Sono solidale con l’assessore Mauro Baccega del Comune di Aosta. Se il reddito di una famiglia sfora la cifra indicata dal regolarmento per il bando delle case popolari anche solo di un centesimo, quella famiglia va esclusa. La regola non transige deroghe e se l’esperienza dice che è mal fatta allora si cambia, ma fino a quando è in atto non si scavalca. Difficile accettare questo per noi italiani che parcheggiamo in doppia fila, ma solo per dieci minuti! Più facile per i tedeschi e infatti loro non vivono i nostri problemi. Do anche ragione all’assessore in merito a quella che è stata definita una frase impropria e per questo strumentalizzata dai media e che, a mio avviso, denota solo buon senso. Non è possibile che in Italia oggi non si possa pianificare il numero dei figli. Ci sono i mezzi, le informazioni e i luoghi per poter regolare le nascite, quindi è giusto che una coppia si senta responsabile del futuro dei propri figli: se uno guadagna 33 mila euro all’anno non può permettersi sei figli così come non può permettersi una Maserati. Però può mantenere bene due figli e una Picasso. Nessuna limitazione di libertà, ma solo saper scegliere con buon senso.
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Le regole sono regole
16 febbraio 2013Il vento di primavera
18 gennaio 2013Dunque proviamo a ragionare su questa che di primo acchito appare una botta e che probabilmente non è così. Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge sui rifiuti, quella nata dal referendum. E’ legittimo dubitare che questa impugnazione sia stata attivata attraverso un’azione di lobby da parte dei costruttori di inceneritori e da qualche politico valdostano compiacente. Ma nella lettura della delibera si legge che oltre alle questioni di natura ambientale è di competenza esclusiva dello Stato anche l’individuazione di siti per la costruzione di impianti di smaltimento rifiuti. Quindi la legge precedente a quella riformata era anch’essa illegittima. Quindi, se come temo, sarà difficilissimo difenderci da una legge nazionale che va rispettata e, magari cambiata, sarà altrettanto difficilissimo poter tornare alle origini. Di fatto è come se nulla fosse accaduto e nessuno ci obbliga a costruirlo un pirogassificatore. Potranno anche accelerare il verdetto della Corte costituzionale per arrivare prima delle elezioni e fare una legge ad hoc, ma la vedo dura comunque. Anzi, mi sembra che l’Union e i suoi alleati pro-piro si siano dati una mazzata sui piedi. Sarà difficile difendere una legge nazionale dopo che hanno sbraitato in lungo e largo la difesa dell’autonomia contro gli attacchi romani. Sarà ancora più difficile andare contro a una popolazione imbufalita. Li spazzeremo via con il primo vento di primavera.
Giusto per chiarire
15 novembre 2012
Se vincerà il NO, ce ne staremo a testa bassa e accetteremo il verdetto popolare, ma se non si raggiungesse il quorum, l’imbroglio non ci fermerà e la battaglia contro il pirogassificatore divamperà più che mai!
Credo sia necessario chiarire una cosa prima che i giochi finiscano: dal momento che la partita sul referendum è condotta dalla parte del NO in modo irregolare, nel caso non si arrivasse al quorum la battaglia per non costruire il pirogassificatore si accenderà ancora più viva che mai! Diverso sarebbe stato se i giocatori della squadra avversaria avessero giocato pulito, motivando le loro ragioni e invitando coerentemente i valdostani a votare NO, in quel caso il silenzio e l’accettazione del verdetto sarebbero sacrosanti, ma i Responsabili stanno barando! Infatti, vogliono accaparrarsi di quel25/30% di elettorato che non va mai a votare e non è corretto. Il quorum non è stato fissato sulla base reale dei votanti, altrimenti sarebbe sensibilmente più basso, pertanto se il referendum non passasse per non aver raggiunto il quorum sarebbe come aver barato. Quindi nessun silenzio e nessuna accettazione del falso risultato. Se nella vicina val di Susa è sorto il NO Tav, in Valle d’Aosta sorgerà il NO Piro! E magari anche nel resto d’Italia scopriranno finalmente che non viviamo in un’isola felice, ma in un sistema feudale intossicato dal troppo potere.
Diritti o interessi?
28 ottobre 2012Astenersi è ammissibile, nessuno è costretto a recarsi alle urne, ma nella vita collettiva di una democrazia farlo è un dovere, affinché non sia solo una ristretta cerchia di politici a decidere delle sorti di tutti. L’astensione la pratica chi, all’interno di un dibattito, di una proposta, di una decisione, non ha maturato una scelta. Si astiene chi non ha compreso. Chi non si è informato e, più in generale, chi non nutre interesse per la faccenda. Nel delicato referendum propositivo sul pirogassificatore, c’è il rischio che vinca chi non ha capito un tubo. Chi non si è messo a conoscenza. Chi se ne frega dell’argomento. Al non raggiungimento del quorum preferirei vincesse il NO. Non condivido le argomentazioni di chi sostiene che il trattamento a caldo sia la migliore soluzione possibile, ma si tratta di una proposta che si basa su un determinato punto di vista e, nel caso vincesse, che ha saputo rendersi più credibile e affidabile. Proporre l’astensione è da furbetti criminali. Questi hanno promosso il referendum propositivo, ma con un quorun altissimo e poi, al momento dei fatti, ecco che invitano a boicottarlo. Non è la prima volta, anzi si può dire che sempre è stato così. Allora in che democrazia viviamo? Oppure, questa democrazia che altro è se non un regime che maschera la sua natura corrotta? Come può essere possibile che la Regione non si sia costituita in giudizio per difendere la propria Commissione? Nessuna posizione nei confronti dell’associazione Anida che ha presentato un nuovo ricorso per chiedere l’inammissibilità del referendum. Referendum che è espressione della nostra autonomia! Forse perché il sistema di potere unionista al diritto dei valdostani di esprimersi su un argomento che riguarda il loro territorio, preferisce gli interessi d’impresa?
Occhio!
8 ottobre 2012La Rai valdostana ha un modo tutto suo per fare informazione, ad esempio: se faccio parlare uno del Comitato del sì e metto in onda le immagini della discarica cosa comunico? Le immagini prendono il predominio sulla parola, ci illustrano di quanto sia poca la disponibilità della discarica e ci suggeriscono una soluzione d’emergenza: il pirogassificatore. Un modo subdolo di fare informazione, ma molto efficace per ottenere i risultati che si vogliono e che con la corretta informazione nulla hanno da spartire. Infatti la discarica ha un’autonomia di qualche anno che permetterà sia la costruzione del pirogassificatore che non è un fungo sia la realizzazione di un impianto a freddo. Voglio sperare che la legge sulla par condicio venga rigorosamente rispettata, ma occorrerà vigilare. Gli spazi, o meglio i contenitori temporali, individuati dalla Rai sede regionale di Aosta, sono già stati comunicati al Corecom Vda in ottemperanza a quanto disposto dalla direttiva nazionale della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. Il sito Amici del Viale della Pace segnala che questi dati non sono ancora stati resi pubblici, nonostante le richieste già avanzate a partire dal 27 settembre 2012. Si dovrà dunque aspettare la riunione del 11 ottobre 2012 ore 9.30 per prendere visione e, eventualmente, esprimere osservazioni in merito al calendario predisposto.
Quer pasticciaccio brutto di piazza Deffeyes
2 ottobre 2012Ci sono cose che non capisco. Una fra queste sono i soldi dati ai gruppi consiliari che vengono spesi per la pubblicazione dei giornali dei rispettivi partiti. L’Union valdotaine usa ben 142.000 euro per la stampa del Peuple, ma lo Stato non versa già una bella cifra al partito per la stessa ragione? (si dice 300.000 euro?). E se sì possibile che un giornaletto di quel tipo costi così tanto? Lo stesso appunto lo rivolgo a Stella alpina, al Popolo della Libertà, al PD, alla Fédération. Altra incomprensione sono le spese per i dipendenti. Una volta, quando i gruppi non erano dotati di uffici e segretarie poteva esserci una ragione, ma oggi che i gruppi consiliari hanno a disposizione un palazzo intero fornito di tutto punto hanno ancora bisogno di stipendiare dei dipendenti? Alpe spende più di 50.000 euro per una dipendente e tre collaboratori, l’Union più di 82.000. E dove lavorerebbero gli assunti? E poi i bonifici per la Festa della Calabria? E quelli per la Fondazione Giulio Dolchi? Missioni e trasferte? Intuisco pasticci. Un uso allegro dei soldi elargiti. Altro pasticcio che è emerso e che sicuramente è stato fatto in buona fede, lo conferma la pubblicazione sul sito, ma non per questo giustificabile, è quello che riguarda il rimborso dei contributi previdenziali dei tre consiglieri democratici. La questione, come dice Gianni Rigo sulle pagine della Stampa, “è ampia e complessa” così complessa che i cittadini fanno fatica a comprenderla. Non si capisce, infatti, perché mai dovrebbe essere il Consiglio a rimborsare i contributi e non il partito. Che ci sia trasparenza non lo nega nessuno, ma che la faccenda rimanga poco chiara è altrettanto certo. Una contraddizione intrigante che solo questa politica sa creare. Per diradare la nebbia, non sarebbe più opportuno che siano i partiti a sbrogliarsela fra le varie spesucce di rappresentanza, consulenza, trasferte, pubblicazioni? Che la cifra risparmiata possa essere così investita per il bisogno dei cittadini e non per le spesso futili necessità dei politici di turno?
Nota di servizio
2 novembre 2011Cari amici e nemici, se volete sparare contro di me, usando il passamontagna, lo accetto: fa parte della libertà di questo blog, ma se volete fare delle insinuazioni che sconfinano nella diffamazione io esigo il volto scoperto: il mio è conosciutissimo, quindi siate coraggiosi e apponete la vostra firma, in caso contrario sarò costretta a cancellare il vostro commento come ho appena fatto.
EBBRAVO!
2 settembre 2010Ebbravo Fabio Protasoni che scrive una lettera al direttore di Aostasera.it, interrogandosi sui fatti recentemente emersi nel mondo agricolo e in quello sanitario.” Se un sistema sociale ed economico come il nostro, fortemente incentrato sulla presenza istituzionale, comincia a presentare i sintomi di comportamenti e condotte che non sono più semplicemente individuali ma che sembrano prefigurare strutture e consorterie, al di là degli esiti giudiziari, credo che occorrerebbe correre ai ripari.” Così si esprime. Rimandiamo alla lettera che è lunga e interessante. E rileviamo, ancora una volta, che è un semplice cittadino a muovere delle considerazioni sui fattacci accaduti. Dai partiti niente!
Siamo valdostani!
30 agosto 2010Che razza di Paese! Abbiamo il privilegio di vedercele passare sotto il naso tutte le porcate che qui si compiono e di sentirne la puzza! Il privilegio di essere pochi e piccoli e ricchi! I ladri li vediamo al bar, li salutiamo, andiamo a cena insieme, ci facciamo curare da loro, comperiamo la loro fontina, ci ubriachiamo con lo stesso vino, li vediamo il martedì a palazzo Deffeyes, ritiriamo la ricetta per la cura della prostata, li incontriamo alle sagre, ai funerali, alle feste. Alla Fiera di Sant’Orso frequentiamo le stesse cantine. Come possiamo denunciarli? Siamo una grande e unica famiglia; possiamo bisticciare fra noi, insultarci, ma fino a un certo punto. La denuncia è fuori dai nostri confini. Questo è scritto nel nostro genetico codice d’onore. Sappiamo e taciamo. Tutto il sistema si regge su questa complicità. Siamo lontani dallo Stato, dalle sue leggi, dalle sue regole: noi siamo a casa nostra, le leggi le facciamo noi. E sono leggi amiche, comprensive. Leggi di paese. Noi, profondo sud nell’estremo nord, abbiamo conservato la primitiva cultura del clan. L’autonomia di cui andiamo orgogliosi è soprattutto autonomia di giudizio. La ‘drangheta in tutto questo non c’entra. Siamo malavitosi. Siamo mafiosi. E siamo valdostani.
Lettera dall’ALP
26 agosto 2010Riceviamo dallo Staff degli amici di Beppe Grillo Valle d’Aosta e volentieri pubblichiamo.
ALP e gli Amici di Beppe Grillo, preoccupati per le affermazioni della Direzione strategica dell’Azienda AUSL VDA nel merito della Prova di evacuazione in caso di incendio e tenuto conto dell’assordante silenzio del Prefetto della Valle d’Aosta che al momento non ha dato nessun riscontro alla lettera RR inviata in data 09.08.2010.
In data 24.08.2010 hanno inviato istanza di controllo/intervento al Ministro degli Interni – Avv. Roberto Maroni e al Comitato tecnico scientifico per la Prevenzione incendi – Roma, sperando che possano chiarire ai cittadini se in Valle d’Aosta si devono o si possono fare le prove di evacuazione stabilite dalla legge italiana.
Con spirito di piena collaborazione a tutela della cittadinanza suggeriscono all’AUSL VDA di visionare ad esempio il P.Evac. dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone dell’Università degli studi di Palermo, dove a pag 4-7 si trova bene descritta come organizzare una simulazione della prova di evacuazione in caso di incendio senza coinvolgere i pazienti e conseguentemente evitando loro il paventato stress e rischi inutili particolarmente sottolineati nel comunicato stampa dell’AUSL del 13.08.2010.
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