Archive for the ‘Resa dei conti’ category
13 marzo 2014
Della vicenda di Davide Perrin ho come la sensazione che la cosa peggiore che lui abbia fatto non è stato l’acquisto dei voti che la storia ci insegna far parte della tradizione, ma quell’aver dato dei baccanotti ai suoi potenziali elettori. Questo insulto, dato da un “baccanotto”, è una novità e quindi risulta essere più grave. Chi non ha comprato voti scagli la prima pietra! Per farlo ci sono modi diretti e tradizionali come i-soldi-in-busta e indiretti come i regalini di Natale, gli aperitivi, le cene, le lotterie, le feste, le assunzioni, le opere di beneficenza, le paste, l’assegnazione di case, le promesse e i favori vari. “Il consiglio regionale esprime preoccupazione e censura l’adozione di metodi e atteggiamenti lesivi della libertà di scelta e della dignità degli elettori valdostani“. Chissà se lo stesso Consiglio regionale riterrà anche queste ultime pratiche illegittime e antidemocratiche che, oltre a offendere la dignità degli elettori sempre che ne abbiano una, possano avere alterato l’esito della consultazione elettorale? Lo sapremo dal comportamento che i consiglieri adotteranno quando verranno rinviati a giudizio per lo scandalo dei contributi dati ai gruppi.
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15 febbraio 2014
Mi piace analizzare i fatti e sottoporre le mie analisi agli altri per stimolare la riflessione. Il tema di oggi è la gioventù in politica. Ho avuto di recente uno scambio di vedute su fb con alcune giovani esponenti femminili del PD, le donzelle, riguardo allo scandalo dei contributi dati ai gruppi consigliari. Simona Crudelia Campo, sul suo profilo, cita una frase di Einstein: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose“, una frase anche banalotta che mi crea il dubbio che sia stato lo scienziato a profferirla, ma non è questo il punto e, visto che la donzella ci crede, prendiamola per buona. La frase invita al cambiamento. Verso questa nuova attitudine comportamentale sono state versate parole su parole, soprattutto durante gli appuntamenti elettorali. Nei fatti, però, neppure i giovani si sono mossi in quella nuova direzione. Non vogliono accettare il marcio, eppure si coalizzano in difesa dei loro dirigenti indagati per peculato e finanziamento illecito ai partiti. Così scrive Simona Campo: “Vedi Patuasia io non faccio quadrato intorno a nessuno e ritengo che sarà il giudice a stabilire la colpevolezza o meno degli indagati… È che a differenza tua io non mi ergo a giudice reputandomi migliore degli altri e non condanno le persone prima che venga emessa condanna definitiva!“. Se non conoscessimo l’appartenenza al Pd della donzella, le sue parole non ne avrebbero alcuna, infatti sono un mantra che ritroviamo ripetutto da anni da quelli di Forza Italia o di Stella alpina o della Fédération o dell’Union… quando uno dei loro viene toccato dalla Magistratura, dove è infatti la differenza? In questo caso ha ragione Simona: nessuno è migliore. Aggiunge l’amica Sara Timpano: “Capisco che certe domande dobbiamo porcele, ma mi preoccupa di più un assessore che si ritrova a dover vigilare un’impresa pubblica e nello stesso momento suo figlio si ritrova con un contratto di lavoro della società di sopra. Per fare i più puri e i migliori le mani vanno tenute in tasca, saranno pulitissime, ma non avranno fatto nulla per cambiare le cose di una virgola. Posso vigilare meglio da qui che non dà fuori, è quello che penso io, ma non mi sognerei di dire agli altri che sono migliore di loro.“. Ecco un altro luogo comune, che in bocca a una giovane, fa cascare le braccia a dir poco: di fronte a un errore commesso, si tende a sviare l’attenzione verso quello compiuto da altri. Si fa quadrato intorno al gruppo anche se questo sbaglia. Sara, infatti, non si sognerebbe mai di dire che è migliore di loro, quindi è come loro. Quindi la giovane è come la vecchia. Dov’è la differenza? Dove sarebbe la boccata di aria fresca? So di risultare ridicola e noiosa a Barbara Ballauri, altra donzella che dovrebbe puntare il dito contro gli alti papaveri del suo partito. Chiedere scusa a nome delle nuove generazioni per gli errori commessi dalle precedenti. Perché le nuove generazioni DEVONO avere il coraggio e la forza di essere migliori! Pare invece che questo coraggio il PD locale non lo abbia ancora sdoganato. Che l’omologazione regni sovrana. Che tristezza! Care Simona e Sara e Barbara, non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
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Tags: Barbara Ballauri, Consiglio regionale della Valle d'Aosta, PD valdostano, Sara Timpano, Scandalo contributi, Simona Campo, Valle d'Aosta
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10 febbraio 2014
L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Aosta, Marco Sorbara, il 21 agosto dell’anno scorso presentò querela alla sottoscritta e al consigliere Alpe, Gianpaolo Fedi, perché, in seguito alla pubblicazione dell’intercettazione telefonica con il pregiudicato Roberto Raffa e del conseguente intervento di Fedi in Consiglio, ritenne lesi il suo onore, la sua immagine e la sua dignità. Secondo Sorbara quel contatto era finalizzato alla richiesta di aiuto di un uomo che “aveva moglie e figli a carico, il lavoro non andava bene e inoltre a dire dello stesso rischiava il pignoramento della casa“. “Lo ricontattai che ero a conoscenza che presso la struttura anziani del Quartiere Cogne vi era la necessità di svolgere alcuni piccoli lavori al di sotto degli 10.000,00 euro. Per tale motivo lo misi in contatto con la mia dirigente… tale assegnazione del lavoro però non andò mai in porto. Tale mia condotta lo ribadisco era finalizzata nell’ambito del mio lavoro ad aiutare la famiglia Raffa in forte disagio economico all’epoca. ” (Atto di querela).
Dunque, secondo Marco Sorbara, la funzione di un assessore (…nell’ambito del mio lavoro…) è quella di aiutare con iniziative del tutto personali le famiglie in forte disagio economico. Mi sa che confonde il suo ruolo con quello di un parroco… forse è convinto che il Comune sia una succursale della Caritas o un’agenzia di collocamento, non è così. Sorbara può aiutare chi vuole, ma con i soldi suoi! Non con quelli dei cittadini! Il consigliere di minoranza, Fedi, ha cercato di spiegarglielo: “non so se l’assessore ne sia cosciente, ma il tono, i contenuti e il linguaggio che emergono dalla telefonata rendono trasparente la sua disponibilità agli ambienti del malaffare. Io credo che non dobbiamo accettare tutta una serie di logiche che sono sicuramente mafiose.”. Ricordare a Sorbara che il suo dovere istituzionale nulla ha a che fare con le richieste di aiuto private (chiamasi clientela), lo ha offeso, così tanto da presentare una querela contro Patuasia e Fedi.
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8 novembre 2013
Non solo Patuasia ha fortemente polemizzato contro la manifestazione-bidone denominata SVEART, anche la minoranza comunale della lista civica “Saint-Vincent cambia e riparte” ha fatto e continua a fare, interpellanze e mozioni al riguardo. Ecco l’ultima.
MOZIONE
RICORDATO che nel 2014 si dovrebbe tenere la seconda edizione della Biennale d’Arte
Europea “Sveart”; RICHIAMATE le nostre iniziative del 25/9/2012 e del 23/4/2013; OSSERVATO che per organizzare la prima edizione l’Associazione InSaintVincent ha ottenuto dalla Regione Valle d’Aosta il contributo di euro 300.000,00 (l.r. 19/2012, d.g.r.
1846/2013) e dal Casinò di Saint-Vincent il contributo di euro 200.000,00; RICORDATO che il presidente della Regione Augusto Rollandin all’inizio del corrente anno aveva confermato l’intenzione di dare vita alla seconda edizione del premio;
IL CONSIGLIO COMUNALE
invita il Sindaco a relazionare al Consiglio comunale riguardo alla seconda edizione della Biennale d’Arte Europea “Sveart”, con particolare riferimento ai costi previsti e ai relativi finanziamenti, alle attività di promozione e marketing che si intendono intraprendere.
DOPO breve dibattito nel quale: IL SINDACO comunica che al momento attuale non conosce gli intendimenti della Regione in merito alla seconda edizione di Sveart. Si dichiara favorevole alla mozione presentata, comunicando di essere disponibile a relazionare al Consiglio comunale sull’argomento quando sarà in possesso di maggiori informazioni in merito.
IL CONSIGLIERE Paolo CIAMBI fa presente che “quando la Regione ha proposto di realizzare la biennale Sveart a Saint-Vincent, l’Amministrazione comunale non ha ritenuto opportuno valutare controproposte, per esempio il rifinanziamento, anche per il 2012, della legge regionale a supporto dell’offerta turistica del Casinò. Così, invece, ci siamo ritrovati una manifestazione da 500 mila euro, che ha avuto riscontri per il turismo quasi nulli. Stupisce che ora nessun membro della maggioranza sappia nulla della seconda edizione e non si sia preoccupato di ottenere informazioni. Se davvero l’evento si tenesse nel 2014, a breve dovrebbe iniziare la fase organizzativa.”
IL SINDACO fa presente che, viste le polemiche per l’insuccesso di Sveart, la prossima volta che verrà proposto all’Amministrazione di ospitare qualche manifestazione sul territorio di Saint-Vincent, non darà il suo consenso se non assolutamente certo della sua buona riuscita.
IL CONSIGLIERE Maura SUSANNA, Assessore al Turismo, Agricoltura, Attività Produttive e Sport, si associa a quanto dichiarato dal Sindaco.
Importante da notare è che il Sindaco ha ammesso l’insuccesso della manifestazione! A cui si associa l’assessore al Turismo. Mi sembra un grande risultato, forse addirittura il primo. Quando mai un amministratore ha fatto una dichiarazione simile di fronte a un flop? In genere si sono sempre arrampicati sui vetri per trovare una giustificazione. Patuasia riconosce quindi l’onestà dei due amministratori che hanno avuto il coraggio di rompere un tabù.
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16 settembre 2013
Tempo addietro Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis, disse che la Valle d’Aosta viveva nel benessere senza sviluppo. In Italia non aveva mai trovato un’altra regione così rinserrata nell’agio. Aggiunse che “una società ha bisogno di traguardi, per mettersi in cammino, altrimenti rinuncia alla progettualità, alla ricerca di un futuro migliore. Non è mai nata, qui, una pluralità di soggetti che, in autonomia dalla Regione, avesse dato impulso alla crescita. Non esiste qualcosa di analogo agli artigiani di Prato, che si costituiscono come soggetti, e semmai, successivamente, interloquiscono con il settore pubblico e amministrativo, esprimendo una domanda di politica disegnata sulle loro esigenze. Al contrario, in Valle, dalla Regione non giungono solamente le risposte, ma addirittura le domande.”. Noi che difendiamo il concetto sacro di autonomia, abbiamo creato un sistema sociale-culturale-economico totalmente dipendente dalla Regione. Mai avuto altro obiettivo oltre quello di salvaguardare i nostri privilegi in totale sudditanza da Roma. L’assenza di un’autonomia reale è il nostro tallone di Achille. Il parassita, se muore il suo ospite, ne condivide il destino. Abbiamo vissuto da miopi un’abbondanza che credevamo essere eterna. La politica ha cullato questa illusione imbottendo gli uffici di impiegati non così necessari ai servizi, ma utili per mantenere il potere. Le persone sono state piazzate. Le persone si sono lasciate pigramente piazzare. E oggi tutti i ruoli vengono al pettine. Quello del politico che si trova nell’imbarazzo di non sapere come gestire l’esubero di personale che assorbe quasi la totalità delle risorse; quella dei cittadini-elettori-custodi delle clientele che vedono rischiare il loro posto di lavoro acquisito in cambio di un pacchetto più o meno ricco di voti. Les jeux sont faits. Rien ne va plus. Solo Frigerio continua a sorridere dalle pagine della Stampa, nonostate gli incassi del Casinò siano crollati. (I suoi invece continuano a crescere: 72.000 euro di premio per gli ottimi risultati conseguiti.). Il Casinò aspetta una nuova iniezioni di liquidi per poter affrontare il futuro. Soldi nostri, ovviamente. Frigerio vorrebbe estendere l’orario di lavoro 24 ore su 24 per evitare i tagli del personale che conta 800 stipendi. Qualcuno ipotizza di ridurre il lavoro per poterlo distribuire…, come sempre si va avanti a tentoni. A conferma che la progettualità, non essendo mai stata necessaria, è una parola oscura. Sconosciuta. Licenziare non è popolare, assumere sì, così è stato per tutta la politica e fino a oggi andava bene. Ma adesso si deve scegliere: mantenere del personale inutile o tappare i buchi del tetto di una scuola?
Categorie: Autonomia, Clientelismo, Domande, Favori, Folclore valdostano, Mala Amministrazione, Mala Educazione, Mala politica, Resa dei conti, Sacra Grolla Unita
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29 agosto 2013
Piano piano e con i mezzi della democrazia, dobbiamo farli fuori tutti! Sui contributi ai gruppi consigliari sentite cosa ha dichiarato Claudio Lavoyer ex politico di Fédération autonomiste riguardo alla mancata presentazione delle spese: “Abbiamo fatto tutto nel rispetto della legge” (Gazzetta matin). E Maurizio Martin di Stella alpina: “ Il nostro gruppo non ha provveduto a documentare alcune uscite (più di 32.000 euro), detto questo bisogna considerare che la legge del 2012 non prevedeva l’obbligo di conservare le note giustificative.” (Gazzetta matin). Da questo si presuppone che alcuni politici, se non obbligati, considerano l’uso dei soldi pubblici come un fare allegro e spensierato. Nessuna domanda. Nessun dubbio morale o prudenza politica. La legge è stata complice dello shopping, quindi nessun reato. E, se non si rischia nulla, allora vai con le spese! Dov’è il problema? Maurizio Martin, segretario di Stella alpina, rincara la dose del paradosso: ” Per le somme stanziate per la ristorazione e per il giornale, non posso rispondere in quanto soltanto i consiglieri sono a conoscenza di come sono stati utilizzati“. Possibile che un segretario di partito non sia informato sulle spese dei consiglieri? E, se così fosse, vuol dire che quei soldi sono stati impiegati anche per uso personale! A mio parere ce n’è basta per chiedere le dimissioni sia del presidente di SA sia dei consiglieri stellafioriti presenti nella passata legislatura. A meno che non ridiano al Consiglio le cifre non chiarite insieme agli importi non idonei. Così per tutti gli altri gruppi. Ancora una volta Lavoyer, protetto da una legge non più in vigore, può starsene tranquillo. Ma va bene anche a noi che non ce l’abbiamo più tra le scatole.
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19 giugno 2013
Gary Cooper è stato il mio primo grande amore di bambina. Quel “Mezzogiorno di fuoco” è rimasto per me un film indimenticabile. Ha scolpito nel cuore un ideale maschile difficilmente rintracciabile nella quotidianità di ogni tempo e di ogni dove. Come posso non provare quindi una schietta simpatia verso chi lo ripropone in versione simbolica come lotta del bene contro il male? I pentastellati valdostani (che ho sempre visto al di fuori dei parametri che uso verso i colleghi nazionali) promettono una resa dei conti senza precedenti. Infatti, mai parole così dure, esplicite, dirette sono state usate nella politica de nos atre. Il Consiglio regionale, con la loro presenza, toccherà temperature molto elevate, fuori dai pronostici meteorologici delle stagioni. E sarà un bene. Mi auguro però che la loro attenzione non venga posta solo sul fronte della giustizia che è comunque fondamentale, ma anche in quello propositivo della politica. Cioè, vorrei che i neoconsiglieri del M5s non fossero solo attenti alle denunce contro questo o quel politico, ma sappiano anche elaborare delle sane e condivisibili prospettive.
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21 Maggio 2013
In questo momento in Consiglio comunale ad Aosta, grazie a un’interpellanza della minoranza, si sta discutendo del caso Sorbara in relazione alla sua telefonata con Roberto Raffa che Patuasia e i giornali locali, hanno pubblicato per intero e che dà un’immagine alquanto ambigua dell’assessore. Sono curiosa di sapere cosa ne pensa la maggioranza che sostiene la candidatura di Sorbara per il Consiglio regionale. Staremo a vedere.
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6 aprile 2013
Riceviamo dal signor Giancarlo Borluzzi e volentieri pubblichiamo.
Alberto Zucchi ha affermato che la lista “LeAli”, presente alle regionali, deve evidenziare le sue accuse (“di ogni genere”, gentile concessione del responsabile pidiellino!) all’attuale dirigenza del PdL “indicando i nomi” e “nelle sedi opportune”. Posto che la politica deve essere seria, sincera e aperta al cittadino, informo Zucchi, che si trova in Consiglio per un mio madornale quanto determinante appoggio nel 2008 (non sapevo che avrebbe sposato l’ ”ideologia” di Massimo Lattanzi), che la “sede opportuna” è la pubblica piazza, identificabile in un incontro aperto ai giornalisti ove vengono svuotati dai loro contenuti “di ogni genere” i sacchi di quanti se ne sono andati dal PdL perché il suo direttivo è stato cencellisticamente costruito, anche introducendovi persone estranee alla politica, in modo da creare un acritico supporto a Zucchi e Lattanzi che hanno svuotato di ogni contenuto liberale il contenitore berlusconiano.
Per importanti impegni fuori Valle il mio tempo è ridotto e politicamente impegnato nella costruzione (ormai in dirittura d’arrivo) di un’insieme di componenti regionali dell’Italia di frontiera che promuoveranno azioni parlamentari in contrapposizione, per quanto riguarda la Valle, ai due eletti nostrani il 24 febbraio, ai piedi dei quali sta questuando ciò che dovrebbe essere il PdL valdostano. Per questo, e quindi non per le comunque fisiologiche e ridotte non convergenze ideologiche, io o miei familiari non siamo entrati nelle candidature di “LeALI”, che comunque appoggeremo nei limiti temporali indicati. Attendo l’incontro ove pubblicamente farò nomi e indicherò fatti che giustificano la creazione di un vero contenitore del centrodestra valdostano, visto che quello in mano ai dirigenti attuali l’ha ridotto a una dependance dell’Union Valdôtaine che utilizza il PdL come un taxi: all’occorrenza e senza sussulti di dignità da parte dei dirigenti pidiellini. In tale incontro sarò un fiume in piena: partirò offrendo ai giornalisti il documento che in Valle si impone di sottoscrivere per far parte del direttivo regionale necessario a Zucchi e Lattanzi per i loro fini: un documento in cui, chi ha cervello e coraggio, si deve impegnare a mai criticare l’UV, in modo da essere inglobato nel PdL senza dare fastidio al suo interno e, trovandocisi, senza agire da fuori.
“LeALI” è una necessità imposta dai trogloditici quanto utilitaristici giochetti della dirigenza pidiellina nostrana; una politica trasparente impone di lavare i panni non nelle segrete stanze, ma in pubblico: invito dunque Zucchi e Lattanzi a non avere paura di avere il coraggio di far sciorinare davanti ai giornalisti le ragioni di una contrapposizione “LeALI” – PdL (PdL?) nella quale i due personaggi preindicati hanno la colpa di non aver mai saputo coordinare valori e principi statutari del PdL con la situazione valdostana.
Categorie: Elezioni, Guerra, Lettera, Politica valdostana, Resa dei conti, Uomini politici
Tags: Alberto Zucchi, Elezioni regionali 2013, Giancarlo Borluzzi, Le Ali, Massimo Lattanzi, PdL valdostano, Valle d'Aosta
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