Archive for the ‘Terapia di gruppo’ category

Stasera in piazza

20 aprile 2015

Ricordo che stasera alle ore 21 presidio in piazza Chanoux per ricordare le vittime del Mediterraneo. E’ niente eppur è qualcosa.

Portate una candela, si resterà in silenzio per mezz’ora.

Réunir Réussir

14 gennaio 2015

In sintesi…

Che barba! Che noia!

10 novembre 2013

Che barba, che noia!
Interessante e stimolante come un’assemblea dei Testimoni di Geova. Malgrado i patetici tentativi di un foglio localista dell’editore Maccari (ex addetto-stampa e uomo di fiducia del presidente Viérin…) che si è inventato una locandina millantatrice “congresso Union, cresce la suspence”, l’unica emozione fornita  dal Congresso della Balena Rossonera è stata la noia. Come Craxi, Zorro e Kim-Il-Sung, l’unico candidato alla presidenza è stato acclamato (non eletto tramite delega…)  dalla folla dei clientes, come al circo i gladiatori.  Come Jovanotti al concerto. Congresso “nazionale”? Noia mortale e globale. “Banalità a catinelle”, avrebbe  detto Checco Zalone. Un esempio di questa flebo di Valium? Il neo-presidente Pastoret ha detto “l’esistenza dell’opposizione dipende da noi”. Bella scoperta! Nei sistemi parlamentari funziona così: la vita del governo dipende dall’opposizione, che cerca di rovesciarlo, e viceversa. Dunque maggioranza ed opposizione dipendono l’una dall’altra. Non lo insegnano alla scuola di democrazia di Violante? Nei sistemi etnico-tribali invece come funziona? Quali sono i meccanismi di controllo dell’Esecutivo nel Bakkanistan? La bataille des reines? Negli anni 70 Pastoret militava rigorosamente alla sinistra del Pci, ovviamente giudicato “revisionista e moderato”. Poi, come accadde a molti valdostani-doc, dopo 6 mesi di Lotta Continua (o era Psiup? O Democrazia Proletaria?) fece 35 anni nella Dc (pardòn, nella Balena Rossonera..) per far dimenticare il peccato di gioventù. Fieri montanari, gente di parola, fermi e duri come le rocce… (roberto mancini)

Chiuso il sondaggio

20 gennaio 2013

Come era prevedibile il primo a essere, simbolicamente, gettato dalla torre è il presidente della Giunta, Augusto Rollandin, che distanzia di quasi cento spintoni il successore Aurelio Marguerettaz. Lo incontra nel volo verso il lastricato, Luciano Caveri, distanziato di soli quattro spintoni. Seguono il destino verso madre terra Claudio Lavoyer con centoventidue spinte, il suo ex compare di partito, Leonardo La Torre, Massimo Lattanzi e Manuela Zublena e Diego Empereur. Patuasia ha ritenuto di salvare i restanti otto, non per bontà, ma per il divertimento nostro di vederli sulla sommità di una prossima torre. Giochino terapeutico che fa bene a molti e non fa male a nessuno.