Posted tagged ‘Alberto Bertin’

Fuori dai clan!

29 gennaio 2015

Tra un rivio a giudizio e l’altro non è che ce sono molti di papabili per la Presidenza del Consiglio. Il candidato perfetto per me sarebbe Alberto Bertin, ma per problemi di salute non credo che potrebbe assumere l”incarico. Vedrei bene Luigi BERTSCHY, mi sembra serio e sufficientemente autonomo nel pensiero. Non vedo assolutamente Laurent Viérin portavoce del clan dei Viérin. Se vogliamo venire fuori dalle logiche tribali dei due clan che tengono in scacco la Regione da troppi anni (e sarebbe anche l’ora!) è il caso di dare fiducia a nuove personalità politiche.

Che sia troppo tardi?

1 ottobre 2014

Pubblico volentieri la nota del consigliere regionale Alberto Bertin di Alpe in merito alla mancata istituzione dell’osservatorio permanente sulla criminalità organizzata.

“Nel luglio dello scorso anno il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha approvato all’unanimità una mozione per l’istituzione di un osservatorio permanente sulla criminalità organizzata di stampo mafioso. Dopo più di un anno, nonostante le nostre numerose sollecitazioni, l’argomento non è stato ancora affrontato con serietà dalla commissione competente e niente è stato deciso riguardo all’istituzione dell’osservatorio. A questo punto si ritiene necessario verificare se esiste ancora la volontà politica per dare seguito alla mozione approvata il 26 luglio 2013 e nel caso procedere rapidamente. Purtroppo, una volta di più, si percepisce la sottovalutazione di una parte significativa della politica di questo preoccupante fenomeno criminale nella nostra regione. È importante e urgente mettere in atto ogni azione in grado di mantenere alta l’attenzione e contrastare il diffondersi delle mafie in Valle d’Aosta, ‘ndrangheta in primis, ne va del nostro futuro.”

A chi piace la poltrona?

29 marzo 2014

Sulla risposta data dal Presidente della Giunta che chiede una sfiducia costruttiva Laurent Viérin risponde: ” E’ chiaro il tentativo di non voler abbandonare le poltrone.(aostanews24). Dal suo curriculum si legge: Eletto per la prima volta nel 1995 in Consiglio comunale di Jovençan, è confermato nel 2000 quando la lista del quale è promotore vince le elezioni municipali: viene quindi nominato Assessore alla cultura, sport e politiche sociali. Nel 2003 è eletto per la prima volta in Consiglio Valle nella lista dell’Union Valdôtaine e ricopre la carica di Consigliere Segretario fino al 2006, quando viene nominato Assessore regionale all’istruzione e cultura. Nel 2008, conferma la sua elezione in Consiglio regionale e assume nuovamente la carica di Assessore all’istruzione e cultura. Alle politiche del 2013 concorre per il posto di deputato alla Camera e arriva secondo. Alle elezioni del 26 maggio 2013 è stato rieletto in Consiglio regionale, con 7748 voti, nella lista dell’Union Valdôtaine Progressiste. Leggete cosa diceva su Aostaglocal.it  il consigliere di Alpe, Alberto Bertin, riguardo alle elezioni politiche del 2013:

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Alberto!

13 febbraio 2014

Caro Alberto, so che non stai bene, che sei in ospedale per un attacco alle vie respiratorie, so che ce la farai. Mai conosciuta una persona forte e coraggiosa come te. Torna presto. Per favore.

Recidivo!

5 luglio 2013

Il consigliere Alpe, Alberto Bertin, ha chiesto una cosa che dovrebbe essere ovvia e cioè che i “Consiglieri regionali implicati in indagini riconducibili direttamente o indirettamente alla criminalità organizzata di stampo mafioso non assumano alcun incarico nella Giunta regionale.(aostasera.it) La maggioranza ha risposto picche e tale risposta era altrettanto ovvia. Se salta Rollandin salta tutto il banco. Eppure la moralizzazione della politica dovrebbe ripartire da qui, da quel mettere da parte tutti coloro che sono in qualche modo coinvolti in indagini, soprattutto in quelle che hanno a che vedere con la ‘ndrangheta. Ma c’è qualcuno che ci crede per davvero? Che avverte la necessità di questa rivoluzione etica? Quel qualcuno, se esiste, non si trova certamente nell’Union e nella Stella alpina.

Arrivano i vitalvizi!

31 Maggio 2013

Attendo con ansia di conoscere le cifre della liquidazione e del vitalizio mensile dell’ex assessore Lavoyer, che per circa 30 anni ha prestato la sua opera di pensoso statista al servizio del “glorioso popolo valdostano”. In tema di trasparenza e di costi della politica, spero che il M5S si occupi anche di questa questione. Se la politica è un servizio alla comunità, quanto è stato remunerato questo servizio nel caso di Lavoyer? Escono dal Consiglio regionale, dove hanno confortevolmente soggiornato per decenni, quasi tutti i membri della più inutile, pigra, inconcludente, sonnacchiosa e distratta commissione antimafia della storia italiana: Empereur, Salzone, Lavoyer, Prola, Jean Rigeau, Lattanzi. Riconfermato il solo Bertin, l’unico che per nostra fortuna abbia seguito il problema da sveglio, senza pisolini nel pomeriggio. A differenza di tutti gli altri consigli regionali, che sempre si sono dotati di un’osservatorio antimafia permanente, la commissione non ha deciso di procedere in questa direzione.
Alla luce della sentenza “Tempus venit” e di quella del sequestro dei beni della famiglia Nirta, una decisione improvvida e superficiale. Il nuovo consiglio regionale , in proposito, non può che migliorare. Anche in questo caso, meritate pensioni, che sarebbe opportuno conoscere.
Antonio “Tonino” Fosson, leader di Comunione & Liberazione e della corrente clerico-localista dell’Union, può pagare molto caro lo scandalo di Andrea Ferrari , ex direttore della casa di riposo Festaz, indagato per peculato e per simulazione di reato.
Come noto secondo l’ipotesi accusatoria il Ferrari, ora dimissionario, avrebbe sottratto mobili di pregio di proprietà dell’istituto. L’imbarazzo politico deriva dal fatto che l’ormai ex direttore è sempre stato considerato politicamente vicinissimo alle idee dell’ ex senatore, suo sicuro ed attivo supporter all’interno della casa di riposo. Per queste ragioni una parte dell’Union ( forse quella che ha conservato un minimo di laicità?) sembra propendere per non insediare Fosson alla Sanità, forse usando pretestuosamente dello scandalo Festaz per non rafforzare troppo l’ex senatore. (roberto mancini)

La faccia tosta di un potere tosto!

14 febbraio 2013

All’interpellanza presentata dal consigliere Alpe, Alberto Bertin, sui risultati ottenuti dalla Biennale denominata Sveart (ribatezzata da Patuasia in Svenart), manifestazione artistica che ha coinvolto una quarantina di artisti o sedicenti tali, provenienti dalle Accademie d’Europa e segnalati dai rispettivi direttori sulla base di imprecisati meriti (l’Accademia torinese ha segnalato un’artista valdostana che ha presentato due opere così brutte da rientrare nella più coerente categoria delle croste) e costata un miliardo delle vecchie lire (fa più effetto e dà l’idea dello spreco), il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, Prefetto, Presidente della Università valdostana e dell’Associazione Forte di Bard, nonché pregiudicato, ha risposto con quella che altro non si può definire che faccia tosta: sostiene, infatti, che il migliaio di visite gratuite spalmate su due mesi di esposizione sono un risultato positivo! Che i media ne hanno parlato a lungo, ma non ha citato quali sono state le testate che hanno affrontato l’argomento e che i valdostani hanno snobbato la mostra. Come se le la Biennale di Venezia, indubbiamente rottamata dal successo internazionale riportato da Saint-Vincent, fosse organizzata per la fruizione dei veneziani! Perché mai uno dovrebbe andare a vedere una mostra di giovani sconosciuti, organizzata da un vecchietto delirante e amico di “famiglia” e organizzata in modo penoso? Come se di iniziative in tal senso non ce ne fossero abbastanza? Il presidente dell’associazione, che ha sostenuto moralmente l’iniziativa (i soldi provengono dalle nostre tasche), pensa già al futuro. Alla faccia tosta io qui aggiungerei anche qualcos’altro che trattengo dallo scrivere per evitare una denuncia per diffamazione. Allego un video girato all’aeroporto di Vienna, giusto per darvi un’idea approssimativa del fare arte oggi. Sarebbe auspicabile che i giovani artisti presenti in quella scassatissima e speriamo ultima iniziativa cominciassero a fare qualche giro per musei e per l’Europa, ma potrebbero anche solo studiare e sfogliare delle riviste specializzate, perché dalle loro opere emerge chiaramente un’ignoranza di fondo spaventosa! Ignoranza abissale condivisa dai nostri amministratori! Buona visione.

Revolution o sostitution?

22 gennaio 2013

Dopo le dichiarazioni di Patuasia sulla candidatura di Laurent Viérin alla Camera, arrivano bene accolte anche quelle dei politici. Primo è Alberto Bertin, consigliere regionale di Alpe, che si esprime con la solita chiarezza: “Certe decisioni hanno come obiettivo il potere fine a se stesso” (aostasera.it). Difficile non dargli ragione dopo che quelli dell’UVP si erano espressi contro le poltrone e ora corrono per occupare quella prestigiosa, soprattutto dal punto di vista economico, della Camera. Neppure sono nati che già ambiscono a un ruolo istituzionale, mettendo in crisi l’Alleanza autonomista progressista, avversaria del loro stesso nemico. E poi predicano rinnovamento, etica e metodi diversi! Ha ragione anche Raimondo Donzel, segretario del Pd, quando dice che “Questo loro risveglio dopo il referendum in realtà cerca di dividere il movimento referendario… Ci vorrebbe un po’ più di umiltà da parte degli inceneritoristi nati quali Andrea Rosset.” (La Stampa). Infatti l’UVP propone un candidato alla Camera in contrapposizione a Jean-Pierre Guichardaz che per il referendum si è speso eccome e desiste su Patrizia Morelli, ex unionista e candidata al Senato. L’obiettivo di questa volontà di dividere il centrosinistra valdostano è quello di creare un nuovo fronte unionista e mettere all’angolo il PD, usandolo solo come carta da giocare con il futuro Governo Bersani. (Esattamente come aveva già fatto in passato papà Dino con i Ds). La revolution è semplicemente una sostitution. Rimpiazzare Rollandin con un nuovo governo viériniano. Mi sembra tutto molto chiaro. Altra prova che dimostra che questo ragionamento sta in piedi: Viérin ha dichiarato che ha votato Renzi alle primarie, perché dunque non votare Guichardaz alle politiche? Dopotutto il programma di quest’ultimo è lo stesso che condivide la Morelli. E poi quell’incontro con la Gauche? Con gli affezionatissimi di Dino insieme al segretario socialista Antonio Crea? Non rientra questo appuntamento nel “solito metodo dei veti, del tatticismo esasperato, delle desistenze e dei voti incrociati che ben conosciamo.“, come afferma giustamente Bertin?

Help Emily!

29 ottobre 2012

Riceviamo dal consigliere regionale Alpe, Alberto Bertin, e volentieri pubblichiamo.

Alcuni anni fa avevo proposto, tramite la modifica del regolamento del Consiglio regionale, di rendere pubbliche le deliberazioni dell’ufficio di presidenza del Consiglio Valle. La trasparenza è uno dei principali deterrenti a certe degenerazioni della vita pubblica. Il Consiglio regionale, da questo punto di vista, dovrebbe essere un “palazzo di vetro’’ in cui i cittadini possano vedere tutto quel che succede. Naturalmente la proposta in questione è stata bocciata dalla maggioranza del Consiglio regionale. Se le delibere dell’ufficio di presidenza fossero pubbliche e accessibili tramite il sito del Consiglio, i cittadini valdostani sarebbero venuti a conoscenza che il 22 ottobre ultimo scorso è stato conferito un incarico fiduciario per un collaboratore di supporto al presidente del Consiglio. Insomma, alla faccia delle tante dichiarazioni sui costi della politica e i continui richiami a una maggiore sobrietà, la neo presidente del Consiglio ha avuto la brillante idea di nominarsi un ulteriore “portaborse’’. È francamente sconcertante, al di là delle cifre in ballo, che in un periodo di forti restrizioni finanziarie come quello che stiamo vivendo, si amplino gli staff di collaboratori e si conferiscano incarichi fiduciari esterni per svolgere “funzioni di supporto diretto del Presidente del Consiglio’’, come esplicitato in delibera (ricordiamo che esiste già la figura del segretario particolare). Una decisione quanto meno inopportuna. Ma così vanno le cose a palazzo.

La pustola

15 ottobre 2012

Il senatore Giuseppe Pisanu, presidente della Commissione parlamentare antimafia,  parla di Valle d’Aosta e di mafia, i consiglieri nostrani interpretano le sue parole in modo molto diverso. Secondo Diego Empereur, stazza unionista, non esiste una struttura organizzata, ma solo episodi già datati che non destano allarme. Secondo Alberto Bertin, di Alpe, le parole del senatore invece invitano a tenere ben alta l’attenzione in quanto la ‘ndrangheta è una minaccia reale nella nostra Regione. A chi credere? Conoscendoli non dovrebbe essere difficile. Anche in Lombardia, solo pochi anni fa, si cercava di minimizzare il fenomeno, di tenere tranquilla la popolazione e oggi la pustola è scoppiata con virulenza, rivelando il marcio del corpo amministrativo e politico lombardo.