto. Lanièce è rimasto costantemente bloccato in una posa di gesso con tanto di manine giunte (pensava forse al presepe?). Lavoyer, senza la cravatta fluorescente, è scomparso tra le pieghe delle sue rughe. Isabellon si è tricerato dietro l’Europa. Tutto sommato, su quel palcoscenico di quel teatrino rifatto, ha brillato la figura dell’assessore Laurent Viérin. L’unico che non ha letto il compitino. L’unico che sa parlare in italiano e in francese, l’unico che ha un suo progetto politico. Che può piacere o no, ma c’è. E, in parte, anche condivisibile. La serata si è conclusa in libagioni al soldo pubblico, come a dire che la crisi non è per tutti. Naturalmente me ne sono andata.

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Paillettes di montagna

11 ottobre 2010

Nell’editoriale dell’ultimo numero di Alpe, il coordinatore del movimento omonimo, Carlo Perrin, parla di se stesso e del mondo agricolo nel quale ha sempre vissuto (je suis berger a coté des bergers). Di quel mondo avverte nostalgia, ma anche senso di isolamento, di desolazione. Un mondo entrato in crisi che non esprime simpatia. Con tutto il rispetto verso le persone oneste che pur ci sono (i miei nonni erano allevatori e contadini), non riesco a considerare la categoria degli allevatori valdostani come una categoria nel suo complesso sana. Lo scandalo della Fontina adulterata, l’importazione clandestina del seme, le stalle non registrate, le analisi contraffatte, il fieno straniero, sono solo alcune delle voci raccolte nella grande truffa ai danni della Regione, dello Stato e della Comunità Europea. I politici hanno cercato di ridurre l’entità dello scandalo, perché i truffatori sono loro elettori e appartengono a una lobby forte e protetta. Altro che pauvre paysan! Il paesaggio è cambiato caro Perrin! E non si tratta, come è stato detto, di qualche mela marcia, no! Si tratta di un meccanismo ben oliato e organizzato con tanto di veterinari (Claudio Trocello in servizio presso la USL, Davide Mila convenzionato ANABORAVA ecc…) e laboratori di analisi compiacenti che, fra le altre cose, alteravano la prova tubercolinica per consentire agli allevatori di poter accedere ai diversi contributi, mutui, premi previsti (LA.ECO.VET S.a.S di Rossella Badino). La parola giusta è TRUFFA! Le bovine fecondate con liquido seminale di tori svizzeri non certificati con successiva  falsa registrazione di nascite autoctone e in via di estinzione; il foraggio”straniero” usato per l’alimentazione delle mucche e successiva produzione della Fontina Dop in contrasto con il disciplinare; i formaggi, fra cui anche la Fontina, prodotti da latte proveniente da bovini malati e da allevamenti non autorizzati; la macellazione di carni valdostane risultate affette da tubercolosi; le importazioni clandestine di bovini svizzeri che andavano a sostituire quelli deceduti tramite recupero del bolo o del bollo auricolare; le falsificazioni dei documenti; le stalle non registrate; il risanamento parallelo; l’importazione clandestina e l’uso improprio di medicinali a uso veterinario, sono azioni criminali che coinvolgono un alto numero di persone che hanno potuto fare affidamento su una vasta rete di conoscenze istituzionali (l’assessore Lanièce aveva inviato ai NAS una missiva in cui chiedeva di “evitare il ricorso al gamma interferone” e il Presidente Rollandin lamentava, con il Comandante Gruppo dei Carabinieri, il Ten. Col. Guido Di Vita, la propria preoccupazione per il ripetersi dei controlli dei NAS di Torino che vanificavano quelli previsti dalla stessa Regione. ). Nel mondo dei paysans il walzer dei contributi c’è sempre stato: vent’anni fa il businnes si faceva sulle vacche morte di TBC, spesso sane, oggi sul contrario. La compiacenza del potere verso questo habitat pure. C’è spregiudicatezza e capacità delinquenziale in tutto questo e non sarebbe male cercare di capire da cosa ha origine. Troppi contributi facili?

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