Perché ad Aosta non è mai stata fatta una vera politica di sviluppo turistico? Perché i turisti non votano! I turisti siamo noi! La città vive dei suoi abitanti e basta, infatti quanti ristoranti chiudono durante l’estate? Molti. E quanti bar chiudono la domenica? Quasi tutti. Segni inequivocabili che ci raccontano molte cose, prima fra tutte: non siamo una città turistica. E’ un modo di dire. Di riempirsi la bocca, ma nessuno ci crede. Non ci credono i politici, ma neppure i commercianti, gli albergatori, i ristoratori, men che meno ci credono i cittadini. Le iniziative che vengono create sono pensate per far contenti noialtri, mica per creare un indotto economico che possa dare incentivo all’imprenditoria. Meglio accattoni che imprenditori, se no si rischia di diventare autonomi sul serio. Comunità chiusa in se stessa. Autoreferenziale. Ha funzionato fino a ora con i contributi elargiti dallo Stato, ma oggi è difficile mantenere il livello di benessere raggiunto se non si cambia politica e cultura. (altro…)
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I turisti siamo noi!
4 luglio 2014Il coraggio di osare…
19 giugno 2014Così dichiara dalle pagine della Stampa, il presidente dell’associazione Art&Incontro: ” Queste associazioni servono a incoraggiare i tanti che coltivano l’hobby della pittura, convincendoli a esporre. Perché spesso agli inizi manca il coraggio di osare. Bisogna invece “osare”, “osare”, “osare”…”. Non è il caso della città di Aosta che vede una aguerritissima associazione di autodefiniti “artisti valdostani” che il verbo osare l’ha applicato da sempre ricevendone innumerevoli vantaggi. Forte di un alto numero di iscritti, in un posto dove ciò che conta è la quantità che si tramuta in voto e non la qualità più impermeabile alla metamorfosi, la lobby, presieduta da Antonio Vizzi, ha di fatto conquistato quasi tutti gli spazi espositivi del capoluogo. La Saletta comunale vede esposti i risultati del loro tempo libero, così come la Saletta san Grato che, umiliando un piacevole affresco del ‘500, è diventata addirittura la loro galleria. Anche la Saletta Finaosta non ha resistito al fascino dell'”osare”: cinque mesi l’anno ospita il diletto hobbystico di un centinaio di appassionati. Spesso anche la saletta dell’Hotel de Ville con mostre a tema, apre le sue porte agli amanti del pigmento a olio. Sono tanti, tengono famiglia e hanno amici, con loro il successo è assicurato e non solo quello legato alle esposizioni. Mario Sposito, il presidente di cui sopra, si lamenta che in Italia i piccoli eventi, considerati dei sottoprodotti, vengono snobbati. Non so esattamente come ci si comporta fuori dai confini dell’autonomia, ma di certo i sottoprodotti qui trovano spazi aperti e finanziamenti calorosi.
Champdepraz in festa!
3 marzo 2013Non sono italiani, ma…
25 gennaio 2013Trovo interessante postare due commenti che il signor Mancini ha scritto su Facebook, perché aiutano a capire come del Parlamento italiano sia gli unionisti di casa madre sia i transfughi progressisti non interessa un tubo. Però la poltrona mantiene il suo imperituro fascino. E noi elettori italiani dobbiamo mandare in Parlamento dei rappresentanti che dello stesso se ne sbattono? E dov’è la loro coerenza? Che rinuncino alla rappresentanza se non si sentono italiani!
Intervento dell’ on. Caveri, deputato al Parlamento italiano, il 19 dicembre 1993, al congresso dell’Union:
“ L’Europa dei popoli deve prendere in considerazione i valdostani, vogliamo un parlamentare europeo eletto in un collegio uninominale per la Vda… il pays d’Aoste, oggi regione autonoma, è un popolo senza Stato, sopratutto se l’Italia non sceglierà il federalismo. Parlare di Nazione valdostana (maiuscolo nel testo, ndr) non deve spaventare nessuno. Oggi una repubblica della VDA ha un senso se è inserita in un Italia federale, in un Eu federale. E’ chiaro che se l’Italia e l’Eu non seguiranno il cammino federale, ci saranno dei problemi. La Vda è viva e bisogna gridare forte che c’è una questione valdostana. Come nel 1945.”
Intervista di Guido Grimod, segretario dell’Union valdotaine, alla Stampa di Torino del lunedì 2 settembre 1991.
Titolo: “Si voti per l’indipendenza, l’Italia unita non esiste”.
“Quest’ Italia non esiste, è stata costruita con la forza e in modo artificiale.
Non appena ci sarà il riconoscimento di Slovenia e Croazia, dovrà affrontare anche le nostre richieste di indipendenza e quelle di veneti, piemontesi friulani, tutte le etnie. Aspettiamo il momento per dichiarare l’indipendenza dei popoli, quindi anche la nostra, l’autodeterminazione è la cosa più ovvia. Ci vuole una nuova Yalta, bisogna ridisegnare i confini degli Stati, sono tutti fasulli.”
Povero Claudio!
13 febbraio 2012Una delle ultime imperdibili affermazioni di Ego Perron, dice che la richiesta di chiarezza da parte dell’Alpe nei confronti dell’assessore Lavoyer (chiarezza che non è ancora pervenuta), equivale a una forte campagna accusatoria senza imparzialità. Si tratterebbe di facile populismo e non di una necessità legittima da parte di alcuni membri del Consiglio regionale. Secondo Ego, le dimissioni di Claudio sarebbero state date in anticipo solo per fermare un malumore popolare alimentato dai media. Cosa c’entra l’etica? In politica poi! E la trasparenza…
Cucina pesante!
16 settembre 2011Non sono ancora spenti i fuochi di artificio della festa dei calabresi che una una nuova kermesse di tre giorni ci ricorda che siamo la terza provincia calabrese. Entrambe le feste patrocinate dalla Regione e dal Comune a cui si aggiunge il Casinò. Il numero è quello che conta e i calabresi sono tanti: i politici ne vanno matti!
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