Condivido pienamente ciò che dice Messner riguardo alla montagna.
“Io dico che esiste l’alpinismo delle cifre e quello delle piste, cronometro e vie tracciate. È un modo di affrontare la montagna da sport misurabile, da città insomma. Si va soltanto per trovare la propria misura, mentre la montagna è bellezza, lentezza e silenzio… L’alpinismo di oggi è uno sport, bellissimo, ma uno sport. È diviso tra l’arrampicata indoor e le vie preparate, tempestate di chiodi dove non c’è il rischio di cadere, dove il concetto alpinistico dell’esposizione non esiste più. Poi c’è il turismo d’alta quota, quello da centomila dollari per arrivare in vetta all’Everest. Non critico, non giudico, non c’è giusto o sbagliato, dico soltanto che tutto ciò è altro dall’alpinismo» (Tratto da La Stampa)
Cento anni fa nasceva Marcel Bich, l’inventore dell’usa e getta. Ideai una mostra su di lui in occasione dell’apertura del castello di Ussel che titolava: La meravigliosa avventura del barone Bich. Meravigliosa avventura fu anche la mia, anche se corredata da numerosi fastidi legati a personaggi meno inventivi. Vi racconto per il piacere vostro e mio di ricordare una parte della mia passata carriera di curatrice.
Quando presentai il progetto all’allora presidente della Giunta, Dino Viérin, lo trovò interessante, ma soprattutto con la mia proposta, vide l’opportunità di ricucire i pessimi rapporti che la Regione aveva con la famiglia Bich. Pessimi a causa del castello regalato molti anni addietro e ancora privo di utilizzo. Il presidente smisi di vederlo da subito, i rapporti che tenni con l’amministrazione furono mediati dall’adorabile personcina di Paolo Maccari, allora capo dell’Ufficio stampa della Giunta. Contattai per l’allestimento un architetto e designer di Milano, piuttosto conosciuto: Ugo La Pietra. Il castello era completamente vuoto e privo di corrente elettrica, si trattava quindi di progettare un involucro capace di ospitare le opere e dotato di illuminazione. La Pietra fece un ottimo lavoro. I disegni preparatori li feci di volta in volta esaminare dall’allora Soprintendente Renato Perinetti che diede l’ok. (altro…)
Qualcosa di buono nel triste epilogo della Commissione speciale sui rifiuti c’è: Fabrizio Roscio si è finalmente incazzato! Ha toccato con mano che con i politici, con certi politici, è assolutamente inutile discutere, programmare, riflettere e proporre. Se uno ha a cuore il bene della comunità valdostana dovrebbe sapere che con questa maggioranza non può ottenere nulla di buono. Troppo marcia. Troppo inquinata dagli affari, dai personalismi, dalla mediocrità di un posticino all’ombra della quercia. Dall’immobilismo di una visione feudale del potere. Ne abbiamo una conferma leggendo i nomi elencati nelle liste elettorali: tutti i vecchi parassiti sono presenti per l’affannosa corsa regionale. Perdono volentieri il presidente dell’associazione Valle virtuosa per aver creduto nell’utilità della commissione: la sua ingenuità è pulita. Ha sperato di poter svolgere un ruolo utile, costruttivo, quando invece si consumava l’ennesimo teatrino recitato dai burattini Lattanzi, Empereur, Comé, Lavoyer, Salzone. “Ero convinto che la Commissione fosse stata istituita per risolvere un problema, non per vedere chi è più forte politicamente. A chi giova tutto questo? Alla gente o a chi fa i soliti giochini di potere? Abbiamo perso tempo e alla fine si prendono in giro i cittadini dicendo che sono cattivi e non sanno fare la differenziata, ma è la politica che non ha voluto fare delle scelte” (La Stampa). Oggi Roscio è un cittadino incazzato, io spero che questa “lezione di politica” lo abbia finalmente convinto a scendere in campo. A entrare nella stanza dei bottoni, unico luogo dove si può realmente cambiare qualcosa e, in questo caso, salvaguardare il verdetto referendario.
Baby Viérin ha preso i miei attacchi come attacchi personali, se così fosse avrei già ricevuto una bella denuncia per diffamazione: conosciamo il suo caratterino. Non ci sono gli estremi perché si tratta di satira nei confronti di un uomo politico. A me, e l’ho detto più volte, non interessa fotografare la carta da parati che un politico ha in casa, preferisco valutare quanto mi costa come consigliere. Dunque, quale sarebbe stata la campagna di veleni? Aver detto che a tempo scaduto si è prodigato ad affermare la sua contrarietà nei confronti del pirogassificatore? Sarebbe questo il fango? L’indecenza? O non è piuttosto una valutazione politica che mette in luce una data natura e un dato disegno? Andiamo avanti. Ho scritto che Viérin, pur dando di sé un’immagine di sinistra, ha firmato un documento di un Forum di famiglie cattoliche contrario ai nuovi diritti civili e, quindi, ho evidenziato una contraddizione. Ho scritto che, secondo me, per uno che è scapolo e che vive ancora con mamma e papà, è difficile capire i problemi che nascono nella coppia e nella condivisione dei figli. E’ così sbagliato? E, se anche fosse sbagliato dov’è l’odio? E il veleno? E l’indecenza? Secondo me la conoscenza diretta dei problemi aiuta moltissimo nella loro comprensione, al contrario si rischia l’astrazione e, peggio ancora, la demagogia. Poi, nel caso di Viérin, quella firma aveva tutta l’aria di una ricerca di consenso finalizzata al voto. Ho usato vignette satiriche che spero abbiano divertito molti oltre me. Satira che vive di politica da sempre, da quando è nata la politica. Dunque? Dov’è l’odio? Io credo che per il signorino viziatissimo che mai ha lavorato, che ha sempre camminato in discesa e non conosce la fatica, l’umiliazione, l’attesa, i problemi economici… perché sempre ha trovato la pappa pronta e uno stuolo di amici-in-attesa-di-briciole, sia la prima volta che affronta una vera competizione, neppure tanto accesa a dire il vero, e si è trovato emotivamente impreparato. Confesso che mi fa anche tenerezza. Così provinciale, impacciato nella sua ingenuità che lo porta a scrivere da bambino ferito che mima l’innocenza. Come se qualcuno, che non sia un fesso, potesse credergli. Uno che predica la libertà e si porta appresso, nella sua rivoluzione, un politico come Caveri. Uno che l’odio sa cos’è e che non riesce a trattenere entro il conflitto politico, lasciandolo sconfinare nel privato. Nella “Rencontre finale”, infatti, ha brillato nel suo rancoroso stile. Oh Baby, Baby… dov’è la coerenza?
Visto nascere una tartaruga Caretta Caretta: emozione magnifica!
Chiedo scusa per l’assenza, ma l’impegno al campo di volontariato di Legambiente a Lampedusa per la tutela della zona protetta dell’Isola dei Conigli, ha esaurito tutte le mie energie. Ora sono qui. (Eh eh eh).
Dal sito dei grillini valdostani leggo: “… nella delibera dell’USL nr. 99 del 16 gennaio sono stati assegnati al Direttore Generale: Dott.ssa Carla Stefania Riccardi 15.669,49 come aumento dell’indennità base (aumento del 11,46% annuo) e 21.310,51 euro come premio per il raggiungimento dei risultati. Totale 36,980 euro tondi tondi. Nella delibera nr. 100 sempre del 16 gennaio è stato assegnato un aumento del 11,46% pari a 12.535,69 euro al Direttore Amministrativo: Dottor Valter Pietroni e un aumento sempre dell’11,46% pari a 3.751,66 (per il periodo 27/9/2010 – 31/12/2010 prima il posto era del Dott. Pierluigi Berti che ha preso 9.496,41 per il periodo 1/1/2010 – 31/08/2010) al Direttore Sanitario: Dottor Giuseppe De Filippis.Totale (15.669,49 + 21.310,51 + 12.535,69 + 3.751,66 + 9.496,41) 62.763,75 euro. Perbacco! Allora la sanità non è in crisi, non dobbiamo tagliare nessun sevizio, abbiamo disponibilità di fondi e siamo senza problemi. Alla Dott.ssa, Carla Stefania Riccardi, vengono regalati perché ha ottenuto buoni risultati all’Usl?… con tutte le lamentele che ci sono… . La “triade d’oro” ha fatto un lavoro egregio nel 2011: le spese sanitarie, la gestione dell’ospedale, le code infinite per le visite…, tutto è migliorato grazie a essa e ora possiamo dire di essere un modello da esportare nel mondo.”. E poi tagliamo alle scuole, ai Musei (il Mav non riesce neppure ad acquistare le opere per arricchire la collezione), ai servizi in genere perché siamo in crisi. Non per tutti, questo è chiaro!
Riceviamo da Stefano Salerno e volentieri pubblichiamo.
E’ morto Saverio Tutino. L’ho conosciuto a Pieve Santo Stefano, l’ho ammirato, mi sono emozionato per la sua opera, la sua vita, le sue storie, il suo pensiero. A Pieve Santo Stefano, nei giorni del Premio, ho incontrato qualche aostano in concorso con il diario del nonno o del bisnonno. Dopo qualche anno ho scoperto che Tutino era stato partigiano in Valle d’Aosta. Cogne era la sua meta valdostana preferita: conosceva quei sentieri dai tempi della guerriglia antifascista. So che in questo momento il blog è impegnato nelle battaglie civili che lo contraddistinguono, ma forse varrebbe la pena ricordare un uomo il cui valore umano e intellettuale è stato e sarà un modello positivo per tutti in quest’epoca di caricature grottesche. Saverio Tutino dopo aver raccolto per una vita le testimonianze dei grandi della terra, da Fidel Castro a Che Guevera a Mao Tse Tung, per un’altra vita ha raccolto le storie dei piccoli della terra, della gente comune. A Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, ha istituito l’Archivio Diaristico mettendo insieme migliaia di diari, lettere, testimonianze. Memorie. Negli ultimi anni, per il gioco beffardo della vita, la sorte gli aveva portato via proprio la memoria. Qualche anno fa un mio amico lo intervistò. In quella occasione, alle domande sui suoi viaggi, le sue interviste, le sue storie, rispondeva la moglie. Lui ogni tanto sorrideva. Attenzione: un sorriso sincero, non ebete. Perché Saverio, pur avendo perso la memoria, continuava a leggere la realtà che lo circondava con il piglio del giornalista illuminato e visionario che è sempre stato. Alla fine dell’intervista, dopo aver sentito raccontare per circa due ore le sue stesse avventure, Saverio salutò così: “Quante storie interessanti che abbiamo ascoltato oggi”. Saverio Tutino lascia un’eredità umana, intellettuale e politica che vivrà concretamente nei secoli, probabilmente per sempre. Varrebbe la pena che con questi valori ognuno si confrontasse.
A tutti i giovani impegnati negli esami di maturità e ai loro genitori, invito all’ascolto di questo discorso pronunciato da Steve Jobs ai neolaureati di Stanford. Sono minuti che volano, lasciando parole importanti e terapeutiche. Buon ascolto.
Firma anche tu la petizione per ribadire il proprio disgusto verso questa scelta scellerata e per ripristinare la Piazza della Porta Pretoria com'era prima!
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