Archive for the ‘Opere pubbliche’ category

La grande bruttezza!

24 settembre 2014
Qui una volta c'erano degli orti e gli abitanti facevano a gara a chi aveva l'insalatina più bella.

Qui una volta c’erano degli orti e gli abitanti facevano a gara a chi aveva l’insalatina più bella.

C’era una volta un quartiere, esempio di urbanizzazione sociale. C’erano le case e gli orti e i negozi. La scuola e la chiesa. Stava lontano dalla città per meglio controllare gli operai e la loro rabbia. Stava anche lontano dalla fabbrica, ma c’erano le biciclette e tutti avevano una bicicletta. Un paese ordinato. Un modello di architettura popolare che aiutava chi lo viveva a sentirsi parte di una comunità. Il quartiere aveva un’identità chiara e definita. Diviso per gerarchie sociali, rappresentava la fabbrica. Oggi rappresenta solo il degrado di una società priva di una qualsiasi identificazione. Gli orti sono stati sostituiti dai parcheggi, i tigli abbattuti. San Giuseppe, patrono dei lavoratori, sepolto e abbandonato. La società cambia, ma sta agli uomini controllarne il cambiamento, fornire un indirizzo, una direzione del vivere. Nessun modello ha sostituito quello precedente. Se nell’urbanizzazione dei primi del ‘900 c’era un progetto attento alle necessità degli abitanti: gli orti per permettere agli operai ex contadini una valvola di sfogo, oggi si è soltanto cercato di risolvere il problema abitativo senza pensare alle conseguenze che determinate scelte potessero avere sulla vita dei condomini. Il risultato è questa desolazione. L’assenza di una condivisione comunitaria di un territorio.

I barbari sono fra noi!

1 giugno 2013

Non ho sentito l’urlo che avrei dovuto sentire. Un urlo collettivo e agghiacciante, come sono agghiaccianti le passerelle sotto la Porta Pretoria. Possibile che nessuno ne abbia parlato? Possibile che nessuno veda lo scempio che dovremo subire per anni e anni, molti di noi per sempre? Dove sono le associazioni, i partiti, i movimenti? In una parola dove sono i cittadini? Svaniti. L’archeologia è un patrimonio che non tocca la pancia, non subito quindi… eppure i beni culturali, c’era scritto su tutti i programmi delle recenti elezioni, sono il futuro della nostra città e, secondo le promesse, vanno tutelati e valorizzati. Sono una risorsa non solo culturale, ma soprattutto economica. Nei fatti sono solo uno strumento per dare lavoro a qualcuno, sul come viene fatto non importa agli uffici. E adesso cosa presentiamo ai turisti in cerca della romanità di cui siamo i secondi possessori dopo Roma? Cemento e acciaio? Fatemi capire. Lo scavo nasce della legittima esigenza di conoscere, poi dalla volontà di riconsegnare al presente la maestosità del passato avvilita dalla strada che dimezzava quasi l’altezza della Porta. E adesso cosa abbiamo? La passerella è collocata 50 centimetri sopra il precedente passaggio, per accedervi si è venuta a creare un’incresciosa salita-discesa (sai con il ghiaccio che bello) che rende le due arcate più basse di prima. La percezione della maestosità è compromessa dalle putrelle che sono enormi. Il prospetto sud della Torre è in parte ostruito alla vista e così l’ufficio del turismo. Nel lato ovest, lo scavo termina con un orribile muro di cemento. Ma chi l’ha avuta questa idea? Ditemelo per favore! Non si può mettere alla Sovraintendenza dei Beni culturali uno come Roberto Domaine che si è sempre occupato di Agricoltura. Che ritorni a zappare! Occorre pubblicizzare questo ennesimo insulto alla nostra città con tutti i mezzi possibili. Datemi una mano.

Aspettando il morto!

3 aprile 2013
Riceviamo dal consigliere comunale Alpe, Gianpaolo Fedi, e volentieri pubblichiamo.

Sollecitato dalla lettera del 31.3 del signor Lettera Firmata, in merito alla disavventura per il pedone quasi investito sulle strisce pedonali all’altezza della svolta per piazza della Repubblica in fondo a via Chambery (angolo Billa), vorrei rispondere che l’amministrazione comunale di Aosta è ben al corrente della pericolosità di quell’attraversamento. Io e gli altri consiglieri comunali di ALPE, nei mesi di settembre 2011 e marzo 2012 abbiamo presentato delle iniziative per segnalarne la criticità. A seguito della seconda discussione in aula, insieme al Vicesindaco, al Comandante della Polizia di Aosta e al Dirigente alla viabilità, abbiamo effettuato un sopralluogo, al termine del quale era stata accolta con interesse la proposta di anticipare l’inizio delle strisce pedonali di un paio di metri su via Chambery, in modo da rendere visibili i pedoni agli automobilisti e viceversa prima di iniziare ad attraversare la strada.

La spesa, se il Comune continua a ritenere ragionevole la soluzione proposta, consisterebbe nell’allungare leggermente l’aiuola spartitraffico su via Chambery sulla quale andrebbero a inserirsi le strisce. E’ passato più di un anno: probabilmente non siamo di fronte alle “Grandi opere” che caratterizzavano il programma elettorale della maggioranza e quindi bisogna aspettare l’incidente grave per intervenire…

Anni da incubo!

4 febbraio 2013

Rivoluzione al Parini. Grandi cambiamenti strutturali nell’ala est del vecchio ospedale: il reparto di Cardiologia salirà di un piano al suo posto verrà ospitato quello di Endoscopia. Spostamenti che continueranno per anni… e gli ammalati? Già, gli ammalati dovranno affrontare delle degenze da incubo, perché come potrebbero essere altrimenti quando ci saranno i lavori previsti? Ma qualcuno che pensa ai malati c’è? C’era e si era costituito in comitato: il Comitato per un ospedale nuovo, appunto, ma al referendun non si raggiunse il quorum sempre per quell’invito a non votare che pare sia diventato un diritto. Bene! Anzi no, male! Ci cuccheremo tutti i disagi che un cantiere potrà creare e lo faremo da sofferenti, da ammalati, da depressi, da impauriti, da persone deboli. Sopporteremo per anni la polvere e i rumori e l’avremo voluto noi (anzi voi che non avete votato!). Incapaci di usare il cervello quando è il momento giusto e farlo solo quando è ormai troppo tardi. Quando il problema ci tocca da vicino. E i costi intanto lievitano e alla domanda che Marika De Maria, la referente di Libera per la Valle d’Aosta, pone al presidente della Giunta, Augusto Rollandin su cosa pensa di fare dopo l’affaire Tropiano? Rollandin risponde secco: i lavori sono conclusi! Avete capito?

Domandina facile facile

4 gennaio 2013

Era il ventuno di giugno dell’anno scorso quando l’assessore, Marco Viérin, annunciò che i lavori dello Splendor sarebbero stati conclusi entro l’estate e che “… entro il 2012 contiamo di completare i collaudi in modo da poter aprire la struttura al pubblico“. Qualcuno di voi ha avuto l’occasione di presenziare all’inaugurazione?