Archive for the ‘Religione’ category

Tolleranza? Meglio la laicità!

12 ottobre 2014

Secondo me la diversità non è una minaccia, ma una risorsa: tutti partecipano alla vita che non può che essere multiforme, nessuno sta nel centro del mondo, ma gira insieme agli altri. Per questo trovo aberrante il concetto di tolleranza perché conserva quello del suo contrario. Tollerare significa astenersi dall’aggressività nei confronti dell’altro che comunque pensa e vive nel modo sbagliato. Al di fuori del proprio pensiero, del proprio modo di vivere, c’è l’errore che, al massimo dello sforzo si può, appunto, tollerare. Al di fuori del proprio Dio, per tirare in mezzo anche la religione da cui il concetto di tolleranza nasce, non c’è verità alcuna. Bella presunzione, tipica del monoteismo. Noi che abitiamo nella Piccola Roma (ma anche il resto dell’Italia, ex Impero romano), dovremmo prendere lezione dai nostri antenati, molto più romani che celti o salassi. L’incontro degli dei romani con quelli di altri paesi faceva nascere nuove divinità, la loro non era dunque una religione immobile, ma si prestava al movimento, all’arricchimento, alla modifica continui esattamente come si comporta una lingua viva che è curiosa, attenta alla realtà, ai suoi cambiamenti e alle sue relative necessità. Le lingue morte invece sono bloccate, la novità è negata. Per molti l’appartenenza a un partito, a un’idea, è come una religione dove il  dio e la verità si identificano, mentre ogni altra verità è vissuta come falsa, perciò da combattere ed eliminare. Al massimo tollerare. La laicità ingloba in sé la pluralità delle opinioni, il confronto aperto, l’assorbimento delle verità che sono sempre più d’una. Qualsiasi tipo di religione compresa quella che prende la forma di partito, invece è assoluta e custodisce un’unica verità che non può, tolti i fragili paletti della tolleranza, che farsi aggressiva.

Comunion&Union senza Liberation

31 marzo 2014

Non so se sia il momento della liberazione dal rollandinismo. E se fosse il momento della Comunione& Liberazione interna alla Balena Rossonera? Nel dubbio, i miei rozzi sforzi di ateo e mangia-bambini hanno individuato alcuni risultati, presumibilmente prodotti dalla spiritualità applicata alla politica in Valle. Attenzione: i signori medici in questione non possono essere definiti “iscritti” al movimento di don Giussani. Trattandosi di persone influenti, la dizione corretta è “non sono esenti da affinità spirituali”. Oppure: “praticano un percorso religioso analogo”. Oppure ancora: “percorrono una strada spirituale con alterni punti di contatto”. Insomma, ci siamo capiti.
Primariati e simili non alieni da simpatie verso CL:
– Marco Sicuro, Primario cardiologia.
– Paolo Bonino, Primario geriatria.
– Pier Luigi Berti, Primario centro trasfusionale.
– Gianmauro Numico, Primario oncologia.
– Paolo Canzi, Primario otorinolaringoiatria.
– Mario Brocardo, Primario recupero e riabilitazione funzionale .
– Lorenzo Pasquariello, responsabile struttura semplice dipartimentale terapia del dolore
– Marinella Ciarlo, responsabile struttura semplice di terapia intensiva postoperatoria.
– Alessandro Albani, primario anestesia.
– Pippo Canizzo, Primario ginecologia.
Naturalmente posso sbagliarmi, per cui sicuramente alcuni degli interessati sono di orientamento culturale marxista-leninista. In questo caso chiedo anticipate scuse… (roberto mancini)

 

Un gelato della Madonna!

1 agosto 2013

Non poteva mancare il parere della Curia. L’altare sconsacrato è ancora al centro di polemiche riguardo al suo uso laico, un uso che genererebbe “dolore e sofferenza”. Ma quanta delicatezza nell’animo di alcuni! Peccato che queste sensibilità così scrupolose non abbiano diretto il loro rammarico verso l’uso laico di altre figure religiose: quelle dei santi Giorgio e Giacomo. Nessuno che si sia sentito “ferito nel profondo” nell’associazione di giovani corpi femminili al voto di castità. Nessun imbarazzo è nato dall’accostamento della sensualità e bellezza femminili ai santi patroni della festa dei calabresi. E se don Albino è stato zitto su un condannato per favoreggiamento con la ‘ndrangheta che frequenta la sua parrocchia in quanto sede del Comitato organizzativo, ecco che don Pellicone esprime senza indugio il suo disagio per il gelato della Madonna. E se don Albino si guarda bene dal suggerire di non presenziare alla sagra della ‘nduja inquinata dalla criminalità organizzata, ecco che don Pellicone invita a non frequentare un luogo dove si scherza con i santi. Ecco cosa scrive sul bollettino della sua parrocchia: “Inevitabilmente ho pensato anche alle migliaia di oggetti trafugati tra le chiese e le cappelle (inginocchiatoi trasformati in mobili bar), ma almeno in queste situazioni l’oggetto artistico viene valorizzato proprio come opera d’arte e non come pezzo d’arredamento di un negozio e per di più utilizzato per reggere le coppette di gelato.“. Insomma per la Curia locale la ‘ndrangheta è molto meno scandalosa di un altare sconsacrato, il furto di un’opera d’arte religiosa da una chiesa è meno grave del regolare acquisto da una casa privata, contenere gli alcolici è meno peccaminoso che contenere i gelati. Alla Curia valdostana tre Pater, tre Ave e tre Gloria e il divieto di mangiare gelati per sempre.

Tu chiamala se vuoi ipocrisia

27 luglio 2013

Ritorno sull’argomento della nuova nuova gelateria in via Porta Pretoria, Gelaty, perché trovo che alcuni commenti, qui come su facebook, sono sintomatici di un certo provincialismo e vale la pena di soffermarvisi. Non entro nei meriti estetici dell’uso di un altare, perché davvero in questo caso il gusto è molto soggettivo, anche se mi preme ricordare che quasi cento anni fa un certo Marcel Duchamp inaugurò la decontestualizzazione, trasferendo un oggetto qualsiasi all’interno di un museo e trasformandolo così in opera d’arte. Si trattava di un pissoir diventato Fontana. Sollevò polemiche, interesse e curiosità e segnò un percorso nuovo che diede vita all’arte concettuale. Preferisco invece analizzare il  fastidio che l’uso di un arredo sacro all’interno di un luogo pagano ha causato a molti.  E’ stato considerato blasfemo, di pessimo gusto, insomma un oltraggio. Eppure è ancora in uso in molte case appendere sopra il letto un’immagine sacra, un crocifisso, un rosario e sappiamo tutti che oltre che dormire sul letto si fa sesso. Nudi, sotto lo sguardo del Cristo in croce, a cercare il piacere fisico, magari inventando posizioni rocambolesche per rendere l’atto più proibito e originale e nessuno che abbia mai provato e/o sollevato imbarazzo. Ma la Madonna in gelateria no! E’ una bestemmia! Un insulto alla religione! Signori, non vi sembrano ridicole tutte queste critiche? Ricordo che oggi alla festa dei calabresi ci sarà la selezione della miss san Giorgio e Giacomo: cosa c’entrano le ragazze che presenteranno i loro giovani corpi agli sguardi affamati dei maschi, con i due santi che si votarono alla castità, alla preghiera e alla penitenza? Anche in questo caso nessun imbarazzo. L’ipocrisia è un tessuto impermeabile.

Abbacchio al forno!

16 marzo 2013

La pericope del Buon Pastore è agghiacciante. “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”, questo estratto della metafora la dice lunga su come la tradizione culturale cristiana presenta il popolo: pecore. L’individualità appartiene a uno solo, tutti gli altri ne sono privi. Noi siamo solo un gregge che abbisogna di un buon pastore capace di condurci sani e salvi fuori dall’ovile, perché da soli non sappiamo trovare il pascolo che ci possa nutrire. Così esposti nella nostra fragilità umana all’assalto dei lupi, così in balia di chiunque voglia approfittare di noi. Pecore! Se questa parabola può trovare una giustificazione simbolica nella sfera religiosa che conduce nei pascoli del cielo, quando sconfina dai recinti della retorica cristiana per farsi politica diventa assai pericolosa. Noi italiani che ospitiamo da 2000 anni la Chiesa cattolica, ben incistata dentro alle mura del nostro Stato, ne abbiamo subito le influenze culturali e perciò, più di altri, siamo predisposti alle dipendenze dei buoni pastori che via via si sono e ancora si avvicendano, sulle nostre teste. Con la minaccia del sopraggiungere del lupo (comunista, statalista, centralista, europeista,…) cerchiamo disperatamente la protezione di un unico buon pastore per camminargli dietro e raggiungere la meta. Sempre la stessa: un forno caldo per un buon arrosto di agnello! Per favore non mangiate gli agnelli a Pasqua, sarebbe un atto di cannibalismo!

Fuori programma

4 febbraio 2013

Imperdibile!

Festival del rosario

7 settembre 2011

Croce, targa, statua, plastica, corona…

11 agosto 2011

Per i cinquant’anni dalla posa della croce sulla Punta Tsan a Torgnon, il sindaco, Cristina Machet, ha deposto una targa commemorativa. Di questo passo, cammin-commemorando, le future generazioni dovranno costruire un piano superiore  alla cima per poter ammirare il paesaggio circostante.

Mo’ basta!

20 luglio 2011

Le cime sono sacre. Le cime appartengono a tutti. Le cime sono patrimonio di bellezza, Patuasia non capisce perché debbano essere offese da orrende statue di cemento, pietra o gesso e da altrettanti cimeli religiosi in ferro. Non bastano i tralicci a violentare le montagne? Patuasia non capisce perché una religione deve prendersi il monopolio delle alte vette, infischiandosene delle sensibilità altrui. Non capisce perché il paesaggio, conquistato dopo una lunga salita, debba essere inquinato da uno stampo industriale con effigie di donna o da un groviglio ferroso a forma di croce. Quel che è stato fatto è stato fatto, ma ora sarebbe opportuno dire basta alla proliferazione di statue, statuette e cimeli vari sulla sommità delle montagne. La natura non ha né madonne né croci né santi, basta a se stessa e, se qualcuno vuole caricarla di un significato che non le è proprio che lo faccia nel silenzio della sua anima.

Il silenzio di Dio 3

22 Maggio 2011

Il silenzio di Dio - foto: Patrizia Nuvolari